Nuova svolta nel caso di tangenti a Pescara.
Il sindaco della città abruzzese, Luciano D’Alfonso, ha ritirato le proprie dimissioni annunciate dopo essere stato inquisito, avvalendosi dell’articolo 53 del Testo Unico degli Enti locali, che riguarda l’impedimento a svolgere le funzioni per malattia, affidando la gestione del Comune al vice sindaco, Camillo D’Angelo.
Un’operazione per evitare il commissariamento del Comune e che, in questo modo, potrebbe rinviate a non prima del 2010 le elezioni nel capoluogo abruzzese. Le dimissioni da primo cittadino e da segretario regionale del Pd di D’Alfonso erano giunte lo scorso 16 dicembre, il giorno dopo essere stato sottoposto agli arresti domiciliari per il caso che lo vede coinvolto.
Alla vigilia di Natale il gip di Pescara aveva disposto la revoca degli arresti domiciliari.
E' importante sottolineare che D'alfonso venne scarcerato dopo che presentò le dimissioni e quindi il GIP , non potendo più il D'alfonso reiterare il reato o inquinare le prove , ritenne di liberarlo.
"A questo punto l’amministrazione comunale continuerà la propria attività”, ha confermato il vicesindaco Camillo D’Angelo al termine della seduta comunale convocata dopo l’annuncio della revoca delle dimissioni di D’Alfonso. “Il sindaco – ha proseguito – si autosospende e questa autosospensione è permanente, in quanto non si conosce il tempo che sarà necessario per migliorare le sue condizioni fisiche”.
Di fatto D'alfonso tira uno schiaffo ai magistrati. Di fatto D'alfonso resta Sindaco sia pure per delega al vice , quando venne scarcerato appunto perchè dimessosi , e oggi, all'ultimo giorno utile e da uomo libero, revoca le dimissioni.
Che dire? il primo che mi viene a parlare di "superiorità morale" della sinistra lo strozzo, giuro!
Nuova Italia
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