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martedì 30 novembre 2010

L'unione fa la Forza

L'unione fa la forza è un vecchio detto che non si addice alla nuova formazione politica che nasce dalla fusione di Rifondazione Comunista, con il Partito dei Comunisti Italiani, con Socialismo 2000 e con Lavoro e Solidarietà.
Perchè non si addice? perchè tutti insieme sfiorano l'1%, compresi i membri del comitato direttivo composto da Paolo Ferrero, Claudio Grassi e Rosa Rinaldi per il PRC; Alessandro Pignatiello e Orazio Licandro per il PdCI; Cesare Salvi per Socialismo 2000 e Gian Paolo Patta per Lavoro-Solidarietà e compreso Oliviero Diliberto come portavoce Nazionale.
Su una cosa sono stati tutti d'accordo: togliamo da mezzo questo termine "Comunista", che porta sfiga, e chiamiamoci Federazione della Sinistra (FdS).

incavolati

Pierluigi Bersani è incavolato con Nicola Latorre che vuole far entrare nel Pd Niki Vendola per rifare il grande Pci.
Massimo D’Alema è incavolato con Pierluigi Bersani che vorrebbe fare comunque le primarie per non apparire un leader dimezzato.
Sergio Chiamparino e Matteo renzi sono incavolati con Bersani, D’Alema, Latorre e tutti gli altri dirigenti perché non chiedono di andare alle elezioni anticipate.
Walter Veltroni è incavolato con Chiamparino che invece di stare zitto fa casino.
E Beppe Fioroni e Gentiloni sono incavolati neri con i dirigenti del Pd provenienti dal vecchio Pci perché i cattolici democratici vengono emarginati e spinti ad uscire dal partito.
In tutto questo la linea scelta dal Pd per stabilire rapporti con Niki Vendola, Antonio Di Pietro, Pierferdinando Casini, Francesco Rutelli, Gianfranco Fini e Luca Cordero di Montezemolo è che “senza il Partito Democratico non si va da nessuna parte!”.
E attorno a questo marasma si dovrebbe costruire il governo del Presidente?

Chiudiamola qui

Non mi è più chiaro se esiste una maggioranza al governo oppure se la minoranza è veramente tale. Troppe volte il governo sta andando sotto nelle votazioni.
La sola cosa certa è il declino occupazionale ed economico che non si arresta.
Ma, ad oggi, non si conosce ancora una proposta da parte del governo che sia globale e coerente per lo sviluppo economico ed occupazionale.
Le minoranze poi, invece che esporre le loro soluzioni, continuano con la cantilena “Berlusconi se ne deve andare” e molti media, da troppo tempo, amplificano queste stucchevoli esternazioni. Da sempre lo dice Di Pietro, da un pò lo dice Bersani, da ieri lo dicono Casini e Fini. Ognuno per il proprio tornaconto, ma nessuno che ci dica cosa vuole fare per lo sviluppo.
Recentemente anche Draghi ha proposto la sua ricetta: "normalizzare i precari della pubblica amministrazione", senza specificare con quali soldi, dimenticando o fingendo di dimenticare che l'Italia avrà l'obbligo dall'europa di stringere ancor più la cinghia per scendere il debito pubblico dall'attuale 120% all'80% del pil. (si tratterà di una manovrina da 45 miliardi di euro).

Quindi l’attuale maggioranza (se c'è ancora) ha il dovere di fare il suo compito e non deve cincischiare su provvedimenti che possano far sospettare di non lavorare per l’intera nazione. Così come deve accelerare al massimo la definizione di un progetto di sviluppo economico, inevitabilmente basato sull’incremento della produttività del sistema Paese, con un forte arretramento delle competenze dello Stato e delle eccessive tassazioni per mantenerlo .
Le minoranze decidano cosa vogliono, e possono, fare. Risparmiandoci tutti i teatrini quotidiani dei vari “esternatori”.
Ma sia il governo che la minoranza pensano ad altro; mò ci mancava pure wikileaks come arma di distrazione di massa.

Se qualcuno crede utile che Berlusconi cessi, le regole dicono che si pone una mozione di sfiducia, se si hanno i numeri e, qualora questo Governo venga fatto cadere, si ha il dovere di andare a votare. Ma, ad eccezione del PDL e della Lega, tutti dicono: “Certo è che se si dovrà andare al voto, lo si dovrà fare con una legge elettorale diversa dalla “porcata” in vigore”.
Certo, perché certo?
Perchè si deve impedire a Berlusconi di vincere, eliminando il premio di maggioranza, e si deve dare la possibiltà di esistere a Fli, Api, Mpa, Abc, def, ghi, e a tutti i microgruppi che vorranno costituirsi.
Per farlo sarebbe comunque necessario il ribaltone (costituzionalmente lecito) e poi significherebbe con tutta probabilità tornare ai governi che si fanno in Parlamento, dopo il voto, perchè nessuno può vincere. Prima Repubblica? Meglio il Porcellum.
Ma cosa c'entra questo argomento con il declino occupazionale ed economico? Esattamente NULLA? Anzi, se ci argomentiamo attorno, vediamo che si realizzerebbe l'esatto opposto di quanto necessiterebbe: altro che ridurre il peso dello Stato e la conseguente pressione fiscale.
Se si sfiducia Berlusconi, le prospettive sono l’esatto opposto.
Un governo tecnico per la legge elettorale? Il PD ha già detto che il presunto governo tecnico dovrà alzare le tasse e intervenire in campo economico: più tasse e più intervento dello stato nell’economia, con la interessante variante che recita: più tasse ai cittadini e meno a confindustria. E la legge elettorale? Cambiarla come? Alcuni dicono di voler dare la possibilità di scelta agli elettori sul candidato. Bocchino e gli ultras finiani invece dicono di voler tornare al proporzionale senza premio di maggioranza. D'alema furbamente dà corda ai finiani su questo per far cadere il governo.
Ma poi? Davvero il PD ha l’interesse a togliere il premio di maggioranza? Io non credo proprio, perchè tornerebbe la sinistra radicale e il PD stesso perderebbe definitivamente la cosiddetta vocazione maggioritaria, per dirla alla Veltroni.
D'alema sta prendendo in giro una volta di più i polli di turno. Una volta caduto l’attuale esecutivo, col governo tecnico il PD si ritroverebbe ad avere in mano tutti gli assi. Il PD darebbe avvio alla riforma elettorale per non concluderla mai e nel frattempo governerebbe facendosi ubbidire dai vari Bocchino e Fini con la clava del ritorno anticipato alle urne.
Bello scenario davvero. Francamente piuttosto che avere una situazione di crisi gestita dal PD è meglio andare subito verso la bancarotta e chiuderla qui.

Vieni via con me ....se ne è andato da solo

E' finita l'ultima puntata; tutti bravissimi.
Grazie Roberto. Grazie per le parole e le lacrime che mi vengono ogni volta che ti ascolto, le tue parole colpiscono sempre.
Adoro il modo in cui esponi i tuoi discorsi, le tue citazioni letterarie; starei ore ore ed ore ad ascoltarti, a farmi incantare dalle tue parole giuste e meravigliose. Spero che la coscienza degli italiani si risvegli perchè l'italia è nostra, è la nostra patria, la nostra madre; siamo noi L'Italia, siamo noi che dobbiamo lottare per i nostri diritti come hanno fatto i nostri antenati.
Mamma, ....che palle.
Ma non preoccupatevi cari i miei manifestanti. L'italiano è famoso per la sua capacità di adattamento e non ci vorrà molto perchè tutto torni nella melma del tacito, dell'omertà e dell'illecito.
E poi, il pericolo non sono le riforme ma la disinformazione.
Perchè un Saviano, che fa il suo monologo sostenendo il diritto degli studenti di manifestare per i loro diritti costituzionali allo sviluppo della persona umana, viene messo in prima serata, mentre TV7 che approfondisce, per la prima volta in tv, i temi della riforma e INFORMA veramente, con la Gelmini che ne illustra le caratteristiche positive e Berlinguer che ne evidenzia i punti migliorabili, inizia in seconda serata e finisce a notte inoltrata??? (una trasmissione per i sonnambuli).
Stamane, all'alba, su radio1 ho ascoltato Aldo Forbice. Molti analisti economici elogiano la riforma Gelmini e, anzi, dicono che è fin troppo "leggera". Ma....non ditelo a Saviano.

