E’ chiaro comunque che Fini, giudicando “molto più gravi”, rispetto ai fatti accaduti a Verona, gli incendi delle bandiere israeliane e statunitensi durante le manifestazioni della sinistra radicale e dei centri sociali in contemporanea con lo svogimento della Fiera del Libro a Torino, non ha inteso in alcun modo deprezzare l’episodio del brutale e vigliacco omicidio di un ragazzo di soli 29 anni, ma ha solamente cercato di distinguere il “peso politico” delle vicende.
Infatti a Verona la vittima non è stata colpita per motivi politici riconducibili all’appartenenza a ideologie politiche, mentre a Torino è evidente la volontà di negare e oltraggiare lo Stato ebraico, sulla scia delle espressioni più becere del fondamentalismo e dell’antiebraismo.
Tuttavia, in un momento di sgomento dei cittadini per quanto è avvenuto a Verona, e a poche ore dalla notizia della morte del ragazzo, è quantomeno consigliabile a Fini di evitare certi ragionamenti, sostanzialmente giusti, ma forieri di possibili pretesti per innescare le polemiche, e di incomprensione da parte di molti cittadini non avvezzi a considerare la diversità delle vicende. Del resto, la sinistra e i suoi giornali non attendono altro per strumentalizzare e accusare.
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