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domenica 28 febbraio 2010

Per non essere preso in giro

Ma come si fa a cavallottare le conseguenze delle intercettazioni?
Semplice, basta chiamarsi Di Pietro
..... indagava sul banchiere Pierfrancesco Pacini Battaglia. Il faccendiere aveva nel 1993 acquistato schede telefoniche svizzere per evitare le intercettazioni. Alcune di queste, appurò il Gico della guardia di finanza, Pacini Battaglia le aveva anche regalate ad amici e conoscenti.
E secondo il giudice Ferdinando Imposimato, uno dei destinatari era proprio l’ex pubblico ministero. «L’utenza gsm n. 0041/892009854 è stata certamente usata da Di Pietro», ricorda Imposimato nel suo libro Corruzione ad alta velocità: «Queste schede avevano all’epoca una particolarità, rendevano praticamente inintercettabili i telefoni che le usavano», continua Imposimato, e ovviamente chi usava quei telefoni di fatto non aveva nulla da temere. «Queste schede erano tutte intestate a Henri Lang, autista di Pacini Battaglia. Questo è agli atti della magistratura bresciana. E il fatto che il gip De Martino non l’abbia considerato reato non vuol dire che non sia vero».
Di Pietro, all’uscita del libro di Imposimato, tanto per non smentirsi, annunciò querela. «La sto ancora aspettando. Né io né la mia casa editrice Koiné abbiamo mai ricevuto querele, citazioni o richieste di rettifica da Di Pietro o da suoi rappresentanti», rivela Imposimato.
Tornando alle schede svizzere di Pacini Battaglia - che anticipavano un sistema poi perfezionato dal dg juventino Luciano Moggi, come emerse nell’inchiesta della procura di Napoli su Calciopoli - è vero che a Brescia il gip non diede seguito alle contestazioni dei pm, che ritenevano invece come l’uso e il possesso di quella scheda telefonica dimostrassero il legame e i rapporti diretti tra Di Pietro e il banchiere italo-svizzero che Tonino indagava.
Ma è vero anche che l’utilizzo di altre sim svizzere di Pacini Battaglia è stato giudicato penalmente rilevante da altri magistrati: Quando il gip di Milano Alessandro Rossato chiese al Parlamento l’arresto di Cesare Previti, tra le motivazioni della pericolosità dell’ex
deputato mise nero su bianco che «l’onorevole Cesare Previti ha utilizzato una o due schede telefoniche gsm svizzere, fornitegli da Pacini Battaglia (int. 30/7/1997) “per sentirsi più tranquillo sulle telefonate che faceva”».
Stesse schede, valutazioni difformi.
Il potere di essere un ex-pm? Boh? chissà?
Ma questo potere l'ha ereditato anche il figlio Cristiano. Queste sono le intercettazioni pubblicate da tanti giornali tra Cristiano e Mautone:
Cristiano: «Poi un’altra cosa, non so se la puoi fare questa cosa o meno… se hai la possibilità… ».
Mautone: «Dimmi, dimmi».
Cristiano: «Io ho un amico però è ingegnere e sta a Bologna, volevo sapere se su Bologna c’era possibilità di trovargli qualcosa…».
Mautone: «Adesso vediamo, ci informiamo subito e vediamo».
E la risposta di Mautone riguardo agli incarichi da assegnare a professionisti amici suoi e di Nello Di Nardo:“Gli ho dato l’incarico! Poi non l’ho ancora dato a lei! Lo passerò sempre a te e poi ce lo farai avere tu!”
e ancora, un'altra telefonata:
"Stanno qui da me due amici di Cristiano, i due architetti Morrone che tu hai già conosciuti e non gli fare prendere collera!"
Cristiano Di Pietro: "Ti volevo parlare un attimino delle questioni delle caserme, per quanto riguarda le forniture; qua come funziona; pure su quella di Termoli, chi fa l’impianto elettrico e dove va a fornirsi del materiale"
"Senti è arrivata la domanda di quel signore e ha fatto il 7% e io gli ho fatto il 10%"
Cristiano Di Pietro: "Ottimo, ottimo!"

Queste cose è sempre meglio rileggersele ogni tanto, non perchè gli altri siano migliori, ma per non essere preso in giro da Di Pietro & co.

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