Ma come si fa a cavallottare le conseguenze delle intercettazioni?
Semplice, basta chiamarsi Di Pietro
..... indagava sul banchiere Pierfrancesco Pacini Battaglia. Il faccendiere aveva nel 1993 acquistato schede telefoniche svizzere per evitare le intercettazioni. Alcune di queste, appurò il Gico della guardia di finanza, Pacini Battaglia le aveva anche regalate ad amici e conoscenti.
E secondo il giudice Ferdinando Imposimato, uno dei destinatari era proprio l’ex pubblico ministero. «L’utenza gsm n. 0041/892009854 è stata certamente usata da Di Pietro», ricorda Imposimato nel suo libro Corruzione ad alta velocità: «Queste schede avevano all’epoca una particolarità, rendevano praticamente inintercettabili i telefoni che le usavano», continua Imposimato, e ovviamente chi usava quei telefoni di fatto non aveva nulla da temere. «Queste schede erano tutte intestate a Henri Lang, autista di Pacini Battaglia. Questo è agli atti della magistratura bresciana. E il fatto che il gip De Martino non l’abbia considerato reato non vuol dire che non sia vero».
Di Pietro, all’uscita del libro di Imposimato, tanto per non smentirsi, annunciò querela. «La sto ancora aspettando. Né io né la mia casa editrice Koiné abbiamo mai ricevuto querele, citazioni o richieste di rettifica da Di Pietro o da suoi rappresentanti», rivela Imposimato.
Tornando alle schede svizzere di Pacini Battaglia - che anticipavano un sistema poi perfezionato dal dg juventino Luciano Moggi, come emerse nell’inchiesta della procura di Napoli su Calciopoli - è vero che a Brescia il gip non diede seguito alle contestazioni dei pm, che ritenevano invece come l’uso e il possesso di quella scheda telefonica dimostrassero il legame e i rapporti diretti tra Di Pietro e il banchiere italo-svizzero che Tonino indagava.
Ma è vero anche che l’utilizzo di altre sim svizzere di Pacini Battaglia è stato giudicato penalmente rilevante da altri magistrati: Quando il gip di Milano Alessandro Rossato chiese al Parlamento l’arresto di Cesare Previti, tra le motivazioni della pericolosità dell’ex
deputato mise nero su bianco che «l’onorevole Cesare Previti ha utilizzato una o due schede telefoniche gsm svizzere, fornitegli da Pacini Battaglia (int. 30/7/1997) “per sentirsi più tranquillo sulle telefonate che faceva”».
Stesse schede, valutazioni difformi.
Il potere di essere un ex-pm? Boh? chissà?
Ma questo potere l'ha ereditato anche il figlio Cristiano. Queste sono le intercettazioni pubblicate da tanti giornali tra Cristiano e Mautone:
Cristiano: «Poi un’altra cosa, non so se la puoi fare questa cosa o meno… se hai la possibilità… ».
Mautone: «Dimmi, dimmi».
Cristiano: «Io ho un amico però è ingegnere e sta a Bologna, volevo sapere se su Bologna c’era possibilità di trovargli qualcosa…».
Mautone: «Adesso vediamo, ci informiamo subito e vediamo».
E la risposta di Mautone riguardo agli incarichi da assegnare a professionisti amici suoi e di Nello Di Nardo:“Gli ho dato l’incarico! Poi non l’ho ancora dato a lei! Lo passerò sempre a te e poi ce lo farai avere tu!”
e ancora, un'altra telefonata:
"Stanno qui da me due amici di Cristiano, i due architetti Morrone che tu hai già conosciuti e non gli fare prendere collera!"
Cristiano Di Pietro: "Ti volevo parlare un attimino delle questioni delle caserme, per quanto riguarda le forniture; qua come funziona; pure su quella di Termoli, chi fa l’impianto elettrico e dove va a fornirsi del materiale"
"Senti è arrivata la domanda di quel signore e ha fatto il 7% e io gli ho fatto il 10%"
Cristiano Di Pietro: "Ottimo, ottimo!"
Queste cose è sempre meglio rileggersele ogni tanto, non perchè gli altri siano migliori, ma per non essere preso in giro da Di Pietro & co.
domenica 28 febbraio 2010
Un consiglio per il cav.
Un consiglio di Sergio Romano, condivisibile:
Alla fine di una delle peggiori settimane della storia nazionale molti italiani e moltissimi stranieri pensano probabilmente che l’Italia sia un malato terminale.
La principale funzione delle sue industrie sarebbe quella di riciclare denaro sporco. La Protezione civile servirebbe ad arricchire costruttori cinici e spregiudicati. I suoi senatori sarebbero schiavi della malavita. E i magistrati sarebbero «talebani».
Eppure non ha torto chi pensa che dietro questo ritratto dell’Italia vi sia un altro Paese dove le industrie cercano di superare la crisi, gli uomini e le donne della Protezione civile fanno un eccellente lavoro, le banche stanno molto meglio di parecchi istituti europei e americani e i conti pubblici, considerate le circostanze, sono sotto controllo.
Potremmo cominciare a parlare anche del Paese che funziona e dei modi per renderlo migliore? Credo che questa responsabilità spetti anzitutto al presidente del Consiglio.
Mi limito a osservare che Silvio Berlusconi può rinunciare al duello quotidiano con la magistratura e i suoi oppositori. Dovrebbe quindi rendersi conto che questi duelli hanno enormemente contribuito, al di là delle sue intenzioni, a creare l’immagine di un Paese allo sbando dove le notizie cattive oscurano le notizie buone.
È stato eletto con un programma che la maggioranza degli italiani ha considerato più modernizzatore e liberale di quello dei suoi avversari. È ora che torni a quel programma e spieghi ai suoi connazionali come intende utilizzare i tre anni che lo separano dalla fine della legislatura. Ci sono le riforme istituzionali, anzitutto, ma anche la riforma fiscale, quella della pubblica amministrazione, la lotta contro la corruzione, le infrastrutture, la Tav, il nucleare, i porti, il Sud, la ricerca scientifica.
Non gli chiedo di risolvere tutti i nostri problemi da un giorno all’altro. Gli chiedo di innalzare il tono del dibattito nazionale, di rinunciare, per favore, a parlarci della magistratura «cattiva» e cerchi piuttosto di riformare l’ordine giudiziario in un clima di maggiore distensione e collaborazione.
Faccia, insomma, quello che aveva promesso di fare. Ha di fronte a sé tre anni. Non sono pochi.
Alla fine di una delle peggiori settimane della storia nazionale molti italiani e moltissimi stranieri pensano probabilmente che l’Italia sia un malato terminale.
La principale funzione delle sue industrie sarebbe quella di riciclare denaro sporco. La Protezione civile servirebbe ad arricchire costruttori cinici e spregiudicati. I suoi senatori sarebbero schiavi della malavita. E i magistrati sarebbero «talebani».
Eppure non ha torto chi pensa che dietro questo ritratto dell’Italia vi sia un altro Paese dove le industrie cercano di superare la crisi, gli uomini e le donne della Protezione civile fanno un eccellente lavoro, le banche stanno molto meglio di parecchi istituti europei e americani e i conti pubblici, considerate le circostanze, sono sotto controllo.
Potremmo cominciare a parlare anche del Paese che funziona e dei modi per renderlo migliore? Credo che questa responsabilità spetti anzitutto al presidente del Consiglio.
Mi limito a osservare che Silvio Berlusconi può rinunciare al duello quotidiano con la magistratura e i suoi oppositori. Dovrebbe quindi rendersi conto che questi duelli hanno enormemente contribuito, al di là delle sue intenzioni, a creare l’immagine di un Paese allo sbando dove le notizie cattive oscurano le notizie buone.
È stato eletto con un programma che la maggioranza degli italiani ha considerato più modernizzatore e liberale di quello dei suoi avversari. È ora che torni a quel programma e spieghi ai suoi connazionali come intende utilizzare i tre anni che lo separano dalla fine della legislatura. Ci sono le riforme istituzionali, anzitutto, ma anche la riforma fiscale, quella della pubblica amministrazione, la lotta contro la corruzione, le infrastrutture, la Tav, il nucleare, i porti, il Sud, la ricerca scientifica.
Non gli chiedo di risolvere tutti i nostri problemi da un giorno all’altro. Gli chiedo di innalzare il tono del dibattito nazionale, di rinunciare, per favore, a parlarci della magistratura «cattiva» e cerchi piuttosto di riformare l’ordine giudiziario in un clima di maggiore distensione e collaborazione.
Faccia, insomma, quello che aveva promesso di fare. Ha di fronte a sé tre anni. Non sono pochi.
Duomoschea
Da un sito di facebook:
“Noi cittadini italiani di religione musulmana aumentiamo di giorno in giorno, aumenta sempre piu' la nostra esigenza di luoghi di culto che ci vengono negati. I cattolici sono sempre meno e le loro enormi chiese sono sempre piu' abbandonate.
Chiediamo che ci vengano donate, a cominciare dal Duomo di Milano, affinche' un cosi' vasto patrimonio di edilizia religiosa non cada in abbandono.”
La maggior parte degli extracomunitari che vive in Italia cerca di integrarsi con noi e tutti passano inosservati; poi ci sono i clandestini, la maggior parte dei quali cerca solo lavoro in nero: sono nati delinquenti e delinquenti moriranno; poi ci sono i fanatici musulmani che cominciarono con l'elemosinare, poi a chiedere, e ora a pretendere.
Per anzianità e per demeriti
E' quasi trascorso un anno dalla assoluzione piena di Serena Grandi, ma la sua vita e la sua carriera sono state distrutte irrimediabilmente.
In una intervista, l’attrice Serena Grandi ha ricostruito la vicenda giudiziaria che l’ha vista involontaria protagonista e dalla quale – dopo sei anni ed alcuni mesi anche di arresti domiciliari – è uscita innocente così come ne era entrata.
Nel 2003 l’attrice fu accusata di spacciare droga: esperienza devastante per chiunque, soprattutto se chi è incolpato sa di non aver commesso reati. Ma l’attrice è uscita praticamente distrutta da questa brutta storia: «Mi hanno distrutto, mi hanno rovinato la vita e annientato la carriera», ha affermato nel corso dell’intervista.
«Sono stata sei mesi ai domiciliari senza nemmeno sapere il motivo».
Ci sono voluti sei anni per avere la conferma dalla italica giustizia della propria innocenza: sono troppi, davvero troppi. (...)
Nel caso della Grandi, poi, oltre alla elefantiaca durata del processo, c’è anche da mettere in evidenza l’errore giudiziario che ha distrutto vita e carriera di una donna: un errore per il quale nessuno pagherà. Anzi, se Serena Grandi dovesse chiedere il giusto risarcimento per quanto subìto, dovrà essere lo Stato italiano, e cioè noi contribuenti, a sborsare la somma: mai tirerà fuori un euro chi, invece, ha preso la cantonata.
E questo – non mi stancherò mai di sostenerlo - continua a sembrare davvero ingiusto.
Trovatemi un'altra professione, al mondo, che, per legge, non paga per i propri errori.
Trovatemi un'altra professione, al mondo, che, per legge, non paga per i propri errori.
Anzi, per dirla alla Cossiga, in quell'ambiente si fa carriera per anzianità e per demeriti.
sabato 27 febbraio 2010
Alla faccia del merito
Non mi aspettavo una Bonino più tosta, ma almeno solo coerente con la deplorazione dei giochi di palazzo che lei, da radicale, ha sempre denunciato e combattuto. E invece, nel comporre la lista, il merito e la capacità vanno a farsi benedire e i 14 nomi che lo comporranno sono stati così suddivisi: 5 posti al Pd, 3 all'Idv, 2 ai Radicali e 1 a testa per Federazione della Sinistra, Sinistra Ecologia e Libertà, Verdi e Socialisti.
Mi pare corretto. o no?
Mi pare corretto. o no?
Razzismo culturale
Sta capitando che, dopo il battibecco ad Annozero che ha visto protagonisti Travaglio e Porro, ovvero dopo che Porro si è permesso di dire a Travaglio: «Sarà capitato anche a te di frequentare persone che non si sarebbe dovuto frequentare», sul Fatto Quotidiano sono apparsi tanti articoli in cui Porro viene appellato «fascistoide», un «poveraccio», «un liberale del cavolo», «un trombettiere», che «sguazza nella merda», «fa il frocio con il culo degli altri» e che a fine trasmissione va da «Berlusconi a ritirare la paghetta».
In pratica in questi articoli viene considerato privo di serietà chiunque non la pensa al modo dei soci del club Travaglio-Santoro e , udite udite, viene chiesto a Santoro di fare pulizia nelle liste degli ospiti.
Caspita.
Siamo di fronte al razzismo culturale: ogni giornalista la cui opinione diverga dalla sua non può partecipare al programma televisivo in cui lui è e deve imanere il reuccio e la sua opinione non può essere espressa. Lui è per il pensiero unico, il suo.
Una notizia dell'ultim'ora riporta che la richiesta di Travaglio non è stata accolta da Santoro.
Su questo argomento mi sono espresso tante volte e sono d'accordo con Feltri: a certe trasmissioni televisive non bisogna partecipare. Io per il vero, aggiungerei anche "Porta a porta","Ballarò", "Matrix","L'Infedele", "Parla con me" etc, in modo che questi conduttori, con fama e prebende immeritate , dibattano tra di loro.
Goethe diceva che è pericoloso parlare con un idiota , perchè chi vede o ascolta a volte non distingue il vero idiota dall'imprudente che ci colloquia.
Un'altra cosa: partecipare a queste trasmissioni crea solo la premessa perchè avvengano cose che alimentano pubblicità gratuita alla trasmissione; sai gli ascolti come scenderebbero.
Napolitano: perchè non si fa un viaggetto negli Usa?
Due giorni dopo il grande vertice sulla riforma della sanità, che non ha convinto i repubblicani a recedere dalla loro opposizione e che invece hanno chiesto di ricominciare a discutere daccapo la questione, Obama ha deciso di andare avanti anche senza un accordo bipartisan.
Personalmente sono d'accordo con Obama e lo applaudo quando dice che gli americani "non possono aspettare per un'altra generazione che noi ci mettiamo all'opera"...."mi hanno votato per questo ed io devo realizzarlo, con o senza i repubblicani".
Capito, Napolitano?
Le cose vanno fatte quando servono, per il bene del Paese. Che senso ha continuare ad evidenziare giorno e notte che le riforme vanno condivise? Non lo prevede neppure la Carta Costituzionale. Chi dice questo, semplicemente non vuole che esse si facciano.
Presidente, perchè non si fa un viaggetto negli USA?
O forse anche questo suggerimento è inutile, perchè lei era presente quando la sua coalizione cambiò la Costituzione (il titolo quinto) fregandosene della condivisione. Allora lei la pensava diversamente? La condivisione non era un pre-requisito?
Personalmente sono d'accordo con Obama e lo applaudo quando dice che gli americani "non possono aspettare per un'altra generazione che noi ci mettiamo all'opera"...."mi hanno votato per questo ed io devo realizzarlo, con o senza i repubblicani".
Capito, Napolitano?
Le cose vanno fatte quando servono, per il bene del Paese. Che senso ha continuare ad evidenziare giorno e notte che le riforme vanno condivise? Non lo prevede neppure la Carta Costituzionale. Chi dice questo, semplicemente non vuole che esse si facciano.
Presidente, perchè non si fa un viaggetto negli USA?
O forse anche questo suggerimento è inutile, perchè lei era presente quando la sua coalizione cambiò la Costituzione (il titolo quinto) fregandosene della condivisione. Allora lei la pensava diversamente? La condivisione non era un pre-requisito?
Quanta ipocrisia
Non bastava lo sciopero della fame, non bastava neppure il Porcino di cui ho parlato qui ( http://ilchiodo.blogspot.com/2010/02/un-porcino-per-la-bonino.html), ci mancavano altre due ciliegine e, puntualmente sono arrivate:
Sul sito dei Radicali per la Bonino, è apparso un modulo per richiedere un passaporto con rinuncia alla cittadinanza italiana e la richiesta di asilo politico ad un paese dell'Unione Europea. Si spera che ne facciano abbondante uso, i Radicali ed i loro elettori.
L'altra ciliegina viene da Tinto Brass che esordisce con un manifesto che è tutto un programma e dice subito quale sia la grande considerazione per la figura femminile.
La mia amica Orpheus ci invita a fare un semplice giochino di fantasia.
Proviamo ad immaginare al posto del logo giallo dei Radicali, quello verde della Lega Nord, e poi sotto Lista Bossi-Maroni. Ci siete?
L'indignazione si taglierebbe a fette, contro la destra volgare, becera e maschilista, che offende con tanta sprezzante misoginia, la dignità della donna. La Bindi si metterebbe una maglietta per tener alto l'onore delle donne? Sicuramente.
Il Pd farebbe una protesta estemporanea per segnalare il degrado morale in cui la destra precipita il Paese? E certo che la farebbe!
E appelli e petizioni per la "patetica ingiuria di stampo misogino", fioccherebbero come una tormenta di neve al Polo Nord, inviti a chiarire, interrogazioni parlamentari colme di sacra riprovazione, una, dieci, cento trasmissioni su come Berlusconi offende le donne.
Quanta ipocrisia.
Capra, capra, capra..........
Il commento dell'amica Fioredicampo evidenzia che c'è molta ignoranza in giro alimentata anche dall'euforia dei vari Di Pietro e Finocchiaro che commentano la decisione della Cassazione sostenendo che "il reato comunque c'è stato, visto che non è stato smentito".
Poi ho letto D'Avanzo, che a Travaglio ci fa un baffo: “la sentenza conferma non solo che Berlusconi è stato il corruttore di Mills, ma che la sua imprenditorialità, l’efficienza, la mitologia dell’homo faber, l’intero corpo mistico dell’ideologia berlusconiana ha il suo fondamento nel malaffare, nell’illegalità, nel pozzo nero della corruzione della Prima Repubblica, di cui egli è il figlio più longevo”. E’ la capacità di cambiare la realtà, di dire quello che non sta scritto da nessuna parte, di dire a tutti i costi che Berlusconi è un delinquente, anche se non c’è alcuna sentenza che affermi questo.
Riescono a capovolgere la verità ed anche i fatti. In questo caso l'unica verità è che la cassazione ha confermato la politicizzazione del Tribunale di Milano. La loro squallida ossessione: Dovevano arrivare comunque a “condannare” Berlusconi, anche col trucco. Non importa come. Dovevano farlo a tutti i costi.
Questa é persecuzione giudiziaria, é abuso di potere, é violare la legge facendo finta di servirla. E' sperperare il denaro pubblico. E'usare la giustizia per fini politici nel tentativo di ribaltare il voto popolare. E' la seconda volta che un’iniziativa della procura di Milano cerca di inflienzare e talvolta ha influenzato pesantemente la storia politica nazionale ai danni di Silvio Berlusconi e, di conseguenza, dell’intero centrodestra. Nel 1994 un avviso di garanzia, recapitato al premier durante il vertice Onu di Napoli, fu decisivo per la caduta del primo governo Berlusconi. Ma poi, nel 2001, Berlusconi venne competamete scaginato (senza leggi ad personam).
