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domenica 26 giugno 2011

Una certezza ed un dubbio

Sull'arresto di Lele Mora c'è una certezza ed un dubbio.
Di che si tratta? Ecco:
Lele Mora è finito in prigione per bancarotta fraudolenta, spariti 8,4 milioni di euro.
Mora ha chiesto ai Finanzieri: «”Vi chiedo soltanto una cortesia, possiamo andare via prima che arrivino i fotografi e le televisioni?”.
Il problema, però, è che nello stesso momento il Corriere della Sera on-line titolava: «Bancarotta fraudolenta: ordine di arresto nei confronti dell’imprenditore dello spettacolo Lele Mora.vLa Finanza lo sta eseguendo».
Ed ecco la certezza: il Corriere era informato ‘minuto per minuto’ dell’evolversi della situazione.
Ed ecco il dubbio: se Mora ha sbagliato, è giusto che paghi, però… c’è un però. Non vorremo che questo arresto ‘poco spettacolarizzato’ altro non fosse che il tentativo di costringere il testimone Lele Mora a confessare qualcosa di “compromettente” (naturalmente contro l’imputato Berlusconi) nel processo sul caso Ruby.
Di fronte ad una bancarotta di queste dimensioni, l’imprenditore rischia parecchio. Non vorremmo che, alla fine, Mora dovesse essere messo in condizione di scegliere tra il rimanere un bel po’ nelle patrie galere e il “confidare” quel che qualche inquirente vuol sentir dire.
E' questa la Repubblica delle Procure?

La Repubblica delle Procure

Quando lo Stato s’impiccia di quel che fanno e di che cosa si dicono tra di loro i cittadini, i cittadini diven­tano sudditi e lo Stato diventa una tirannia. Quando la segretezza delle comu­nicazioni private è sistematica­mente violata e la loro registrazio­ne è pubblicata dai giornali e tra­smessa da radio e tv, il potere pubblico si trasforma in potere totalitario.
Non c’è obbligo di azione penale che possa mini­mamente giustificare il romanzo a puntate degli origliamenti che in Italia, e solo in Italia, si scrive e si pubblica ogni giorno.
Anzi, la Costituzione impone la tutela della segretezza del­le comunicazioni, salvo eccezioni precise e penalmente legittimate. E allora, perchè succede?
Perchè l’origliamento abusivo travestito da azione legale, con la pubblicazio­ne spensierata sui giornali o la tra­smissione via etere di conversazioni private, non viene punito?
Siamo arrivati alla Repubblica delle Procure, un sistema che travolge persone e funzioni a prescindere dagli esiti del­le indagini e dei processi, e riserva la gogna preventi­va al cospetto dell’opinione pubbli­ca.
Chi potrebbe fermare questo REATO (già previsto dalle attuali leggi) è il CSM ed il Presidente della Repubblica. ENTRAMBI TACCIONO.
Eppure la questione non riguarda affatto la sola maggioranza di governo. Infatti, chi ha impedito alle cooperative di sinistra di «avere una banca»? Le intercetta­zioni. Chi ha stroncato la carriera poli­tica del leader forte del centrosini­stra, Massimo D’Alema? Le intercetta­zioni. Chi fece cadere il malandato go­verno dell’Unione presieduto da Ro­mano Prodi? Le intercettazioni.
In tutti i casi il risultato non è stato l'esito di un processo, ma solo la pubblicazione preventiva delle intercettazioni.
Napolitanooooooooooooooooooo, Scetate.

sabato 25 giugno 2011

De Magistris ha già scassato

E' giunta l'ora, caro Sindaco De Magistris, di fare, agire, senza esitazioni. Soprattutto non e' il momento produrre i soliti piagnistei, le solite litanie gia' sentite troppe volte per il passato: la camorra, i bastoni tra le ruote, le ripicche del Governo, gli ostacoli da parte di chi ha perso le elezioni.
E' arrivato il momento di darsi subito una mossa, di trovare soluzioni per liberare Napoli dalla spazzatura, da una vergogna che dura ormai da troppo tempo. Non era questo che dicevi nella campagna elettorale?
Ora mostri cenni di incertezza, di smarrimento. Solo pochi giorni or sono, avevi urlato a tutti il fatto di "avere scassato", di aver ottenuto un successo al di sopra di qualsiasi previsione.
Il problema e' napoletano, lo dovete risolvere da soli. Con un po' di orgoglio, di amor proprio, che avete perso.

