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giovedì 27 novembre 2008

Social card

E' solo un’anonima carta di credito prepagata pensata per favorire le famiglie a basso reddito.
Se ne avvantaggeranno solo 1,3 milioni di persone, cosiddette "fasce deboli" per circa 120 euro trimestrali.
Certo non sarà questo intervento il toccasana per superare la crisi, per rilanciare il volano dell’economia italiana e far ripartire la macchina dei consumi, ma 120 euro per una persona che ne guadagna 500 al mese sono un gradito aiutino.
Sicuramente chi lo riceve è una persona bisognosa che avrà necessità di spenderlo; difficilmente lo metterà tra i risparmi.
Insomma questo intervento va ad aiutare le persone più colpite dalla crisi, quelle che non sono rappresentate da nessun sindacato in nessun tavolo di concertazione.
E' Poco. Ma poco è meglio di niente.
Qual è il problema? Il problema è che se questa azione fosse stata introdotta da un governo di sinistra, sarebbe stata salutata come il vero socialismo che pensa a chi veramente ha bisogno e non ha voce; ma è stato fatto da questo regime ed allora le definizioni cambiano tono e si parla di «Pannicello caldo», «tessera annonaria», «umiliante elemosina», «irrisoria e paternalistica».

3 commenti:

Anonimo ha detto...

In effetti è meglio di niente però è pochino. Forse sarebbe stato meglio accantonare per ora il progetto ponte sullo stretto e arrivare a 80/100 euro al mese.
Claudio

Anonimo ha detto...

È ancora troppo presto per poter analizzare l'impatto della social card sulle fasce deboli. Forse se, come dici, tu fosse stata una cosa di "sinistra" allora alcune persone l'avrebbero vista come e identificata come "meglio di niente". Nel sito Social Card Italiana ci sono alcune informazioni e le condizioni per accedervi sembrano un tantino selettive.

Fabrizio ha detto...
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