Chi pagherà per tutto questo? Nessuno. I pm possono tranquillamente fregarsene e dedicarsi a prepare il prossimo piattino avvelenato per Berlusconi.
La carriera della signora Gandus (che in primo grado lesse a righe alternate la supposta "confessione" di Mills prendendone solo le parti utili ad arrivare a giudizio di condanna e ignorandone le parti a favore dell’imputato) non ne risentirà minimamente. Idem per i giudici del collegio d’appello che in soli tre mesi, agosto compreso, si affrettarono a sfornare la condanna "cassata" ieri.
Se Berlusconi si fosse dimesso, come tanti chiedevano e chiedono, adesso, forse, gli chiederebbero scusa, ma potremmo ancora considerarci uno Stato di diritto, una Democrazia?
Beata ignoranza, ed è paradossale se consideriamo che questi illustri commentatori hanno un passato in magistratura.
Infatti, come pure le capre sanno, la Cassazione non giudica sul fatto o sui fatti, ma solo ed esclusivamente sul diritto. E' in sostanza un "giudizio di legittimità". La Cassazione, infatti, non riesamina le prove ma controlla soltanto la corretta applicazione della legge.
La Cassazione si è limitata a fare il suo mestiere: a controllare che sia stata applicata correttamente la legge: e la risposta è stata NO.
Non è stata applicata: Il trucchetto del Tribunale di Milano, cioè spostare le date per non cadere in prescrizione, non è legittimo.
E se a mettere in campo questi giochetti è un Tribunale, perché c'era l'interesse di arrivare - comunque - a condanna, allora la situazione della giustizia politicizzata in questo Paese è davvero drammatica.
Adesso è più chiaro?
Lo so che per certe persone, malate di travaglismo, non cambia granchè, per loro la verità rimane sempre quella dell'accusa. Quindi Berlusconi resta un corruttore, anche se la cassazione ha sentenziato che chi ha emesso questa sentenza ha fatto carte false.
Quando ho sentito in TV Di Pietro e Finocchiaro parlare di questo argomento mi è venuto di imitare Sgarbi e gridare: capra, capra, capra, capra, capra, capra, ......capra.Poi ho letto D'Avanzo, che a Travaglio ci fa un baffo: “la sentenza conferma non solo che Berlusconi è stato il corruttore di Mills, ma che la sua imprenditorialità, l’efficienza, la mitologia dell’homo faber, l’intero corpo mistico dell’ideologia berlusconiana ha il suo fondamento nel malaffare, nell’illegalità, nel pozzo nero della corruzione della Prima Repubblica, di cui egli è il figlio più longevo”. E’ la capacità di cambiare la realtà, di dire quello che non sta scritto da nessuna parte, di dire a tutti i costi che Berlusconi è un delinquente, anche se non c’è alcuna sentenza che affermi questo.
Riescono a capovolgere la verità ed anche i fatti. In questo caso l'unica verità è che la cassazione ha confermato la politicizzazione del Tribunale di Milano. La loro squallida ossessione: Dovevano arrivare comunque a “condannare” Berlusconi, anche col trucco. Non importa come. Dovevano farlo a tutti i costi.
Questa é persecuzione giudiziaria, é abuso di potere, é violare la legge facendo finta di servirla. E' sperperare il denaro pubblico. E'usare la giustizia per fini politici nel tentativo di ribaltare il voto popolare. E' la seconda volta che un’iniziativa della procura di Milano cerca di inflienzare e talvolta ha influenzato pesantemente la storia politica nazionale ai danni di Silvio Berlusconi e, di conseguenza, dell’intero centrodestra. Nel 1994 un avviso di garanzia, recapitato al premier durante il vertice Onu di Napoli, fu decisivo per la caduta del primo governo Berlusconi. Ma poi, nel 2001, Berlusconi venne competamete scaginato (senza leggi ad personam).
Chi pagherà per tutto questo? Nessuno. I pm possono tranquillamente fregarsene e dedicarsi a prepare il prossimo piattino avvelenato per Berlusconi.
La carriera della signora Gandus (che in primo grado lesse a righe alternate la supposta "confessione" di Mills prendendone solo le parti utili ad arrivare a giudizio di condanna e ignorandone le parti a favore dell’imputato) non ne risentirà minimamente. Idem per i giudici del collegio d’appello che in soli tre mesi, agosto compreso, si affrettarono a sfornare la condanna "cassata" ieri.
Se Berlusconi si fosse dimesso, come tanti chiedevano e chiedono, adesso, forse, gli chiederebbero scusa, ma potremmo ancora considerarci uno Stato di diritto, una Democrazia?
giovedì 25 febbraio 2010
Loro giocano a Monopoli, ma io pago
La corruzione non è avvenuta l'11 novembre 1999, quando Mills ha ricevuto 600 mila dollari, ma il 29 febbraio 2000, giorno in cui Mills ha cominciato a spendere i soldi.
Applicando questo strattone al codice, la procura di Milano ha condannato Mills in primo grado ed in appello.
Oggi la Corte Costituzionale dà torto alla procura ed annulla le sentenze di condanna.
"Anche i muri sapevano ciò che oggi ha sancito la Corte di Cassazione. Solo la protervia dei giudici milanesi, che colpendo Mills intendevano colpire Berlusconi, ha fatto sì che il processo contro l’avvocato inglese venisse trascinato per mesi attraverso continui strattonamenti al codice. È questo il prezzo che si deve pagare, anche a danno del contribuente, per l’incredibile persecuzione giudiziaria di cui è fatto oggetto il presidente del Consiglio. Per fortuna esiste una maggioranza silenziosa e autorevole della magistratura non militante che applica il diritto e non lo altera solo per sovvertire la volontà degli italiani".
Ricordate quante pagine di fango sono state scritte su questo argomento? anche da giornali stranieri?
Ora io chiedo, se questi paladini della giustizia (la procura di Milano) sono capaci di sovvertire anche il codice pur di incastrare Berlusconi in qualche modo, come possamo noi non avere dubbi che anche le loro sentenze di condanna non brillassero di luce propria?
Tutto ciò a nostre spese; e la spesa non termina qui perchè sicuramente Mills chiederà un risarcimento danni. E chi pagherà? NOI.
Al momento resta ancora in piedi il processo, per lo stesso reato, che vede imputato il premier Silvio Berlusconi, comunque appare difficile che il processo al premier possa svolgersi in tutte e tre i gradi di giudizio senza cadere in prescrizione, proprio perchè questa maturerà fra poco meno di un anno.
Applicando questo strattone al codice, la procura di Milano ha condannato Mills in primo grado ed in appello.
Oggi la Corte Costituzionale dà torto alla procura ed annulla le sentenze di condanna.
"Anche i muri sapevano ciò che oggi ha sancito la Corte di Cassazione. Solo la protervia dei giudici milanesi, che colpendo Mills intendevano colpire Berlusconi, ha fatto sì che il processo contro l’avvocato inglese venisse trascinato per mesi attraverso continui strattonamenti al codice. È questo il prezzo che si deve pagare, anche a danno del contribuente, per l’incredibile persecuzione giudiziaria di cui è fatto oggetto il presidente del Consiglio. Per fortuna esiste una maggioranza silenziosa e autorevole della magistratura non militante che applica il diritto e non lo altera solo per sovvertire la volontà degli italiani".
Ricordate quante pagine di fango sono state scritte su questo argomento? anche da giornali stranieri?
Ora io chiedo, se questi paladini della giustizia (la procura di Milano) sono capaci di sovvertire anche il codice pur di incastrare Berlusconi in qualche modo, come possamo noi non avere dubbi che anche le loro sentenze di condanna non brillassero di luce propria?
Tutto ciò a nostre spese; e la spesa non termina qui perchè sicuramente Mills chiederà un risarcimento danni. E chi pagherà? NOI.
Al momento resta ancora in piedi il processo, per lo stesso reato, che vede imputato il premier Silvio Berlusconi, comunque appare difficile che il processo al premier possa svolgersi in tutte e tre i gradi di giudizio senza cadere in prescrizione, proprio perchè questa maturerà fra poco meno di un anno.
I dubbi vanno fugati subito
Di Girolamo, senatore in quota PdL è il destinatario di un mandato di arresto perchè alcune intercettazioni telefoniche direbbero che, lui, la ndrangheta, le elezioni, tanti soldi, riciclaggio, ecc. Di Girolamo fa una conferenza stampa e dice di essere estraneo ai fatti a lui contestati e di non aver mai avuto rapporti con la ndrangheta.
Dall'altr aparte, al solito, tutte le carte processuali, che dovrebbero essere secretate per legge, stanno su tutti i giornali.
Siccome Di Girolamo è senatore, sull'arresto deve esprimersi Palazzo Madama (e lo farà giovedì).
Fini, intervistato sul caso, dichiara: se io fossi senatore voterei per l'arresto.
Delle due l'una: o Fini non ha creduto a quanto ha detto Di Girolamo nella conferenza stampa, oppure ritiene che è meglio, per la dignità della persona, che un processo lo prosciolga senza dubbi.
Ora esce fuori che nelle intercettazioni si fa anche il nome di Fini e lui cosa dice? Lui si limita a smentire decisamente di aver mai chiamato il senatore imputato nell'inchiesta per riciclaggio.
Siamo al dunque: caro Fini, perchè dovremo credere a quello che TU dici e non credere a ciò che dice Di Girolamo?
Anzi, diciamola meglio: io credo che sia meglio fugare tutti i dubbi su Di Girolamo tramite un processo e, coerentemente, che si faccia altrettanta chiarezza sul tuo nome, per il tuo buon nome. Non te ne puoi uscire con la stessa dichiarazaione di innocenza di Di Girolamo e pretendere di essere creduto.
E qui siamo al problema italiano: i processi, tre gradi, durano un'eternità e, alla fine non fanno giustizia. Io proporrei una legge semplice semplice: un processo che coinvolge i politici va espletato per direttissima, così si capisce subito subito se il truffatore è il parlamentare o il magistrato. Altro che processo breve.
Dall'altr aparte, al solito, tutte le carte processuali, che dovrebbero essere secretate per legge, stanno su tutti i giornali.
Siccome Di Girolamo è senatore, sull'arresto deve esprimersi Palazzo Madama (e lo farà giovedì).
Fini, intervistato sul caso, dichiara: se io fossi senatore voterei per l'arresto.
Delle due l'una: o Fini non ha creduto a quanto ha detto Di Girolamo nella conferenza stampa, oppure ritiene che è meglio, per la dignità della persona, che un processo lo prosciolga senza dubbi.
Ora esce fuori che nelle intercettazioni si fa anche il nome di Fini e lui cosa dice? Lui si limita a smentire decisamente di aver mai chiamato il senatore imputato nell'inchiesta per riciclaggio.
Siamo al dunque: caro Fini, perchè dovremo credere a quello che TU dici e non credere a ciò che dice Di Girolamo?
Anzi, diciamola meglio: io credo che sia meglio fugare tutti i dubbi su Di Girolamo tramite un processo e, coerentemente, che si faccia altrettanta chiarezza sul tuo nome, per il tuo buon nome. Non te ne puoi uscire con la stessa dichiarazaione di innocenza di Di Girolamo e pretendere di essere creduto.
E qui siamo al problema italiano: i processi, tre gradi, durano un'eternità e, alla fine non fanno giustizia. Io proporrei una legge semplice semplice: un processo che coinvolge i politici va espletato per direttissima, così si capisce subito subito se il truffatore è il parlamentare o il magistrato. Altro che processo breve.
Un Porcino per la Bonino
Massimo Marino si era candidato anche cinque anni fa con i Consumatori Uniti per Marrazzo, prese 1.777 voti. Nel 2006 ha sostenuto Veltroni nel 2008 Rutelli. Ed ora torna in campo con una lista a supporto della Bonino.
Vi state chiedendo chi è?
E' il popolare conduttore di Viviroma television e editore del free press Viviroma Magazine. Gira per discoteche, night club, ristoranti: presenta spettacoli, fa volteggiare sexystar non lesinando pacche sul sedere, diffonde il verbo della Roma godereccia e cafonal.
Massimo Marino Sprizza romanità da tutti i pori, tanto che Simona Ventura e Gene Gnocchi gli hanno consegnato il premio «Er Mejo Coatto De Noantri».
Ho detto tutto, ma se volete saper di più, dice: mi batterò contro ogni tipo di discriminazione, come ho sempre fatto. Chiedo i voti a: giovani, gay, lesbiche, trans e persone oneste come me. Destra o sinistra? So' uguali, non m'importa. Certo mi candido con la Bonino perché l'ho sempre sostenuta e ho sempre creduto che le proibizioni peggiorassero le cose. Perché dovrebbero votarmi? Perché io ci sarò sempre. E daje, io faccio er politico tutti i giorni, per servizio alla collettività, mica solo 15 giorni prima delle elezioni come quelli che poi se vanno a sede' in Parlamento. Ahò, io ho sempre lavorato, ho sempre pagato le tasse, non ho mai chiesto un soldo alle istituzioni, me so' sempre sbattuto per i locali di notte. Non sono un parassita come loro. Te pare poco? Il programma è breve e chiaro: Porterò in Consiglio regionale le persone della notte.
Ecco, questo è Massimo Marino. Uno che parla come magna.
Il gioco dell'oca
Come si arriva alla prescrizione di un reato?
Facciamo l'esempio di Fitto, ministro per i Rapporti con le Regioni: il 3 marzo 2009, il gup rinviò a giudizio Fitto, ed altri 60 imputati, fissando il processo dinanzi al giudice monocratico, anziché davanti al collegio competente. Ovviamente, per questo errore di è dovuto iniziare d'accapo.
Ora, il nuovo decreto, emesso dallo stesso ufficio gup, dispone il giudizio dinanzi ai giudici della prima sezione penale del tribunale, mentre la competenza tabellare è della seconda sezione dove vengono celebrati i dibattimenti come questo. Si ricomincia d'accapo.
Quello di Fitto è solo un esempio, perchè avrei potuto elencarvi il caso di Bassolino, ove si va avanti (si fa per dire) da quattro anni ed ormai la prescizione è garantita.
Ma....la legge non è UGUALE per tutti?
Facciamo l'esempio di Fitto, ministro per i Rapporti con le Regioni: il 3 marzo 2009, il gup rinviò a giudizio Fitto, ed altri 60 imputati, fissando il processo dinanzi al giudice monocratico, anziché davanti al collegio competente. Ovviamente, per questo errore di è dovuto iniziare d'accapo.
Ora, il nuovo decreto, emesso dallo stesso ufficio gup, dispone il giudizio dinanzi ai giudici della prima sezione penale del tribunale, mentre la competenza tabellare è della seconda sezione dove vengono celebrati i dibattimenti come questo. Si ricomincia d'accapo.
Quello di Fitto è solo un esempio, perchè avrei potuto elencarvi il caso di Bassolino, ove si va avanti (si fa per dire) da quattro anni ed ormai la prescizione è garantita.
Ma....la legge non è UGUALE per tutti?
mercoledì 24 febbraio 2010
Chi è più sciacallo?
Gli inquirenti sostengono, e dicono di avere le prove, che tre funzionari infedeli della Protezione civile e tre imprenditori mascalzoni, stavano per fuggire all’estero pochi giorni prima di essere arrestati o indagati.
Bene, è compito dei magistrati fare il proprio lavoro ed è compito della politica di introdurre norme per evitare che le mani nella marmellata le trovi sempre e solo un giudice; norme che non solo facciano in modo da punire molto severamente chi si approppria di denaro pubblico ma che facciano in modo che chi vuole mettere le mani nella marmellata trovi il barattolo chiuso.
Questa è la logica. Punto
Ma la logica non ha sede in Italia, ed allora il tutto si è spostato su Bertolaso con le sue "ripassate" e sulla Protezione civile con i suoi superpoteri.
Questo ha portato a due risultati:
1. Bertolaso è stato trascinato dalle stelle alle stalle e su di lui ormai si racconta di tutto e di più,
2. il governo ha svuotato la nuova legge (approvata giovedì scorso) e che avrebbe dovuto invece dare nuovi poteri e più efficienza alla Protezione civile.
Rispetto a ciò ci sono responsabilità precise.
La prima è l’uso disinvolto che la magistratura ha fatto delle intercettazioni telefoniche, ventimila pagine di parole in libertà, date in pasto all’opinione pubblica, nelle quali è difficile stabilire il confine tra reati, peccati e semplici coincidenze.
La seconda è stato il feroce assalto dell’opposizione alla Protezione civile, senza distinguere il bene dal marcio, l’utile dal dannoso. Per Bersanoi e Di Pietro tutto fa brodo, esattamente come è stato fatto con la D’Addario, con Spatuzza e Ciancimino.
Ma, siccome la logica non ha sede in Italia, la settimana scorsa sono stati mandati in prima linea i terremotati di L'Aquila che, in mille, hanno superato i divieti e invaso la zona rossa della città, là dove il sisma ha fatto il maggior numero di danni e vittime. Chiedono comprensibilmente di accelerare la ricostruzione.
Tutti gli esperti convengono che l’operazione durerà anni, tanti anni. Sì ma quanti? Tra i cinque e i dieci ma molto dipenderà dalle regole che verranno adottate. Con le norme "normali", non finirebbe mai.
Il sindaco (di sinistra) di L'Aquila, tra i menifestanti, si è lamentato che con le procedure ordinarie non è immaginabile neppure iniziare, cioè liberare la zona dai quattro milioni di tonnellate di detriti accumulati per le strade. Appunto.
Per affrontare emergenze e ricostruzioni servono leggi e poteri speciali, gli stessi che la sinistra ha preteso (e ottenuto da una maggioranza frastornata e impaurita) di cancellare pochi giorni fa.
In sintesi, nei fatti stiamo assistendo ad una gara tra la banda Anemone-Balducci e quella Bersani-Di Pietro per chi è più sciacallo sui terremotati. Mentre i giornali ci distraggono con i massaggi di Bertolaso.
Bene, è compito dei magistrati fare il proprio lavoro ed è compito della politica di introdurre norme per evitare che le mani nella marmellata le trovi sempre e solo un giudice; norme che non solo facciano in modo da punire molto severamente chi si approppria di denaro pubblico ma che facciano in modo che chi vuole mettere le mani nella marmellata trovi il barattolo chiuso.
Questa è la logica. Punto
Ma la logica non ha sede in Italia, ed allora il tutto si è spostato su Bertolaso con le sue "ripassate" e sulla Protezione civile con i suoi superpoteri.
Questo ha portato a due risultati:
1. Bertolaso è stato trascinato dalle stelle alle stalle e su di lui ormai si racconta di tutto e di più,
2. il governo ha svuotato la nuova legge (approvata giovedì scorso) e che avrebbe dovuto invece dare nuovi poteri e più efficienza alla Protezione civile.
Rispetto a ciò ci sono responsabilità precise.
La prima è l’uso disinvolto che la magistratura ha fatto delle intercettazioni telefoniche, ventimila pagine di parole in libertà, date in pasto all’opinione pubblica, nelle quali è difficile stabilire il confine tra reati, peccati e semplici coincidenze.
