Se la regola morale sbandierata da taluni è: “rinvio a giudizio = dimissioni”, allora che a rinvio a giudizio scattino le dimissioni.
Non può esserci differenza tra rinvio a giudizio e rinvio a giudizio, altrimenti è una buffonata.
Dal 30 ottobre ad oggi, 6 novembre, è passata quasi una settimana e mentre abbondano gli articoli scandalistici contro il Cavaliere, coi quali senza un minimo di ritegno si accreditano puttane e ladre a rango di affidabilissime testimoni della vita privata del premier, nemmeno una parola è stata scritta per render noto alla collettività del nuovo rinvio a giudizio per Luigi De Magistris.
Nessuno tra i solerti “sostenitori della legalità” ha osato ricordare all’ex magistrato, nel frattempo diventato europarlamentare IdV e capopopolo antidiscarica a Napoli, quelli che erano i suoi più fervidi convincimenti: il politico indagato deve dimettersi!
Eppure, l’amico Travaglio e i moralizzatori Mauro e Scalfari, D'Avanzo e Padellaro tacciono.
Tutti personaggi che scrivono su giornali asserviti all'antiberlusconismo, dove la notizia non la trovi proprio. Veramente non la trovi neppure sui giornali cosiddetti Berlusconiani; questi devono stare moltgo attenti, perchè se la notizia venisse pubblicata per due giorni consecutivi potrebbe essere dossieraggio.
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