Uno dei motivi del fallimento dell'Alitalia è stato l'enorme numero di ore (giorni) di sciopero. Il motivo dell'abnorme quantità di scioperi stava nel fatto che i dipendenti se lo potevano permettere, nel senso che non pagavano neppure una lira.
I fatti andavano così: I sindacati proclamavano lo sciopero. La legge 83/2000 prevede la garanzia dei voli indispensabili da parte dell’azienda che, nell’incertezza delle adesioni, cancella tutti i voli non previsti dalla legge. Il personale in servizio su questi voli si guarda bene dall’aderire allo sciopero e rimane a casa pagato in quanto i voli sono stati cancellati dall’azienda. In pratica era una serrata dell'azienda. Se la compagnia si azzardava a mantenere tutti i voli e questi venivano bloccati dal personale scioperante la Commissione di Garanzia la sanzionava per i disagi ai passeggeri.
Con questa vera furbata per anni l’Alitalia ha subito danni economici e d’immagine irrecuperabili. Solo l’operaio ed in taluni casi gli impiegati pagavano per lo sciopero!
La stessa cosa sta orea succedendo nella scuola.
Martedì l’università di Pisa fermerà le lezioni per protestare contro il decreto Gelmini, ma nemmeno uno dei docenti ci rimetterà un euro in busta paga.
Non è una novità: già in occasione della precedente mobilitazione dell’«Onda» studentesca diversi atenei avevano adottato l’ingegnoso sistema: invece di dichiarare uno sciopero, l’autorità dell’Università, nel caso specifico il Senato Accademico, dichiara la sospensione delle attività didattiche. Come dire che, per permettere ai dipendenti di incrociare le braccia senza disturbi, l’azienda fa una serrata.
Si ottiene così un duplice risultato. Da una parte l’adesione allo stop è automaticamente del cento per cento, visto che è imposta dall’alto. Dall’altra, i docenti dribblano con eleganza la trattenuta sullo stipendio cui nessun’altra categoria sfugge.
Che furbata, poi dicono che in Italia non si fa ricerca.
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