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giovedì 13 novembre 2008

La moralità di Di Pietro


Alla vigilia delle elezioni in Abruzzo si è scatenata la corsa a far assumere i portaborse dalla Regione.
Da portaborse a dipendenti regionali, unico merito la fedeltà al politico che li ha designati. Da uomini di partito a funzionari delle istituzioni, con stipendio garantito fino alla pensione: senza concorso, senza dovere dimostrare qualifiche, titoli o professionalità.
Vizio antico che ha trasformato molte pubbliche amministrazioni in serbatoi di nulla o pocofacenti.
Un premio fedeltà che trasformerà 70 segretari - ingaggiati dai consiglieri regionali e pagati temporaneamente dall'ente pubblico - in dipendenti stabili. Ovviamente, non si è scelta la via maestra della trasparenza ma è stata escogitata l'ennesima furbata.
Un capitoletto all'interno di una maxisanatoria che prevede l'assunzione di mille precari, molti in carico alle Asl: mossa di grande impatto nel pieno della campagna elettorale.
L'infornata è stata votata dalla maggioranza di centrosinistra, orfana di Ottaviano Del Turco: nonostante gli arresti che hanno travolto la giunta, la questione morale è rimasta lettera morta.
La moralità di Di Pietro

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