La seconda è stato il feroce assalto dell’opposizione alla Protezione civile, senza distinguere il bene dal marcio, l’utile dal dannoso. Per Bersanoi e Di Pietro tutto fa brodo, esattamente come è stato fatto con la D’Addario, con Spatuzza e Ciancimino.
Ma, siccome la logica non ha sede in Italia, la settimana scorsa sono stati mandati in prima linea i terremotati di L'Aquila che, in mille, hanno superato i divieti e invaso la zona rossa della città, là dove il sisma ha fatto il maggior numero di danni e vittime. Chiedono comprensibilmente di accelerare la ricostruzione.
Tutti gli esperti convengono che l’operazione durerà anni, tanti anni. Sì ma quanti? Tra i cinque e i dieci ma molto dipenderà dalle regole che verranno adottate. Con le norme "normali", non finirebbe mai.
Il sindaco (di sinistra) di L'Aquila, tra i menifestanti, si è lamentato che con le procedure ordinarie non è immaginabile neppure iniziare, cioè liberare la zona dai quattro milioni di tonnellate di detriti accumulati per le strade. Appunto.
Per affrontare emergenze e ricostruzioni servono leggi e poteri speciali, gli stessi che la sinistra ha preteso (e ottenuto da una maggioranza frastornata e impaurita) di cancellare pochi giorni fa.
In sintesi, nei fatti stiamo assistendo ad una gara tra la banda Anemone-Balducci e quella Bersani-Di Pietro per chi è più sciacallo sui terremotati. Mentre i giornali ci distraggono con i massaggi di Bertolaso.
domenica 21 febbraio 2010
Sanremo: Una lezione per la sinistra
Emanuele Filiberto, il principe, ha rischiato di vincere il Festival di Sanremo; è arrivato secondo con una canzone il cui testo è solo retorica e la cui melodia è da dimenticare.
C'erano almeno 8 canzoni migliori oltre quella di Valerio Scanu; come quella di Marco Mengoni, di Malika Ayane, di Povia, di Fornaciari, di Noemi, di Fabrizio Moro e di Irene Grandi.
Come mai il principe è arrivato così in alto?
Nonostante tanti fischi dal pubblico in sala?
Nonostante nella prima serata sia stato espulso dalla giuria demoscopica che era in galleria?
La spiegazione più verosimile è stata data dal suo staff. Il principe era stato fischiato ancor prima di cantare. Questa ingiustizia ha svegliato gli italiani: "Funziona come per Berlusconi: più lo attaccano, più lo votano".
C'erano almeno 8 canzoni migliori oltre quella di Valerio Scanu; come quella di Marco Mengoni, di Malika Ayane, di Povia, di Fornaciari, di Noemi, di Fabrizio Moro e di Irene Grandi.
Come mai il principe è arrivato così in alto?
Nonostante tanti fischi dal pubblico in sala?
Nonostante nella prima serata sia stato espulso dalla giuria demoscopica che era in galleria?
La spiegazione più verosimile è stata data dal suo staff. Il principe era stato fischiato ancor prima di cantare. Questa ingiustizia ha svegliato gli italiani: "Funziona come per Berlusconi: più lo attaccano, più lo votano".
Senso unico
Criminalità organizzata: camorra, 'ndrangheta, mafia, attraverso 449 operazioni di Polizia sono state arrestate 4.592 persone ed sequestrati beni e denaro per un valore complessivo di 7.597 milioni di euro.
Facciamoci una domanda:
Questi numeri indicano inequivocabilmente che c'è maggiore attenzione investigativa contro la criminalità organizzata. Nessuno si sognerebbe di dire che questi numeri significano che sono aumentate la attività criminali., nè tanto meno che questo aumento della criminalità sarebbe colpa di Berlusconi.
Adesso facciamo un parallelo; la Corte dei Conti riporta che le denunce per corruzione nella pubblica amministrazione sono aumentate del 229%.
Lo stesso criterio utilizzato per i numeri della criminalità organizzata dovrebbe far concludere che l'aumento delle denunce sono da collegarsi all'aumento dei controlli sulle attività delle pubbliche amministrazioni.
Ma l'Espresso non la pensa così, e in un suo articolo, assolve la cultura familista e clientelare degli italiani, assolve i politici di ogni parte e, udite udite, fa risalire tutto alla subcultura berlusconiana, che in 15 anni ha sdoganato moralmente l'illegalità come modus vivendi, l'abuso condonato, l'evasione o elusione fiscale e così via.
Insomma è colpa di Berlusconi.
Facciamoci una domanda:
Questi numeri indicano inequivocabilmente che c'è maggiore attenzione investigativa contro la criminalità organizzata. Nessuno si sognerebbe di dire che questi numeri significano che sono aumentate la attività criminali., nè tanto meno che questo aumento della criminalità sarebbe colpa di Berlusconi.
Adesso facciamo un parallelo; la Corte dei Conti riporta che le denunce per corruzione nella pubblica amministrazione sono aumentate del 229%.
Lo stesso criterio utilizzato per i numeri della criminalità organizzata dovrebbe far concludere che l'aumento delle denunce sono da collegarsi all'aumento dei controlli sulle attività delle pubbliche amministrazioni.
Ma l'Espresso non la pensa così, e in un suo articolo, assolve la cultura familista e clientelare degli italiani, assolve i politici di ogni parte e, udite udite, fa risalire tutto alla subcultura berlusconiana, che in 15 anni ha sdoganato moralmente l'illegalità come modus vivendi, l'abuso condonato, l'evasione o elusione fiscale e così via.
Insomma è colpa di Berlusconi.
Gesù era gay
Ci sono profeti che possono essere lapidati, derisi e interpretati sulla pubblica piazza, e ce ne sono altri che solo a nominarli rischi la tua vita e la tua libertà. Ovviamente Elton John si guarda bene di parlare di Maometto, ma su Gesù può con certezza asserire che "Gesù era gay".
Ci sono studi che confermano questa affermazione? Ci sono seri riferimenti storici? No, nulla di tutto questo. C'è l'impressione di Elton John che vede in Gesù le caratteristiche gay: compassionevole e superintelligente.
Elton John vuole sensibilizzare la Chiesa sulla questione dei gay, e spara una scempiaggine. Scempiaggine perchè l'orientamento sessuale di Cristo è davvero un elemento poco importante e direi nullo dinanzi alla figura storica e religiosa dell'uomo.
Ci sono studi che confermano questa affermazione? Ci sono seri riferimenti storici? No, nulla di tutto questo. C'è l'impressione di Elton John che vede in Gesù le caratteristiche gay: compassionevole e superintelligente.
Elton John vuole sensibilizzare la Chiesa sulla questione dei gay, e spara una scempiaggine. Scempiaggine perchè l'orientamento sessuale di Cristo è davvero un elemento poco importante e direi nullo dinanzi alla figura storica e religiosa dell'uomo.
Un delfinario a Napoli
L'antibassolinismo di De Luca, candidato alla regione Campania per la coalizione del centrosinistra, aveva fatto in modo che quando Bassolino precipitava negli abissi, la stellina di De Luca risplendeva.
Non riporto qui tutte le volte che De Luca ha criticato l'operato di Bassolino e tutte le volte che ha indicato nella politica bassoliniana il "male" della regione Campania.
Ma Bassolino, nei suoi anni di governo, ha saputo dispensare e quindi costruire un bel bacino di voti e questa infornata di consensi bassoliniani sono stati alla base dell'incontro avuto ieri tra Bassolino e De Luca. Al bando le divergenze, tappiamoci il naso, ora si tratta, ed il prezzo della trattativa è un possibile ingresso nell’eventuale giunta De Luca del delfino di Bassolino Andrea Cozzolino.
Non riporto qui tutte le volte che De Luca ha criticato l'operato di Bassolino e tutte le volte che ha indicato nella politica bassoliniana il "male" della regione Campania.
Ma Bassolino, nei suoi anni di governo, ha saputo dispensare e quindi costruire un bel bacino di voti e questa infornata di consensi bassoliniani sono stati alla base dell'incontro avuto ieri tra Bassolino e De Luca. Al bando le divergenze, tappiamoci il naso, ora si tratta, ed il prezzo della trattativa è un possibile ingresso nell’eventuale giunta De Luca del delfino di Bassolino Andrea Cozzolino.
Case e casini
Ecco un esempio di cosa la politica è in grado di inventare pur di conquistare voti.
Venerdì la giunta regionale del Lazio, ad un mese dalle elezioni, ha varato un provvedimento da 500 milioni di euro che serviranno ad accendere mutui da 100 mila euro all'1 per cento di interesse.
Ottimo, da applauso, un aiuto prezioso per le famiglie che cercano casa.
Ma il problema è che le case non ci sono. Devono ancora essere costruite. E, a dire il vero, devono ancora essere individuati i terreni su cui un giorno sorgeranno queste benedette case.
Ma, nel frattempo, la regione Lazio ha individuato le famiglie aventi diritto a una casa in edilizia agevolata.
Insomma, non ci sono le case, non sono stati ancora individuati i terreni, ma a tante famiglie è stato ufficilalmente offerto il mutuo agevolato, a spese di chi dovrà governare tra un mese.
Venerdì la giunta regionale del Lazio, ad un mese dalle elezioni, ha varato un provvedimento da 500 milioni di euro che serviranno ad accendere mutui da 100 mila euro all'1 per cento di interesse.
Ottimo, da applauso, un aiuto prezioso per le famiglie che cercano casa.
Ma il problema è che le case non ci sono. Devono ancora essere costruite. E, a dire il vero, devono ancora essere individuati i terreni su cui un giorno sorgeranno queste benedette case.
Ma, nel frattempo, la regione Lazio ha individuato le famiglie aventi diritto a una casa in edilizia agevolata.
Insomma, non ci sono le case, non sono stati ancora individuati i terreni, ma a tante famiglie è stato ufficilalmente offerto il mutuo agevolato, a spese di chi dovrà governare tra un mese.
Via La Divina Commedia: non è politically correct
Riporto una petizione inviata dall’Arre (Associazione per il rispetto di tutte le religioni e la convivenza pacifica delle etnie culturali) al Ministro della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini che riguarda l’insegnamento della Divina Commedia nelle nostre scuole.
Ill.mo Signor Ministro,
un numero crescente di cittadini italiani di religione islamica, insieme all’Associazione tosco-emiliana per la difesa delle tradizioni cittadine e alla Federazione Gruppi Gay Riuniti, chiede di espungere la ‘Divina Commedia’ – un poema, oltretutto, scritto in una lingua non più comprensibile dalle nuove generazioni – dai programmi d’insegnamento di ogni ordine di scuole. Quello che si ritiene, a torto, il capolavoro della letteratura italiana, infatti, contiene centinaia, se non migliaia, di versi che violano ogni political correctness, offendono gravemente non poche minoranze di cittadini, legittimano pesanti discriminazioni nei confronti dei diversi, rappresentano una intollerabile violazione dei ‘diritti soggettivi’ vanificati dal mancato rispetto della dignità delle persone.
La petizione si dilunga poi ad elencare i versi che "discriminano e offendono", tra cui viene evidenziato il dileggio nei confronti del Profeta dell’Islam, viene teorizzato che alcuni versi ispirarono le leggi razziali di Mussolini e viene evidenziato che altri versi offendono anche la religione cristiana e altri ancora istigano alla violenza e allo stragismo.
La petizione riporta poi che altre Associazioni, (l’Associazione ‘Giordano Bruno’, l’Istituto Bruno Leoni, il Gruppo Amici di Margherita Hack) hanno inoltrato analoga richiesta di depennare l’opera dantesca dai programmi scolastici, accusando Dante di antiscientismo (e che è?) e antimoderrnismo.
La petizione conclude:
I punti discutibili e pericolosi della ‘Divina Commedia’, da noi messi in evidenza, sono talmente gravi da indurci non solo a far pervenire alla S.V. la nostra istanza di cancellarla dall’insegnamento, medio, liceale e universitario, ma a fondare il Movimento antidantesco, con sezioni in ogni provincia della penisola, allo scopo di sensibilizzare il paese a un problema che ormai si protrae da troppo tempo.
Ormai io non mi stupisco più di niente, neppure del fatto che oggi in mano alla Procura di Milano (ma non hanno proprio nulla da fare?) ci sono alcuni versi del Canto XXXIII perchè i magistrati devono accertare se la declamazione di tali versi in pubblico, scuole o piazze possa configurare il reato di istigazione a delinquere, aggravato dallo stragismo.
Ecco i versi incriminati
«Ahi Pisa, vituperio de le genti/del bel paese là dove 'l sì suona,/poi che i vicini a te punir son lenti,/muovasi la Capraia e la Gorgona,/e faccian siepe ad Arno in su la foce,/sì ch'elli annieghi in te ogni persona!»
E cosa succederebbe se la Procura di Milano accogliesse l'istanza? Addio Divina Commedia.
Ma se quegli antichi versi rappresentano istigazione alla violenza, perchè si è permesso e si permette ancora di cantare: "Avanti popolo/alla riscossa/bandiera rossa/bandiera rossa". Ops, dimenticavo che questo è invece un canto patriottico, al pari di "stringiamci a coorte/siam pronti alla morte/siam pronti alla morte/l'Italia chiamò/si".
Ill.mo Signor Ministro,
un numero crescente di cittadini italiani di religione islamica, insieme all’Associazione tosco-emiliana per la difesa delle tradizioni cittadine e alla Federazione Gruppi Gay Riuniti, chiede di espungere la ‘Divina Commedia’ – un poema, oltretutto, scritto in una lingua non più comprensibile dalle nuove generazioni – dai programmi d’insegnamento di ogni ordine di scuole. Quello che si ritiene, a torto, il capolavoro della letteratura italiana, infatti, contiene centinaia, se non migliaia, di versi che violano ogni political correctness, offendono gravemente non poche minoranze di cittadini, legittimano pesanti discriminazioni nei confronti dei diversi, rappresentano una intollerabile violazione dei ‘diritti soggettivi’ vanificati dal mancato rispetto della dignità delle persone.
La petizione si dilunga poi ad elencare i versi che "discriminano e offendono", tra cui viene evidenziato il dileggio nei confronti del Profeta dell’Islam, viene teorizzato che alcuni versi ispirarono le leggi razziali di Mussolini e viene evidenziato che altri versi offendono anche la religione cristiana e altri ancora istigano alla violenza e allo stragismo.
La petizione riporta poi che altre Associazioni, (l’Associazione ‘Giordano Bruno’, l’Istituto Bruno Leoni, il Gruppo Amici di Margherita Hack) hanno inoltrato analoga richiesta di depennare l’opera dantesca dai programmi scolastici, accusando Dante di antiscientismo (e che è?) e antimoderrnismo.
La petizione conclude:
I punti discutibili e pericolosi della ‘Divina Commedia’, da noi messi in evidenza, sono talmente gravi da indurci non solo a far pervenire alla S.V. la nostra istanza di cancellarla dall’insegnamento, medio, liceale e universitario, ma a fondare il Movimento antidantesco, con sezioni in ogni provincia della penisola, allo scopo di sensibilizzare il paese a un problema che ormai si protrae da troppo tempo.
Ormai io non mi stupisco più di niente, neppure del fatto che oggi in mano alla Procura di Milano (ma non hanno proprio nulla da fare?) ci sono alcuni versi del Canto XXXIII perchè i magistrati devono accertare se la declamazione di tali versi in pubblico, scuole o piazze possa configurare il reato di istigazione a delinquere, aggravato dallo stragismo.
Ecco i versi incriminati
«Ahi Pisa, vituperio de le genti/del bel paese là dove 'l sì suona,/poi che i vicini a te punir son lenti,/muovasi la Capraia e la Gorgona,/e faccian siepe ad Arno in su la foce,/sì ch'elli annieghi in te ogni persona!»
E cosa succederebbe se la Procura di Milano accogliesse l'istanza? Addio Divina Commedia.
Ma se quegli antichi versi rappresentano istigazione alla violenza, perchè si è permesso e si permette ancora di cantare: "Avanti popolo/alla riscossa/bandiera rossa/bandiera rossa". Ops, dimenticavo che questo è invece un canto patriottico, al pari di "stringiamci a coorte/siam pronti alla morte/siam pronti alla morte/l'Italia chiamò/si".
sabato 20 febbraio 2010
Lo facciamo un referendum?
Destra e Sinistra si scannano su tutto, non c'è nulla che va bene per una parte che sia condiviso dall'altra.
Nulla?
Non è vero.
Vanno molto molto d'accordo quando devono aumentarsi gli stipendi: il Parlamento ha votato all'unanimità, nessuno astenuto, un aumento per i parlamentari di euro 1.135,oo al mese. Ripeto, nessuno astenuto.
Riassumendo, al mese:
stipendio base: 9.980€
portaborse: 4.o30€
spese affitto: 2.900€
indennità di carica: da 335 a 6.445€
telefono cellulare: gratis
tessera cinema: gratis
tessera autobus: gratis
tessera teatro: gratis
tessera metropolitana: gratis
francobolli: gratis
voli nazionali: gratis
pedaggi sutostrade: gratis
piscine: gratis
palestre: gratis
treni: gratis
cliniche: gratis
assicurazione infortuni: gratis
assicurazione decesso: gratis
ristorante montecitorio: a prezzi stracciati
in più hanno diritto:
a 103.000€ per rimborso delle spese elettorali,
alla pensione dopo 35 MESI di "lavoro"
e, se sei stato presidente della Repubblica, della Camera o del Senato, anche se per un solo giorno, hai a disposizione gratis, a vita, un ufficio, una segretaria, un'auto blu, un autista ed una scorta.
La sola camera dei Deputati costa più di 2.000 euro al minuto.
Nulla?
Non è vero.
Vanno molto molto d'accordo quando devono aumentarsi gli stipendi: il Parlamento ha votato all'unanimità, nessuno astenuto, un aumento per i parlamentari di euro 1.135,oo al mese. Ripeto, nessuno astenuto.
Riassumendo, al mese:
stipendio base: 9.980€
portaborse: 4.o30€
spese affitto: 2.900€
indennità di carica: da 335 a 6.445€
telefono cellulare: gratis
tessera cinema: gratis
tessera autobus: gratis
tessera teatro: gratis
tessera metropolitana: gratis
francobolli: gratis
voli nazionali: gratis
pedaggi sutostrade: gratis
piscine: gratis
palestre: gratis
treni: gratis
cliniche: gratis
assicurazione infortuni: gratis
assicurazione decesso: gratis
ristorante montecitorio: a prezzi stracciati
in più hanno diritto:
a 103.000€ per rimborso delle spese elettorali,
alla pensione dopo 35 MESI di "lavoro"
e, se sei stato presidente della Repubblica, della Camera o del Senato, anche se per un solo giorno, hai a disposizione gratis, a vita, un ufficio, una segretaria, un'auto blu, un autista ed una scorta.
La sola camera dei Deputati costa più di 2.000 euro al minuto.
