C'era una volta il modello Roma, un'esperienza, a detta dell'ex sindaco Walter Veltroni, di amministrazione lineare, corretta, oculata, tutta giocata sul versante del consenso e dei servizi ai cittadini: insomma una Roma Felix che il centrosinistra avrebbe volentieri riproposto in termini politici e organizzativi all'intero Paese se, la bontà di quelle scelte, a fine aprile, non fosse naufragata miseramente sotto la valanga dei tanti maggioritari "no grazie" degli elettori.
Quel modello, quel dream, evidentemente poco credibile e per nulla convincente è stato archiviato da chi con un voto liberamente espresso ha voluto dapprima Berlusconi a Palazzo Chigi e poi Gianni Alemanno sulla poltrona di primo cittadino della Capitale.
Morto prematuramente, il modello Roma è ritornato di grande attualità in queste ore, quando sui conti della Città eterna si è scatenata la bagarre politica che ha trascinato nella mischia un presidente del Consiglio indispettito per il passaggio del presidente del Pd dal morbido terreno del confronto e della collaborazione politica a quello più controverso e spigoloso di una opposizione dura nelle piazze ed in Parlamento.
Quella formula, ha detto Berlusconi facendo eco a Gianni Alemanno che aveva accusato le vecchie giunte di aver portato Roma sull'orlo del crack finanziario, ha messo la città in ginocchio. "Lui è un fallito e non potrà mai governare il Paese", ha sciabolato impietoso il premier: "Si preoccupi delle notizie terrificanti sui conti della Capitale che sono sotto la sua responsabilità. Se sono
confermate le notizie si tratterà di una bancarotta ...".
I dati, almeno quelli forniti da Tesoro e Corte dei Conti, sono chiari nella loro esemplare crudezza. Quindici anni di gestione del centrosinistra avrebbero compromesso le possibilità di sviluppo e crescita della città. Ed è su questo tutti dovremo fare una profonda riflessione: a parte le responsabilità oggettive di Rutelli e Veltroni nel clamoroso indebitamento, c'è da riflettere sul come e sul quanto le metodologie della sinistra fanno "apparire" ORO quello che invece è un intrigo di interessi e di dipingere come STATISTA un emerito ......distributore di doni.
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