Wikileaks News

Dato il polverone che si è sollevato, Wikileaks è diventato oggetto di curiosità mondiale.
Va bene che siamo stati informati che le notizie verranno elargite con il contagocce, come in Italia fanno i pentiti di mafia, ma quello che è uscito finora dimostra solo che in Italia c'è una ampia libertà di stampa, se è vero, come è vero, che nulla di quello che è stato finora riportato da wikileaks non fosse già noto agli italiani.
In sintesi:
- Il presidente francese Nicolas Sarkozy è «autoritario e permaloso», un «imperatore nudo».
- Il dittatore nordcoreano Kim Jong-Il è «invecchiato e flaccido».
- Il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe è «un vecchio pazzo».
- Il leader libico Muammar Gheddafi è un ipocondriaco dedito al botox che ama circondarsi di infermiere bionde e prosperose.
- Il presidente russo Vladimir Putin è «un maschio dominante».
- Il presidente afghano Hamid Karzai è «ispirato dalla paranoia».
- La cancelliera tedesca Angela Merkel «evita i rischi ed è raramente creativa».
- Il presidente italico Silvio Berlusconi è «inetto, vanitoso e incapace come leader, dedito ai festini selvaggi che lo rendono fisicamente e politicamente debole; è il portavoce di Putin in Europa».
Ma và?
Un consiglio ad Obama: in questo periodo di crisi economica perchè non chiude l'ambasciata a Roma e la sostituisce con un abbonamento a Repubblica? Risparmierebbe un sacco di soldi ed avrebbe notizie fresche, di prima mano.
Però, come dicevo, wikileaks dice che ha ancora tanti altri documenti da mettere on-line. E noi aspettiamo di sapere qualcosa di più. Per esempio: Berlusconi era solo il portavoce di Putin oppure anche il portaescort? E poi, mi aspetto di sapere qualcosa in più dell'affare Telekom Serbia, dei bombardamenti sul Kosovo, dei rapporti D'Alema-Hezbollah, di Ustica, dell'arrivo in Italia di Ocalan......Ecco il primo report con i commenti riguardanti i vari personaggi del centrosinistra
- Bersani: inetto, più utile a capo di una bocciofila, sa solo rimboccarsi le maniche, un funzionaretto di partito piuttosto grigio, dedito alla pratica della scalata sui tetti
- Bindi: più bella che intelligente (questa proprio non l'avevo mai sentita)
- Veltroni: diplomato in fiction, specializzato in prefazioni di libri ma anche in sconfitte elettorali
- Di Pietro: non riusciamo a comprendere quello che dice, solito farsi fotografare con mafiosi e terroristi, ha una mania perversa per i valori immobiliari, probabile laurea fasulla
- Vendola: a favore della pedofilia, gravi difficoltà in geografia, probabile schizofrenia visto che definisce “il suo orecchino una micromutazione della sua corporeità”
- Fini: in totale balia della moglie (già attenzionata in strani rapporti con imprenditore Gaucci), del cognato (sua la casa di Montecarlo) e della suocera (casalinga disperata diventata tutto d’un tratto produttrice di programmi Rai). Scarsa fiducia nella sua politica, cambia idea ogni giorno. Forte tendenza al tradimento. Capacità strategiche ridotte, visto che si fa dettare le tattiche da un tal Bocchino
- Prodi: un sonnifero umano, stiamo ancora cercando di tradurre i suoi bofonchiamenti.
- D’Alema: trafficante di barche

giovedì 25 novembre 2010

Vogliamo un Presidente

Napolitano, quando parla di scuola dice che sta dalla parte degli studenti; quando parla con gli attori dice che non si taglia la cultura; quando va alla festa della polizia dice che non si devono limitare i fondi alle forze dell'ordine; quando va al s. raffaele dice che è sbagliato non investire nella ricerca; la stessa cosa dice ai pensionati, ai precari, alla sicurezza del territorio dalle frane e dei fiumi dalle esondazioni, ecc ecc.
Siccome non è uno stupido, e conosce la condizione economica italiana, è in malafede.
Con Prodi al governo avrebbe detto semplicemente: dobbiamo stringere la cinghia ed ognuno di noi si deve impegnare ad evitare gli sprechi.

Leggete Travaglio

Per quelli che leggono solo Travaglio, oggi sul suo blog è riportato un post che dice:
Ricordate il processo a Clemente Mastella e famiglia [...]? Bene [...], il Parlamento ha deciso di abolirlo. Venerdì, alla chetichella, come si usa in questi casi, il Senato della Repubblica ha approvato per alzata di mano la proposta della giunta per le autorizzazioni a procedere di sollevare un conflitto di attribuzioni fra poteri dello Stato dinanzi alla Consulta contro i giudici di Napoli che osano processare l’ex ministro della Giustizia del centrosinistra, ora eurodeputato di centrodestra, senza chiedere il permesso al Parlamento. Tutti d’accordo (Pdl, Lega, Udc, Pd), tranne l’Idv.

A parte il fatto che Travaglio dovrebbe spiegare cosa significa "alla chetichella", dal momento che si è riunita ed ha votato prima la giunta per le autorizzazioni e poi il Senato, la mia curiosità mi spinge sempre a verificare quello che scrive una persona travagliata e sono andato a scovare i resoconti stenografici della Giunta per le autorizzazioni e della seduta al Senato. Eccoli:

Il 3/11/2010, il senatore Li Gotti (idv), partecipava alla seduta della Giunta per le elezioni, con i suoi colleghi del PdL, del PD e dell’UdC. "La Giunta, previa verifica del prescritto numero legale, approva all’unanimita` la proposta del relatore, dandogli mandato di predisporre la relazione per l’Assemblea".
Il 17/11/2010, sempre il senatore Li Gotti, così parlava per nome e per conto dell’IdV: La deliberazione della Giunta è ineccepibile e per questo annuncia il voto favorevole del Gruppo.

Dunque la realtà è ben diversa da quella descritta dal giornalista.
I suoi “amichetti” dell’Italia dei Valori(?) hanno sempre votato a favore delle richieste sollevate dai difensori di Mastella, assieme a tutti gli altri partiti e gruppi parlamentari. “Unanimità”.

Chi leggerà questo link, ora sa che sono solo cazzate e che Travaglio avrebbe maggiore successo se scrivesse romanzi di fantascienza. Lui non scrive le cose come esse accadono, ma come lui vorrebbe che esse accadessero. La csoa che fa più ridere che sull'intestazione del blog sta scritto: DIFENDI LA TUA LIBERTA' DI INFORMAZIONE
http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/2010/11/23/salvato_il_soldato_mastello.html

La monnezza è un boccone prelibato

Sono d'accordo con "non solo napoli", (da cui traggo spunto ed alcune frasi): per i politici (di destra e di sinistra) il problema delle monnezza di Napoli sarà risolto solo dopo la primavera dell'anno prossimo. Cioè dopo le elezioni comunali che si terranno in aprile; perchè le distese nauseabonde di monnezza sono un boccone prelibato da essere usato come strumento di "comunicazione politica".
La sinistra ritiene di avere la possibilità di cancellare il miracolo berlusconiano (ai danni di Prodi) e crede di dimostrare che Berlusconi non risolse un bel niente. In questo senso sono già all'opera Ballarò e Vieni via con me, e ne sentiremo ancora parlare.
La destra è convinta di stare dalla parte della ragione: loro sono convinti di dimostrare che hanno risolto l'emergenza del 2008 e, andandosene, avevano affidato alle istituzioni locali il compito di istituire la raccolta differenziata e di costruire altri due termovalorizzatori. Sono "loro" che hanno fallito. Perchè in questi 2 anni non hanno fatto niente? neanche una gara di appalto?
Dato questo scenario, siamo sicuri che ci sara' veramente la volonta' di ripulire la citta' prima di aprile?

PS
Io abito a Caserta; nel 2008 eravamo messi come Napoli, sommersi di monnezza. Passata l'emergenza, ora siamo "pulitissimi" ed in più è stata anche bonificata l'area in cui fu temporaneamente accatastata l'immondizia quando le discariche erano sature. Per questo dico grazie all'amministrazione locale (di centro-sinistra).
Pensierino:
perchè se i problemi si risolvono, le responabilità ed i meriti sono dei Comuni, mentre quando non si risolvono le irresponsabilità ed i demeriti sono del governo?


http://nonsolonapoli.blogspot.com/

Una balena nella discarica

Saviano ci insegna che l'emergenza spazzatura a Napoli è nata 16 anni fa (data che coincide con la discesa in campo di Berlsconi), ma leggendo alcuni articoli degli anni '80 (trent'annni fa) si vede che il problema igienico-sanitario, nella nostra città, sia tutt'altro che storia recente.

Flash numero 1: «La mancata consegna dei sacchetti per la raccolta della spazzatura sta causando notevoli disagi tra la cittadinanza. Molti abitanti sono costretti a gettare i rifiuti nelle strade, avvolti in carta straccia. E ciò con grave pericolo per l'igiene pubblica. Stamani, alcune strade del quartiere Chiaia - tra i più noti ed eleganti della città - sono apparsi imbrattati di cumuli di spazzatura in ogni angolo».

Flash numero 2: «Tonnellate di rifiuti solidi urbani sono rimasti abbandonati nelle strade, in seguito all'astensione dal lavoro degli addetti all'autoparco di via Gianturco. La mancata uscita degli autocarri, la notte scorsa, ha provocato in mattinata grave disagio agli abitanti del centro storico, di quelli della zona nord e della parte orientale della città. A Secondigliano, a Marianella i cumuli di rifiuti hanno raggiunto in alcuni casi il metro d'altezza. L'autoparco di via Gianturco è dotato di oltre 100 autocarri che compiono il servizio di raccolta su un'area molto vasta in serata sono aumentati i disagi perché – anche in occasione della festività di Sant'Antonio Abate, protettore degli animali – è stato appiccato il fuoco a numerosi contenitori per immondizia sulle strade cittadine e periferiche. Le fiamme, che in alcuni casi hanno raggiunto notevole altezza, hanno causato situazioni di pericolo. In una strada della periferia, i vigili del fuoco sono stati contrastati nella loro opera da gruppi di scalmanati che hanno preso a sassate, danneggiandole, alcune autobotti. La polizia ha fermato alcune persone, che ha poi rilasciato. Per la situazione venutasi a creare in città per le tonnellate di rifiuti solidi sulle strade in molti hanno telefonato ai giornali e ad altri organi di stampa e alle televisioni, chiedendo, come per il traffico, l'intervento del prefetto».