Ricordo ancora quando straripò l'arno. Tutti, tutti i fiorentini a zappare il fango; poi arrivarono gli aiuti. A Napoli finanche Napolitano sollecita Berlusconi e De Magistris dice che ora la responsabilità è di Berlusconi.
NAPOLITANOOOOOOOOOOO, se l'unica soluzione è quella di portare la monnezza a casa degli altri, a cosa servono Sindaco De Magistris, Provincia Cesaro, Regione Caldoro?
Se i napoletani la tassa sui rifiuti la pagano al Comune perchè la loro monnezza deve andare fuori dalla Campania?
Napolitanooooooooooo, se tu fossi il presidente dei Napoletani lo potrei pure capire, ma .... sei il presidente degli italiani, TUTTI.
E sei anche presidente del CSM, ma non ti indigni che tutte le intercettazioni passano dalle procure ai giornali. Lo sai che è REATO? E allora perchè taci? Secondo me hai bisogno di un buon otorino perchè hai un serio problema di udito all'orecchio sinistro.

PS questo post trae spunto da un bel post del mio amico Angelo http://nonsolonapoli.blogspot.com/2011/06/de-magistris-datti-una-mossa.html

martedì 21 giugno 2011

Io non ho voglia di aiutare la Grecia.

A proposito di austerity, di riforme e di tagli, da dove potrebbe iniziare la Grecia per guadagnarsi i nuovi aiuti promessi dall'Europa entro la metà del mese prossimo?
Non c'è che l'imbarazzo della scelta. Basti dire, come già sanno tutti, che di 4,2 milioni di lavoratori (poco più di un terzo della popolazione totale) ben 750 mila sono dipendenti dello Stato. Anche se poi si viene a sapere, tanto per fare un esempio, che in Grecia alcuni dipartimenti dell'Amministrazione pubblica vantano un sicuro primato mondiale, ben 50 autisti per ogni auto blu. Ecco, incominciamo da qui, verrebbe da dire.
Certo anche loro dovranno pur mangiare, ma che fanno durante il giorno? Probabilmente si incontrano alla bocciofila con i giardinieri dell'ospedale Evagelismos, uno di più grossi e importanti di Atene. Di fronte al grosso edificio che ospita malati e reparti vari c'è un giardino con qualche pianta e aiuola. I maligni dicono che ci sono sì e no quattro arbusti. Forse è esagerato ma non si tratta sicuramente del Central Park di New York. Ebbene, perché le aiuole sian sempre fiorite e gli alberi ben curati, l'amministrazione pubblica ha assunto 45 giardinieri, sempre pronti a intervenire per tagliare una foglia di qua o estirpare afidi e cocciniglie di là. E questo, è bene sottolinearlo, nonostante l'ospedale chiuda regolarmente i suoi esercizi annuali in rosso.

