I fatti non sono demagogia.
Ed ecco i numeri dell'Università italiana; li ha esposti il ministro Gelmini in una conferenza stampa ufficiale tenutasi a Palazzo Chigi:
Produciamo meno laureati del Cile.
Non c'e' un ateneo italiano tra i migliori 150 del mondo.
5 importanti universita' hanno buchi di bilancio enormi (Siena, Firenze, Pisa, Camerino, Urbino) "che avrebbero portato, se fossero state aziende, al licenziamento in tronco di chi le ha gestite per tanti anni.
Ci sono 37 corsi di laurea con un solo studente.
Ci sono 94 universita' e piu' di 320 sedi distaccate nei posti piu' disparati.
Ci sono 327 facolta' che non superano i 15 iscritti.
Ci sono 5.500 corsi di laurea (il doppio della media Ue).
Ci sono 170.000 materie insegnate (rispetto alle 90.000 della media europea) con conseguente moltiplicazione di cattedre e di posti per professori.
Negli ultimi 7 anni sono stati banditi concorsi per 13.232 posti da associato ma i promossi sono stati 26.000: nel 99,3% dei casi sono stati promossi senza che ci fossero i posti disponibili facendo aumentare i costi di 300 milioni di euro.
In questa situazione, che è completamente sfuggita di mano, si deve mettere ordine. Occorre quindi "intervenire nel merito" dei problemi e "non sobillare gli studienti di un sistema universitario che non funziona.
Deve essere chiaro che da oggi si volta pagina: l'universita' deve cambiare registro, ma non e' certo alzando i toni e insultando il ministro e il governo che si risolvono i problemi.
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2 commenti:
Permettimi. E' senz'altro tutto vero, però non puoi dare colpa al precedente governo di sinistra come mi pare si stia facendo, la Gelmini in prima fila e tu a seguire. Dal momento che in uno dei tanti punti citati si precisa che "il fatto" si è ripetuto negli ultimi SETTE anni, è doveroso precisare che di quei sette, cinque li ha governatia Berlusconi. Dov'era in quei cinque anni? Perché ha permesso il doppi di assunzioni rispetto ai posti necessari?
Un abbraccio.
Scusa Fiore, io non ho mai parlato delle cause (perchè è un discorso lunghissimo che comincia da ben più di sette anni).
Ho solo esposto dei dati e, se le attuali leggi producono questo risultato, "forse" c'è la necessità di cambiare, o no?
Non credere che io sia d'accordo con tutto quanto previsto dalla 133(non c'entra la Gelmini) ma se dall'altra parte non c'è volontà alcuna di discutere, mi limito ad evidenziare la necessità di metterci mano.
un bacione, ciao
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