Flash numero 3: «Anche oggi la rimozione dei rifiuti a Napoli procede a rilento a causa dell'alto numero di automezzi, circa duecento, fermi per guasti meccanici. I contenitori, posti in tutte le strade di Napoli, sono ancora per la maggior parte pieni di spazzatura».

Sembra la descrizione della città oggi, o una settimana fa. Al più, potrebbe sembrare la descrizione della città di sedici anni fa, quando è esplosa l'emergenza immondizia a Napoli, come dice Saviano, in realtà, si tratta di tre stralci di altrettanti articoli, pubblicati dai quotidiani partenopei, rispettivamente il 19 febbraio 1981, il 17 gennaio 1982 e il 4 marzo 1984.
Ieri come oggi, nulla è cambiato.
Dunque, questo che cosa significa?
Che l'affaire rifiuti ha radice antiche e profonde.
Come mai questi articoli non esistono e non sono mai esistiti per nessun'altra città italiana?
Se in Campania siamo arrivati a coprirci di spazzatura e di vergogna, davanti al mondo intero, è perché chi doveva controllare, chi doveva programmare, chi doveva gestire, chi doveva assicurare la funzionalità dei meccanismi non l'ha fatto. Per dolo, o per colpa.
In questa non-gestione, poi, è arrivata la camorra. Non in maniera subdola, ma è scesa a patti con l'amministrazione pubblica.
Certo, fa bene Saviano a parlare dell'ecomafia casertana davanti a milioni di telespettatori e nei suoi splendidi reportage su la Repubblica e L'Espresso, ma la contaminazione tra verità storica e giudiziaria e fascinazione letteraria, in una materia così delicata, con tutti i risvolti di ordine pubblico e sicurezza che ne derivano, rischia di generare atmosfere immaginifiche che non hanno alcuna aderenza con la realtà.
Una trasmissione a senso unico, senza che nessuno possa dire e dimostrare che si sta dicendo una BUGIA, è sicuramente un ottimo servizio pubblico.

E la realtà si mischia alla fantasia; Penso, ad esempio, a quando lo scrittore cita - e lo fa con una certa frequenza - la leggenda che vorrebbe la carcassa di una balena sepolta nella discarica di Pianura, un quartiere della periferia di Napoli.
Lui la mostra come una "leggenda" con toni molto suggestivi, come se fossero stati i camorristi a seppellire la balena. E la gente sio chiede: se io camorristi sono riusciti a seppellire addirittura una balena, cos'altro nasconde la zona di Pianura?
La verità invece è che la balena c'è davvero, non è una favola, e non c'entrano i camorristi. Non è una leggenda, né un racconto passato di bocca in bocca tra gli abitanti del quartiere. Il cetaceo - le carte dicono lungo 7 metri e pesante otto tonnellate, arenatosi al largo dell'isola di Ischia - viene interrato nel sito perché l'operazione la autorizzò l'allora assessore comunale alla Sanità, Giuseppe Scalera. L'ordinanza municipale è del 17 luglio 1989. E, a quell'epoca, questa soluzione la condivisero Comune, Regione e Prefettura. La domanda, allora è: perché c'è una balena nella discarica?

mercoledì 24 novembre 2010

Saviano: bocciato

Una domanda a saviano.
Come mai il problema immondizia esiste solo a Napoli e periodicamente a Palermo?
Le altre città risolvono i loro problemi, Napoli si inceppa a rate....questa gente stranamente, scende un piazza a rate (quando qualcuno lo decide dico io).
Abbiamo dimenticato che se si risolve il problema immondizia quanta "gente" non ci campa?
Non a caso Iovine era chiamato "mr immondizia" perchè ha fatto la sua fortuna con i rifiuti mica con il pane.
E' strano che cio che è stato risolto per 24 mesi, di punto in bianco non funzioni piu. L'immondizia di questi 24 mesi dove è finita?
E' ipotizzabile (o è chiaro) che qui ci sono le mafie che vogliono affossare il governo che vuole risolvere definitivamente il problema mafia e quindi rifiuti.
Ma Saviano non affronta questi argomenti, anche perchè lui è un letterato, non un matematico. Se conoscesse solo un poco di aritmetica, non direbbe infatti le sciocchezze che dice. Saviano ci spiega che solo fra l’88 e il ’91 dall’Acna di Cengio sono arrivati a Pianura un totale di un miliardo e 304 milioni di tonnellate di rifiuti velenosi.
Sono numeri che "colpiscono" il telespettatore. Quello che non ragiona, perchè se solo ragionasse un poco, il telespettatore dovrebbe immaginare circa trentamila tir al giorno che fanno su e giù dalla provincia di Savona a quella di Napoli. Ora, se solo attribuiamo al tir una lunghezza di dieci metri, dobbiamo simulare una coda quotidiana di quasi trecento chilometri. Trecento chilometri di tir per portare i rifiuti dell’Acna. Trecento chilometri di camion in fila indiana. Trecento chilometri di rifiuti in marcia ogni 24 ore, 365 giorni all’anno per tre anni sull’autostrada della pattumiera. Troppo. Per intenderci, la distanza che separa Firenze da Milano.
Insomma, i numeri, suggestivi fin che si vuole, ma sono numeri dell’irrealtà. Non stanno né in cielo né in terra né....sottoterra a Pianura.

La Tv ha questo di sconvolgente, che trasforma l’intellettuale in predicatore, e gli fa perdere il senso della realtà sostituendolo con la virtualità, a sua volta declamata come in una messa cantata, dove ci si immerge mondandosi dei propri peccati, mettendosi a posto la coscienza, specchiandosi nella parte giusta, nella schiera vittoriosa, tra gli angeli del culturalismo e della virtù civile.

Nella serata della monnezza, coincidente con lo sciopero dello spettacolo contro Bondi, non potevano mancare i comici del proprio oratorio, ma qui c’è poco da ridere e da scherzare.

martedì 23 novembre 2010

Ma....non è meglio farlo tacere?

Dall’ANSA apprendo che Italo Bocchino ha dichiarato che in caso di elezioni Berlusconi non potrà usare il nome e il simbolo del PdL “perché sono in comproprietà con Fini”.
La cosa interessante, però, è un’altra: Bocchino ha aggiunto che Berlusconi non potrà neanche utilizzare il nome “il vero centrodestra” perché, udite udite, “dal 17 maggio scorso ‘il vero centrodestra’ è stato registrato da noi all’ufficio marchi e brevetti di Roma.

Dal 17 Maggio: da subito dopo la vittoria del PdL e del centrodestra alle amministrative; dal 17 Maggio: mesi e mesi prima della rottura ufficiale col PdL e con Berlusconi e del patetico tentativo di accollarne la responsabilità (“che fai, mi cacci?”) a quest’ultimo.
A questo punto c’è ancora qualcuno, fra gli elettori del centrodestra, che dubita del fatto che la rottura sia stata voluta e progettata a tavolino da Fini, contro ogni buonsenso, contro gli interessi del centrodestra e dei suoi elettori e ancora prima contro gli interessi della governabilità e quindi del Paese?

domenica 21 novembre 2010

il grillo

Sentite Grillo:
“Signori! Italiani! Aprite gli occhi: Vieni via con me lo produce Endemol, e chi è Endemol? È Berlusconi. Il programma fa ascolti altissimi: quindi Berlusconi guadagna un sacco di soldi. Se aggiungiamo che Saviano non fa i nomi dei politici collusi, né in Lombardia né in Parlamento, è chiaro che poi il nano gode come un riccio”.
Nessun fischio, nessun applauso dalla platea del teatro romano. Anche perché il pubblico di Grillo e quello di Saviano spesso coincidono, ed allora lui rincara: “Saviano, che per carità è bravissimo, qualche nome lo deve pur fare, altrimenti si fa solo tirare in mezzo”.
E i commenti?
Grillo ha torto e ragione. E' sbagliato attaccare Saviano (è uno dei nostri) ma Saviano non può andare in televisione a dire le solite cose come se fosse il tuttologo della Mafia. Se ci svela nuove cose va bene, ma se deve andare in televisione solo per cantare il suo solito cavallo di battaglia, beh, che se ne tenga lontano.

L'apocalisse

Il 14 dicembre.
Una data che per tutti i giornali è divenuta la data del giudizio, e per quelli "seri" addirittura la data dell'apocalisse perchè nell'uso comune, il termine apocalisse si riferisce alla fine del mondo e, per i giornali seri, alla fine del berlusconismo.
Che idioti!
Il 14 dicembre sarà veramente il giorno dell'apocalisse, ma non con il significato che gli attribuiscono i giornali seri.
Uno, perchè il termine apocalisse, proveniente dal greco (composto di apó "separazione" e kalýptein "nascosto") significa gettar via ciò che copre, togliere il velo, letteralmente scoperta o rivelazione.
Due perchè effettivamente il giorno 14 dicembre sarà il giorno della rivelazione; Fli e Udc dovranno rivelare cosa vogliono fare, al di là delle chiacchiere.
Anche nel senso biblico, l'apocalisse è il giorno della rivelazione di cosa ci aspetta dopo la vita terrena. Infatti, in senso biblico, l'apocalisse è la rivelazione di un mistero.
L'associazione del termine apocalittico con qualcosa di cruento, a cui ormai tutti ci hanno abituato, esiste solo nella simbologia delle menti "deviate dalle verità storiche".

che furbata!

