La storia è sempre la stessa e offre uno spaccato inquietante di quello che è la consistenza della relazione che c'è nella provincia di Caserta, tra l'essere individuo e l'essere cittadino.
Tonnellate di soldi rubati alle casse pubbliche e cioè a noi stessi, al futuro del nostri figli, alla qualità dei servizi. Falsi braccianti che non hanno mai visto un campo arato neppure in cartolina e che diventano tali solo per lucrare contributi pensionistici.
L'ultima operazione ha portato alla denuncia di 170 braccianti agricoli "fittizi" e 4 titolari di aziende agricole dell'agro aversano che percepivano in maniera illecita contributi assistenziali dall'Inps.
Come scoperto dalle fiamme gialle al termine dell'indagine, le 4 aziende agricole presentavano infatti all'Inps false dichiarazioni di inizio attivita' e finti contratti di locazione di terreni, in modo da costituire rapporti di lavoro fittizi. L'attivita' ha permesso a 170 soggetti di chiedere e ottenere illegittimamente, nel biennio 2003-2004, circa 500mila euro di indennita' di disoccupazione, maternita' e-o di malattia (previste per i soggetti assunti e poi licenziati), per un totale di oltre 17 mila giornate lavorative mai effettuate.
Due delle quattro aziende agricole coinvolte nell'indagine erano state costituite con il solo scopo di far corrispondere le indennita' in argomento e, di conseguenza, di frodare l'istituto previdenziale. All'atto dei controlli e' stato infatti appurato che le unita' operative e le stesse attrezzature essenziali per il regolare esercizio dell'attivita' (macchinari, utensili e mezzi agricoli) erano completamente inesistenti.
I terreni su cui avrebbe dovuto svolgersi l'attivita' erano di proprieta' di soggetti assolutamente ignari dei contratti di locazione poi presentati all'Inps. Inoltre, tali terreni erano adibiti a un tipo di coltura totalmente differente da quella dichiarata, come lavorata, dai finti braccianti agricoli.
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