Il governo Sarkozy detta le regole per limitare il ricongiungimento familiare degli immigrati. Stando alle nuove norme appena approvate, a partire da dicembre, prima di ottenere il visto, gli stranieri che vorranno raggiungere i parenti in Francia dovranno dimostrare di conoscere la lingua francese e i costumi occidentali. I test verranno eseguiti direttamente nei Paesi d'origine.
Nel dettaglio, i candidati al ricongiungimento dovranno dimostrare di avere basi solide in lingua francese e passare un esame di cultura generale.
Il tutto, ovviamente, direttamente nel proprio Paese d'origine e prima di fare il biglietto per Parigi. "La lingua è il miglior vettore dell' integrazione", ha spiegato Hortefeux. Stando a Le Figaro, ogni domanda di ricongiungimento darà luogo a un esame culturale e linguistico, sul posto, che prevede "domande semplici" in grado di verificare il livello culturale dei candidati e la loro conoscenza del mondo in cui andranno a vivere. Una delle domande, ad esempio, è "In Francia una donna può lavorare senza l'autorizzazione di suo marito?".
Una normativa simile era stata introdotta, nel 2006 in Germania, con il "test per gli islamici". Gli aspiranti cittadini vengono interrogati sui matrimoni combinati o sull'11 settembre e poi veniva stabilita la loro idoneità per il visto.
La soluzione francese è però differente e si basa su una sorta di formazione preventiva a distanza. Il meccanismo varato dal governo Sarkozy, infatti, prevede un corso di formazione obbligatorio di massimo due mesi nei Paesi d'origine.
Dalle lezioni sarà esonerato chi già padroneggia le basi della lingua, chi ha studiato in un istituto francofono o in Francia, gli over 65 e i minori di 16 anni.
F.ted TGcom.
Si potrebbe fare in Italia? No, la sinistra italiana, sempre più a caccia di voti e sempre meno amante del proprio Paese, per una cosa del genere avrebbe alzato un polverone a Bruxelles per razzismo e xenofobia ed avrebbe coinvolto le migliori testate straniere allo smerdificio pubblico del nostro povero Paese. Perchè loro amano l'Italia.
Nel dettaglio, i candidati al ricongiungimento dovranno dimostrare di avere basi solide in lingua francese e passare un esame di cultura generale.
Il tutto, ovviamente, direttamente nel proprio Paese d'origine e prima di fare il biglietto per Parigi. "La lingua è il miglior vettore dell' integrazione", ha spiegato Hortefeux. Stando a Le Figaro, ogni domanda di ricongiungimento darà luogo a un esame culturale e linguistico, sul posto, che prevede "domande semplici" in grado di verificare il livello culturale dei candidati e la loro conoscenza del mondo in cui andranno a vivere. Una delle domande, ad esempio, è "In Francia una donna può lavorare senza l'autorizzazione di suo marito?".
Una normativa simile era stata introdotta, nel 2006 in Germania, con il "test per gli islamici". Gli aspiranti cittadini vengono interrogati sui matrimoni combinati o sull'11 settembre e poi veniva stabilita la loro idoneità per il visto.
La soluzione francese è però differente e si basa su una sorta di formazione preventiva a distanza. Il meccanismo varato dal governo Sarkozy, infatti, prevede un corso di formazione obbligatorio di massimo due mesi nei Paesi d'origine.
Dalle lezioni sarà esonerato chi già padroneggia le basi della lingua, chi ha studiato in un istituto francofono o in Francia, gli over 65 e i minori di 16 anni.
F.ted TGcom.
Si potrebbe fare in Italia? No, la sinistra italiana, sempre più a caccia di voti e sempre meno amante del proprio Paese, per una cosa del genere avrebbe alzato un polverone a Bruxelles per razzismo e xenofobia ed avrebbe coinvolto le migliori testate straniere allo smerdificio pubblico del nostro povero Paese. Perchè loro amano l'Italia.
2 commenti:
Complimenti per il blog,tutti fanno gli interessi della propria nazione e nessuno si permette a giudicarli in Italia invece (classi separate)sono decisioni razziste.Mi piacerebbe sentire il parere della moglie italiana su questo,visto che si vergogna di essere italiana.
Commento bene dopo è ora di lavorare.
Un saluto
ps
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