Uno dei motivi del fallimento dell'Alitalia è stato l'enorme numero di ore (giorni) di sciopero. Il motivo dell'abnorme quantità di scioperi stava nel fatto che i dipendenti se lo potevano permettere, nel senso che non pagavano neppure una lira.
I fatti andavano così: I sindacati proclamavano lo sciopero. La legge 83/2000 prevede la garanzia dei voli indispensabili da parte dell’azienda che, nell’incertezza delle adesioni, cancella tutti i voli non previsti dalla legge. Il personale in servizio su questi voli si guarda bene dall’aderire allo sciopero e rimane a casa pagato in quanto i voli sono stati cancellati dall’azienda. In pratica era una serrata dell'azienda. Se la compagnia si azzardava a mantenere tutti i voli e questi venivano bloccati dal personale scioperante la Commissione di Garanzia la sanzionava per i disagi ai passeggeri.
Con questa vera furbata per anni l’Alitalia ha subito danni economici e d’immagine irrecuperabili. Solo l’operaio ed in taluni casi gli impiegati pagavano per lo sciopero!
La stessa cosa sta orea succedendo nella scuola.
Martedì l’università di Pisa fermerà le lezioni per protestare contro il decreto Gelmini, ma nemmeno uno dei docenti ci rimetterà un euro in busta paga.
Non è una novità: già in occasione della precedente mobilitazione dell’«Onda» studentesca diversi atenei avevano adottato l’ingegnoso sistema: invece di dichiarare uno sciopero, l’autorità dell’Università, nel caso specifico il Senato Accademico, dichiara la sospensione delle attività didattiche. Come dire che, per permettere ai dipendenti di incrociare le braccia senza disturbi, l’azienda fa una serrata.
Si ottiene così un duplice risultato. Da una parte l’adesione allo stop è automaticamente del cento per cento, visto che è imposta dall’alto. Dall’altra, i docenti dribblano con eleganza la trattenuta sullo stipendio cui nessun’altra categoria sfugge.
Che furbata, poi dicono che in Italia non si fa ricerca.

sabato 20 novembre 2010

Un idiota dice: Il voto non è utile per il Paese

Siamo buoni e cari, non manifestiamo, non andiamo in piazza a spaccare le vetrine, aspettiamo l’evolversi degli eventi anche un po’ schifati, ma non siamo del tutto ebeti.
Ci vuole la faccia tosta di Fini che, prima mette in crisi un governo solido e poi pretende di farci credere che è per il nostro bene non andare a votare perché siamo in crisi economica.
E allora non metterlo in crisi se ti preme tanto il bene dell’Italia in questo presunto momento di difficoltà.
Ma sono tutte fesserie, spauracchi per giustificare trame di palazzo che hanno come unico fondamento l’accaparramento del potere senza passare per le urne.
Anche quando è caduto Prodi era già scoppiata la crisi dei subprime. Com’è che nessuno si è sognato di fare un governo con l’opposizione per affrontarla, ma siamo andati a votare? Ve lo immaginate cosa avrebbe detto Napolitano se Berlusconi avesse anche solo proposto di fare un governo alternativo per affrontare la crisi in agguato?
Ma ci prendete proprio per idioti?
È evidente che usate la crisi economica solo per giustificare uno stato di emergenza che non c’è.
È un trucco vecchio come l’Italia. Si inventa uno stato di emergenza, si paventano disgrazie che giustificano il sovvertimento provvisorio delle regole democratiche e, visto che in Italia non c’è niente di più definitivo dell’emergenza provvisoria, si finisce per giustificare ogni dittatura.
Non abusate della nostra pazienza, perché arriverà il momento in cui salteranno i nervi anche a noi.
Diffidate dell’ira dei buoni. Ed è questo che temo.
Non chiedeteci di essere responsabili, quando siete voi gli irresponsabili.

scommettiamo?

Non si capisce bene quello che succederà nei prossimi giorni, ma una cosa è certa: da qui al quattordici dicembre leggeremo davvero qualsiasi cosa sui giornali, specialmente quelle cose che riguarderanno Berlusconi-trombatore e quelle che parleranno di Berlusconi-Mafioso.
Anche se le cose importanti di queste ore riguarderanno però le vere intenzioni di Gianfranco Fini e la possibilità concreta che alcuni parlamentari vicini allo stesso Fini decidano di non votare la sfiducia a Berlusconi.
Ora che si prospetta la possibilità di incassare la fiducia alla Camera, i giornali, quelli seri, ripetono all'unisono che avere la fiducia non significa di poter governare. Io a questi signori (?) vorrei ricordare che solo due anni fa, quando Prodi aveva un solo senatore in più al Senato (compresi i senatori a vita), con quel sorrisino di superiorità che li contraddistingue, dicevano: "chi ha un solo voto in più ha il diritto-dovere di governare; questa è la democrazia, belli!!"
Ora........bèh, la coerenza non è mai stato il loro forte.

Fini sta capendo che, in caso di crisi di governo, difficilmente si realizzarà il suo unico sogno di realizzare un governo tecnico, specialmente se B avrà la fiducia al senato.
Quindi se sarà vero che Berlusconi non cade oppure se cade e si va alle elezioni, Fini sarà un politico che rischia di fare una fine non gloriosa. Questo lo sanno anche i parlamentari passati a Fini che sentiranno la necessità, per varie ragioni, di non votare la sfiducia alla maggioranza all’interno della quale erano stati eletti.

Quindi di cosa parleranno i giornali fino al 14 dicembre? di donne, di mafia, di corruzione, di pedofilia, di falso in bilancio, di Mills, Spatuzza, Ciancimino........scommettiamo?

Parliamo di Uomini

Che Uomo è uno che, a parole, non ha paura della camorra ma ha PAURA di confrontarsi in un dibattito pubblico, con colui che ha infangato, senza nemmeno permettergli di difendersi? Uno che fino a ieri lodava Maroni, e oggi lo paragona a "Sandokan"
Che credibilità ha?
Uno che ha citato un consigliere della Lega, né INDAGATO, né ARRESTATO e NON un sindaco del PD, Tiziano Butturini, ex sindaco del Pd di Trezzano sul Naviglio, ARRESTATO, corrotto dalla n'drangheta, ed anche un consigliere comunale del PDL.
Uno che parla della Lega come "interlocutrice" con la criminalità organizzata, quando mai è stata sciolto un consiglio comunale per infiltrazioni con la stessa, mentre c'è una storiografia delle connivenze del PD lunga un chilometro.
E non aggiungo altro, usare la lotta alla criminalità organizzata per sporchi interessi di bottega, non solo è IMMORALE ma anche CRIMINALE,
Visto che a "vieni via com me" si leggono degli elenchi, leggetevi questo elenco (alla fine di ogni pagina premete su "older entries", è un elenco infinito)
http://www.camelotdestraideale.it/category/mafia-camorra-e-centrosinistra/

ma..............parliamo di cose serie che non trovate su Repubblica nè sul fatto Quotidiano.
Edi Pinatto, quel giudice che impiegò otto anni per scrivere una sentenza, ha rischoiato di perdere il record.
Stavolta Enrico Trmarchi ha impiegato 4 anni e mezzo per ‘elaborare’ le motivazioni di una sentenza a danno delle cosche di Sant’Ilario dello Ionio emessa il 3 marzo del 2006.
Si trattava di associazione mafiosa, traffico d’armi, traffico di droga e omicidi.

Storia diversa viene da Rieti e la si legge solo sulla "cronaca locale" del Messaggero; due soggetti sono stati rinviati a giudizio dopo otto anni dal crimine commesso: reato prescritto e tutti a casa.
Il Messaggero evidenzia cha la procura di Rieti non soffre di carenze di organico e, nonostante questo, l’arretrato e i processi lumaca sono aumentati rispetto al passato.

Il che forse potrebbe significare che qualche cosa ‘da sistemare’, nei tribunali italiani, c’è. Perché altrimenti, lasciando le cose invariate, a pagare sono sempre gli stessi: quei cittadini che, talvolta anche loro malgrado, sono costretti ad affidare la loro esistenza ad esseri umani che indossano (talora anche indegnamente) una toga.

O Luchino vestito di nuovo

Il nascente terzo polo, quello di Fini, di Casini, Rutelli e chissà quanti altri, ha un problema: E' fermo ai box. Non carbura, non ha un'idea condivisa e soprattutto non ha un pilota.
Ha tre primedonne al vertice e nessun uomo in grado di metterle d'accordo. Tre dame un po' stagionate, ognuna delle quali vorrebbe primeggiare e nessuna delle quali ha intenzione di lasciare il posto alla rivale.
E allora?
Allora mi diverto ora a leggere sul Secolo (giornale vicino a Fini) paginate dedicate a Luca Cordero di Montezemolo, quello che era una volta il megapresidente di Fiat e Confindustria, il guru mediatico, il supermanager più pagato d'Italia, il Divo dell'Impresa, l'antipatico Luca Cordero, soldi e sorrisi, belle donne e auto di lusso.
Ebbene questo tipino ora è Luchino vestito di nuovo, con le scarpe che mamma gli fece, che non mutò mai da quel dì. Il Luchino delle origini. Il Luchino laziale, come laziale fu e forse ancora è Fini. «Un po'missino», come Fini era e non è più. Un Luchino legato alla sua fabbrica, come i lettori del Secolo erano legati, e forse ancora lo sono, alla Patria. Legato alle sue donne e ai suoi uomini, agli operai, «a quegli artisti che considera la più bella famiglia del mondo».