Pubblico una lettera di Paolo Ferrero:
Che De Luca, nonostante i rinvii a giudizio, voglia candidarsi sono affari suoi. La cosa incredibile è che venga assunto come candidato del centrosinistra, nonostante le sue posizioni razziste sulle politiche sociali, le sue azioni da amministratore comunale e le sue dichiarazioni. E’ incredibile, incomprensibile come l’on. Di Pietro lo abbia adottato, componendo uno schieramento che fin da oggi non può davvero riconoscersi nel suo candidato. E’ per questo motivo che ho deciso di candidarmi per la Federazione della Sinistra, in alternativa a De Luca, volendo raccogliere e rappresentare le richieste di cambiamento di quanti non si riconoscono in questa politica e in queste logiche di partito.
You should love him
Mentre in Italia ci sono alcuni balordi, per non dire altro, che si permettono di affiggere manifesti col volto del presidente del consiglio con la scritta sotto: appuntamento a piazzale Loreto, all'estero Berlusconi viene lodato per il suo impegno internazionale,
E' il caso della Pajamastv, network americana, in una intervista Michael Ledeen, giornalista e scrittore della Foundation of Defense of Democracies (FDD) afferma che Silvio Berlusconi é il più coraggioso dei leader occidentali.
Gli viene riconosciuto di essere stato l'unico ad "avere coraggio di affermare verità scomode e politicamente scorrette sul mondo di oggi come sulla civiltà islamica, l'Iran e Israele. Per questo motivo va considerato uno dei più grandi fenomeni politici del nostro tempo". (Silvio Berlusconi, you should love him 9.2.2010)
Per il mondo (non italiano) infatti, l'intervento del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella Knesset, il Parlamento israeliano, é stato un vero trionfo. Un discorso incisivo e ispirato. Silvio Berlusconi, ha scritto una pagina di storia molto importante. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha ringraziato Israele di esistere, “Questo Parlamento rappresenta la più straordinaria vicenda del Novecento. Voi rappresentate ideali che sono universali, siete il più grande esempio, se non l'unico, di democrazia e di libertà nel Medio oriente, un esempio che ha radici profonde nella Bibbia e nell'ideale sionista. Grazie di esistere”. Ha poi fortemente criticato la politica terroristica del governo iraniano di Ahamadinejad, che ogni giorno continua a minacciare di distruggere Israele, negando apertamente la Shoah. Ed ha poi dichiarato che non è concepibile che la comunità internazionale assista impassibile all'armamento atomico dell'Iran e nello stesso tempo alle minacce nei confronti di uno stato riconosciuto internazionalmente. Su questo punto non si possono ammettere cedimenti.
“Non sono parole facili, nè di circostanza, ma vuole essere una correzione alla follia realizzata dal governo Prodi che, nel silenzio generale, inviò una lettera ufficiale con la quale riconosceva il diritto iraniano a essere potenza regionale. Una pura follia.
E' il caso della Pajamastv, network americana, in una intervista Michael Ledeen, giornalista e scrittore della Foundation of Defense of Democracies (FDD) afferma che Silvio Berlusconi é il più coraggioso dei leader occidentali.
Gli viene riconosciuto di essere stato l'unico ad "avere coraggio di affermare verità scomode e politicamente scorrette sul mondo di oggi come sulla civiltà islamica, l'Iran e Israele. Per questo motivo va considerato uno dei più grandi fenomeni politici del nostro tempo". (Silvio Berlusconi, you should love him 9.2.2010)
Per il mondo (non italiano) infatti, l'intervento del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella Knesset, il Parlamento israeliano, é stato un vero trionfo. Un discorso incisivo e ispirato. Silvio Berlusconi, ha scritto una pagina di storia molto importante. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha ringraziato Israele di esistere, “Questo Parlamento rappresenta la più straordinaria vicenda del Novecento. Voi rappresentate ideali che sono universali, siete il più grande esempio, se non l'unico, di democrazia e di libertà nel Medio oriente, un esempio che ha radici profonde nella Bibbia e nell'ideale sionista. Grazie di esistere”. Ha poi fortemente criticato la politica terroristica del governo iraniano di Ahamadinejad, che ogni giorno continua a minacciare di distruggere Israele, negando apertamente la Shoah. Ed ha poi dichiarato che non è concepibile che la comunità internazionale assista impassibile all'armamento atomico dell'Iran e nello stesso tempo alle minacce nei confronti di uno stato riconosciuto internazionalmente. Su questo punto non si possono ammettere cedimenti.
“Non sono parole facili, nè di circostanza, ma vuole essere una correzione alla follia realizzata dal governo Prodi che, nel silenzio generale, inviò una lettera ufficiale con la quale riconosceva il diritto iraniano a essere potenza regionale. Una pura follia.
diversificazione giudiziaria
Ieri Di Pietro ha aperto a Roma la campagna elettorale a supporto della candidatura della Bonino a governatore del Lazio, e ne ha approfittato per ribadire il solito concetto delle candidature nel segno della trasparenza: via i corrotti dalle liste.
Dopo che Di Pietro ha detto queste parole, di certo adesso la Bonino vincerà. Ma certo la Bonino vincerà.
Anche Errani vincerà: e chi se ne frega che è indagato.
Anche De Luca vincerà: e chi se ne frega se è indagato.
Anche Loiero vincerà: e chi se ne frega che è indagato.
Anche Vendola vincerà: e chi se ne frega se i magistrati si astengono dal mandare avanti, le dichiarazioni delle escort di Tarantini. E se la miss ASL ancora si ostina a tacere.
Vinceranno tutti, finchè ci sarà qualcuno che fa in modo che le loro carte giudiziarie restano ferme nei cassetti. Vinceranno finché si applica la diversificazione dell'azione giudiziaria.
La esempliflicazione fatta persona è Bassolino, anche lui vincerebbe; dopo il suo rinvio a giudizio, sono anni che non si riesce a......... ed il reato sarà prescritto. E cosa dice Di Pietro su questo argomento? TACE
I compagni che sono sempre così interessati a sollecitare lo svolgimento rapido dei processi per i propri avversari, perchè non premono per veder celebrato anche quello di uno dei più indegni rappresentanti della sinistra italiana?
Dopo che Di Pietro ha detto queste parole, di certo adesso la Bonino vincerà. Ma certo la Bonino vincerà.
Anche Errani vincerà: e chi se ne frega che è indagato.
Anche De Luca vincerà: e chi se ne frega se è indagato.
Anche Loiero vincerà: e chi se ne frega che è indagato.
Anche Vendola vincerà: e chi se ne frega se i magistrati si astengono dal mandare avanti, le dichiarazioni delle escort di Tarantini. E se la miss ASL ancora si ostina a tacere.
Vinceranno tutti, finchè ci sarà qualcuno che fa in modo che le loro carte giudiziarie restano ferme nei cassetti. Vinceranno finché si applica la diversificazione dell'azione giudiziaria.
La esempliflicazione fatta persona è Bassolino, anche lui vincerebbe; dopo il suo rinvio a giudizio, sono anni che non si riesce a......... ed il reato sarà prescritto. E cosa dice Di Pietro su questo argomento? TACE
I compagni che sono sempre così interessati a sollecitare lo svolgimento rapido dei processi per i propri avversari, perchè non premono per veder celebrato anche quello di uno dei più indegni rappresentanti della sinistra italiana?
Un problema italiano
Nel 2008 i dirigenti del Comune di Napoli erano "solo" 210. Oggi quello dei dirigenti del Comune è un vero esercito: sono arrivati a quota 256 - quindi 46 in più in un anno - che macinano in stipendi 19 milioni 746mila 557,11 euro lordi.
Siccome vale sempre l'equazione: più burocrazia = più freno alle risorse, questo significa: più dirigenti = meno servizi?
E a Napoli si vede benissimo che le cose sono peggiorate.
Come mai una Cittá come Berlino, capitale tedesca, va avanti con 56 dirigenti comunali, mentre il comune napoletano, dove non funziona niente di niente, ne ha 256 ?
Come mai i 56 dirigenti tedeschi operano in prima persona mentre i 256 dirigenti campani hanno bisogno di migliaia di consulenze?
Non è un problema di destra o di sinistra, è un problema italiano.
A conferma di queste mie impressioni, è arrivata l'ultima sfornata dalla Regione Campania. A meno di un mese dalle elezioni, la rgione ha nominato ieri UNDICI presidenti dei parchi regionali. La delibera chiarisce che «I presidenti sono stati selezionati all’interno di un albo degli idonei titolari di adeguati curricula».
Siccome vale sempre l'equazione: più burocrazia = più freno alle risorse, questo significa: più dirigenti = meno servizi?
E a Napoli si vede benissimo che le cose sono peggiorate.
Come mai una Cittá come Berlino, capitale tedesca, va avanti con 56 dirigenti comunali, mentre il comune napoletano, dove non funziona niente di niente, ne ha 256 ?
Come mai i 56 dirigenti tedeschi operano in prima persona mentre i 256 dirigenti campani hanno bisogno di migliaia di consulenze?
Non è un problema di destra o di sinistra, è un problema italiano.
A conferma di queste mie impressioni, è arrivata l'ultima sfornata dalla Regione Campania. A meno di un mese dalle elezioni, la rgione ha nominato ieri UNDICI presidenti dei parchi regionali. La delibera chiarisce che «I presidenti sono stati selezionati all’interno di un albo degli idonei titolari di adeguati curricula».
giovedì 18 febbraio 2010
Io sto con..........
L’uomo è molto efficiente, per nulla interessato ad arricchimenti personali, dedicato con passione al ruolo di Protettore Civile.
Gli hanno dato sul groppone un altro carico da paura: intervenire per mandare a buon fine i grandi eventi, e ce ne sono in continuazione, soprattutto internazionali.
Insomma, si tratta di milionate di euro da gestire.
Ebbene un personaggio così, intercettato da anni, che ha la disponibilità di spendere migliaia di milioni di euro, tra La Maddalena, L’Aquila il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, l’unico appiglio che dà ai magistrati è stato farsi massaggiare al Club Salaria.
Per cortesia ditemi che stiamo scherzando.
Tutto questo apparato di intercettazioni, di pedinamenti e di veline passate ai giornali, mi avrebbero fatto figurare che prima o poi apparissero anche valigette con decine, centinaia, milioni di euro passati sui conti in banca, fazende in Brasile, latifondi in Canada, appartamenti a Parigi, New York, S. Moritz, Maldive. Roba tosta. Nulla, tutto gira intorno ad un preservativo che non si riesce a trovare.
Poi, come è probabile, qualche funzionario ci ha "marciato", ma la magistratura con Bertolaso ha preso una cantonata, e la cosa buffa è che non solo Bertlaso, ma anche la magistratura non sa come uscirne.
Gli hanno dato sul groppone un altro carico da paura: intervenire per mandare a buon fine i grandi eventi, e ce ne sono in continuazione, soprattutto internazionali.
Insomma, si tratta di milionate di euro da gestire.
Ebbene un personaggio così, intercettato da anni, che ha la disponibilità di spendere migliaia di milioni di euro, tra La Maddalena, L’Aquila il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, l’unico appiglio che dà ai magistrati è stato farsi massaggiare al Club Salaria.
Per cortesia ditemi che stiamo scherzando.
Tutto questo apparato di intercettazioni, di pedinamenti e di veline passate ai giornali, mi avrebbero fatto figurare che prima o poi apparissero anche valigette con decine, centinaia, milioni di euro passati sui conti in banca, fazende in Brasile, latifondi in Canada, appartamenti a Parigi, New York, S. Moritz, Maldive. Roba tosta. Nulla, tutto gira intorno ad un preservativo che non si riesce a trovare.
Poi, come è probabile, qualche funzionario ci ha "marciato", ma la magistratura con Bertolaso ha preso una cantonata, e la cosa buffa è che non solo Bertlaso, ma anche la magistratura non sa come uscirne.
Ops, e adesso?
Il presidente statunitense Barak Obama ha annunciato un prestito di 8,3 miliardi di dollari da investire nella costruzione dei primi due reattori nucleari degli ultimi trent'anni.
Obama ha spiegato che l'iniziativa creeerà migliaia di posti di lavoro per la costruzione dei due reattori che daranno lavoro permanente a 800 persone.
Secondo Obama è "solo l'inizio" degli sforzi per sviluppare tecnologie energetiche "sicure e pulite" e che "l'energia nucleare resta la nostra più grande fonte di carburante che non produce emissioni".
Ops...e adesso che faranno i compagni, dopo decenni di strenua lotta al nucleare, si convertiranno alla nuova linea obamiana, o declasseranno il loro idolo pacifista, buonista, ecologista ecc. perchè emulo del perfido Cav. che è in procinto di distruggere l'ambiente con le centrali nucleari? Riusciranno i loro neuroni ad assorbire un simile contraccolpo?
Dovranno ingoiare il fatto di riconoscere che, anche in questo caso, Berlusconi ha ragione, ed in più egli prevede e anticipa le mosse di leader mondiali come Obama, lui il "nano malefico", la causa di tutti i mali italiani.
Obama ha spiegato che l'iniziativa creeerà migliaia di posti di lavoro per la costruzione dei due reattori che daranno lavoro permanente a 800 persone.
Secondo Obama è "solo l'inizio" degli sforzi per sviluppare tecnologie energetiche "sicure e pulite" e che "l'energia nucleare resta la nostra più grande fonte di carburante che non produce emissioni".
Ops...e adesso che faranno i compagni, dopo decenni di strenua lotta al nucleare, si convertiranno alla nuova linea obamiana, o declasseranno il loro idolo pacifista, buonista, ecologista ecc. perchè emulo del perfido Cav. che è in procinto di distruggere l'ambiente con le centrali nucleari? Riusciranno i loro neuroni ad assorbire un simile contraccolpo?
Dovranno ingoiare il fatto di riconoscere che, anche in questo caso, Berlusconi ha ragione, ed in più egli prevede e anticipa le mosse di leader mondiali come Obama, lui il "nano malefico", la causa di tutti i mali italiani.
Armi di distrazione di massa
Quando leggi Repubblica capisci perchè Berlusconi è al governo.
Quando leggo che all’Aquila dopo il terremoto «i campi sono diventati subito campi militari, dove era impedito ai cittadini discutere» è chiaro che si entra in una dimensione dove la fiction ha preso il sopravvento.
Ve lo immaginate Guido Bertolaso che trasforma i centri di soccorso in recinti simili a un campo di rieducazione vietnamita, con il filo spinato elettrificato, una torretta con i militari a fucile spianato e le baracche con la sveglia per tutti obbligatoria alle cinque del mattino?
Ecco, questo è il miglior modo per consegnare ancora una volta le chiavi del Paese a Berlusconi.
Il quadro è semplice: c'è un indagine e ci sono delle persone indagate.
L'opposizione e i loro media ci riempiono invece di contorni erotici e da fiction; la maggioranza ed i loro media ci riempiono di complottismo e di magistratura politicizzata. E noi poveri lettori cadiamo nella loro rete e perdiamo di vista il fatto che sicuramente occorrono norme più efficaci e maggiori controlli per combattere la corruzione, che non ha colore politico.
Quando leggo che all’Aquila dopo il terremoto «i campi sono diventati subito campi militari, dove era impedito ai cittadini discutere» è chiaro che si entra in una dimensione dove la fiction ha preso il sopravvento.
Ve lo immaginate Guido Bertolaso che trasforma i centri di soccorso in recinti simili a un campo di rieducazione vietnamita, con il filo spinato elettrificato, una torretta con i militari a fucile spianato e le baracche con la sveglia per tutti obbligatoria alle cinque del mattino?
Ecco, questo è il miglior modo per consegnare ancora una volta le chiavi del Paese a Berlusconi.
Il quadro è semplice: c'è un indagine e ci sono delle persone indagate.
L'opposizione e i loro media ci riempiono invece di contorni erotici e da fiction; la maggioranza ed i loro media ci riempiono di complottismo e di magistratura politicizzata. E noi poveri lettori cadiamo nella loro rete e perdiamo di vista il fatto che sicuramente occorrono norme più efficaci e maggiori controlli per combattere la corruzione, che non ha colore politico.
martedì 16 febbraio 2010
Scalfari Bertolaso
Eugenio Scalfari crede di essere Mosè e scende dal monte con le solite dieci domande che, questa volta, rivolge a Guido Bertolaso.
Solo che questa volta riceve anche repentine risposte. Quelle che si merita.
Ecco le domande e le risposte. Ho riportato tutto perchè dalle domande si capisce benissimo che il caso Bertolaso è un caso politico.
1. Non si è accorto che l'estensione della Protezione civile ai Grandi eventi del tutto disconnessi dalle catastrofi causate dalla natura o dagli uomini, era al di sopra delle possibilità di un regolare servizio?
"Mi sono accorto del contrario e resto convinto delle ragioni che hanno portato il Governo Berlusconi prima, il Governo Prodi poi, ed infine l'attuale Governo Berlusconi a confermare al Dipartimento la gestione dei Grandi Eventi. La ragione: quella della Protezione civile è l'unica normativa che considera, in linea con le normative comunitarie relativamente alla accelerazione delle procedure, la variabile "tempo" come reale e cogente".
"Quando ci sono scadenze, quando bisogna concludere qualcosa entro una data non procrastinabile, anche in relazione ad esigenze di sicurezza e di tutela degli interessi primari della collettività, l'unico strumento che funziona è la normativa citata.
Ripeto: normativa, non anarchia o autorizzazione ad esercitare la pirateria a nome dello Stato, normativa per di più comprensiva di controlli e autorità di vigilanza, mai abrogate".
2. Se se n'è accorto, ha comunicato questa sua preoccupazione al presidente del Consiglio? Ottenendo quale risposta?
"Ho comunicato alla Presidenza più volte - e non solo durante questo Governo - la mia preoccupazione relativa all'aumento delle richieste di dichiarazione di grande evento da affrontare con la figura del Commissario Straordinario. A mio avviso c'era e c'è da domandarsi come mai continuano ad aumentare le richieste di dichiarare situazioni di ogni tipo particolari e diverse dalle altre, che siano grandi eventi, emergenze, o altre fattispecie. A me pare che ciò costituisca un segnale, inquietante, dell'aumento della difficoltà delle Amministrazioni a gestire in ordinario il territorio affrontando situazioni complesse. Nessuno, né in Parlamento né fuori, ha finora dato cenno di condividere la necessità di una revisione e di un ammodernamento della normativa, per poter consentire alle Amministrazioni di affrontare efficacemente in via ordinaria le problematiche del governo del loro territorio".
3. Non si è reso conto che la creazione della Protezione civile Spa rendeva permanente quest'anomalia e confiscava ulteriormente i poteri legislativi del Parlamento?
