Il Papa visiterà Savona e Genova il 17 e 18 maggio.
Negli stessi giorni si sta organizzando una parata laica di due giorni a Genova, concomitante con la visita di Papa Benedetto XVI in Liguria.
Una piazza genovese sarà «invasa», il 17 e 18 maggio, da associazioni e centri sociali, con un appello a «mobilitarsi» rivolto a «tutti i liguri»; per lanciare «battaglie laiche» come la difesa della legge sull’interruzione di gravidanza, il riconoscimento delle coppie di fatto e i diritti degli omosessuali. E dal concentramento, verosimilmente lontano dai luoghi toccati dal Pontefice, probabilmente in un quartiere del ponente cittadino, gli organizzatori contano di muoversi in corteo, verso il centro. L’obiettivo è quello di una «festa», con maschere, preservativi giganti e vessilli atei, sullo stile dei Gay Pride.
Siamo in democrazia ed è quindi giusto che ognuno possa fare quello che pensa di poter fare.
Ma un conto è il diritto alla libera espressione politica, altra cosa è una provocazione gratuita e pericolosa con il serio rischio di incidenti e di pregiudizio per la stessa tranquillità e sicurezza di migliaia di fedeli, religiosi, famiglie, anziani, bambini, che intendono ascoltare la parola e stringersi in pace attorno al Papa.
Secondo me quando un Comune dà l'autorizzazione allo svolgimento di una manifestazione, non può autorizzare contemporaneamente una contro-manifestazione.
Questo concetto non può essere confuso come una limitazione alla democrazia.
Poche leggi, ma chiare.
Faccio osservare che proprio per garantire l’ordinato svolgimento della cerimonia del 18 è già stato disposto addirittura l’anticipo al giorno precedente della partita di calcio Sampdoria-Juve.
Perchè non si può spostare la contro-manifestazione senza parlare di repressione o limitazione della democrazia?
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1 commento:
Interesting to know.
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