Ma quant'è bravo il Secolo, nel suo ritratto del Luchino di oggi c'è la Patria, c'è la Famiglia, c'è l'Italia.

giovedì 18 novembre 2010

Tanto per scrivere qualcosa

Quando nacque, il Pd suscitò molte speranze fra coloro che auspicavano un rinnovamento della cultura politica della sinistra.
Nonostante la serietà degli sforzi dell'allora segretario Walter Veltroni, le speranze andarono deluse e, anzichè dotarsi di identità e capacità progettuale, a poco a poco, vennero fuori le magagne tese per lo più ad assicurare la sopravvivenza di spezzoni di vecchia classe dirigente.
Scrivere con il senno del poi è facile, ma io credo che forse il Pd cominciò a morire quando fallirono le trattative tra Veltroni e Berlusconi per una riforma del sistema elettorale a vantaggio dei grandi partiti.
Se quelle trattative fossero andate in porto, il Pd sarebbe riuscito a mettere in sicurezza anche se stesso in quanto avrebbe poi monopolizzato l'opposizione intorno a sè.
Probabilmente, avrebbe ugualmente perso le elezioni del 2008 ma sarebbe stato in gara per giocarsi, con qualche chance di successo, la prova elettorale successiva.

Non andò così, e fecero fuochi e fiamme per far fuori Veltroni (l'unico che aveva in mente un percorso politico). Ora con Bersani c'è l'incapacità di elaborare e imporre una propria visione delle cose ed il Pd è divenuto un partito di scorta, né carne né pesce, in balia delle pressioni esterne: succube della rincorsa dei centristi di Casini, e oggi anche di Fini e dal radicalismo di Vendola e Di Pietro. Tutti gli stanno succhiando elettori.

Con uno sfrantummato Pdl e un moribondo PD, addio grandi partiti su cui far confluire alleanze di coalizione.
Addio bipolarismo, si torna alla prima repubblica.

La Tv che piace

E' ovvio che, per chi ha un minimo di memoria, Saviano non può pretendere di passare per "credibile".
Non è credibile perchè non dice "tutta la verità".
Un esempio: La giunta dell'ex presidente della provincia di Caserta, Sandro De Franciscis, finì nei guai per i lavori affidati a ditte del boss stragista casalese Setola e lo stesso ex presidente è stato intercettato mentre parlava di protezioni della «camorra di Casale».
Saviano ha scritto vita morte e miracoli dei Casalesi, ma "ha sempre omesso" le attività che legano il clan dei casalesi con gli esponenti della sinistra.
E ci sono centinaia di esempi simili, con assessori, consiglieri e politici di sinistra in Emilia, Umbria, Puglia, Toscana, Campania, indagati e pure condannati, ma lui per questi non ha memoria.
La sostanza è che le organizzazioni criminali, avendo accumulato montagne di soldi, hanno bisogno di investirli e, dove possono invertirli? dove circolano i soldi, tanti soldi: Ovviamente negli appalti pubblici e nelle grandi opere.
Da questo punto di vista, le organizzazioni criminali cercano di intrallazzare con i poteri locali. Lo hanno fatto in Lombardia, in Piemonte, in Liguria, nel Veneto, in Romagna, in Toscana, in Umbria,....ovunque.
Quindi, se dovesse essere confermato ma io non ci credo, quello che dice Saviano "in Lombardia la ndrangheta ha trovato nella Lega il suo connivente" facendo capire che La Lega ha un grosso problema di legalità, omette di dire che questo non è il sistema della lega, ma della criminalità organizzata, che cerca nel potere i suoi conniventi e li trova anche nel Pd, nel Pdl, nell'Udc, nell'Idv nelle regioni nelle quali queste forzer politiche hanno il potere.
Ma mi meraviglia Maroni che fa l'offeso per le parole di Saviano.
Se lui avesse letto un solo rigo di quello che scrisse Saviano nel 2003, non farebbe tanto l'offeso ma capirebbe da che pulpito parte la predica.
In quello scritto il Saviano non ancora famoso rappresenta i leghisti, ma in generale la gente del Nord, come assassini di immigrati, di meridionali e di negri e fa nomi e cognomi di chi impugna i mitra: Bossi, Maroni, Castelli, Borghezio.
Il Saviano di allora è lo stesso di ora, settario e fazioso: Il delirio si apre con un conflitto a fuoco:
«“Spara, spara!”.
“Ma a chi cazzo sparo, è notte, qui è tutto nero”.
“Appunto: spara dove vedi nero, più nero è, più spara! Muoviti che scappano, muoviti che li perdiamo, spara”».

Il nero non è il buio della notte ma il colore della pelle dei bersagli che il Saviano in camicia verde insegue manovrando un mitra sulla prua di una nave. È un sottufficiale dell’Armata padana della Repubblica del Nord.
«Lascio spazio al mio superiore, inizia a far schizzare l’acqua di colpi. “Via mangiatori di lavoro, prostitute che guadagnano sui nostri piaceri, spacciatori, usurpatori di case, profanatori di chiese, orinatori di crocifissi, morite, cani! A lavorare, padano - mi dice il superiore - non fare il meridionale, spara, spara, o non avrai più lavoro”».

Se non avesse scritto queste cose, col ca..o che Saviano veniva chiamato a "vieni via con me" da Fazio-so.
Vedete, sono cambiati i tempi, la credibilità non è più: dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità; essere credibili è raccontare tutto e SOLO quello che fa comodo sentire.

PS
vi ricordate come fu fatto fuori Craxi da Di Pietro? Con l'accusa di sovvenzionamneto illecito del suo partito. Già allora si sapeva che il sovvenzionamento illecito riguardava tutti i partiti, ma furono distrutti tutti i partiti, tranne il pci. Ma tu guarda il caso, Di Pietro fu poi candidato nelle file del pci al mugello (un seggio sicuro) e fatto subito ministro.
Ecco, Saviano fa lo stesso, lui che conosce bene tutti gli intrallazzi della malavita, ne espone solo quelli che gli tornano utili.....per la sua carriera.

Elogio ad un poliziotto coraggioso

Sapete chi è Vittorio Pisani?
No di certo. E' uno che lavora sodo e non ha bisogno di andare a "vieni via con me".
Vittorio Pisani è il capo della Squadra Mobile di Napoli che finì su Repubblica per aver osato dubitare sull'urgenza di una maxi scorta allo scrittore Saviano, e finì crocifisso dai fan dello scrittore casertano. Repubblica, addirittura, ne chiese l'allontanamento e Pisani ebbe a dire «Resto perplesso quando vedo scortare persone che hanno fatto meno di tantissimi poliziotti, carabinieri, magistrati e giornalisti che combattono la camorra da anni».
Ebbene sì, Repubblica ne chiese l'allontanamento e sono stati giorni duri per Pisani.
Chissà perchè ora Repubblica non evidenzia che ad arrestare il boss Antonio Iovine, ci ha pensato proprio l'ufficio guidato da questo grande poliziotto coraggioso. Che lavora tutti i giorno nell'ombra.... e quanto prende al mese?
Sarebbe lodevole se Saviano gli devolvesse almeno solo l'1% di tutti i suoi introiti, visto che lui "fa" e "rischia".
Mi viene in mente Benigni quando una settimana fa, nel fare l'elogio di saviano ha detto: "quando uno con la pistola incontra uno con la penna, l'uomo con la pistola è un uomo morto". Lui è un comico e questa battuta fa ridere; ma resta una battuta.
Ve lo figurate Pisani che telefona a Saviano e gli dice: "abbiamo scoperto dove si nasconde Iovine, prendi la penna e vallo a catturare".

Prove d'esame

Tra le prove all’esame di giornalismo sarà inserita la "storia dell'umanità" .
Non esiste un testo specifico, ma ci sono una serie di appunti scritti da Francesco Tortora sul Corsera, secondo cui l’umanità si divide in tre grandi ere: prima, durante e dopo Berlusconi. Prima di Berlusconi era l’età dell’oro, durante l’era Berlusconi regna l’inferno e dopo Berlusconi l’umanità tornerà a vivere nell’Eden.
Poi c'è il problema che molti elettori del PD non gradirebbero l'alleanza con Fini, e molti finiani non gradirebbero l'alleanza con il PD. E allora?
Allora ci pensa Rai3 che invita Bersani e Fini a "vieni via com me", dove Bersani ha letto un lungo elenco dei valori della sinistra che si riassumono in "meglio ricchi e sani che poveri e malati" mentre Fini ha contrapposto i valori della destra, che si riassumono in "meglio sani e ricchi che malati e poveri".
Tutto questo can-can, con 9 milioni di spettatori per dire: se domani ci alleeremo,, non sarà solo per uno stupido principio anti-berlusconiano, ma perchè i nostri valori coincidono.

mercoledì 17 novembre 2010

Una seria iniziativa politica

Adesso tutti i nemici di Silvio Berlusconi si affannano a dichiarare che la pretesa del Cavaliere di far sciogliere dal Capo dello Stato solo l’assemblea di Montecitorio sia una delle tante e solite scivolate verbali del Premier. E tutti si affannano a tirare in ballo i pareri dei costituzionalisti che bocciano l’ipotesi berlusconiana ed il gelo formale con cui il Colle ha accolto la trovata.

