Il Governo Berlusconi a Napoli scatena il “fronte del no”.
Negli uffici della Digos di Napoli fino a ieri erano giunte ben 9 richieste di autorizzazione di pubbliche manifestazioni, tutte in concomitanza con la riunione del Consiglio dei ministri in programma domani.
Alla questura partenopea sono pervenute le richieste dei “Lavoratori per la raccolta differenziata”, (che dalla Galleria Umberto vorrebbero sfilare fino a piazza del Plebiscito, sulla
quale insiste la Prefettura, sede del vertice); degli “Eurodisoccupati”, (che da piazza Municipio, lato Maschio Angioino, pure vorrebbero raggiungere la piazza del Plebiscito); degli Osa,“Operatori socio-sanitari precari”, (in passato autori di una occupazione della stazione ferroviaria centrale che muoverebbero sempre da piazza Municipio, lato basso, verso la Prefettura); in piazza anche l'Sll, “Sindacato lavoratori in lotta”, che vorrebbe sfilare da piazza Matteotti); dei lavoratori addetti alla raccolta differenziata aderenti al sindacato Cisal, promotori di una manifestazione autonoma di presidio a piazza Matteotti; dell’assemblea regionale degli immigrati, che protesta insieme all'Opera Nomadi per la questione dei rom; dei comitati ambientalisti legati ai no-global e di frange dei disoccupati; della “Rete rifiuti tossici” e infine del “Coordinamento di lotta per il lavoro”, che si concentrerà in piazza del Gesù per sfilare verso piazza Plebiscito.
Il fil rouge ufficiale che unisce queste manifestazioni è il no alle discariche ed agli inceneritori dei rifiuti. Però i rifiuti non li vogliono neppure per le strade.
Perchè nessuno fa simili manifestazioni sotto il Comune, reo di non far partire la raccolta differenziata?
Forse l'unico fil rouge che li unisce è solo l'antiberlisconismo.
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