Leoluca Orlando entra in politica nel 1978; sarà consigliere del presidente della regione Sicilia, poi consigliere comunale, poi sindaco di Palermo, finchè nel 1990 lascia la DC in contrasto con la dirigenza che non lo ricandida a sindaco e crea un movimento/partito che chiama La Rete.
Nel 1993 torna a fare il sindaco Di Palermo e viene rieletto anche nel 1997.
Nel 2000 scioglie La Rete e confluisce ne i Democratici di Romano Prodi e quindi nella Margherita. Si dimette da sindaco nel dicembre 2000 perchè si candida nel centro sinistra alla presidenza della regione Sicilia, ma viene battuto da Totò Cuffaro.
Nel 2006 si scontra con la dirigenza della Margherita e Rutelli lo caccia dal partito.
Sim avvicina all'Italia dei valori e Di Pietro lo candida capoliosta in molte circoscrizioni.
Tralasciamo di dilungarci delle accuse che fece al giudice Falcone il quale fu costretto a difendersi davanti al CSM con l'accua di aver coperto delitti di mafia e veniamo alle vicende giudiziarie di Orlando.
Nel 1995 la Procura di Palermo gli inviò un avviso di garanzia come anche a Domenico Lo Vasco, ex sindaco e assessore alle Finanze in una precedente giunta Orlando, per l'appalto concesso alla Sispi, una società mista tra il Comune, l'Iri e la Finsiel, finanziaria del gruppo Iri, per l'informatizzazione dei servizi comunali. L'inchiesta fu poi archiviata.
Fu invece inquisito dal Pm della Procura di Palermo, Lorenzo Matassa, per i restauri del teatro Massimo, accuse da cui Orlando, processato, fu assolto con sentenza definitiva.
Nel 1996 viene indagato per corruzione aggravata durante l'esercizio delle sue funzioni di Sindaco di Palermo. Il pentito Tullio Cannella fornisce uno scenario inquietante affermando che nel 1986 il Comune di Palermo, dopo una tangente di 200 milioni di lire, acquistò degli appartamenti di un certo Giuseppe Bonanno, un prestanome di Gaspare Finocchio (imprenditore) che era invece in odore di mafia. Destinatari della tangente, secondo il pentito erano il Sindaco Leoluca Orlando e l'assessore Vincenzo Inzerillo, che all'epoca dei fatti era in carcere da 16 mesi per mafia. Orlando nega ogni responsabilità.
Nel 2005 è stato condannato, con sentenza definitiva, per diffamazione aggravata nei confronti dei consiglieri comunali di Sciacca in carica nel 1999, che durante un comizio, accusò fossero collusi con la mafia.
Mi fermo qui, precisando che comunque ci sono due personaggi che ne parlano bene: chi sono? sono Grillo e Tavaglio. (addirittura Travaglio, ni suoi libri, non lo nomina neppure tra le persone che siedono al Parlamento e che hanno subìto una condanna definitiva. Non è stata una dimenticanza perchè lui stesso ha chiarito che una condanna per diffamazione non si annovera perchè fa parte del mestiere del politico). (sarebbe come dire che un reato di corruzione non si annovera perchè fa parte del mestiere di un imprenditore).
Ma torniamo a noi:
Questo è Leoluca Orlando, la persona nuova scelta da Di Pietro come rappresentante dell'Italia dei valori.
Qual è il valore di questa persona? Cacciato dalla DC (sic), cacciato dalla Margherita, sempre pronto al diverbio (vedi Falcone) e non cerca mai la mediazione.
E come fa l'opposizione a sceglierlo come candidato alla vigilanza Rai, dove c'è tantp da mediare?.
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4 commenti:
Caro Nicola, l'opposizione, quella alla quale (in teoria) appartengo, in questo momento mi fa più schifo della maggioranza. Non ne azzecca una. Su Leoluca Orlando nutro enormi dubbi, ma quello che mi ha fatto indignare di più è stata l'astensione dal voto sul caso "Eluana". Astensione... ti rendi conto? Per non irritare la Binetti!
Un abbraccio e buon week-end.
PS siamo solo noi due in questo blog?
Il caso di Eluana Englaro conferma l'incapacità dei politici italiani di compiere le scelte che le competono.
Ci vuole una bella faccia tosta a lamentarsi che un altro abbia deciso per loro.
PS: il blog lo leggono in tanti, e spero che i nostri commenti possano sbloccare la loro pigrizia.
un caro abbraccio
Caro Nicola, come vedi ricambio subito la visita. Condivido il tuo post, Orlando è -in fondo- il peggio di quelli che Sciascia chiamava "professionisti dell'antimafia".
Continuiamo a leggerci, ciao Arci
Arci - Quanti guai avrebbe prodotto questo PD se fosse stato al governo?
Ora, nonostante che siano all'opposizione, è costretto ad astenersi sulla questione Eluana e a sostenere la candidatura di Leoluca Orlando.
A parte il fatto che questi comportamenti fanno solo perdere consensi, quando avremo un partito che riesce ad imporre la volontà dei cittadini?
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