Non saranno stati 45 giardinieri a mandare in rovina la Grecia e nemmeno quelle 40mila pensionate che ricevono mille euro al mese a vita solo per essere figlie nubili di funzionari statali deceduti. Ma sia ben chiaro che chi ha già il vitalizio, mica gli vien tolto, i diritti acquisiti non si toccano.
Né si toccano i diritti di quelle 600 categorie professionali, di "professioni stancanti", che vanno in pensione a 55 anni se sono uomini, a 50 se sono donne. Si parla di parrucchieri, perché sforbiciare non è facile, musicisti di strumenti a fiato, perché suonare il piffero mica è da tutti, o presentatori televisivi.
Mica si parla di minatori. Il guaio è quando muore il congiunto e non si percepisce più il suo prezioso vitalizio. Ma anche qui c'è il rimedio. Almeno 4500 degli sfortunati si sono, fortunati loro, dimenticati di comunicarne il decesso cosicché hanno continuato a percepire i 16 mila euro che spettavano al defunto. La memoria l'hanno ritrovata solo quando lo Stato si è risvegliato dal letargo e ha ritrovato un po' di dignità: «Stiamo investigando su 9 mila centenari che percepiscono la pensione» disse a inizio giugno il ministro del Lavoro Luka Kasteli. Forse qualcuno di loro è morto, aggiunse.
Ma allora dove tagliare? Si dice, per tornare agli ospedali, che il materiale comprato dagli istituti greci costi 400 volte quello comprato da quelli britannici. Eppure non risulta che nelle sale operatorie di Atene si usino bisturi d'oro. E non solo gli ospedali, lo stesso vale per altri istituti e uffici.
Ne esiste uno, ad esempio che funziona ininterrottamente dall'inizio del secolo scorso, nato per sorvegliare le meraviglie del lago Kopais. Percepisce fior di euro dallo Stato ogni anno. Peccato che il lago Kopais si è seccato nel 1930 e da 81 anni di meraviglioso c'è soltanto l'ozio di chi lavora in quell'istituto.
Sarà che un greco su quattro non paga un centesimo di tasse. Sono calcoli dello stesso ministero greco del Lavoro. E allora che si fa? Il taglio del 20 per cento degli stipendi dei funzionari, quello del 10 per cento delle pensioni di anzianità, l'aumento delle tasse. Tutto inutile. Qui non c'è da riformare la Grecia, ma rifarla da capo, partendo dai greci stessi.
Perfino gli allibratori la danno già per spacciata. La Stan James paga il "sì" al default greco 1,22, contro il 3,75 del "no". Il fallimento è dato a 2, mentre l'uscita dall'euro è pagata 2,25.
Io non ho voglia di aiutare la Grecia.

giovedì 16 giugno 2011

Si Si Si Si

Dedicato agli elettori che hanno votato SI al referendum sull'acqua.
Per quanto riguarda la cosiddetta "acqua pubblica", da una parte si raccoglievano firme per abrogare il Ddl Ronchi, e dall’altra il PD presentava una proposta di legge di eguale contenuto.
Eccola:
Disegno di legge n. 2462 (“Disposizioni per il governo della risorsa idrica e la gestione del servizio idrico integrato”, 18 novembre 2010), sottoscritto da molteplici esponenti del Pd, tra cui la Finocchiaro e Ignazio Marino.

Articolo 9:
“(Affidamento e revoca della gestione)
1. L’Assemblea d’ambito, nel rispetto del principio di unitarietà, efficienza, efficacia ed economicità affida la gestione del servizio idrico integrato secondo le disposizioni in materia di servizi pubblici locali. L’erogazione del servizio avviene secondo le discipline di settore e nel rispetto della normativa dell’Unione europea, con conferimento della titolarità del servizio:
a) a società a capitale interamente pubblico (…).
b) a società a partecipazione mista pubblica e privata (…).
c) a società di capitali individuate attraverso l’espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica nel rispetto dei principi del Trattato che istituisce la Comunità europea e dei principi generali relativi ai contratti pubblici e, in particolare, dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento e proporzionalità (…)”.

Praticamente nè più nè meno di quanto prevedeva il cosiddetto decreto Ronchi che è stato abolito con il referendum.
Quindi, il problema c'è e va risolto, ma ...... Pur di eliminare Berlusconi, il PD & Co. stanno creando danni incalcolabili al Paese.
Nel merito dei referendum è uscita una sola verità: le fasce meno abbienti della popolazione saranno sottoposte, da qui ad un triennio, ad un bel salasso fiscale. Mancano all’appello, infatti, 64 miliardi di euro per fare improcrastinabili investimenti nel settore idrico; e, siccome s’è voluto rinunciare all’apporto dei privati, che quell’onere economico si sarebbero accollati, questi soldi andranno reperiti in altra maniera, ovvero al solito modo: aumentando le tasse.
D’altra parte, “nessun pasto è mai gratuito” e a pagare è sempre e solo il contribuente.
L'alternativa è fare la fine della sicilia, leggetela: acqua a giorni alterni con cisterne ed autobotti.
Fino a che punto ci dobbiamo far male?
http://www.gds.it/gds/sezioni/cronache/dettaglio/articolo/gdsid/161986/

