Gli inquirenti sostengono, e dicono di avere le prove, che tre funzionari infedeli della Protezione civile e tre imprenditori mascalzoni, stavano per fuggire all’estero pochi giorni prima di essere arrestati o indagati.
Bene, è compito dei magistrati fare il proprio lavoro ed è compito della politica di introdurre norme per evitare che le mani nella marmellata le trovi sempre e solo un giudice; norme che non solo facciano in modo da punire molto severamente chi si approppria di denaro pubblico ma che facciano in modo che chi vuole mettere le mani nella marmellata trovi il barattolo chiuso.
Questa è la logica. Punto
Ma la logica non ha sede in Italia, ed allora il tutto si è spostato su Bertolaso con le sue "ripassate" e sulla Protezione civile con i suoi superpoteri.
Questo ha portato a due risultati:
1. Bertolaso è stato trascinato dalle stelle alle stalle e su di lui ormai si racconta di tutto e di più,
2. il governo ha svuotato la nuova legge (approvata giovedì scorso) e che avrebbe dovuto invece dare nuovi poteri e più efficienza alla Protezione civile.
Rispetto a ciò ci sono responsabilità precise.
La prima è l’uso disinvolto che la magistratura ha fatto delle intercettazioni telefoniche, ventimila pagine di parole in libertà, date in pasto all’opinione pubblica, nelle quali è difficile stabilire il confine tra reati, peccati e semplici coincidenze.
La seconda è stato il feroce assalto dell’opposizione alla Protezione civile, senza distinguere il bene dal marcio, l’utile dal dannoso. Per Bersanoi e Di Pietro tutto fa brodo, esattamente come è stato fatto con la D’Addario, con Spatuzza e Ciancimino.
Ma, siccome la logica non ha sede in Italia, la settimana scorsa sono stati mandati in prima linea i terremotati di L'Aquila che, in mille, hanno superato i divieti e invaso la zona rossa della città, là dove il sisma ha fatto il maggior numero di danni e vittime. Chiedono comprensibilmente di accelerare la ricostruzione.
Tutti gli esperti convengono che l’operazione durerà anni, tanti anni. Sì ma quanti? Tra i cinque e i dieci ma molto dipenderà dalle regole che verranno adottate. Con le norme "normali", non finirebbe mai.
Il sindaco (di sinistra) di L'Aquila, tra i menifestanti, si è lamentato che con le procedure ordinarie non è immaginabile neppure iniziare, cioè liberare la zona dai quattro milioni di tonnellate di detriti accumulati per le strade. Appunto.
Per affrontare emergenze e ricostruzioni servono leggi e poteri speciali, gli stessi che la sinistra ha preteso (e ottenuto da una maggioranza frastornata e impaurita) di cancellare pochi giorni fa.
In sintesi, nei fatti stiamo assistendo ad una gara tra la banda Anemone-Balducci e quella Bersani-Di Pietro per chi è più sciacallo sui terremotati. Mentre i giornali ci distraggono con i massaggi di Bertolaso.
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