Cerca nel blog

martedì 11 novembre 2008

Shopping di senatori: Una balla

Ve lo ricordate Berlusconi che fa shopping di senatori in vista del voto sulla Finanziaria? Ve lo ricordate il mercato delle vacche di Palazzo Madama? Se lo ricordava anche la procura di Napoli ed infatti il Cavaliere era indagato per la corruzione di Agostino Saccà (presidente di RaiFiction) e per istigazione alla corruzione del senatore Nino Randazzo e di altri senatori della Repubblica, “in altri episodi non ancora identificati”.
La notizia fu uno scoop di Repubblica firmato da Giuseppe D’Avanzo. Dalle intercettazioni telefoniche emergevano i contatti tra Berlusconi e Saccà finalizzati a convincere Pietro Fuda (senatore calabrese del centrosinistra) e Nino Randazzo (uno dei senatori eletti all’estero) a passare con l’opposizione e fare così cadere il governo. Il dirigente Rai avrebbe dovuto anche favorire la carriera di quattro attrici, una delle quali segnalata da un senatore di centrosinistra che avrebbe poi potuto essere utile al Cavaliere in caso di spallata all’esecutivo. Insomma, il governo per una velina.
Il quadretto che emergeva era desolante. Gli sgherri del Cavaliere controllano il conto corrente di Randazzo, poi si partiva con le avances. Il senatore (come lui stesso denunciò pubblicamente) viene ricevuto da Berlusconi a Palazzo Grazioli e invitato a lasciare la maggioranza in cambio di promesse politiche ed economiche. Il Cavaliere gli offre la seconda posizione nelle liste della Cdl (dopo lo stesso Berlusconi), la campagna elettorale pagata e l’assicurazione di un suo ingresso in un nuovo governo di centrodestra con la nomina a viceministro degli Esteri o a sottosegretario con delega sull’Oceania.
Ora si sa che è tutta una balla. Nessun governo per una velina.
Infatti, dopo che gli atti erano stati mandati a Roma per competenza, il gip Orlando Villoni, nelle scorse settimane, aveva sospeso il fascicolo sulla base del lodo Alfano, inviando gli atti alla Corte Costituzionale. Il pm Angelantonio Racanelli, d'intesa con il procuratore capo Giovanni Ferrara, ha ritenuto che a carico del premier non c'erano elementi per procedere e che bisognava richiedere l'archiviazione, non ritenendo che ci fossero i presupposti, nella fase delle indagini preliminari, per l'applicazione del lodo Alfano.
Quindi? NULLA di NULLA.
Adesso io mi chiedo: Ma Di Pietro, Travaglio e Grillo non si vergognano di avere gridato SOLO BUGIE ai quattro venti? Hanno ancora un seguito che li dà credito? Allora è vero: gli imbecilli esistono.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo lodo Alfano per cosa è stato voluto? Perché le intercettazioni non si possono più usare né fare?
Sento una grande puzza di bruciato.
Ciao

Anonimo ha detto...

Il lodo Alfano ha sicuramente un'altra genesi (Mills?).
Ma la domanda era: Di Pietro, Travaglio e Grillo avranno ancora la faccia di presentarsi alla piazza?
Quante volte devono essere sbugiardati per provare un minimo di vergogna?