Alla fine ha rinunciato. Niente esame di procedura penale, il terz’ultimo prima della laurea. Augusta Montaruli, 24 anni, studentessa di legge a Torino e dirigente di An-Azione Giovani, ieri mattina è stata affrontata da un gruppetto di autonomi, decisi a impedire le prove d’appello.
«Fascistella, te ne devi andare. Qui non puoi entrare», le urlano. C’è anche uno slogan dedicato e lei: «Le donne di destra non sono liberate, sono solo serve e non emancipate».
Cortine di fumogeni, lanci di uova e slogan funerei: «Camerata basco nero il tuo posto è al cimitero». Poi richiami nostalgici alle fucilazioni di massa delle «camicie nere». Scene di una guerra virtuale, come non accadeva da tempo, e seguite con estrema nonchalance dalla grandissima maggioranza dagli altri studenti.
Ezio Pelizzetti, il rettore, dice: «Tutti hanno il diritto a manifestare le proprie idee. L’università è un luogo di confronto, di scambi di idee e di pensiero. Devo dire che gli studenti torinesi sono 75 mila e solo una piccolissima percentuale ha scelto la strada della violenza. Noi, d’altra parte, che possiamo fare? Spiace per la studentessa, che ha rinunciato a sostenere l’esame».
Ma se sono pochi, e si conoscono, perchè non vengono perseguiti? A Torino non c'è nessun magistrato?
Quando poi un gruppo di scalmanati si ribella a questi soprusi "impuniti", tutta la stampa ed i politici grideranno alla violenza fascista.
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