Più di cinquanta anni fa il vescovo di Prato aveva redarguito pubblicamente una coppia che si era sposata solo con rito civile. Iniziò una lunga vertenza giudiziaria e proprio cinquant'anni fa, il 25 ottobre del 1958 ci fu la sentenza di assoluzione del vescovo perchè la coppia era battezzata e quindi ancora "suddita del suo vescovo".
Domani, dopo 50 anni, oltre alla manifestazione del Pd, ci saranno a Roma 500 persone per dare vita alla giornata dello 'sbattezzo', iniziativa promossa dall'Unione atei agnostici italiani, durante la quale i 'protagonisti' impugneranno carta e penna e scriveranno ai loro parroci una raccomandata in cui chiedono "la cancellazione degli effetti civili del battesimo e quindi il riconoscimento del diritto, stabilito dal Garante per la privacy, di non essere più considerati dallo Stato come sudditi della Chiesa cattolica"
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