Questa volta ad inciampare nelle maglie della legge, è stato proprio lui, Marco Travaglio. Il giudice monocratico del Tribunale di Roma ha condannato il giornalista Marco Travaglio a 8 mesi di reclusione, 100 euro di multa per diffamazione ai danni di Cesare Previti in relazione a un articolo pubblicato dal settimanale "L’Espresso" il 3 ottobre del 2002 dal titolo: "Patto scellerato tra mafia e Forza Italia". Il giudice ha deciso anche un risarcimento di 20 mila euro per Previti. È stata condannata anche Daniela Hamaui, come direttore responsabile del settimanale, a 5 mesi e 75 euro di multa. Per entrambi gli imputati la pena è sospesa.
Questa è la notizia e vorrò vedere quanto spazio avrà sui giornali.
Ora finalmente si può dire il "pregiudicato Travaglio" senza rischiare di essere querelati, perchè è la pura verità.
2 commenti:
Sì, adesso finalmente lo si può (lo potete) dire...
Tuttavia è cosa ben diversa dall'aver rubato, truffato, evaso, bancarottato (o come si dice...)ecc. ecc. ovvero reati che hanno messo in ginocchio aziende, risparmiatori, lo stesso stato.
Quanto a Previti, permettimi di non aver per lui la minima simpatia, e di essere d'accordo con Travaglio, solo che non vado a dirlo in giro e spero che tu non mi faccia la spia;-)
Un altro abbraccio.
In verità io penso che a sinistra si sia inventata l'INDUSTRIA della coscienza. Ecco alcuni nomi illustri: Beppe Grillo, Roberto Benigni, Dario Fo, Marco Travaglio, Michele Santoro, Gino Strada, Nanni Moretti e tanti altri come loro che da sempre si adoperano incessantemente a tenere ben sveglie le coscienze altrui e ben alti i propri profitti grazie al sentimento spinto di matrice sinistra. Già, perché sono migliaia i cultori dell’ideologia buonista ancora attivi, e hanno tutti - salvo qualche rarissima eccezione - un denominatore comune: un cospicuo conto in banca. E così fu che la cosiddetta elite della coscienza si inventò paladina dei poveri, per poi in seguito spacciarsi per la parte migliore del paese, la parte più buona, quella sana …
Per quanto riguarda Travaglio, a me non interessa gran che del fatto che sia stato ritenuto colpevole da un giudice. Il “valore” effettivo della condanna è il continuo stillicidio mediatico che ci ricorderà: sei stato “indagato”, “condannato”, “prescritto”, “processato”.
Termini che utilizza il caro Travaglio anche su persone che sono state assolte, perchè, dice lui "la verità è sempre diversa dalla sentenza".
Non è una persona che stimo molto, anche se apprezzo talvolta le sue denunce.
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