"Come già Le ho scritto la settimana scorsa, il decreto legge non prevede affatto la trasformazione della Protezione Civile in società per azioni, la quale viceversa, con personale capace e preparato, continuerà nella sua missione. La Spa è uno strumento tecnico in più, che, con l'esperienza acquisita nelle emergenze, non ultima quella aquilana, rimette nella mani del "Pubblico" competenze da "general contractor" che la pubblica amministrazione ha perso negli ultimi decenni, rendendola nuovamente in grado di seguire giorno per giorno i lavori di cui lo Stato è committente e sottraendosi al ricatto del "mercato", all'ormai abituale ricorso ai vari modi di implementare i prezzi che azzerano nei fatti la sostanza stessa delle gare che si svolgono, oltre a provocare inevitabilmente il rinvio a tempi ignoti della consegna della commessa. Aggiungo, viste le circostanze, che tutto si gioca, come sempre, sulla scelta delle persone giuste nei posti giusti. Ho potuto farlo all'Aquila, mentre in precedenza ho lavorato con le massime autorità competenti per le opere pubbliche che ho trovato. Se queste persone già investite di ruoli importanti e delicati non erano all'altezza del loro compito, il chè deve ancora essere provato, posso solo dire, senza violare alcun segreto investigativo, che la prospettiva che si possa lavorare assumendo in pieno anche la responsabilità della scelta accurata dei collaboratori mi pare un passo avanti e una garanzia in più".
4. Ha comunicato al presidente del consiglio questa sua eventuale preoccupazione?
"Rendere lo Stato efficiente non è una anomalia, non ho mai sottratto poteri legislativi al Parlamento - affermazione in sé ridicola -, credo che lo Stato non sia solo gioco partitico, in parlamento e fuori, ma anche responsabilità di operare delle amministrazioni. Per questa ragione non avevo proprio nulla da comunicare al Presidente del Consiglio su questo punto. Avrei dovuto chiedergli che mi concedesse di rinunciare alle uniche norme che consentono di operare con efficacia, come ho dimostrato in questi anni. Per quale ragione? Per restare fermo a tempo indeterminato, in attesa che il Parlamento affrontasse il problema della capacità di decidere e fare delle Amministrazioni, sul quale ad oggi non ci sono neppure proposte?"
5. Si è reso conto che buona parte dei mutamenti apportati alla legge del 1992 potevano creare conflitti con l'ordinamento costituzionale?
"Non mi rendo mai conto di ciò che non c'è. Nessuna novità venuta dopo la legge del 1992 ha creato conflitti costituzionali. Nessuna norma è passata col parere contrario del Presidente della Repubblica, non ci sono state osservazioni neppure informali, non ci sono stati pronunciamenti della Corte Costituzionale né sono state sollevate fondate eccezioni di incostituzionalità. Da nessuno, tranne che da Lei oggi, neppure durante la discussione e l'approvazione della riforma del Titolo V della Costituzione, che ha dichiarato la Protezione Civile materia concorrente con le Regioni, con le quali per noi è normale coordinarsi, anche per i Grandi Eventi, come è avvenuto per il G8 con la Regione Sardegna e successivamente con la Regione Abruzzo".
6. Ha riflettuto sul fatto che le ordinanze relative a quegli eventi (tra le quali c'è anche l'attribuzione alla Protezione civile del finanziamento delle celebrazioni per l'Unità d'Italia) sono un modo per evitare la firma del capo dello Stato eludendo così il suo controllo di costituzionalità?
"Se i Presidenti della Repubblica non hanno mai opposto il rifiuto o obiezioni alle leggi che consentono l'adozione delle ordinanze relative ai Grandi Eventi, se gli stessi non hanno mai espresso preoccupazioni di sorta al riguardo, confesso che non ho avuto stimoli per fare questa riflessione. Ricordo invece che i Presidenti della Repubblica hanno conferito due medaglie d'oro al valore civile al Dipartimento, mi hanno riservato rapporti personali diretti assolutamente cordiali, non hanno mai lesinato, in moltissime occasioni, i loro complimenti e il loro compiacimento per il mio operato. In occasione del G8 all'Aquila il Presidente Napolitano ha voluto pubblicamente manifestare il suo grande apprezzamento, a me e a quanti hanno lavorato con me, per l'organizzazione e la gestione dell'evento".
7. Ha informato di queste sue eventuali osservazioni il presidente del Consiglio? Quale risposta ne ha ottenuta?
"Per la stessa ragione, e cioè la mia incapacità di vedere pericoli dove li vede solo Lei, non ho informato il Presidente del Consiglio, che invece ha potuto prendere atto in molte occasioni, senza bisogno di suggerimenti, delle tante cose concrete positive realizzate dal Dipartimento".
8. Si è reso conto che, restando sottosegretario di Stato, esisteva un'incompatibilità assoluta con la carica di direttore del Dipartimento della Protezione civile? Questa incompatibilità è durata più di un anno. Per quale ragione?
"Sarei incompatibile se fossi sottosegretario alla Protezione Civile. Mi sono battuto sempre perché la competenza della Protezione Civile fosse propria del Presidente del Consiglio dei Ministri, risolvendo in questo modo il problema di evitare, nei tempi dell'emergenza, di affidarsi a forme di "coordinamento senza potere", esercitate da un Ministro pari grado di altri Ministri che dovevano accettare di farsi coordinare. Ho detto anche di recente che un conto è invitare i colleghi, un altro convocare le Amministrazioni e i loro titolari a riunioni a Palazzo Chigi. Questo vale in generale, a prescindere da chi sia l'inquilino di Palazzo Chigi. Sono stato sottosegretario per l'emergenza rifiuti in Campania dove ho anche operato come responsabile della Protezione Civile con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Risultati che dipendono dall'uso di quei poteri e normative di Protezione Civile, le uniche adeguate ad affrontare situazioni complesse e problemi dove il "tempo che passa" è determinante, che ora sembra Le creino insormontabili problemi di tenuta della democrazia. Anche adesso, comunque, non sono affatto sottosegretario alla Protezione Civile".
9. Bertolaso è stato indagato per reati connessi alla gestione dei rifiuti di Napoli, insieme al suo vice dell'epoca (che è una donna a lui ben nota e a lui fedelissima). Il processo per il suo vice è in corso. Per quanto riguarda lui è stato invece stralciato e trasferito a Roma. Può dirci a che punto si trova questo processo?
"Per quanto riguarda il processo relativo a mie condotte inerenti la gestione dei rifiuti in Campania, al momento mi risulta che ci sia stata richiesta di archiviazione per i quattro reati più gravi di cui ero indagato, mentre è in corso l'accertamento da parte del Gip per un ultimo reato di natura contravvenzionale, per il quale la legge prevede soltanto un'ammenda".
10. Porgo queste domande a Bertolaso perché egli si è sempre proclamato un uomo al servizio dello Stato e non dei governi. Se fosse al servizio di questo governo e lo dichiarasse francamente, non porrei questi interrogativi. Ma se è al servizio dello Stato avrebbe dovuto porseli e quindi: perché queste domande non se le è poste da solo e non ne ha tratto le conclusioni?
"Ripeto di essere un servitore dello Stato. Ho detto, anche nella ultima lettera che le ho inviato, che non sono servitore di questo o quel governo. Il che non vuol dire che non sia al servizio del Governo. Sarebbe assai originale e contraddittorio.
Se la Sua vera domanda è: "si è reso conto che il suo operare ha creato situazioni che possono aver contribuito al consenso nel Paese dell'attuale Presidente del Consiglio?" rispondo di essermene accorto. Ho già detto che alcuni degli interventi che ho realizzato, a partire dalla fine della quindicennale emergenza rifiuti in Campania, sarei stato lieto di concluderli con il Presidente Prodi, che condivideva il mio Piano, mentre il Governo da lui presieduto non ne ha permessa la realizzazione. Non io, ma Napoli e l'Italia hanno perso più di un anno. Spiacente, ma non è un mio problema considerare che per "Stato" si deve intendere "l'Italia senza Berlusconi". Spiacente, è un problema del centro sinistra italiano, non dello Stato, non riuscire a fare a meno di questo Presidente perché unico collante buono a tenere insieme forze politiche che, quando non trovano accordo su questo comune bersaglio, danno regolarmente vita alla fiera del fuoco amico.
Da servitore dello Stato, aspetto che questa congiuntura non brillante finisca, perché non aiuta nessuno a migliorare la qualità del servizio ai cittadini. Ma ciascuno si prenda le sue, di responsabilità. Un'ultima risposta la devo non ad una domanda, ma ad una sua affermazione. Personalmente ho grande considerazione per il lavoro della magistratura, credo indispensabile che esista una "macchina della giustizia" efficiente e responsabile, credo nel diritto dovere dei magistrati di fare il loro lavoro, prezioso per una società che vuole essere civile. Mi piacerebbe molto, invece, che i processi mediatici come quello che adesso si sta celebrando contro di me, che sono soltanto l'imputato pubblico di turno, scomparissero.
Rispetto l'opinione pubblica, al punto da essermi fatto un punto d'onore nel meritare la fiducia dei cittadini, ma non credo le si renda servizio spargendo illazioni, informazioni non verificate, sospetti, teoremi di colpevolezza data per certa quando nessun giudice si è pronunciato. Questo sì, in violazione dei principi costituzionali.
La libera stampa, se sviscera gli elementi di prova addotti dai giudici per una loro decisione, può rendere un servizio ai cittadini e al Paese. Quando spande fango, meno"
Solo che questa volta riceve anche repentine risposte. Quelle che si merita.
Ecco le domande e le risposte. Ho riportato tutto perchè dalle domande si capisce benissimo che il caso Bertolaso è un caso politico.
1. Non si è accorto che l'estensione della Protezione civile ai Grandi eventi del tutto disconnessi dalle catastrofi causate dalla natura o dagli uomini, era al di sopra delle possibilità di un regolare servizio?
"Mi sono accorto del contrario e resto convinto delle ragioni che hanno portato il Governo Berlusconi prima, il Governo Prodi poi, ed infine l'attuale Governo Berlusconi a confermare al Dipartimento la gestione dei Grandi Eventi. La ragione: quella della Protezione civile è l'unica normativa che considera, in linea con le normative comunitarie relativamente alla accelerazione delle procedure, la variabile "tempo" come reale e cogente".
"Quando ci sono scadenze, quando bisogna concludere qualcosa entro una data non procrastinabile, anche in relazione ad esigenze di sicurezza e di tutela degli interessi primari della collettività, l'unico strumento che funziona è la normativa citata.
Ripeto: normativa, non anarchia o autorizzazione ad esercitare la pirateria a nome dello Stato, normativa per di più comprensiva di controlli e autorità di vigilanza, mai abrogate".
2. Se se n'è accorto, ha comunicato questa sua preoccupazione al presidente del Consiglio? Ottenendo quale risposta?
"Ho comunicato alla Presidenza più volte - e non solo durante questo Governo - la mia preoccupazione relativa all'aumento delle richieste di dichiarazione di grande evento da affrontare con la figura del Commissario Straordinario. A mio avviso c'era e c'è da domandarsi come mai continuano ad aumentare le richieste di dichiarare situazioni di ogni tipo particolari e diverse dalle altre, che siano grandi eventi, emergenze, o altre fattispecie. A me pare che ciò costituisca un segnale, inquietante, dell'aumento della difficoltà delle Amministrazioni a gestire in ordinario il territorio affrontando situazioni complesse. Nessuno, né in Parlamento né fuori, ha finora dato cenno di condividere la necessità di una revisione e di un ammodernamento della normativa, per poter consentire alle Amministrazioni di affrontare efficacemente in via ordinaria le problematiche del governo del loro territorio".
3. Non si è reso conto che la creazione della Protezione civile Spa rendeva permanente quest'anomalia e confiscava ulteriormente i poteri legislativi del Parlamento?
"Come già Le ho scritto la settimana scorsa, il decreto legge non prevede affatto la trasformazione della Protezione Civile in società per azioni, la quale viceversa, con personale capace e preparato, continuerà nella sua missione. La Spa è uno strumento tecnico in più, che, con l'esperienza acquisita nelle emergenze, non ultima quella aquilana, rimette nella mani del "Pubblico" competenze da "general contractor" che la pubblica amministrazione ha perso negli ultimi decenni, rendendola nuovamente in grado di seguire giorno per giorno i lavori di cui lo Stato è committente e sottraendosi al ricatto del "mercato", all'ormai abituale ricorso ai vari modi di implementare i prezzi che azzerano nei fatti la sostanza stessa delle gare che si svolgono, oltre a provocare inevitabilmente il rinvio a tempi ignoti della consegna della commessa. Aggiungo, viste le circostanze, che tutto si gioca, come sempre, sulla scelta delle persone giuste nei posti giusti. Ho potuto farlo all'Aquila, mentre in precedenza ho lavorato con le massime autorità competenti per le opere pubbliche che ho trovato. Se queste persone già investite di ruoli importanti e delicati non erano all'altezza del loro compito, il chè deve ancora essere provato, posso solo dire, senza violare alcun segreto investigativo, che la prospettiva che si possa lavorare assumendo in pieno anche la responsabilità della scelta accurata dei collaboratori mi pare un passo avanti e una garanzia in più".
4. Ha comunicato al presidente del consiglio questa sua eventuale preoccupazione?
"Rendere lo Stato efficiente non è una anomalia, non ho mai sottratto poteri legislativi al Parlamento - affermazione in sé ridicola -, credo che lo Stato non sia solo gioco partitico, in parlamento e fuori, ma anche responsabilità di operare delle amministrazioni. Per questa ragione non avevo proprio nulla da comunicare al Presidente del Consiglio su questo punto. Avrei dovuto chiedergli che mi concedesse di rinunciare alle uniche norme che consentono di operare con efficacia, come ho dimostrato in questi anni. Per quale ragione? Per restare fermo a tempo indeterminato, in attesa che il Parlamento affrontasse il problema della capacità di decidere e fare delle Amministrazioni, sul quale ad oggi non ci sono neppure proposte?"
5. Si è reso conto che buona parte dei mutamenti apportati alla legge del 1992 potevano creare conflitti con l'ordinamento costituzionale?
"Non mi rendo mai conto di ciò che non c'è. Nessuna novità venuta dopo la legge del 1992 ha creato conflitti costituzionali. Nessuna norma è passata col parere contrario del Presidente della Repubblica, non ci sono state osservazioni neppure informali, non ci sono stati pronunciamenti della Corte Costituzionale né sono state sollevate fondate eccezioni di incostituzionalità. Da nessuno, tranne che da Lei oggi, neppure durante la discussione e l'approvazione della riforma del Titolo V della Costituzione, che ha dichiarato la Protezione Civile materia concorrente con le Regioni, con le quali per noi è normale coordinarsi, anche per i Grandi Eventi, come è avvenuto per il G8 con la Regione Sardegna e successivamente con la Regione Abruzzo".
6. Ha riflettuto sul fatto che le ordinanze relative a quegli eventi (tra le quali c'è anche l'attribuzione alla Protezione civile del finanziamento delle celebrazioni per l'Unità d'Italia) sono un modo per evitare la firma del capo dello Stato eludendo così il suo controllo di costituzionalità?
"Se i Presidenti della Repubblica non hanno mai opposto il rifiuto o obiezioni alle leggi che consentono l'adozione delle ordinanze relative ai Grandi Eventi, se gli stessi non hanno mai espresso preoccupazioni di sorta al riguardo, confesso che non ho avuto stimoli per fare questa riflessione. Ricordo invece che i Presidenti della Repubblica hanno conferito due medaglie d'oro al valore civile al Dipartimento, mi hanno riservato rapporti personali diretti assolutamente cordiali, non hanno mai lesinato, in moltissime occasioni, i loro complimenti e il loro compiacimento per il mio operato. In occasione del G8 all'Aquila il Presidente Napolitano ha voluto pubblicamente manifestare il suo grande apprezzamento, a me e a quanti hanno lavorato con me, per l'organizzazione e la gestione dell'evento".
7. Ha informato di queste sue eventuali osservazioni il presidente del Consiglio? Quale risposta ne ha ottenuta?
"Per la stessa ragione, e cioè la mia incapacità di vedere pericoli dove li vede solo Lei, non ho informato il Presidente del Consiglio, che invece ha potuto prendere atto in molte occasioni, senza bisogno di suggerimenti, delle tante cose concrete positive realizzate dal Dipartimento".
8. Si è reso conto che, restando sottosegretario di Stato, esisteva un'incompatibilità assoluta con la carica di direttore del Dipartimento della Protezione civile? Questa incompatibilità è durata più di un anno. Per quale ragione?
"Sarei incompatibile se fossi sottosegretario alla Protezione Civile. Mi sono battuto sempre perché la competenza della Protezione Civile fosse propria del Presidente del Consiglio dei Ministri, risolvendo in questo modo il problema di evitare, nei tempi dell'emergenza, di affidarsi a forme di "coordinamento senza potere", esercitate da un Ministro pari grado di altri Ministri che dovevano accettare di farsi coordinare. Ho detto anche di recente che un conto è invitare i colleghi, un altro convocare le Amministrazioni e i loro titolari a riunioni a Palazzo Chigi. Questo vale in generale, a prescindere da chi sia l'inquilino di Palazzo Chigi. Sono stato sottosegretario per l'emergenza rifiuti in Campania dove ho anche operato come responsabile della Protezione Civile con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Risultati che dipendono dall'uso di quei poteri e normative di Protezione Civile, le uniche adeguate ad affrontare situazioni complesse e problemi dove il "tempo che passa" è determinante, che ora sembra Le creino insormontabili problemi di tenuta della democrazia. Anche adesso, comunque, non sono affatto sottosegretario alla Protezione Civile".
9. Bertolaso è stato indagato per reati connessi alla gestione dei rifiuti di Napoli, insieme al suo vice dell'epoca (che è una donna a lui ben nota e a lui fedelissima). Il processo per il suo vice è in corso. Per quanto riguarda lui è stato invece stralciato e trasferito a Roma. Può dirci a che punto si trova questo processo?
"Per quanto riguarda il processo relativo a mie condotte inerenti la gestione dei rifiuti in Campania, al momento mi risulta che ci sia stata richiesta di archiviazione per i quattro reati più gravi di cui ero indagato, mentre è in corso l'accertamento da parte del Gip per un ultimo reato di natura contravvenzionale, per il quale la legge prevede soltanto un'ammenda".
10. Porgo queste domande a Bertolaso perché egli si è sempre proclamato un uomo al servizio dello Stato e non dei governi. Se fosse al servizio di questo governo e lo dichiarasse francamente, non porrei questi interrogativi. Ma se è al servizio dello Stato avrebbe dovuto porseli e quindi: perché queste domande non se le è poste da solo e non ne ha tratto le conclusioni?
"Ripeto di essere un servitore dello Stato. Ho detto, anche nella ultima lettera che le ho inviato, che non sono servitore di questo o quel governo. Il che non vuol dire che non sia al servizio del Governo. Sarebbe assai originale e contraddittorio.
Se la Sua vera domanda è: "si è reso conto che il suo operare ha creato situazioni che possono aver contribuito al consenso nel Paese dell'attuale Presidente del Consiglio?" rispondo di essermene accorto. Ho già detto che alcuni degli interventi che ho realizzato, a partire dalla fine della quindicennale emergenza rifiuti in Campania, sarei stato lieto di concluderli con il Presidente Prodi, che condivideva il mio Piano, mentre il Governo da lui presieduto non ne ha permessa la realizzazione. Non io, ma Napoli e l'Italia hanno perso più di un anno. Spiacente, ma non è un mio problema considerare che per "Stato" si deve intendere "l'Italia senza Berlusconi". Spiacente, è un problema del centro sinistra italiano, non dello Stato, non riuscire a fare a meno di questo Presidente perché unico collante buono a tenere insieme forze politiche che, quando non trovano accordo su questo comune bersaglio, danno regolarmente vita alla fiera del fuoco amico.
