C’è da sperare che le intercettazioni telefoniche per i reati contro la pubblica amministrazione non vengano vietate. E che non se ne vieti la pubblicazione sui giornali, quando hanno rilevanza politica. Il divieto mi pare necessario solo per le questioni private, non per quelle con rilevanza pubblica.
Le intercettazioni napoletane, infatti, ci aiutano a dare un giudizio politico sull’Italia dei valori (Idv) guidata da Antonio Di Pietro.
Queste intercettazioni ci confermano che l'IdV è un ibrido tra un prodotto derivato della magistratura giustizialista ed un prodotto derivato della scuola mastelliana più pura.
Come ogni prodotto derivato di successo, Idv può contenere elementi potenzialmente tossici, che vengono maneggiati con cura, e tolti al momento giusto dal pacchetto offerto al pubblico, affinché essa possa avere un elevato rendimento elettorale.
Ed ecco perciò, come compare nelle intercettazioni telefoniche Cristiano Di Pietro ossia Di Pietro junior, consigliere provinciale di Campobasso. Che non ha fatto, ci assicura il padre, nulla di penalmente rilevante, in quanto si è limitato a raccomandare a Mario Mautone, provveditore alle opere pubbliche di Campania e Molise, alcuni suoi amici; a chiedere di affidare incarichi ad architetti da lui indicati e sollecitati anche da Nello di Nardo, segretario del ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro, ad esprimere interessi in alcuni appalti e su alcuni territori. Le richieste di Cristiano Di Pietro vennero immediatamente esaudite da Mautone, che nel caso di nomine ne comunicava a Cristiano l’esito, dandogli affettuosamente del tu: «Il decreto di nomina non lo ho ancora dato a lei (l’interessata). Lo passerò sempre a te e poi ce lo farai avere tu».
Certo che non è penalmente rilevante dare del tu al figlio del ministro e passargli il decreto di nomina di una persona, prima che esso lo abbia. Glielo dà privatamente il figlio del padre potente. Che c’è di penalmente rilevante nel trasformare le procedure di ufficio in procedura di clientela?E la procedura in questione non dà un ingiusto vantaggio patrimoniale a Cristiano di Pietro, né a Mautone, dipendente istituzionalmente da suo padre. Comunque, comporta prudenza. L’elemento coinvolto rischia di essere tossico. E il presidente di Idv è come un abile banchiere, che sa come ci si comporta con i prodotti potenzialmente tossici. Infatti, saputo che Mautone era sotto inchiesta da parte della procura di Napoli, mentre sino a poco prima lo inseriva in commissioni di appalto, ora lo trasferisce dal provveditore della Campania e Molise a Roma e induce il figlio a non avere più rapporti con lui. Dalle intercettazioni si apprende che la moglie del provveditore pensa si possa ricattare il ministro, per impedire il trasferimento del marito. Cosa che, in genere, non conviene a nessuno dei due. Intanto però il ministro non ha trasferito Mautone in Sardegna, ma lo ha nominato dirigente a Roma, cosa che per molti è una promozione. Ma per lui è un rischio, perché deve lasciare un incarico in cui ha intessuto molti intrecci che non potrà più sorvegliare. «Il potere che tu hai qui a Napoli a Roma non lo potrai avere», dice infatti la signora nella telefonata intercettata. E intanto Cristiano non parla più con Mautone, «troppo esposto». L’abile banchiere toglie dai derivati, per tempo, i prodotti tossici. Ma intanto le intercettazioni telefoniche ci hanno permesso di sapere in che cosa consiste Idv, e un po’ come prende i voti.
Mautone era certamnete una persona di fiducia di Di Pietro Senior tanto che lo stesso Di Pietro lo "propose" insistentemente a Bassolino per la nomina ad assessore regionale in Campania; come di fiducia era il deputato Americo Porfidia, sospettato di connessioni di stampo mafioso, e tanti altri che hanno fatto dire a Franco Barbato (deputato IdV) «Mi sospendo dagli incarichi dell'Idv in Campania perchè qui nel partito spuntano camorristi, strane facce, gente alla quale io nemmeno stringerei la mano» e, se lo dice lui..... c'è da crederci.
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