Premesso che un assessore comunale non è eletto dal popolo, nè ottiene quel "posto" perchè ha vinto un concorso, ma egli viene semplicemente nominato dal sindaco che ne ha appunto il potere di nomima e di revoca, sono curioso di leggere le motivazioni in base alle quali il Tar ha reintegrato Sgarbi al posto di assessore al Comune di Milano dopo che egli era stato "licenziato" dalla Moratti.
Siamo proprio il "bel paese" dove qualsiasi decisione ha difficoltà ad essere applicata perchè c'è sempre qualcuno o qualcosa che te ne impedisce l'applicazione.
Volete qualche esempio? eccoli:
Un insegnante non può bocciare l’alunno somaro, il sindaco non può licenziare l’assessore sfiduciato, il direttore generale non può cacciare il capodivisione fellone, il capo scalo non può buttare fuori il facchino che ruba nei bagagli, il consigliere d’amministrazione esce dalla porta e rientra dalla finestra, il ministro non può allontanare il dirigente, e così via all’infinito.
Ma poi, come nel caso del Dal Molin di Vicenza, c'è una decisione in appello che annulla la sentenza, e poi la cassazione che la riammette, e poi il consiglio di stato e poi.....
E una decisione assunta resta ferma.
Dopo il fronte del "NO" di prodiana memoria, ci siamo inventati un sistema più elegante per non fare nulla. Che tarantella.
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