Il sindaco di Torino Sergio Chiamparino non segue la linea dell’altro Sergio (Cofferati) per risolvere il problema dei Rom. Non per buonismo, ma per logica: "perché sono ricette che non danno risultati. Certe situazioni non si risolvono a colpi di ruspa. Usando azioni di forza di quel genere, il problema non si elimina, ma al massimo si sposta e va ad assillare un’altra zona".
E Allora?
"Bisogna agire su più fronti. Non a caso io avevo chiesto alla Provincia e alla Prefettura di individuare insieme una nuova area extraurbana attrezzata e lontana dalle case dove poter meglio governare il fenomeno. L’ho fatto sei mesi fa, all’inizio dell’emergenza freddo, ma la risposta, come spesso accade, non c’è stata".
Niente ruspe dunque. Ma, allora come intendete risolvere il problema dell’illegalità che assilla la zona di via Germagnano e presto riguarderà anche Basse di Stura?
"Come le ho detto la situazione è all’attenzione del prefetto che ci ha garantito la massima collaborazione". "Il 5 maggio questa emergenza sarà all’ordine del giorno al tavolo della sicurezza in Prefettura".
Lei però resta convinto che il vero problema sia l’individuazione di un’area fuori dall’abitato?
"Sì, ma come sempre accade in questi casi, non si trova l’accordo. Passa il principio della struttura di passaggio lontana dall’area metropolitana, ma poi nessuno la vuole vicino. Io ne avrei in mente una, ma non la dico perché poi mi telefona subito il collega sindaco che confina con quell’area".
Conclusione:
Ci sono due conclusioni:
1. Questa è la politica del non-fare.
2. Torino sta gestendo i rom e i campi nomadi con le stesse tecniche fallimentari con cui in Campania si gestisce la monnezza e le discariche.
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