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martedì 6 maggio 2008

Il Telesogno e le cappellate

Ovviamente non avremo pace fino a che le farneticazioni del guitto genovese (Grillo) non saranno smentite una ad una.
A tale proposito, e sul tema dell'ambiente tanto caro al quadrimilionario riporto un'interessante e-mail pubblicata nella rubrica della posta di Paolo Granzotto.
Michele Santoro giovedì scorso ha trasmesso gran parte del comizio di Beppe Grillo senza contraddittorio.
Sugli attacchi al Capo dello Stato e al professor Veronesi sono già intervenuti altri.
A me preme confutare quel che ha detto sugli inceneritori.
Il 12 dicembre 2006 il termovalorizzatore di Brescia è stato classificato al primo posto e definito dalla Wtertc (Waste to energy research and tecnology council), un organismo indipendente formato da scienziati di tutto il pianeta, come «il migliore impianto del mondo».
Ma Grillo sa di «polveri sottili e di nanoparticelle nocive alla salute» esclusivamente in base a ciò che gli dicono padre Alex Zanotelli, Percy Allum, Fulvia Bandoli, Giuseppe Gomella, Fulco Pratesi, Patrizia Gentilizi, Franca Rame e tanti altri ecologisti che giudicano i termovalorizzatori un dono del demonio.
Anche Walter Ganapini la pensava allo stesso modo, ma gli è bastato diventare, nel febbraio scorso, assessore all’Ambiente di Bassolino per cambiare idea e firmare la delibera regionale che stanzia 21milioni di euro per il completamento dell’inceneritore di Acerra. Lo stesso che contestò quand’era presidente di Greenpeace.
Ma a Grillo, a Santoro e a Travaglio queste cose non interessano. Come non interessa quel che ha scritto Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera del 22 dicembre 2007 a proposito dell’inceneritore di Venezia. Riporto parte di quell’articolo: «quel camino, che smaltisce ciò che resta dei rifiuti di 300mila abitanti, butta nell’aria 60mila milligrammi di polveri sottili ogni ora (...) pari a una cinquantina di auto Euro2». E sapete quante ce ne sono in Campania di auto così o più vecchie? Oltre 2milioni e 200mila. Pari a 44mila inceneritori come questo di Venezia».
Se Michele Santoro vuol fare informazione corretta e completa, dia voce anche a quelli che la pensano diversamente da lui e dai suoi fedeli sostenitori. Altrimenti lasci «mamma Rai» (dicono che percepisca 800mila euro l’anno) e organizzi, a sue spese, un network nazionale con una ventina di emittenti locali, dalla Lombardia alla Sicilia. Quel famoso «telesogno» che lui tanto vagheggia.

1 commento:

alsa ha detto...

da qualche giorno non mi affacciavo sul blog....sei sempre pungente e tosto! bene così.
Ciao Nicola
Alfredo