Sembra che la nuova canzone che Povia porterà a Sanremo sostenga che i gay sono più o meno delle persone che hanno bisogno di un aiuto. Insomma, che non sono persone proprio normali.
Proviamo per un momento a pensare che Povia quello che ha scritto lo pensi davvero. Ha il diritto o no di cantarlo sul palco dell'Ariston?
Secondo i rappresentanti italiani del Pse dell'Europarlamento, no. Non ha questo diritto ed il motivo è che quella canzone sarebbe "discriminatoria" e "razzista".
A parte il fatto che con quello che sta succedendo nel mondo, i 17 baldi rappresentanti italiani all'Europarlamento potevano impiegare meglio il loro tempo invece di perdere tempo a scrivere un allarmato comunicato su Povia e Sanremo, l'argomento merita una riflessione.
La canzonetta di Povia è motivetto che viene cantato all'interno di una manifestazione ed io credo che debba essergli consentito e che non sarà una canzonetta a influenzare l'opinione che gli italiani hanno dell'omosessualità. Della quale si può e, anzi, si deve parlare, ma liberamente. Perchè la paura di non rientrare nella categoria degli eletti che possono parlare, esprimere opinioni, cantare o scrivere è il primo passo per creare una società meno libera.
Chiedere alla Rai di tenere fuori da Sanremo Povia è il primo passo verso la censura ammantata
da tolleranza. La vera tolleranza laica prevede che tutti possano esprimere la propria opinione salvo che non inciti alla violenza.
Il problema si fa serio quando si pensa che l'accusa a Povia parte dagli stessi personaggi che sostengono Santoro come espressione della molteplicità delle opinioni.
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