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martedì 24 giugno 2008

Nel paradiso progressista

Una studentessa dell'università di Zanjan, provincia rurale situata 300 km a nord-ovest di Teheran, ha denunciato di aver subito molestie sessuali da parte di Hassan Madadi, un vicerettore dell'università, oltretutto incaricato della «moralizzazione » dell'ateneo. Il vicerettore è stato sospeso e, secondo l'agenzia ufficiale iraniana Fars, arrestato. Ma la stessa sorte è toccata alla ragazza, il cui nome non è stato divulgato. Il procuratore locale ha sentenziato che rendere pubblica l'esistenza di certi crimini è peggio che commetterli.
Quando pensi di aver toccato il fondo, c'è sempre qualcuno che comincia a scavare. Accade in Iran, il paradiso dei diritti umani, l'eden delle convivenze omosessuali, l'ambito traguardo di progressismo e laicità tanto anelato da tutti i progressisti laicisti nostrani. Altrimenti come si spiegherebbe l'assoluta assenza di sit-in, conferenze, proteste e lanci di pomodori durante l'ultima visita del presidente.

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