martedì 14 giugno 2011

Riparare urgentemente

La maggioranza degli italiani non vuole il nucleare, non vuole una migliore e più razionale gestione della rete idrica, non vuole che venga ripristinato l’istituto dell’immunità parlamentare. Bisogna prenderne atto. Altro non c’è da fare.
Come fai a dire che gli elettori non hanno capito? Loro hanno capito benissimo: in pratica gli elettori hanno mandato un messaggio ultimativo a Berlusconi, al suo governo, al centrodestra. Non ci si può nascondere dietro un dito.
Il governo Berlusconi sta deludendo le aspettative e, se non cambia qualcosa, l’orizzonte è quello di una devastante sconfitta alle prossime politiche che tra l’altro sembrano sempre più probabili anche prima della scadenza naturale del mandato.
Per la mia modesta opinione gran parte delle difficoltà di questo governo sono dovute a due cause: un appannamento pesante dell’immagine del Cavaliere ed il mancato rispetto del programma soprattutto sui temi economici.
Non si sarebbe infatti arrivati al 56, 57% dei votanti al referendum senza alcuni elettori del centro destra, i quali si sono amaramente resi conto che la politica fiscale tremontiana non si discosta affatto da quella di Visco. Indifferente alle necessità di crescita e alle richieste delle pmi, degli artigiani e dei professionisti bada solo a rientrare nei parametri europei, fregandosene del programma liberale che il Pdl aveva presentato in campagna elettorale. Si, va beh, c'è stata la crisi, ma ci manca solo la "patrimoniale" e direi che tra Tremonti e Visco non c'è differenza.
Mi rendo conto che i margini di manovra sono limitatissimi, ma occorre RIPARARE URGENTEMENTE. Altrimenti: FORA DI BAL.

Io sono la legalità

Era maggio 2008, ed ogni sera andavano in onda le proteste antidiscarica nella zona di Chiaiano di Napoli. Tra molotov e autobus in fiamme Pietro Rinaldi, esponente del centro sociale napoletano Officina 99 e 5 manifestanti furono indagati per incendio, violenza o minaccia pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio, furto.
L’inchiesta venne affidata a Giuseppe Narducci, che cercò e cerca ancora di dimostrare, finora senza successo, la connivenza tra elementi della camorra e manifestanti.
Ora succede che quel Rinaldi è consigliere di maggioranza e Narducci è assessore della giunta De Magistris.
Riporto l'opinione di Rinaldi, secondo il quale il neosindaco, nominando Narducci, starebbe facendo un favore a tutti gli indagati sulle violenze di Chiaiano: “Narducci andrà in aspettativa e magari il carteggio dei nostri processi passerà ad un magistrato meno carogna.”
Eccolo il ritratto di certi elettori che hanno reso possibile l'impresa di De Magistris. Sono i manifestanti a tempo pieno, gli alternativi al sistema che criticano e sparano a zero senza avere idee, né proposte realizzabili.
Per non parlare di Narducci; C'è un codice etico dei magistrati, l'art. 8, questo codice dice che chi esercita in una città non può diventare assessore nella stessa città. E allora perché questa regola non vale per Narducci? Si, va beh, De Magistris dice che un codice etico non è una legge, Complimenti! E tutte le tirate sullo spirito pubblico, sull'impegno civico, sul buon esempio da dare ai distruttori della legalità? Tutte chiacchiere? Stiamo parlando, ricordo, del codice etico dei magistrati, non di quello degli allevatori di polli!
Ma De Magistris non è quello che andava per le strade di Napoli a dire: "io sono la legalità"?
Napoletaniiiiiiiiii: va fatt fess.