Da servitore dello Stato, aspetto che questa congiuntura non brillante finisca, perché non aiuta nessuno a migliorare la qualità del servizio ai cittadini. Ma ciascuno si prenda le sue, di responsabilità. Un'ultima risposta la devo non ad una domanda, ma ad una sua affermazione. Personalmente ho grande considerazione per il lavoro della magistratura, credo indispensabile che esista una "macchina della giustizia" efficiente e responsabile, credo nel diritto dovere dei magistrati di fare il loro lavoro, prezioso per una società che vuole essere civile. Mi piacerebbe molto, invece, che i processi mediatici come quello che adesso si sta celebrando contro di me, che sono soltanto l'imputato pubblico di turno, scomparissero.
Rispetto l'opinione pubblica, al punto da essermi fatto un punto d'onore nel meritare la fiducia dei cittadini, ma non credo le si renda servizio spargendo illazioni, informazioni non verificate, sospetti, teoremi di colpevolezza data per certa quando nessun giudice si è pronunciato. Questo sì, in violazione dei principi costituzionali.
La libera stampa, se sviscera gli elementi di prova addotti dai giudici per una loro decisione, può rendere un servizio ai cittadini e al Paese. Quando spande fango, meno"
L'ideale della sinistra
Bersani: “il PD è un partito popolare, senza snobismi, che va dove c’è la gente”.
Sentita la dichiarazione e vista l’estrazione politica e l’attuale crisi occupazionale ti aspetteresti di vederlo sul tetto di qualche capannone a dar man forte a quei lavoratori che stanno difendendo con le unghie e con i denti il loro posto di lavoro, in mezzo ai precari o agli insegnati che non hanno più una cattedra o fra la gente delle periferie urbane in cui non esiste neanche l’ombra dei servizi sociali.
Macchè lui, per la gente, intende il Festival di San Remo dove va come ospite.
Pensare che stare in mezzo alla gente sia essere ospite di un popolare festival musicale significa aver perso definitivamente gli ideali della sinistra.
Sentita la dichiarazione e vista l’estrazione politica e l’attuale crisi occupazionale ti aspetteresti di vederlo sul tetto di qualche capannone a dar man forte a quei lavoratori che stanno difendendo con le unghie e con i denti il loro posto di lavoro, in mezzo ai precari o agli insegnati che non hanno più una cattedra o fra la gente delle periferie urbane in cui non esiste neanche l’ombra dei servizi sociali.
Macchè lui, per la gente, intende il Festival di San Remo dove va come ospite.
Pensare che stare in mezzo alla gente sia essere ospite di un popolare festival musicale significa aver perso definitivamente gli ideali della sinistra.
Riconoscenze
Guglielmo Epifani è da un pò che non si fa vedere nè sentire.
C'è chi dice che esiste una lotta interna nella dirigenza della CGIL e, nei talk show televisivi viene sempre invitata la n.2, quella tosta, dai capelli biondi.
E il Riformista dà prorpio ad Epifani il premio come migliore sindacalista dell’anno, proprio a lui che in questo anno non si è mai voluto sedere ad un tavolo per difendere i diritti dei lavoratori. E' un pò come se alla D’Addario dessero il premio per la castità o a Morgan quello per la lotta alle droghe.
C'è chi dice che esiste una lotta interna nella dirigenza della CGIL e, nei talk show televisivi viene sempre invitata la n.2, quella tosta, dai capelli biondi.
E il Riformista dà prorpio ad Epifani il premio come migliore sindacalista dell’anno, proprio a lui che in questo anno non si è mai voluto sedere ad un tavolo per difendere i diritti dei lavoratori. E' un pò come se alla D’Addario dessero il premio per la castità o a Morgan quello per la lotta alle droghe.
"a Frà, che te serve?"
Una vita "distrutta".
Parlo di Gaetano Caltagirone, che è morto a ottantanni, ma la sua vita si è spenta alla fine degli anni settanta per mano di un pm di cui oggi non si ricorda neppure il nome.
Gaetano era un imprenditore di successo che, a soli 48 anni, nel 1977, fu nominato Cavaliere del lavoro insieme ad Agnelli ed a Pirelli.
Poi però venne coinvolto in un'inchiesta giudiziaria, lo scandalo Italcasse, e l'8 febbraio del 1980 nei suoi confronti venne emesso un mandato di cattura, a cui seguirà la revoca della onorificenza, il fallimento dell'azienda ed il ritiro a vita privata.
Seguirono diversi anni di logoranti procedimenti e nel 1988 fu assolto da ogni accusa. Solo nel luglio scorso, dopo 28 anni, gli è giunta, la restituzione del Cavalierato del lavoro.
Una vita distrutta.
Tutta l'accusa poggiava su una leggenda delle cronache della Prima Repubblica che riportavano la seguente battuta, ''a Fra', che te serve?'', con cui si narra che l'imprenditore rispondesse alle telefonate di Franco Evangelisti, capofila della corrente Dc che faceva capo a Giulio Andreotti.
La vita di Caltagirone, innocente, fu irrimediabilmente distrutta.
Lo stesso si sta facendo oggi con Bertolaso e, a questo pm che oggi dice di stare solo svolgendo il suo lavoro, vorrei ricordare che il suo lavoro consiste nell'indagare e nel tenere segretate le risultanze delle sue inchieste. Se invece tutto si legge sui giornali, significa che lui sta facendo male il suo lavoro di pm, e benissimo il suo lavoro di cecchino.
Parlo di Gaetano Caltagirone, che è morto a ottantanni, ma la sua vita si è spenta alla fine degli anni settanta per mano di un pm di cui oggi non si ricorda neppure il nome.
Gaetano era un imprenditore di successo che, a soli 48 anni, nel 1977, fu nominato Cavaliere del lavoro insieme ad Agnelli ed a Pirelli.
Poi però venne coinvolto in un'inchiesta giudiziaria, lo scandalo Italcasse, e l'8 febbraio del 1980 nei suoi confronti venne emesso un mandato di cattura, a cui seguirà la revoca della onorificenza, il fallimento dell'azienda ed il ritiro a vita privata.
Seguirono diversi anni di logoranti procedimenti e nel 1988 fu assolto da ogni accusa. Solo nel luglio scorso, dopo 28 anni, gli è giunta, la restituzione del Cavalierato del lavoro.
Una vita distrutta.
Tutta l'accusa poggiava su una leggenda delle cronache della Prima Repubblica che riportavano la seguente battuta, ''a Fra', che te serve?'', con cui si narra che l'imprenditore rispondesse alle telefonate di Franco Evangelisti, capofila della corrente Dc che faceva capo a Giulio Andreotti.
La vita di Caltagirone, innocente, fu irrimediabilmente distrutta.
Lo stesso si sta facendo oggi con Bertolaso e, a questo pm che oggi dice di stare solo svolgendo il suo lavoro, vorrei ricordare che il suo lavoro consiste nell'indagare e nel tenere segretate le risultanze delle sue inchieste. Se invece tutto si legge sui giornali, significa che lui sta facendo male il suo lavoro di pm, e benissimo il suo lavoro di cecchino.
domenica 14 febbraio 2010
Il Pd torna ad essere DS
Una scelta, più volte annunciata e più volte smentita, si materializza: La Binetti ha lasciato il PD ed ha detto: "Mi sono sentita un bersaglio, mi è stato negato il diritto alla parola e alla rappresentanza dei valori cattolici".
Come darle torto.
Come avrebbe potuto difendere il suo elettorato quando la Bonino (se vincesse in Lazio) introdurrà la legalizzazione delle unioni gay, o la pillola del giorno dopo, o la pillola abortiva, o tutto quello che la fervida mente della Binono vorrà partorire?
Quindi, dopo Rutelli, dopo Mantini, dopo Biazzo, dopo Calearo, dopo Salvemini, dopo Cacciari, dopo Dorina Bianchi, dopo... tanti altri, anche la Binetti lascia il PD.
In pratica i "cattolici" lasciano il Pd che ritorna ad essere DS.
Come darle torto.
Come avrebbe potuto difendere il suo elettorato quando la Bonino (se vincesse in Lazio) introdurrà la legalizzazione delle unioni gay, o la pillola del giorno dopo, o la pillola abortiva, o tutto quello che la fervida mente della Binono vorrà partorire?
Quindi, dopo Rutelli, dopo Mantini, dopo Biazzo, dopo Calearo, dopo Salvemini, dopo Cacciari, dopo Dorina Bianchi, dopo... tanti altri, anche la Binetti lascia il PD.
In pratica i "cattolici" lasciano il Pd che ritorna ad essere DS.
Protezione virile?
Ecco, quando leggi questa intercettazione: "Sono Guido, buongiorno…Sono atterrato in questo istante dagli Stati Uniti, se oggi pomeriggio, se Francesca potesse…Io verrei volentieri, una ripassatina", o credi che Francesca è una grande professionista che aiutava Bertolaso a risolvere quell’enorme stress da lavoro, oppure, come Luca Telese, parti in quarta e ricami che è la miseria dell’uomo di potere che vuole sentirsi desiderato, con la venerazione dell’uccello.
In entrambi i casi, mi chiedo: quale rilevanza giuridica ha questa intercettazione da essere pubblicata dai media?
Qui c'è solo la logica: sputtanate.......qualcosa resta.
In entrambi i casi, mi chiedo: quale rilevanza giuridica ha questa intercettazione da essere pubblicata dai media?
Qui c'è solo la logica: sputtanate.......qualcosa resta.
Meditate
I dati del Rapporto Oasi 2009, studio sullo stato di salute della Sanità italiana , evidenziano ancora una volta l’enorme eterogeneità dei Sistemi Regionali Italiani.
Il dato che più balza all’attenzione degli addetti ai lavori è che oltre il 68% dell’intero debito sanitario nazionale del 2008 è incredibilmente costituito dal disavanzo accumulato da sole due regioni: Lazio e Campania.
Il debito sanitario laziale 2001-2008 ha raggiunto la cifra-record di 11 miliardi di euro, mentre il disavanzo 2001-2008 nella regione Camania ammonta “soltanto” alla paurosa cifra di 7 miliardi di euro.
Accanto a questi due esempi di cronica inefficienza vanno registrate altre realtà fortemente negative, come quelle della Puglia, dell’Abruzzo, della Calabria, della Sicilia , della Sardegna e della Liguria ( Regione che però ha fortemente limitato le perdite nell’ultimo quadriennio).
A fare da contraltare a tali incresciosi dati vanno registrate anche situazioni di pareggio di bilancio ( o addirittura di avanzo ) in altre Regioni.
Nel 2008, infatti, ben dieci sistemi sanitari regionali sono riusciti a chiudere il bilancio annuale in pareggio o in attivo: si tratta di Toscana, Emilia Romagna, Lombardia , Veneto , Province Autonome di Trento e Bolzano , Umbria, Marche, Piemonte , Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia.
Come possono essere spiegati questi dati così eterogenei e contrastanti? Va preliminarmente detto che gran parte della spesa sanitaria delle regioni “in rosso” è costituita da “Costi per prestazioni affidate all’esterno”, vale a dire spesa per la “Farmaceutica convenzionata”.
Meditate, gente.
Il dato che più balza all’attenzione degli addetti ai lavori è che oltre il 68% dell’intero debito sanitario nazionale del 2008 è incredibilmente costituito dal disavanzo accumulato da sole due regioni: Lazio e Campania.
Il debito sanitario laziale 2001-2008 ha raggiunto la cifra-record di 11 miliardi di euro, mentre il disavanzo 2001-2008 nella regione Camania ammonta “soltanto” alla paurosa cifra di 7 miliardi di euro.
Accanto a questi due esempi di cronica inefficienza vanno registrate altre realtà fortemente negative, come quelle della Puglia, dell’Abruzzo, della Calabria, della Sicilia , della Sardegna e della Liguria ( Regione che però ha fortemente limitato le perdite nell’ultimo quadriennio).
A fare da contraltare a tali incresciosi dati vanno registrate anche situazioni di pareggio di bilancio ( o addirittura di avanzo ) in altre Regioni.
Nel 2008, infatti, ben dieci sistemi sanitari regionali sono riusciti a chiudere il bilancio annuale in pareggio o in attivo: si tratta di Toscana, Emilia Romagna, Lombardia , Veneto , Province Autonome di Trento e Bolzano , Umbria, Marche, Piemonte , Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia.
Come possono essere spiegati questi dati così eterogenei e contrastanti? Va preliminarmente detto che gran parte della spesa sanitaria delle regioni “in rosso” è costituita da “Costi per prestazioni affidate all’esterno”, vale a dire spesa per la “Farmaceutica convenzionata”.
Meditate, gente.
L'ultimo della classe
E alla fine anche Prodi e il suo entourage piddino escono fuori dall’inchiesta Why Not. Il giudice per le indagini preliminari, ha ritenuto insussistenti le argomentazioni dell’accusa secondo la quale Prodi e i suoi compagni avrebbero partecipato a un comitato d’affari per il controllo di appalti e finanziamenti (la cosidetta Loggia di San Marino).
Cade così anche il teorema dell’eroe nuovo dell’IDV, quel De Magistris che sull’inchiesta suindicata ha fatto carriera e si è ritagliato una fetta di notorietà come eroico magistrato a cui veniva impedito di scoprire le scottanti verità.
Questo mi porta per l’ennesima volta a evidenziare quale sia oggi lo spessore di molte inchieste che vengono svolte nelle nostre procure. Nel caso specifico, l’inchiesta ha rovinato un esponente per me discutibile (Mastella), ma in questo specifico caso assolutamente innocente dinanzi ai fatti che gli sono stati contestati e che hanno distrutto un partito e la sua credibilità.
Che dirà ora Luigi De Magistris? Chiederà scusa? Dirà “mi sono sbagliato”, visto che un suo ormai ex collega ha ritenuto che l’inchiesta non ha prodotto altro che montagne di carte poi ridotte a un’archiviazione perché non è stata accertata l’”esistenza e l’operatività della Loggia di San Marino nei termini di cui in contestazione”?
Quanti denari ha speso lo Stato per un’inchiesta simile e per il cancan mediatico che ne è conseguito? (Annozero viene pagato dai contribuenti.)
Tutte domande legittime a cui l’ex giudice dovrebbe rispondere con una sollecita chiarezza, ma che sicuramente rimarranno senza alcuna risposta, perché – è noto – i magistrati non devono rendere conto a nessuno (figuriamoci all’opinione pubblica) del loro operato.
Questa storia insegna due cose:
E' inutile essere il primo della classe perchè la carriera la fa sempre l'ultimo della classe.
Il potere di certi magistrati ruota intorno a un avviso di garanzia, a una sentenza di condanna non definitiva e a una misura cautelare.
Cade così anche il teorema dell’eroe nuovo dell’IDV, quel De Magistris che sull’inchiesta suindicata ha fatto carriera e si è ritagliato una fetta di notorietà come eroico magistrato a cui veniva impedito di scoprire le scottanti verità.
Questo mi porta per l’ennesima volta a evidenziare quale sia oggi lo spessore di molte inchieste che vengono svolte nelle nostre procure. Nel caso specifico, l’inchiesta ha rovinato un esponente per me discutibile (Mastella), ma in questo specifico caso assolutamente innocente dinanzi ai fatti che gli sono stati contestati e che hanno distrutto un partito e la sua credibilità.
Che dirà ora Luigi De Magistris? Chiederà scusa? Dirà “mi sono sbagliato”, visto che un suo ormai ex collega ha ritenuto che l’inchiesta non ha prodotto altro che montagne di carte poi ridotte a un’archiviazione perché non è stata accertata l’”esistenza e l’operatività della Loggia di San Marino nei termini di cui in contestazione”?
Quanti denari ha speso lo Stato per un’inchiesta simile e per il cancan mediatico che ne è conseguito? (Annozero viene pagato dai contribuenti.)
Tutte domande legittime a cui l’ex giudice dovrebbe rispondere con una sollecita chiarezza, ma che sicuramente rimarranno senza alcuna risposta, perché – è noto – i magistrati non devono rendere conto a nessuno (figuriamoci all’opinione pubblica) del loro operato.
Questa storia insegna due cose:
E' inutile essere il primo della classe perchè la carriera la fa sempre l'ultimo della classe.
Il potere di certi magistrati ruota intorno a un avviso di garanzia, a una sentenza di condanna non definitiva e a una misura cautelare.
Una dittatura giudiziaria
Bersani cambia idea.
Sul caso Bertolaso, il Pd poteva scegliere tra due posizioni, entrambe legittime: chiedere o non chiedere le dimissioni di Bertolaso.
Ebbene, la linea del Pd è stata chiara: niente dimissioni.
Bersani è stato chiarissimo: “Io non chiedo le dimissioni di Bertolaso”.
E non solo, nel PD si sprecavano gli attestati di stima al sottosegretario. Sentite Parisi: “Ho stima per le qualità dell’uomo che ho personalmente sperimentato”. Il responsabile Giustizia del Pd Andrea Orlando: “Non chiediamo le dimissioni per un motivo di correttezza istituzionale. Bertolaso ha avuto solo un avviso di garanzia e l’indagine è agli inizi”. Sentite Gentiloni: “Non voglio credere che Guido sia coinvolto” (proprio così: “Guido”). Mica è finita. Ecco Realacci: “il nostro sistema di protezione civile è uno dei migliori al mondo, e questo grazie a chi ci lavora da tempo, come Bertolaso”.
Chiaro? Beh, sì. Ma oggi è cambiato tutto.
Dice Bersani: "Bertolaso dimettiti o ti dimettiamo".
Mi chiedo chi detti l’agenda politica dell’opposizione: la politica o la magistratura. Me lo chiedo seriamente, perché altrimenti non si spiega la recente insistenza di Bersani nel chiedere le dimissioni di Bertolaso dinanzi a un fatto giudiziario che finora ha dimostrato davvero ben poco in ordine alle presunte responsabilità del capo della protezione civile alla luce delle accuse che gli vengono mosse. E me lo chiedo perché Bersani da quando è stato eletto, è parso un leader davvero piccolo piccolo, stritolato com’è dal dipietrismo e da un’opposizione interna che non gli da tregua. Se (de)merito ha quest’uomo, è certo quello di aver fatto diventare il PD un cespuglio del partito giustizialista.
Ma i consensi – caro Bersani – si ottengono con i fatti e con prese di posizione decise che cercano di interpretare la volontà della gente, e non la volontà della casta.
E invece questa insistenza per le dimissioni di un uomo che ha gestito la Protezione Civile in modo così egregio ed efficiente, è un plateale (l’ennesimo) pugno sugli occhi e sui sentimenti degli italiani, soprattutto di coloro che con l’istituzione governativa hanno avuto diretto contatto per piacere o per forza e che in essa hanno trovato conforto e aiuto.
On. Bersani, non si può far decidere a un pm chi deve guidare la Protezione Civile; non si può far decidere a un GIP se Bertolaso è idoneo o meritevole di gestire questa importante istituzione. A maggior ragione se non c’è un processo e una sentenza d-e-f-i-n-i-t-i-v-a che accerti le sue responsabilità soggettive od oggettive.
