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venerdì 20 giugno 2008

Stacchi il biglietto per l'Africa

Uno scandalo che in qualsiasi altro Paese democratico che non sia l'Italia interromperebbe all'istante la carriera di un politico.
Walter Veltroni ha lasciato il Comune di Roma, candidandosi alla guida dell'Italia, con un «debito complessivo che va verso i 9 miliardi e 762 milioni di euro». La «base debitoria al 31 dicembre 2007 è di circa 8,151 miliardi, cui si aggiungono «investimenti da finanziare per circa 1,544 miliardi di euro». Un caso unico in tutta Europa.
Cosa credeva Veltroni, di essere già in Africa?
Ma i grandi quotidiani e la tv di stato tacciono. Vespa e Mentana non fanno puntate per far conoscere agli italiani la monnezza che Veltroni ha lasciato nei conti di Roma.
Nel Pd si è aperto il "processo" al candidato sconfitto e alle sue strategie, ma è per il fallimento di Roma che i democratici dovrebbero "processare" Veltroni e cacciarlo dalla guida del partito.
Veltroni ha superato Bassolino con una delle pagine più brutte della politica italiana.
Certo, a diffondere i dati è il neosindaco di Roma, Gianni Alemanno, ma nella sede più ufficiale, cioè durante una seduta del Consiglio comunale, nell'aula "Giulio Cesare". E la relazione sui conti capitolini, presentata da Alemanno e Tremonti, è firmata Ragioneria dello Stato e quindi lascia davvero pochi dubbi che possa essere frutto di propaganda.
Ma non è tutto. «Alcuni dati di bilancio in questi anni sono stati occultati», ha denunciato Alemanno.
Pensate: ad oggi ci sono ben 81 società di primo livello. Gli amici degli amici che «mettono le mani dappertutto». E mi sembra ragionevole, responsabile da parte del nuovo sindaco, che in una tale situazione ad essere sacrificato sia innanzitutto il "circenses", cioè la "Notte bianca".
E' assurdo che il responsabile di questo disastro si proponga come leader politico e addirittura candidato premier. Come amministratore responsabile di bancarotta credo che ci siano gli estremi per cui Veltroni venga inibito dall'assumere nuovamente incarichi di governo. Volevano rendere incompatibile Berlusconi per il suo conflitto d'interessi, ora si scopre che il vero incompatibile, a norma di legge, è il fallito Veltroni. Stacchi questo biglietto per l'Africa, per favore.
momo

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