Tremonti non ha tutti i torti. In effetti l’Italia non ha subìto i tracolli finanziari che hanno costretto altri governi (Germania, Gran Bretagna, Francia Paesi Bassi oltre naturalmente agli Usa) a spendere miliardi di euro per salvare banche collassate. Ha un solido (anche se ingiusto) sistema di ammortizzatori sociali che regge all’impatto della crisi dell’economia reale e i consumi non stanno avendo quell’andamento drammatico di cui si era parlato.
Secondo la Confcommercio a novembre i consumi sono calati del 3,3% in quantità ma tengono bene i consumi alimentari. Nei primi 11 mesi il calo dei consumi è stato del 2%, un dato che potrebbe migliorare quando si avranno i numeri di dicembre.
Lo shopping natalizio e i saldi d’inizio anno sono andati, infatti, molto meglio del previsto. Insomma: lo spettacolo dell’Italia in questo scorcio di 2009 non è quello di un Paese sull’orlo del collasso.
L’aumento del 525% della cassa integrazione a dicembre è certo un dato preoccupante ma è anche il segno che le aziende non licenziano e che attendono nuovi segnali dall’economia per riassorbire il personale.
Non è un eccesso di ottimismo, ma la lettura dei dati che fa pensare a Tremonti che l’Italia se la caverà meglio degli altri.
Il rischio, piuttosto, è che questa convinzione faccia pensare che il Paese non abbia bisogno di riforme strutturali in grado di fargli cogliere in pieno i frutti futuri della ripresa.
Questo, insomma, è il momento giusto per riformare il Welfare dando un minimo di copertura ai lavoratori precari anche sul piano dei diriti.. È il momento anche per riformare i rapporti industriali per mettere in condizione i lavoratori di cogliere i frutti del buon andamento della propria azienda. E' il momento di affrntare il rifornimen to energetico. Insomma è il momento per fare riforme strutturali.
Ma su questi temi il dibattito è, purtroppo, totalmente assente. E non è un buon segno.
Marco Cobianchi
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