O dobbiamo ammettere che in Italia vige il principio del giustizialismo: una persona è colpevole fino a sentenza definitiva che ne accerti l’innocenza. Questo non è il diritto ed è l'opposto di quanto sancito dalla Carta costituzionale, che la sinistra tanto sbandiera solo quando fa comodo.
Riporto e condivido le parole che ha usato Bertolaso per rispondere a Bersani: “In questa richiesta c'è molta irresponsabilità. Io non sono a capo dell'Ente del Turismo o dei musei nazionali. Dirigo la Protezione civile. E secondo lei, per far piacere a Bersani, possiamo lasciare il Paese senza il numero uno dell'emergenza così, da un giorno all'altro? Se stanotte, domani, accade un terremoto o una tragedia chi interviene a guidare i soccorsi? Lui? Non credo”
Sul caso Bertolaso, il Pd poteva scegliere tra due posizioni, entrambe legittime: chiedere o non chiedere le dimissioni di Bertolaso.
Ebbene, la linea del Pd è stata chiara: niente dimissioni.
Bersani è stato chiarissimo: “Io non chiedo le dimissioni di Bertolaso”.
E non solo, nel PD si sprecavano gli attestati di stima al sottosegretario. Sentite Parisi: “Ho stima per le qualità dell’uomo che ho personalmente sperimentato”. Il responsabile Giustizia del Pd Andrea Orlando: “Non chiediamo le dimissioni per un motivo di correttezza istituzionale. Bertolaso ha avuto solo un avviso di garanzia e l’indagine è agli inizi”. Sentite Gentiloni: “Non voglio credere che Guido sia coinvolto” (proprio così: “Guido”). Mica è finita. Ecco Realacci: “il nostro sistema di protezione civile è uno dei migliori al mondo, e questo grazie a chi ci lavora da tempo, come Bertolaso”.
Chiaro? Beh, sì. Ma oggi è cambiato tutto.
Dice Bersani: "Bertolaso dimettiti o ti dimettiamo".
Mi chiedo chi detti l’agenda politica dell’opposizione: la politica o la magistratura. Me lo chiedo seriamente, perché altrimenti non si spiega la recente insistenza di Bersani nel chiedere le dimissioni di Bertolaso dinanzi a un fatto giudiziario che finora ha dimostrato davvero ben poco in ordine alle presunte responsabilità del capo della protezione civile alla luce delle accuse che gli vengono mosse. E me lo chiedo perché Bersani da quando è stato eletto, è parso un leader davvero piccolo piccolo, stritolato com’è dal dipietrismo e da un’opposizione interna che non gli da tregua. Se (de)merito ha quest’uomo, è certo quello di aver fatto diventare il PD un cespuglio del partito giustizialista.
Ma i consensi – caro Bersani – si ottengono con i fatti e con prese di posizione decise che cercano di interpretare la volontà della gente, e non la volontà della casta.
E invece questa insistenza per le dimissioni di un uomo che ha gestito la Protezione Civile in modo così egregio ed efficiente, è un plateale (l’ennesimo) pugno sugli occhi e sui sentimenti degli italiani, soprattutto di coloro che con l’istituzione governativa hanno avuto diretto contatto per piacere o per forza e che in essa hanno trovato conforto e aiuto.
On. Bersani, non si può far decidere a un pm chi deve guidare la Protezione Civile; non si può far decidere a un GIP se Bertolaso è idoneo o meritevole di gestire questa importante istituzione. A maggior ragione se non c’è un processo e una sentenza d-e-f-i-n-i-t-i-v-a che accerti le sue responsabilità soggettive od oggettive.
O dobbiamo ammettere che in Italia vige il principio del giustizialismo: una persona è colpevole fino a sentenza definitiva che ne accerti l’innocenza. Questo non è il diritto ed è l'opposto di quanto sancito dalla Carta costituzionale, che la sinistra tanto sbandiera solo quando fa comodo.
Riporto e condivido le parole che ha usato Bertolaso per rispondere a Bersani: “In questa richiesta c'è molta irresponsabilità. Io non sono a capo dell'Ente del Turismo o dei musei nazionali. Dirigo la Protezione civile. E secondo lei, per far piacere a Bersani, possiamo lasciare il Paese senza il numero uno dell'emergenza così, da un giorno all'altro? Se stanotte, domani, accade un terremoto o una tragedia chi interviene a guidare i soccorsi? Lui? Non credo”
sabato 13 febbraio 2010
Grazie
Comunque devo dire grazie a De Magistris. Perchè con quella stupidaggine di Why not ha permesso di mandare a casa la combriccola di Prodi&C.
Cosa sarebbe successo della spazzatura di Napoli? Cosa sarebbe successo a L'Aquila?
Non voglio neppure pensarlo.
Ricordo però le parole di Bersani pronunciate poche settimane prima di essere mandati a casa, quando esternò la proposta di finanziare la crescita aumentando di un punto il deficit. Proposta che fu subito supportata dai vari Diliberto, Ferrero e Giordano.
Sarebbe stata la più grande sciocchezza. Se avessero avuto il tempo di applicare quella ricetta oggi l'Italia sarebbe nelle stesse condizioni della Grecia e della Spagna.
Con le pezze al culo a chiedere aiuto all'Eu.
Per quanto riguarda poi la Spagna c'è da evidenziare quanto la nostra LIBERA informazione sia al soldo di interesse di parte. Ricorderete infatti che tutti i media, ci hanno sempre illustrato una Zapatero illuminato, lungimirante, pragmatico, insomma quello che stava facendo grande la Spagna. Ebbene, era tutto falso.
Cosa sarebbe successo della spazzatura di Napoli? Cosa sarebbe successo a L'Aquila?
Non voglio neppure pensarlo.
Ricordo però le parole di Bersani pronunciate poche settimane prima di essere mandati a casa, quando esternò la proposta di finanziare la crescita aumentando di un punto il deficit. Proposta che fu subito supportata dai vari Diliberto, Ferrero e Giordano.
Sarebbe stata la più grande sciocchezza. Se avessero avuto il tempo di applicare quella ricetta oggi l'Italia sarebbe nelle stesse condizioni della Grecia e della Spagna.
Con le pezze al culo a chiedere aiuto all'Eu.
Per quanto riguarda poi la Spagna c'è da evidenziare quanto la nostra LIBERA informazione sia al soldo di interesse di parte. Ricorderete infatti che tutti i media, ci hanno sempre illustrato una Zapatero illuminato, lungimirante, pragmatico, insomma quello che stava facendo grande la Spagna. Ebbene, era tutto falso.
Malaffare
La storia è sempre la stessa e offre uno spaccato inquietante di quello che è la consistenza della relazione che c'è nella provincia di Caserta, tra l'essere individuo e l'essere cittadino.
Tonnellate di soldi rubati alle casse pubbliche e cioè a noi stessi, al futuro del nostri figli, alla qualità dei servizi. Falsi braccianti che non hanno mai visto un campo arato neppure in cartolina e che diventano tali solo per lucrare contributi pensionistici.
L'ultima operazione ha portato alla denuncia di 170 braccianti agricoli "fittizi" e 4 titolari di aziende agricole dell'agro aversano che percepivano in maniera illecita contributi assistenziali dall'Inps.
Come scoperto dalle fiamme gialle al termine dell'indagine, le 4 aziende agricole presentavano infatti all'Inps false dichiarazioni di inizio attivita' e finti contratti di locazione di terreni, in modo da costituire rapporti di lavoro fittizi. L'attivita' ha permesso a 170 soggetti di chiedere e ottenere illegittimamente, nel biennio 2003-2004, circa 500mila euro di indennita' di disoccupazione, maternita' e-o di malattia (previste per i soggetti assunti e poi licenziati), per un totale di oltre 17 mila giornate lavorative mai effettuate.
Due delle quattro aziende agricole coinvolte nell'indagine erano state costituite con il solo scopo di far corrispondere le indennita' in argomento e, di conseguenza, di frodare l'istituto previdenziale. All'atto dei controlli e' stato infatti appurato che le unita' operative e le stesse attrezzature essenziali per il regolare esercizio dell'attivita' (macchinari, utensili e mezzi agricoli) erano completamente inesistenti.
I terreni su cui avrebbe dovuto svolgersi l'attivita' erano di proprieta' di soggetti assolutamente ignari dei contratti di locazione poi presentati all'Inps. Inoltre, tali terreni erano adibiti a un tipo di coltura totalmente differente da quella dichiarata, come lavorata, dai finti braccianti agricoli.
Tonnellate di soldi rubati alle casse pubbliche e cioè a noi stessi, al futuro del nostri figli, alla qualità dei servizi. Falsi braccianti che non hanno mai visto un campo arato neppure in cartolina e che diventano tali solo per lucrare contributi pensionistici.
L'ultima operazione ha portato alla denuncia di 170 braccianti agricoli "fittizi" e 4 titolari di aziende agricole dell'agro aversano che percepivano in maniera illecita contributi assistenziali dall'Inps.
Come scoperto dalle fiamme gialle al termine dell'indagine, le 4 aziende agricole presentavano infatti all'Inps false dichiarazioni di inizio attivita' e finti contratti di locazione di terreni, in modo da costituire rapporti di lavoro fittizi. L'attivita' ha permesso a 170 soggetti di chiedere e ottenere illegittimamente, nel biennio 2003-2004, circa 500mila euro di indennita' di disoccupazione, maternita' e-o di malattia (previste per i soggetti assunti e poi licenziati), per un totale di oltre 17 mila giornate lavorative mai effettuate.
Due delle quattro aziende agricole coinvolte nell'indagine erano state costituite con il solo scopo di far corrispondere le indennita' in argomento e, di conseguenza, di frodare l'istituto previdenziale. All'atto dei controlli e' stato infatti appurato che le unita' operative e le stesse attrezzature essenziali per il regolare esercizio dell'attivita' (macchinari, utensili e mezzi agricoli) erano completamente inesistenti.
I terreni su cui avrebbe dovuto svolgersi l'attivita' erano di proprieta' di soggetti assolutamente ignari dei contratti di locazione poi presentati all'Inps. Inoltre, tali terreni erano adibiti a un tipo di coltura totalmente differente da quella dichiarata, come lavorata, dai finti braccianti agricoli.
Il primo potere
Vent’anni fa fu distrutta una classe politica ( con qualche significativa eccezione ) dall’attività di un gruppo di Pubblici ministeri, molti dei quali, in seguito alla grande visibilità loro data dai media, sono in seguito entrati in politica, tra squilli di tromba.
Da quindici anni il presidente del consiglio Silvio Berlusconi sta subendo, nella sua veste di imprenditore, quel che nessun imprenditore in Italia (e nel mondo) ha mai dovuto affrontare: una persecuzione accanita che lo ha precipitato in quel circo mediatico-giudiziario che ha lo scopo di toglierlo di mezzo in via definitiva dallo scenario politico italiano e internazionale.
E’ la volta in queste ore del sottosegretario Bertolaso. La magistratura all’attacco ha trovato oggi la sua nuova arma, aggiungendo sempre più spesso alle accuse di corruzione e concussione un quadro torbido di incontri sessuali, mirato a distruggere la persona inquisita anche sul piano personale.
Viviamo una situazione da processi staliniani, intrisi di calunnie e contornati dal plauso delle tricoteuses professionali che di recente hanno a disposizione anche un loro organo di stampa quotidiano.
C’è pericolo per la democrazia? Sicuramente c’è pericolo per le libertà individuali. C’è rimedio? Comincio a temere che sia sempre più difficile trovarlo.
A meno che il Parlamento non ponga rimedio riequilibrando il rapporto tra Ordine giudiziario e Potere legislativo, lasciando perdere il ritorno dell’immunità per i politici e sottoponendo la Pubblica accusa al Potere esecutivo. Scandaloso?
Scandaloso è l’isolamento dell’Italia in Europa e nel mondo occidentale: da nessuna parte esiste un ordine che si comporta come un potere e che non risponde a nessun organo di controllo. Per cortesia non mi parlate del CSM.............
Da quindici anni il presidente del consiglio Silvio Berlusconi sta subendo, nella sua veste di imprenditore, quel che nessun imprenditore in Italia (e nel mondo) ha mai dovuto affrontare: una persecuzione accanita che lo ha precipitato in quel circo mediatico-giudiziario che ha lo scopo di toglierlo di mezzo in via definitiva dallo scenario politico italiano e internazionale.
E’ la volta in queste ore del sottosegretario Bertolaso. La magistratura all’attacco ha trovato oggi la sua nuova arma, aggiungendo sempre più spesso alle accuse di corruzione e concussione un quadro torbido di incontri sessuali, mirato a distruggere la persona inquisita anche sul piano personale.
Viviamo una situazione da processi staliniani, intrisi di calunnie e contornati dal plauso delle tricoteuses professionali che di recente hanno a disposizione anche un loro organo di stampa quotidiano.
C’è pericolo per la democrazia? Sicuramente c’è pericolo per le libertà individuali. C’è rimedio? Comincio a temere che sia sempre più difficile trovarlo.
A meno che il Parlamento non ponga rimedio riequilibrando il rapporto tra Ordine giudiziario e Potere legislativo, lasciando perdere il ritorno dell’immunità per i politici e sottoponendo la Pubblica accusa al Potere esecutivo. Scandaloso?
Scandaloso è l’isolamento dell’Italia in Europa e nel mondo occidentale: da nessuna parte esiste un ordine che si comporta come un potere e che non risponde a nessun organo di controllo. Per cortesia non mi parlate del CSM.............
Storia di un bluff: De Magistris
Nel libro-intervista Giustizia e Potere, Loigino De Magistris dichiara:
“Sono stato considerato uno straordinario magistrato”.
Su Marte è possibile sia accaduto; sul pianeta Terra, invece, le cose sono andate diversamente.
Per appurarlo è sufficiente leggere la relazione redatta dal Consiglio giudiziario di Catanzaro, che, circa un paio d’anni fa, è stato chiamato a pronunciarsi in merito alla possibilità di “promuovere” De Magistris a giudice di Corte d’Appello.
Ecco cosa scrisse il 18 giugno 2008 il relatore Bruno Arcuri:
“Prendendo possesso del mio ufficio di procuratore generale, iniziavo la mia esperienza in Calabria con vivo interesse per il dr. De Magistris dopo avere letto di lui sulla stampa e averlo visto in televisione. Fui subito colpito dalle notizie che andavo apprendendo presso i colleghi tutti: i procedimenti da lui istruiti, di grande impatto sociale perché istruiti contro i cosiddetti colletti bianchi, erano quasi tutti abortiti con provvedimenti di archiviazione, sentenze di non doversi procedere, sentenze ampiamente assolutorie. Voci che mi stupirono perché in contrasto con la rappresentazione che ne davano i media (leggasi: Annozero)”.
Tutta l’attività di De Magistris era contrassegnata da:
“Una serie numerosissima di insuccessi, l’omessa indicazione dei reati e delle fonti di prova, il perseverare nell’adozione di provvedimenti immotivati”.
“De Magistris è del tutto inadeguato, sul piano professionale e sul piano dell’equilibrio e sul piano dei diritti delle persone solo sospettate di reato, a svolgere quantomeno la funzione di pm. Le tesi accusatorie sono cadute spesso per errori evitabili ed evidenziati dall’organo giudicante. Sono emersi rilievi negativi per l’anomalia di molti provvedimenti adottati. I procedimenti di rilevante impatto sociale hanno trovato clamorose smentite. Nei provvedimenti si configurano violazioni manifeste di legge (addirittura diritti costituzionali) ovvero si radicano prassi senza fondamento normativo”.
Per queste ragioni, il Consiglio giudiziario di Catanzaro “bocciò” De Magistris, emettendo un:
“Giudizio finale negativo. Le voci capacità e preparazione presentano evidenti deficit, gravi vizi o lacune; tecniche di indagine discutibili; procedimenti fondati su ipotesi accusatorie che non hanno trovato conferma, attività carente nell’approfondimento e nella preparazione”.
Naturalmente queste cose non vi verranno mai raccontate da Michele Santoro o da Travaglio.
Per i quali siete null’altro che coglioni.
“Sono stato considerato uno straordinario magistrato”.
Su Marte è possibile sia accaduto; sul pianeta Terra, invece, le cose sono andate diversamente.
Per appurarlo è sufficiente leggere la relazione redatta dal Consiglio giudiziario di Catanzaro, che, circa un paio d’anni fa, è stato chiamato a pronunciarsi in merito alla possibilità di “promuovere” De Magistris a giudice di Corte d’Appello.
Ecco cosa scrisse il 18 giugno 2008 il relatore Bruno Arcuri:
“Prendendo possesso del mio ufficio di procuratore generale, iniziavo la mia esperienza in Calabria con vivo interesse per il dr. De Magistris dopo avere letto di lui sulla stampa e averlo visto in televisione. Fui subito colpito dalle notizie che andavo apprendendo presso i colleghi tutti: i procedimenti da lui istruiti, di grande impatto sociale perché istruiti contro i cosiddetti colletti bianchi, erano quasi tutti abortiti con provvedimenti di archiviazione, sentenze di non doversi procedere, sentenze ampiamente assolutorie. Voci che mi stupirono perché in contrasto con la rappresentazione che ne davano i media (leggasi: Annozero)”.
Tutta l’attività di De Magistris era contrassegnata da:
“Una serie numerosissima di insuccessi, l’omessa indicazione dei reati e delle fonti di prova, il perseverare nell’adozione di provvedimenti immotivati”.
“De Magistris è del tutto inadeguato, sul piano professionale e sul piano dell’equilibrio e sul piano dei diritti delle persone solo sospettate di reato, a svolgere quantomeno la funzione di pm. Le tesi accusatorie sono cadute spesso per errori evitabili ed evidenziati dall’organo giudicante. Sono emersi rilievi negativi per l’anomalia di molti provvedimenti adottati. I procedimenti di rilevante impatto sociale hanno trovato clamorose smentite. Nei provvedimenti si configurano violazioni manifeste di legge (addirittura diritti costituzionali) ovvero si radicano prassi senza fondamento normativo”.
Per queste ragioni, il Consiglio giudiziario di Catanzaro “bocciò” De Magistris, emettendo un:
“Giudizio finale negativo. Le voci capacità e preparazione presentano evidenti deficit, gravi vizi o lacune; tecniche di indagine discutibili; procedimenti fondati su ipotesi accusatorie che non hanno trovato conferma, attività carente nell’approfondimento e nella preparazione”.
Naturalmente queste cose non vi verranno mai raccontate da Michele Santoro o da Travaglio.
Per i quali siete null’altro che coglioni.
Coop: Unicamente per soldi
Cosa è la macellazione halal?
E' una tecnica, presente nel Corano, che prevede che l'animale sia sgozzato mentre è ancora cosciente e poi lasciato morire per dissanguamento spontaneo e completo, il che comporta un'agonia che può durare ore e ore. I fedeli islamici considerano che solo le carni di animali macellati in questo modo sono pure e quindi mangiabili senza commettere peccato.
