Finchè i dossier sono affidati a Santoro, D'Amico, Floris, Lerner, Berlinguer, Dandini......, il giustizialismo avrà una unica direzione. Ci sono invece cose di cui nessuno parlerà mai:
Nel 1985 Massimo D'Alema ricevette 20 milioni di lire da parte del miliardario barese Francesco Cavallari, che fu in seguito condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Per questo finanziamento illecito D'Alema è stato inquisito ma, a causa dello scadere dei termini di prescrizione nel 1995, il procedimento è stato archiviato dal gip C. Russi. L'episodio è stato ammesso dallo stesso D'Alema quando il reato era destinato a cadere in prescrizione". (Wikipedia)
Dopo di che il baffino nazionale è stato nominato (non eletto dal popolo) Presidente del Consiglio.
Nel settembre 2000 si apre il capitolo sui rapporti tra cooperative rosse e mafia (con quindici ordini di custodia cautelare, su iniziativa della Procura della Repubblica di Palermo). Achille Occhetto inquisito verrà dichiarato responsabile di finanziamento illecito per i soldi di una società italo-tedescorientale, ma il reato verrà dichiarato prescritto.
Alcune decine di dirigenti e funzionari del suo partito verranno condannati o patteggeranno pene per corruzione e finanziamento illecito.
Gli atti di un processo in Campania durato molto tempo, 10 anni, in cui il presidente di una cooperativa rossa ha denunciato la provenienza di certi capitali di cui erano al corrente i dirigenti del partito e si trattava di capitali di provenienza della criminalita' organizzata. Il processo si e' concluso, quindi, con la prescrizione, ma i dati che risultano dai documenti processuali sono inoppugnabili.
Due "inviti a comparire" sono stati inviati dalla Procura romana al segretario del Pds Massimo D' Alema e all' ex capo dello stesso partito, Achille Occhetto. I due leader della Quercia dovranno presentarsi, martedi' 17, davanti ai sostituti procuratori Gianfranco Mantelli e Maria Teresa Saragnano, come "persone sottoposte a indagine". I nomi di Occhetto e D' Alema figurano iscritti nel registro degli indagati da un mese, perche' sospettati di aver accettato dalle cooperative rosse finanziamenti illeciti a favore del partito. L' inchiesta nei loro confronti ha fatto un improvviso balzo in avanti dopo le rivelazioni di Nino Tagliavini, il "compagno pentito", ex presidente della Coop Unieco di Reggio Emilia. Tagliavini ha raccontato di aver versato 370 milioni a Botteghe Oscure in tre rate. Giurando che "la segreteria politica del partito era informata". (Corsera)
Ora usiamo il metoto Travaglio; Nel rimarcare i fatti su esposti, lasciamo velatamente capire che D'Alema e Occhetto siano ovviamente stati amici dei mafiosi. Qualcuno poi ipotizzarà che siano tuttora dei mafiosi, o che lo siano stato almeno in gioventù e, la maggior parte della gente crederà che ad oggi continuino ad adoperarsi avvantaggiando quei loro “amici”.
Ovviamente si scatena la bagarre, e si chiede che sia un giudice a verificare se è stato detto il vero o il falso.
Il magistrato dirà ch’è tutto vero. Che D'Alema conosceva Cavallari e tutta la banda di cui si sparla.
E verrà detto che il giudice ha confermato tutto (le amicizie), e poi si calerà il carico da novanta arrivando a dire che QUINDI ciò cui alludeva era vero.
E questa sarebbe la libera informazione, secondo il Nuovo Vangelo di Marco!
Ma Travaglio, non bazzica in queste procure.
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