Quasi nessuno ha capito, o finge di non capire il significato politico della mossa del Cavaliere. Berlusconi, infatti, sa bene che l’eventualità di vedere sciolta solo la Camera è inesistente. Ma sa ancora meglio che se la crisi si apre con un voto di fiducia a favore del governo dell’Assemblea di Palazzo Madama seguito da un voto di sfiducia dell’Assemblea di Montecitorio, il ricorso alle elezioni anticipate non solo è sicuro ma diventa assolutamente obbligatorio.
Perchè non sarà possibile nessun governo tecnico senza la maggioranza al senato.
A meno che, ovviamente, la prospettiva certa del voto a marzo non favorisca una qualche ricomposizione del vecchio centro destra attorno all’ipotesi di una crisi lampo pilotata verso la formazione di un Berlusconi bis.
Questa volta, allora, la mossa del Cavaliere non è una scivolata verbale ma una seria iniziativa politica.
Che non ha solo come effetto quello di sgomberare il tavolo della crisi dalle ipotesi dei governi tecnici o d’emergenza perseguite fino ad ora dai vari Fini, Casini, Rutelli e Bersani, ma anche quello di dimostrare di aver riconquistato la capacità d’iniziativa politica e di essere in grado di mettere all’angolo tutti i suoi nemici vecchi e nuovi.

martedì 16 novembre 2010

Buona crisi

L’ex magistrato napoletano De Magistris, pur essendo stato rinviato a giudizio, non vuol saperne di lasciare la sua poltrona a Strasburgo e…udite udite, Di Pietro invita addirittura il suo popolo a stargli affianco in questo momento di difficoltà umana e politica.
Leggere i motivi di questa scelta è quasi una lezione di vita, che vorrei dedicare ad alcuni dei commentatori di questo blog, sinceramente persuasi di potersi fidare di questa gente qua…
Di Pietro, sul suo sito, lo difende così, “senza se e senza ma”:
"Lasciamo che la magistratura faccia il suo dovere".
"Ricordiamoci che ci sono persone sottoposte a giudizio e condannate, mentre altre dopo il processo vengono assolte".
"Io credo nell’innocenza di Luigi, credo che nei suoi confronti sia in atto una campagna denigratoria per fermare la sua attività politica".

De Magistris è addirittura costretto a difendersi: quando uno si sente innocente e avverte la pressione di un complotto di toghe e poteri forti, non si lascia eliminare come quelli vorrebbero, ma va avanti, si batte per la propria libertà “fino a prova contraria”.

"Il fatto per cui sono stato rinviato a giudizio è un’assurdità.
"L’assurdità di questo rinvio a giudizio rientra nelle cose impensabili che mi circondano da anni.
"Magistrati sereni e equilibrati non potranno che rendermi giustizia.
"E’ ormai noto, quindi, che articolazioni di un sistema di potere, in gran parte illegale, sono anche all’interno dell’ordine giudiziario. Allora il rischio di procedimenti penali artatamente confezionati non è un’ipotesi, ma una certezza.
"Mi devo fermare se trovo un giudice che mi dà torto? Devo arrestare la mia lotta politica se incrocio un giudice pavido o corrotto?
"La mia autosospensione dal partito sarebbe un atto di cedimento nella lotta al cambiamento della stessa politica.
"Le deviazioni non sono solo politiche, ma coinvolgono alti funzionari dello Stato, magistrati, esponenti apicali dei servizi e delle forze dell’ordine.

Dite la verità…non vi sembra di leggere le parole di Berlusconi contro giudici e poteri forti che lo vorrebbero spazzar via dalla politica, mentre lui non vuol dargliela vinta?

Chi ha un minimo di onestà risponderà di si! Gli altri, invece, avranno la faccia tosta di negare o trovare mille giustificazioni, che però poco importano, perchè o la legge morale vale per tutti oppure non vale per nessuno.
E il fatto che i primi a sentirsi in diritto di poterla tradire siano gli stessi che l’hanno sostenuta in questi anni contro i propri avversari politici, la dice lunga sul grado di affidabilità di questa gente.

Se finanche Fini non è riuscito a trovare un magistrato che avesse il tempo di indagare sul contratto alla Rai della suocera-casalinga, ma ne ha trovato uno che lo ha iscritto nel registro degli indagati per la truffa di montecarlo solo mezz'ora prima che lo assolvesse,
beh,
Buona crisi e rimandiamo la riforma della giustizia a.....mai più.

domenica 14 novembre 2010

La caccia al cinghiale

Ciò a cui stiamo assistendo sulla scena pubblica italiana è la semplice riedizione di quella “caccia al Cinghiale” avvenuta all’inizio degli anni ’90. Con la differenza che allora la selvaggina da abbattere era costituita dal segretario del Psi Bettino Craxi ed ora il cinghiale da cucinare in salmì è il leader del Pdl Silvio Berlusconi.
Quest’ultimo, nei propositi di chi lo rincorre, può al massimo preparare in anticipo il luogo dell’esilio dove ritirarsi. Non sarà Hammamet, potrà essere Antigua o Bahamas!
Di sicuro, sempre nei progetti dei suoi nemici, non potrà essere Palazzo Grazioli, Arcore o Villa Certosa, da dove preparare eventuali rivincite elettorali.
La sua sorte è segnata: uscire da Palazzo Chigi con le mani alzate accettando la resa incondizionata, accettare a capo chino la sentenza negativa della Corte destinata a cancellare anche la sola speranza di una futura riconquista dello scudo giudiziario, incassare la inevitabile condanna già scritta dei magistrati milanesi nel processo Mills, venire successivamente infilzato da una serie di nuove indagini, rivelazioni, gossip e manciate di fango varie preparate dalle procure politicizzate e diffuse dai media dei poteri forti ostili e guadagnare in gran fretta l’esilio prima dell’inevitabile arrivo dei carabinieri.
Lo schema, dunque, è assolutamente simile a quello tanto felicemente concretizzato nel passato.
Ed i cacciatori sembrano essere in gran parte gli stessi.
C’è una sola diffrerenza, formale, rappresentata dal fatto che mentre all’inizio degli anni ’90 la caccia avveniva nelle Procure e nelle piazze adesso si consuma nelle sedi istituzionali e si concretizza nello studio di Montecitorio del Presidente della Camera dove la trama dell’operazione viene messa a punto insieme con Casini, Rutelli e D'Alema, in barba ad ogni banale considerazione sulla opportunità di simile comportamento paragolpista sia la terza carica dello stato.
Ma che fa? tanto Morfeo finge di dormire.

sabato 13 novembre 2010

Il governo è caduto

Il Governo è già caduto da mesi.
Lo sa la maggioranza come l’opposizione. Nessuno però fa niente.
Il motivo? Non sanno cosa fare.
Bersani viene ogni giorno sputtanato da Renzi, e non sa se gli conviene ufficializzare il suo matrimonio con Fini e teme che questa mossa possa essere la famosa goccia che fa tracollare il Pd; Casini dice “mai con Di Pietro”; Tonino sottolinea “né con Casini né con Di Pietro”. Vendola ammette “non toglierò l’orecchino. Ho paura che si chiuda il buco e poi sai che male a rifarlo”.
E nel frattempo si deve ancora cercare colui che dovrà andare a Palazzo Chigi. Su questo c'è tutto un pullulare di nomi, ma guai a parlare di quello che si dovrà fare.
Innanzitutto la legge elettorale; Embè, quella sì che ci vuole.
Per prima cosa togliamo il premio di maggioranza alla Camera, che ha due "difetti": quello di dare più potere a chi vince, e quello di limitare lo spazio per gli inciuci.
Poi togliamo il fatto che le liste elettorali le fanno i partiti e lasciamo che siano i cittadini a poter scegliere liberamente il proprio candidato. (scommettiamo che in Campania sarà un capo-clan a prendere il maggior numero di preferenze e ce lo troviamo a Montecitorio?)
poi togliamo la barriera del 4%: eh sì, viva la pluralità.
Beh! fatta questa bella Riforma, molto utile in quanto apre le porte a tutti i partiti, partitini e lobbies, ed in più consente al centro di comandare le danze, e poi......
poi dobbiamo dare il tempo ai magistrati di arrestare Berlusconi e ....se questi proprio non trovano nessun cavillo, facciamo una leggina che lo rende ineleggibile e .... poi....
poi si andrà a votare.
Ma, mi raccomando, l'ha detto anche lui (Napolitano): prima la finanziaria..... se no chi la fa? ovvero, chi la sa fare? Fini? Casini? Bersani? Di Pietro, Vendola? Grillo?