Perchè ne scrivo?
Perchè il mio caro cognato mi informa che la catena di supermercati Coop ha promosso, con tanto di supporto pubblicitario, la vendita di carni macellate secondo la tecnica halal.
C’è da chiedersi perché Coop intenda seguire una pratica così sanguinosa, mettendo da parte tutte le conquiste di progresso e civiltà.
L'unica risposta è: il profitto; annoverare infatti tra i propri clienti anche coloro che seguono la religione islamica, fa aumentare i propri incassi.
C'è anche chi interpreta questa operazione come un atto di integrazione.
C'è anche chi interpreta questa operazione come un atto di integrazione.
E' come se in Italia venisse permesso di vendere e mangiare carne di cani con lo scopo di integrare i cinesi che vivono nel nostro territorio.
Sembra assurdo, ma è proprio così, perchè la macellazzione halal è una tecnica consentita in Italia e legalizzata da un decreto dell'11 giugno 1980.
Tra le associazioni scioccate dalla notizia, Cometa chiede a chi crede che sia un crimine far subire agli animali sofferenze immotivate, di dimostrare alla Coop che anche un'azienda grande e potente non può calpestare i loro diritti, invitando a boicottare i punti di vendita Coop, non acquistando più nulla fino a quando questa infelicissima decisione non rientrerà. Inoltre, l’associazione invita tutti coloro che si sentono offesi dalla pratica sanguinaria halal a dare la massima divulgazione a questa vicenda, invitando amici, parenti, colleghi di lavoro, conoscenti, vicini di casa a non acquistare più nulla presso i punti di vendita Coop, ma soprattutto a effettuare interventi e azioni rivolti all’abrogazione del decreto dell'11 giugno 1980, che di fatto ha consentito la macellazione halal sul nostre territorio.
A parte il discorso animalista, c'è da indignarsi per questo passo indietro rispetto agli standard raggiunti dalla nostra civiltà, abbiamo lottato decenni per i diritti delle donne e degli animali, e adesso dobbiamo retrocedere per accontentare gli islamici?
La Coop è una vergogna nazionale, boicottare i suoi supermercati è UN DOVERE morale!
Anzi, cominciamo a protestare telefonicamente. NUMERO VERDE GRATUITO PER I RECLAMI 800805580.
giovedì 11 febbraio 2010
Beata ignoranza
Può capitarti anche questo. Scorro col telecomando l’altra notte, canali minori. Passa quello di Repubblica, che in questo periodo esibisce a tutto spiano interviste di personaggi della Sinistra: Bresso, Bonino, Chiamparino. E, l’altra sera, Di Pietro.
Sono passato un attimo, quanto bastava per cogliere alcune delle sue pacchiane e grottesche esercitazioni di ginnastica dei muscoli facciali. Sento le parole: “…e mi hanno eletto mica in un solo posto, in tutt’Italia…dal Manzanarre al Reno”.
No comment
Sono passato un attimo, quanto bastava per cogliere alcune delle sue pacchiane e grottesche esercitazioni di ginnastica dei muscoli facciali. Sento le parole: “…e mi hanno eletto mica in un solo posto, in tutt’Italia…dal Manzanarre al Reno”.
No comment
Il paradosso
Giorni or sono ho scritto un post sulla Regione Campania denunciando che il magnanimo (con i soldi nostri) Bassolino ha istituito un bonus per i consiglieri regionali che non verranno rieletti e per quelli che non si ricandidano; una sorta di buonuscita. E riportavo le cifre: Il bonus è di 46.500 euro lordi per chi va a casa dopo una sola legislatura, 93mila euro dopo la seconda e 140mila dalla terza in poi.
Il post è intitolato "roba ca solo a Napule se fà".
E mi sbagliavo, da un giornale locale del Piemonte apprendo che i consiglieri regionali del Piemonte che non saranno rieletti alle prossime elezioni riceveranno un’indennità di ben 100 mila euro.
Purtroppo i sinistri predicano predicano, ma sono loro i primi ad approfittare.
Cosa possiamo fare? L'unica arma che il cittadino ha è il voto, ma qui si giunge al paradosso che, se non li voti, fai loro un favore da 100.000 euro.
Il post è intitolato "roba ca solo a Napule se fà".
E mi sbagliavo, da un giornale locale del Piemonte apprendo che i consiglieri regionali del Piemonte che non saranno rieletti alle prossime elezioni riceveranno un’indennità di ben 100 mila euro.
Purtroppo i sinistri predicano predicano, ma sono loro i primi ad approfittare.
Cosa possiamo fare? L'unica arma che il cittadino ha è il voto, ma qui si giunge al paradosso che, se non li voti, fai loro un favore da 100.000 euro.
domenica 7 febbraio 2010
Due conferme
"L'Idv è una zavorra, un ostacolo a una seria alternativa: noi, tutti i giorni, sediamo accanto a loro in Parlamento e vediamo il livello di demagogia che hanno raggiunto e posso assicurarvi che quel partito è un macigno su qualsiasi alternativa credibile a Berlusconi".
Queste poche parole, dette da Casini, danno due conferme al mio pensiero:
1. L'IdV non porta da nessuna parte. E', come diciamo a Napoli, facimm ammuina.
2. L'Udc, alleandosi con l'IdV in tre regioni, conferma la sua politica senza valori.
Queste poche parole, dette da Casini, danno due conferme al mio pensiero:
1. L'IdV non porta da nessuna parte. E', come diciamo a Napoli, facimm ammuina.
2. L'Udc, alleandosi con l'IdV in tre regioni, conferma la sua politica senza valori.
sabato 6 febbraio 2010
Fermate questa giostra
Io non ho mai amato gli incentivi alla rottamazione, fin da quando, nel lontano 1997 la misura venne adottata dal Governo Prodi.
Non ho ragione di cambiare idea.
Io penso che l’unica ragione per cui, in Italia come altrove, si sono concessi incentivi – cioè si è messo a carico di tutti i contribuenti una parte del costo delle auto pagato da ciascun acquirente – risieda nella capacità di pressione del settore, sia dal fronte sindacale che da quello padronale. Non c’è altra ragione economicamente razionale.
Le risorse pubbliche messe sul settore dell’auto sono state però sottratte ad altri settori o all’intera economia, foss’anche solo per ridurre la pressione fiscale o il costo del debito pubblico.
Con buona approssimazione, si può sostenere che ogni posto di lavoro mantenuto artificialmente nel settore automobilistico sottrae risorse e quindi posti ad altri settori, magari con più prospettive.
Credo sia ora di dire “stop” e di fermare la giostra. Basta incentivi e ognuno torni a fare il proprio mestiere: la Fiat a produrre automobili e il Governo ad occuparsi non di questo o quell’imprenditore, di questo o quel settore, ma di creare le condizioni migliori perché in Italia si investa e si crei occupazione vera, non sussidiata dai contribuenti.
Come? Lavorando per avere un fisco più equilibrato e competitivo, un mercato del lavoro moderno, un sistema di welfare efficiente, un sistema di infrastrutture dignitoso, una burocrazia che agevoli e non ostacoli le imprese, un sistema di formazione e ricerca adeguato… insomma, le solite cose che tutti conosciamo.
Quanto a Termini Imerese, io non credo che si possa obbligare Fiat a rimanere a tutti i costi, se non mettendo pesantemente mano al bilancio dello Stato.
Il Governo dovrebbe lasciare che la Fiat prenda la sua decisione e poi fare tutto il possibile perché non vi sia una desertificazione industriale dell’area, grazie all’arrivo di altri investitori anche di altri paesi, magari dello stesso settore automobilistico. Questo potrebbe non fare piacere al Lingotto, naturalmente, ma ad ognuno le sue responsabilità.
I lavoratori devono essere aiutati con strumenti di welfare intelligenti volti alla riqualificazione e alla ricollocazione professionale e......invece mi sa tanto che questi stipendi se li accollerà lo Stato, cioè noi.
Non ho ragione di cambiare idea.
Io penso che l’unica ragione per cui, in Italia come altrove, si sono concessi incentivi – cioè si è messo a carico di tutti i contribuenti una parte del costo delle auto pagato da ciascun acquirente – risieda nella capacità di pressione del settore, sia dal fronte sindacale che da quello padronale. Non c’è altra ragione economicamente razionale.
Le risorse pubbliche messe sul settore dell’auto sono state però sottratte ad altri settori o all’intera economia, foss’anche solo per ridurre la pressione fiscale o il costo del debito pubblico.
Con buona approssimazione, si può sostenere che ogni posto di lavoro mantenuto artificialmente nel settore automobilistico sottrae risorse e quindi posti ad altri settori, magari con più prospettive.
Credo sia ora di dire “stop” e di fermare la giostra. Basta incentivi e ognuno torni a fare il proprio mestiere: la Fiat a produrre automobili e il Governo ad occuparsi non di questo o quell’imprenditore, di questo o quel settore, ma di creare le condizioni migliori perché in Italia si investa e si crei occupazione vera, non sussidiata dai contribuenti.
Come? Lavorando per avere un fisco più equilibrato e competitivo, un mercato del lavoro moderno, un sistema di welfare efficiente, un sistema di infrastrutture dignitoso, una burocrazia che agevoli e non ostacoli le imprese, un sistema di formazione e ricerca adeguato… insomma, le solite cose che tutti conosciamo.
Quanto a Termini Imerese, io non credo che si possa obbligare Fiat a rimanere a tutti i costi, se non mettendo pesantemente mano al bilancio dello Stato.
Il Governo dovrebbe lasciare che la Fiat prenda la sua decisione e poi fare tutto il possibile perché non vi sia una desertificazione industriale dell’area, grazie all’arrivo di altri investitori anche di altri paesi, magari dello stesso settore automobilistico. Questo potrebbe non fare piacere al Lingotto, naturalmente, ma ad ognuno le sue responsabilità.
I lavoratori devono essere aiutati con strumenti di welfare intelligenti volti alla riqualificazione e alla ricollocazione professionale e......invece mi sa tanto che questi stipendi se li accollerà lo Stato, cioè noi.
venerdì 5 febbraio 2010
Ma quale talk-show
Nell'immagine un gruppo di "ospiti" di professione si recano negli studi televisivi della RAI per partecipare ad uno dei tanti "Qua qua show" pomeridiani.
Fra le altre si possono riconoscere una contessa, una psicologa, una nota opinionista, una sessuologa, un'astrologa, ed alcune ospiti generiche (tuttologhe) che non si sa bene cosa facciano e perché stiano in televisione, ma è sempre meglio che lavorare.
E......io pago.
Fra le altre si possono riconoscere una contessa, una psicologa, una nota opinionista, una sessuologa, un'astrologa, ed alcune ospiti generiche (tuttologhe) che non si sa bene cosa facciano e perché stiano in televisione, ma è sempre meglio che lavorare.
E......io pago.
giovedì 4 febbraio 2010
Bersagliati
Ricordate Gioacchino Genchi?
Entrato in Polizia nel 1985 è attualmente Vice questore a Palermo. In aspettativa sindacale non retribuita dal 1° giugno 2000 ha ripreso servizio il 4 febbraio 2009. Nel frattempo ha collaborato come consulente informatico con molti magistrati tra cui Luigi de Magistris.
Avrebbe, secondo alcuni, intercettato 350.000 persone. In realtà Genchi si occupa di tabulati telefonici quindi niente ha a che vedere con le intercettazioni, ma nel febbraio del 2009 è stato aperto un procedimento penale a carico di Gioacchino Genchi presso la Procura di Roma.
L'ho ascoltato a radio radicale e queste sono le sue parole:
«I grossi errori sono quando gli investigatori e i magistrati sanno qual è il punto d’arrivo e fanno le indagini sapendo quale è il punto dove devono arrivare». E ancora: «Spesso le indagini non si fanno più alla ricerca delle prove per accertare una notitia criminis fondata, ma si fanno per cercare delle notitiae criminis quando si è già cercato il bersaglio».
Per tradurla in italiano corrente: Spesso può accadere che prima venga individuato un “bersaglio” da colpire, poi si costruiscono le indagini per arrivare a colpire quell’obiettivo.
E se lo dice lui, che con i magistrati ci lavora.............
E... non ci voleva lui ad aprirci gli occhi; abbiamo esempi eccellenti: Tutti i partiti usufruivano di illeciti sovvenzionamenti ma fu colpito solo Craxi; tutti i politici fanno "favori" ma fu colpito solo "Mastella". Loro erano ...i bersagli da colpire. E come loro ce ne sono tanti, ricordate Stasi? Mannino? Tortora?......
Entrato in Polizia nel 1985 è attualmente Vice questore a Palermo. In aspettativa sindacale non retribuita dal 1° giugno 2000 ha ripreso servizio il 4 febbraio 2009. Nel frattempo ha collaborato come consulente informatico con molti magistrati tra cui Luigi de Magistris.
Avrebbe, secondo alcuni, intercettato 350.000 persone. In realtà Genchi si occupa di tabulati telefonici quindi niente ha a che vedere con le intercettazioni, ma nel febbraio del 2009 è stato aperto un procedimento penale a carico di Gioacchino Genchi presso la Procura di Roma.
L'ho ascoltato a radio radicale e queste sono le sue parole:
«I grossi errori sono quando gli investigatori e i magistrati sanno qual è il punto d’arrivo e fanno le indagini sapendo quale è il punto dove devono arrivare». E ancora: «Spesso le indagini non si fanno più alla ricerca delle prove per accertare una notitia criminis fondata, ma si fanno per cercare delle notitiae criminis quando si è già cercato il bersaglio».
Per tradurla in italiano corrente: Spesso può accadere che prima venga individuato un “bersaglio” da colpire, poi si costruiscono le indagini per arrivare a colpire quell’obiettivo.
E se lo dice lui, che con i magistrati ci lavora.............
E... non ci voleva lui ad aprirci gli occhi; abbiamo esempi eccellenti: Tutti i partiti usufruivano di illeciti sovvenzionamenti ma fu colpito solo Craxi; tutti i politici fanno "favori" ma fu colpito solo "Mastella". Loro erano ...i bersagli da colpire. E come loro ce ne sono tanti, ricordate Stasi? Mannino? Tortora?......
Il mago del corsera
Alcune foto, che era stato ordinato di distruggere, inquietano Antonio Di Pietro.
Sono quattro foto scattate il 15 dicembre del 1992 con il futuro leader di Italia dei valori seduto a tavola, durante una cena conviviale in una caserma dei carabinieri, fra alcuni ufficiali arruolati nei servizi segreti, uno 007 eccellente come Bruno Contrada e un altro James Bond vicino alla Cia, arrivato da Washington per una targa ricordo della famosa «Kroll Secret Service» all’ospite d’onore, appunto Di Pietro.
Solo una cena. Niente di male. Solo una occasionale e innocua chiacchierata prenatalizia fra amici e colleghi, fra investigatori e soltanto un magistrato. Una cena immortalata da una macchina fotografica senza pretese, dodici scatti per l’esattezza.
Ora spuntano fuori queste foto e si ricorda che il 24 dicembre del 1992 viene arrestato Bruno Contrada, allora numero 3 del Sisde, sotto mira dei colleghi di Paolo Borsellino sin dalla strage di via D’Amelio.
Aggiungo che Bruno Contrada é stato condannato per essere stato legato organicamente alla mafia, e sedere accanto a lui, per certi pagliacci forcaioli, che hanno costruito la propria fortuna su illazioni, mezze verità e distorcimenti completi della stessa, é prova di colpevolezza.
Non per me è ovvio, ma per Di Pietro e il suo amichetto manettaro, che va in vacanza con i mafiosi, ma spara a zero su chiunque si accosti ad uno di esso.
Bruno Contrada, è stato condannato unicamente sulla base di dichiarazioni di "pentiti" senza che esistessero riscontri oggettivi, ergo è la vittima di un sistema marcio, che ha trasformato pluri-assassini che sciolgono bambini nell'acido, in "star" corteggiate e strapagate (con i soldi dei contribuenti) se avvantaggiano il "teorema" giudiziario di qualche toga in cerca di fama e prebende.
Ma non è questa l'unica coincidenza; quel 15 dicembre, a metà giornata, l’Ansa ufficializzò con un dispaccio l’avviso di garanzia contro Bettino Craxi per concorso in corruzione, ricettazione e violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti. È il provvedimento firmato proprio da Tonino Di Pietro la sera precedente, il 14. E, ventiquattro ore dopo, il giudice sta lì a tavola, Contrada seduto accanto a lui, l’agente americano pronto con la targa premio.
Nota: la cena è organizzata per consegnare una targa-premio a Di Pietro, ma, guarda caso, all'appello manca solo e proprio la foto della consegna. Perchè?
E nove giorni dopo tutti i commensali si giurano di bruciare la copia delle fotografie in proprio possesso.
Ora, la domanda è: chi le ha tirate fuori? e perchè?
Io credo che sia in atto una lotta tra Baffino ed il Molisano.
Perchè Baffino?
Perchè ogni volta che il mago D'Alema ha annunciato "scosse", poi gli scoop li ha pubblicati il Corriere della Sera per primo.
Adesso ancora, chi ha pubblicato la prima foto? il Corriere della Sera.
martedì 2 febbraio 2010
Il sàtrapo
Il sàtrapo era il governatore di una provincia dell'antico impero persiano. Questo termine si usa oggi per esprimere una persona che gode di una potenza e di un'importanza eccessiva.
Questo termine l'ha utilizzato oggi Isaia Sales (è stato il consigliere economico e dunque braccio destro di Bassolino) per descrivere Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno e ora candidato per il centrosinistra alla Regione Campania.
Ecco le parole di Sales:
«De Luca? Un capolavoro politico. Vorrei conoscere i geni che hanno concepito questa strategia. La scelta del sindaco di Salerno è catastrofica. È come volersi alleare con i cattolici e mettere nel programma l'abolizione della messa. Qui si vuole l'alleanza con Rifondazione e Sinistra e libertà proponendo il candidato va a caccia dei senegalesi casa per casa».
Sales descrive «De Luca come un satrapo di provincia che ha messo in piedi un sistema di potere che fa impallidire quello bassoliniano. Qui siamo di fronte a un misto di stalinismo e di leghismo, il controllo delle clientele territoriali. De Luca è un leghista del Sud».
Se lo dice lui...........
Questo termine l'ha utilizzato oggi Isaia Sales (è stato il consigliere economico e dunque braccio destro di Bassolino) per descrivere Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno e ora candidato per il centrosinistra alla Regione Campania.
Ecco le parole di Sales:
«De Luca? Un capolavoro politico. Vorrei conoscere i geni che hanno concepito questa strategia. La scelta del sindaco di Salerno è catastrofica. È come volersi alleare con i cattolici e mettere nel programma l'abolizione della messa. Qui si vuole l'alleanza con Rifondazione e Sinistra e libertà proponendo il candidato va a caccia dei senegalesi casa per casa».
Sales descrive «De Luca come un satrapo di provincia che ha messo in piedi un sistema di potere che fa impallidire quello bassoliniano. Qui siamo di fronte a un misto di stalinismo e di leghismo, il controllo delle clientele territoriali. De Luca è un leghista del Sud».
Se lo dice lui...........
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