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domenica 11 maggio 2008

analisi dei sinistri

La sinistra si analizza. E che dice?
Dice che il Partito democratico è alla ricerca di un’identità.
Brutto guaio, per un soggetto nuovo, perché non avere un’identità precisa fa sì che tutti si sentano autorizzati a suggerirgliene una. C’è chi lo vorrebbe più laico, e a tale deficit di laicità attribuisce la sconfitta. C’è chi lo vorrebbe più socialista, e invoca l’adesione al Partito socialista europeo. C’è chi lo vorrebbe più antiberlusconiano e meno populista, e registra invece la berlusconizzazione di Veltroni. C’è chi si accontenterebbe che il Pd si ricordasse, ogni tanto, di essere un partito di sinistra, o quantomeno di centro-sinistra. C’è, infine, chi sembra pensare che l’identità di un partito si definisce attraverso le sue future alleanze, e così fa infuriare l’ex ministro Di Pietro: «È come se uno si mettesse a cercare moglie prima di aver capito se è un maschio o una femmina».Forse Di Pietro non ha tutti i torti.
Il Pd può darsi l’identità che vuole, progettare le alleanze che preferisce, sognare le politiche che desidera, ma nel frattempo non sarebbe male cercare di capire quali sono i gruppi sociali che di fatto guardano al Pd, e confrontarli con i gruppi sociali che gli preferiscono il Pdl.
Ebbene, se si compie questa analisi si scopre che i gruppi che preferiscono la coalizione di Veltroni (Pd + Idv) sono i pensionati, i dipendenti pubblici, i dipendenti privati con contratto a tempo indeterminato, i laureati e diplomati, gli studenti. I gruppi che preferiscono la coalizione di Berlusconi (Pdl + Lega) sono invece le casalinghe, gli autonomi, i giovani che lavorano, i precari, i disoccupati, le persone con meno anni di studio.
Prima la differenziazione era tra i ceti, ora è tra garantiti e non-garantiti, come risultato della politica di Prodi; in questi anni infatti la sinistra e i sindacati hanno sempre preferito usare le risorse pubbliche per aumentare le garanzie dei già garantiti (contratto degli statali, controriforma delle pensioni), mentre hanno condotto una vera e propria guerra ai danni dei non garantiti (più adempimenti, più tasse, mancato completamento della legge Biagi). Per non parlare del tema della sicurezza, dove la sinistra incredibilmente non ha capito che i veri deboli sono i cittadini comuni e non i delinquenti, e che il buonismo non è apertura al diverso ma indulgenza verso il prepotente.

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