I coglioni siamo noi

Vittorio Feltri, direttore editoriale del Giornale, è stato sospeso per tre mesi. Aggiungete il fallito attentato a Maurizio Belpietro, direttore di Libero. Metteteci anche la perquisizione della redazione del Giornale e delle abitazioni private del direttore Sallusti e del vice Porro, ed il sequestro dei loro PC, con tutti i dati personali.
Sistemate la ciliegina sulla torta: Gentiloni del PD, ex ministro nel Governo Prodi, ha inoltrato richiesta di chiusura del Giornale.
Ma guai ad ipotizzare tentativi di “bavaglio“, per loro non vale.
Se una cosa simile si facesse nei confronti di giornali e direttori di sinistra, Ezio Mauro o Concita De Gregorio, avremmo già avuto le sommosse popolari. Se succede a Libero e Giornale, ed ai loro direttori, è tutto normale. Anzi, forse, se la sono cercata…

I coglioni siamo noi che crediamo ancora di essere in un paese civile dove il dissenso si esprime solo nelle urne.

venerdì 12 novembre 2010

a carte scoperte

Ormai è chiaro, l'obiettivo vero di Gianfranco Fini è la testa di Berlusconi ed è per questo che lui ha scelto di farsi cavallo di Troia della sinistra diventando così il beniamino di Repubblica e di tutti quegli ambienti di potere che sperano di trarre grossi dividendi dalla liquidazione di Berlusconi e del suo popolo.
Ecco perché non è possibile alcuna intesa con Fini, ed ecco perché le sue sono tattiche da protagonista del palazzo, da uomo della Casta e della prima Repubblica quale Fini è e forse è sempre stato.

giovedì 11 novembre 2010

Tra "allupati" e "politici in cerca d'autore"

Renzi è stato chiarissimo: il Partito Democratico è da rottamare.
Basta vedere i suoi leader in questi giorni; Bersani & C. sembrano talmente eccitati per l’imminente crisi di governo, che dirgli «allupati» per la possibilità di entrare a far parte di un governo del ribaltone è davvero un eufemismo.
E del resto, sappiamo bene tutti che questo è l’unico modo attraverso il quale la banda Bersani può avere l’occasione di entrare a Palazzo Chigi; governare il paese senza alcuno straccio di consenso elettorale è la loro specialità, vero D'Alema? E hanno pure il coraggio di chiamarla democrazia.
Il vero è che in Italia, in opposizione a Lega e PDL, abbiamo solo un partito: il PDR. Il partito dei ribaltonisti, che si chiama Fli; il partito di coloro che – calpestando ogni forma di democrazia popolare – ritengono che il governo del paese non sia affare degli elettori, ma loro.
Dunque, una volta eletti i parlamentari, il popolo esce di scena, e sono i parlamentari – i signori parlamentari – a decidere dove andare, con chi stare, se tradire un patto elettorale o essere fedeli.
Anche questa la chiamano democrazia, e si giustificano con l’assenza di un qualsivoglia «vincolo di mandato».
Ma il vincolo di mandato c'è! Si chiama dovere di lealtà verso coloro che hanno eletto il parlamentare, si chiama onore di quella persona che non può e deve tradire il patto elettorale che lo ha portato a rappresentare colui che lo ha prescelto. È un fattore di onestà.
Chi non condivide più l’idea politica di chi lo ha eletto o dell’alleanza deve solo rimettere il proprio mandato agli elettori. Questa è onestà; questo è onore. Questa è condotta che rispetta le scelte popolari. Il resto è fuffa politicante; è tradimento del proprio elettorato; è il perseguimento di un fine più personale che collettivo.
In questo patetico scenario, dove il PD… la sinistra, brama il potere privo di legittimazione popolare, Fini ha indubbiamente un grave ruolo di responsabilità nei confronti dell’elettorato che gli ha dato fiducia.
Se fosse restato coerente e leale, probabilmente nessuno avrebbe avuto nulla da ridire in ordine alla sua scelta di separarsi dal PDL. Invece ha voluto seguire i vari Bocchino, Della Vedova e Granata: politici in cerca d’autore, uomini senza onore, seconde file senza grande spessore politico, oggi sopravalutati perché sovraesposti mediaticamente.

martedì 9 novembre 2010

Uomini, mezz'uomini, ominicchi e quaquaraquà...!

''Dobbiamo far capire a Berlusconi che senza i voti di Fini non va da nessuna parte''. E' quanto ha detto nell'Aula della Camera Italo Bocchino ai colleghi del gruppo di Fli che erano indecisi su come votare sulle mozioni relative ai rapporti Italia-Libia.
Conclusione tutti e 25 i deputati presenti in aula hanno votato le mozioni del PD ed il governo è andato sotto tre volte, con il risultato che dobbiamo prepararci a rivedere i barconi di disperati sulle coste italiane.
Bocchino: nomen omen.

sabato 6 novembre 2010

Mah? forse non è neanche vero!

Se la regola morale sbandierata da taluni è: “rinvio a giudizio = dimissioni”, allora che a rinvio a giudizio scattino le dimissioni.
Non può esserci differenza tra rinvio a giudizio e rinvio a giudizio, altrimenti è una buffonata.
Dal 30 ottobre ad oggi, 6 novembre, è passata quasi una settimana e mentre abbondano gli articoli scandalistici contro il Cavaliere, coi quali senza un minimo di ritegno si accreditano puttane e ladre a rango di affidabilissime testimoni della vita privata del premier, nemmeno una parola è stata scritta per render noto alla collettività del nuovo rinvio a giudizio per Luigi De Magistris.
Nessuno tra i solerti “sostenitori della legalità” ha osato ricordare all’ex magistrato, nel frattempo diventato europarlamentare IdV e capopopolo antidiscarica a Napoli, quelli che erano i suoi più fervidi convincimenti: il politico indagato deve dimettersi!
Eppure, l’amico Travaglio e i moralizzatori Mauro e Scalfari, D'Avanzo e Padellaro tacciono.
Tutti personaggi che scrivono su giornali asserviti all'antiberlusconismo, dove la notizia non la trovi proprio. Veramente non la trovi neppure sui giornali cosiddetti Berlusconiani; questi devono stare moltgo attenti, perchè se la notizia venisse pubblicata per due giorni consecutivi potrebbe essere dossieraggio.

Fini? puah!

Dubito molto che Fli sarà un partito democratico che prenderà il posto del PdL: dall’esterno sembra invece il solito partito personale.
E’ un partito che per tatticismo ha fatto il pieno di antiberlusconiani con la bava alla bocca per motivi più disparati.
Ed è un partito ambiguo che a sentire i suoi esponenti spesso finisce con lo sposare le tesi decotte della sinistra, altro che liberismo.
Fini oggi vince, vince perchè nella situazione attuale riesce ad imporsi col ricatto di far cadere il governo.
Ma nello stesso tempo perde, perde perchè l’immagine che fornisce di sè agli elettori di centro destra è pessima.
Parlare di un Fini successore di Berlusconi è un’ipotesi lunare ed impossibile; anzi, ho l’impressione che il consenso per il FLI (peraltro non molto ben definito, vista la ampia varianza nei sondaggi) sia un consenso estremamente volatile.

Fini: Gli italiani possono aspettare

Domani cosa faccio?
Accetto un patto di legislatura.
Ciò mi mette in condizioni di porre delle condizioni vincolanti e di condizionare dall'interno la politica di Berlusconi-Bossi e possa dimostrare al Paese di essere in grado di creare un nuovo centrodestra. Ma molti dei "miei" chiedono che io faccia un atto di discontinuità....
Ritiro la delegazione dal governo.
Ciò mi permette di liberarmi da ogni vincolo e posso schierarmi per l’appoggio esterno. Ma mi consegnerebbe a un preciso disegno strategico che diverge dal destino del centrodestra.
Domani è per me più facile decidere di non decidere, restituire la palla al Pdl rilanciando sull’offerta del Cavaliere.
Va bè, faccio così.
Gli italiani possono aspettare.

Wifi libero

Nel 2005 fu introdotta la normativa che se una persona voleva collegarsi ad internet senza fili da un luogo pubblico, doveva registrarsi e comunicare al gestore le proprie generalità.
Questa normativa sarebbe scaduta il 31 dicembre di quest'anno.
Nel pacchetto sicurezza approvato ieri dal consiglio dei ministri, il governo ha deciso di non rinnovare la norma che era stata concepita nella logica della guerra al terrorismo ma che si è rivelata inefficace perchè è stata rapidamente superata dalla tecnologia.
Unica voce controcorrente è stata quella del procuratore antimafia Piero Grasso che dice: “Dietro questi Internet point e queste reti wi-fi… si possono trovare anche terroristi, pedofili e mafiosi”.
Una domanda a Grasso: quanti terroristi, pedofili e mafiosi sono stati arrestati dal 2005 ad oggi grazie a questa norma? NESSUNO.
Essa era solo una stupida limitazione alla tecnologia ma, se volessi ragionare alla Grasso dovrei dirgli che i terroristi, i pedofili ed i mafiosi ci sono anche per strada; ma non è una buona ragione per registrare tutti quelli che escono di casa.

Nulla di nuovo.

Lunedì parte su rai3 il programma "Vieni via con me".
Conducono Fazio e Saviano e ci saranno pure Roberto Benigni, Antonio Albanese e Paolo Rossi: una task force dell’intellighenzia di sinistra schierata in prima serata.
Di cosa parleranno?
Indovinate un pò?
Per quello che si dice, il loro compito è quello di mostrare come in Italia "parte" della stampa non assolva al proprio dovere ma sia assog­gettata al presidente del Con­siglio con l'unico obiettivo di trovare, creare, rovistare, pubblicare e ri­pubblicare in maniera martel­lante notizie contro coloro che si mettono di traverso sulla stra­da del premier.
E volete che ci mancherà l'esposizione in chiave comica di tutti i dettagli della vita privata di Berlusconi? Nooooo. Quella certamente non ce la faranno mancare.
Insomma, una trasmissione con contenuti inediti.

venerdì 5 novembre 2010

E' la loro natura

Ieri sera ho seguito per televisione la partita Liverpool-Napoli. Nell'intervallo tra il primo ed il secondo tempo ho visto 15 minuti di Annozero. Ebbene, nel sentire quanto Travaglio, Di Pietro e la De Gregorio si sprecavano per giudicare immorale e imbarazzante la famosa telefonata di Berlusconi alla questura di Milano, mi domandavo come mai, quando nella stessa trasmissione di Annozero fu la volta dello scandalo di Montecarlo, minimizzarono il tutto, nemmeno fecero riferimento alle raccomandazioni di Fini alla Rai in favore dei Tulliani (che ci sono costati, quelli sì, qualche milioncino di euro) e praticamente liquidarono la faccenda etichettandola come dossieraggio.
Dovrebbero vergognarsi di questa doppiezza.
Ma non si vergognano e non si vergogneranno mai.
Sono nati così. È la loro natura.

giovedì 4 novembre 2010

Si è riaddormentato

Era agosto, meno di tre mesi fa, quando il Giornale esternò la vicenda di Montecarlo.
Napolitano si svegliò la mattina del 13 agosto e disse: "Ho sempre ritenuto che nessun contrasto politico debba investire impropriamente la vita delle istituzioni. Perciò è ora che cessi una campagna gravemente destabilizzante sul piano istituzionale qual è quella volta a delegittimare il presidente di un ramo del parlamento e la stessa funzione essenziale che egli è chiamato ad assolvere per la continuità dell’attività legislativa".
Poi, preferisco pensare che si sarà riaddormentato, altrimenti dovrei ritenere che il suo silenzio sulla campagna per destabilizzare il Presidente del Consiglio ed il governo sia da interpretare come un silenzio-assenso.
Non ci credo, e spero che si svegli.
Lo so che è difficile essere super-partes e si vede che lui fa uno sforzo inaudito per sembrarlo, ma oltre che dirlo in ogni sua esternazione, che il suo ruolo è super-partes, nei fatti passerà alla storia (?) come il presidente dell'altra parte degli italiani.

Tra il dire ed il fare

Raramente scrivo sui fatti di politica estera, ma voglio dedicare due parole alle votazioni di midterm che si sono tenute negli USA.
I democratici perdono la maggioranza alla Camera e mantengono una strenua maggioranza al Senato.
Non è la fine del mondo; già in passato è capitato che il Presidente degli Stati Uniti era democratico mentre la maggioranza del Congresso fosse andata ai repubblicani; quindi, non è la fine del mondo.
Ma, in questo caso, l’entità della batosta democratica va ben oltre la perdita di seggi, qui c'è la bocciatura, senza appello e senza ambiguità, della politica di Barak Obama.
I repubblicani hanno vinto soprattutto sull’onda della rabbia per i democratici e per la notevole differenza che c'è stata le promesse della campagna elettorale di Obama e quanto (e come) invece è stato realizzato in temi di sanità, economia, politica estera, famiglia, lavoro.
In pratica quel "Yes, we can" e quella necessità di "Change" è rimasta una promessa elettorale....nonostante che sia al Senato che alla Camera ci fosse stata una netta maggioranza democratica.
Gli americani hganno capito che quello che prometteva il buon Obama non era condiviso dai membri del suo stesso partito. Ed è arrivata la batosta.

martedì 2 novembre 2010

apro il giornale e leggo che.....

Apri le pagine dei maggiori quotidiani, e ti ritrovi la foto della ormai famosa Ruby, con tanto di lunghi articoli sulla sua vita, le sue foto, e tutto ciò che riguarda il presunto bunga bunga. Prosegui con lo sfogliare il giornale, e cosa trovi? Trovi i resoconti delle indagini sul presunto giro di coca ed escort tra Palermo e Milano che immancabilmente riguardano anche Villa Certosa, e ci ritrovi pure l’indagine della Boccassini, chiamata a fare chiarezza sulla vicenda Ruby.
Prosegui, oltre e ti ritrovi pure la cronaca giudiziaria sulla richiesta di archiviazione dell’affaire Montecarlo.
L’ultima che ritrovi è la dichiarazione di Berlusconi sull’orgoglio di essere etero che ha fatto infuriare i gay e tutti i benpensanti dell’arco istituzional-partitocratico, depositari assoluti del politicamente corretto.
Insomma, di politica – quella vera – neanche l’ombra. Non si parla più dell’Italia e degli italiani.
E allora la domanda è chiara: è lui che si cerca i guai, oppure sono i guai che trovano lui? In altre parole, la colpa per questo casino mediatico-festaiolo-istituzionale è proprio di Berlusconi o di chi ha interesse a estromettere il Premier dal governo e dalla maggioranza del paese senza passare per nuove elezioni e con la garanzia di sterilizzare l’uomo di Arcore per sempre?
Per quanto mi riguarda posso solo darvi la mia opinione. Fini, aiutato dalla magistratura, dalla sinistra e da Napolitano, sta riuscendo nell'obiettivo di non far fare nessuna riforma, ma l’attenzione dei mass-media è dirottata su altro, sul gossip antiberlusconiano, perché così vogliono a sinistra e nella finta destra finiana, e in generale negli apparati burocratici e istituzionali refrattari a qualsiasi riforma.
Ma chi sono quelli che vogliono mettere in difficoltà Berlusconi, ridicolizzandolo?
Sono i suoi avversari politici, le caste e gli apparati che per decenni hanno dissanguato le casse dello Stato, hanno sfruttato noi cittadini, dandoci l’illusione della democrazia, e nel farlo hanno creato solo privilegi per autoconservarsi e garantirsi il dominio sociale e istituzionale.
Da quando si sono vinte le elezioni e si è iniziato a parlare di politica vera, di riforme importanti come quelle sulla giustizia, e quella fiscale, e quella della scuola, che ecco che spunta lo scandalo o l’inchiesta giudiziaria ad hoc contro il maggior artefice di quella vittoria e di quelle idee.
E i giornali, ma guarda un po’!, non lesinano a darci dentro, crogiolandosi e spingendo noi nel fango, consapevoli che ancora una volta l’attenzione della gente verrà calamitata da fatti e contesti privati che nulla c’entrano con i loro interessi. E in questo contesto non sarà poi così difficile che i moralisti di turno, complici delle macchinazioni mediatiche, rivoltino immancabilmente la frittata a loro favore, vestendo i ruoli dei Savonarola incorruttibili e incorrotti, additando il colpevole come il più infimo dei puttanieri e loro come i salvatori della patria.

chiaro e cristallino

Ormai è tutto chiaro: Fini ha venduto al cognato un bene non suo al prezzo almeno tre volte inferiore al valore di mercato. E' emerso anche che Fini era a conoscenza che ci sono state offerte almeno di un milione di euro per l’acquisto dello stesso appartamento. E per nascondere il losco affare sono state costituite due società off-shore.
Due sono le ipotesi: o Fini ha voluto fare un regalo al cognatino, oppure ha dichiarato un prezzo di vendita inferiore per evadere le tasse.
Fini poteva anche regalarlo l’appartamento al cognato o a chiunque altro, se fosse stato suo, ma il fatto è che apparteneva ad An, ossia ai suoi iscritti. Quindi egli li ha frodati. Tanto è vero che due di essi hanno promosso la causa per frode fraudolenta.
E' esattamente lo stesso reato di Tanzi, che trasferì il tesoro parmalat alla figlia: svendita di beni non propri.
La differenza è che Tanzi sta in galera.
Il reato esiste e dunque non è possibile che la magistratura archivi tutto.
Queste cose avvengono nelle dittature, dove la magistratura è asservita al potere.
Ma noi siamo in una democrazia, non dobbiamo dimenticarlo. E se applichiamo i metodi delle dittature, si compie un atto eversivo.
Fini è colpevole, e se la magistratura non lo riconosce, crea un vulnus nel diritto dalle proporzioni disastrose.
Come pure lo creerà se nessuna procura, quella romana in testa, non aprirà un fascicolo a carico di Fini a riguardo delle sue provate raccomandazioni in Rai per sistemare, e con successo, i propri familiari.

O dobbiamo interpretare che questo buonismo è il prezzo che la magistratura deve pagare perchè Fini non faccia fare la riforma del sistema giudiziario?
Ma Morfeo ora dorme; si vegliò solo per dire "Basta a sparlare di Fini".

Comunisti dentro

Ricordate Paopo Gentiloni Silveri?
Come no?
L'ex ministro delle comunicazioni ed ora responsabile dell'informazione del PD.
Non lo ricordate?
E' quello che, da ministro, aveva l'unico obiettivo di togliere le frequenze a Berlusconi per realizzare, diceva lui, un'informazione plurale. Senza capire, poverino, che per aumentare la pluralità devono essere aumentate le frequenze, come ha fatto poi Gasparri.
Adesso ve lo ricordate?
Ebbene, proprio questo tipino ha preso la penna ed ha compilato quattro cartelle su carta intestata al PD ed ha scritto al Garante delle Comunicazioni chiedendo di aprire un'indagine ed adottare le sanzioni conseguenti, non esclusa la chiusura della testata perchè lui ha scoperto che il quotidiano Il Giornale simpatizza per Silvio Berlusconi.
Per Gentiloni il fatto che un giornale scriva bene di Berlu­sconi e male della sinistra è inammissibile e da chiudere.
Di questo passo, prossimamente il PD chiederà l'interdizione dal voto per i tredici milioni di ita­liani che alle ultime elezioni hanno messo la croce sul sim­bolo del Pdl, dove c'era il nome di Silvio Berlusconi come Presidente.
Tredici milioni di corrotti e prezzola­ti di cui verrà presto chiesto l'arresto.

E' vero che Silvio Berlusconi ha un enor­me conflitto di interessi, ma nel senso che ha gli stessi inte­ressi della maggiornza degli elettori.
Si chiama democrazia e lei, caro Gentiloni Silveri, non può farci nulla. Si rassegni e cerchi almeno di essere un po' meno ridicolo.

Anzi, una cosa la potrebbe fare: mettere in campo un'alternativa di governo, un progetto, un qualcosa che la faccia preferire all'attuale governo e che piaccia talmente agli italiani da esprimerle una maggioranza di consensi al momento del voto.