Prima raccontiamo i fatti:
Qualche giorno fa, come noto, a Roma si è consumato uno stupro ai danni di una donna africana, e posto in essere da un clandestino rom.
Nei giorni immediatamente successivi, si sono registrati dei tentativi, da parte di Republica e del Corriere della Sera, finalizzati ad instillare nell’opinione pubblica, il seguente concetto:
Primo: la donna non avrebbe subito alcuno stupro.
Secondo: l’intervento delle Forze dell’Ordine sul “luogo del crimine”, sarebbe avvenuto grazie ad una segnalazione effettuata da un “simpatizzante” di Gianni Alemanno. In quanto tale, dunque, persona non attendibile.
Insomma, la “misteriosa” macchina di disinformazione, si è attivata per far sì che all’opinione pubblica arrivasse questo messaggio: “Guardate che lo stupro probabilmente non si è consumato. Si tratta di una “trovata pubblicitaria” di Gianni Alemanno e dei suoi scagnozzi, per cercare di dimostrare che a Roma esista un serio pericolo sicurezza”.
Ora, come mai qui si è parlato di “misteriosa” macchina di disinformazione?
Semplicemente perché oggi il Corriere della Sera e Il Messaggero, hanno dato contezza di una notizia.
La seguente.
L’invito a “suggerire” l’ipotesi che dietro lo stupro, potesse esserci Gianni Alemanno: è partito dal Ministero della Famiglia e più precisamente da un collaboratore di Rosy Bindi.
Riporto per intero il microscopico articolo, contenente la suddetta informazione, apparso oggi sul CorSera a pagina 5, e dal titolo: “Mail sullo stupro da collaboratore del ministero”.
Eccolo:
“Nuove polemiche sullo stupro della studentessa sudafricana avvenuto a La Storta, alla periferia nord di Roma, il 16 aprile scorso. Il senatore del Pdl Andrea Augello ha rivelato che una delle mail che invitava a chiarire i retroscena della vicenda e i “possibili mandanti politici” risultava spedita dall’indirizzo del portavoce del ministro della Famiglia Rosy Bindi”.
“In serata la stessa portavoce Chiara Rinaldini ha diffuso un comunicato: “E’ stato accertato che l’invio, giovedì notte, non è avvenuto dagli uffici del Ministero ma dall’abitazione di un collaboratore dell’ufficio stampa che ha utilizzato il proprio pc per un’iniziativa del tutto personale e di cui non ero a conoscenza. La persona, che si è scusata per il suo comportamento erroneo e arbitrario, ha già posto fine mediante le dimissioni alla sua collaborazione. Ieri in Procura è stato interrogato per oltre tre ore Massimiliano Crepas”.
Ancora.
Il Messaggero al riguardo scrive:
“Il ministero della Famiglia, attraverso il capo ufficio stampa Chiara Rinaldini, ha diffuso questa sera un comunicato sul caso di alcune e-mail partite l’altra notte da un indirizzo e-mail riconducibile al ministero, e-mail nelle quali si ricollegava la persona di Gianni Alemanno al caso La Storta. Questo il testo del comunicato: «In merito alla vicenda di alcune mail su Gianni Alemanno fatte circolare utilizzando per errore un’intestazione, peraltro non corretta, riferibile all’Ufficio stampa del ministro della Famiglia, è stato accertato che l’invio, giovedì notte, non è avvenuto dagli uffici del ministero ma dall’abitazione di un collaboratore dell’ufficio stampa che ha utilizzato il proprio pc per un’iniziativa del tutto personale e di cui non ero a conoscenza. La persona che si è scusata per il suo comportamento erroneo e arbitrario, ha già posto fine mediante le dimissioni alla sua collaborazione». Il capo ufficio stampa aveva in precedenza diffuso un altro comunicato nel quale si diceva che era stata aperta un’inchiesta, dopo averne informato il ministro Bindi, per chiarire la vicenda di alcuni messaggi internet sulla persona di Gianni Alemanno nei quali sarebbe stata usata in modo improprio l’intestazione, erronea, dell’ufficio stampa del ministro”.
Detto ciò, rimane una considerazione.
E’ chiara la dinamica dell’accaduto, o no?
Ricapitolo per semplificare.
Un misterioso collaboratore del Ministro della Famiglia Rosy Bindi (che guarda caso è collega di partito di Francesco Rutelli), si attiva per inviare a destra e a manca alcune mail.
Il cui contenuto, probabilmente, può così essere schematizzato: “Divulgate la notizia che lo stupro sia avvenuto su mandato di Gianni Alemanno. Instillate dubbi. Affermate che forse nemmeno violenza carnale sia stata compiuta ai danni della cittadina africana. Cercate di ridimensionare l’accaduto, e soprattutto cercate di farlo apparire come un’operazione di “marketing politico” posta in essere da Alemanno. Dobbiamo proteggere Rutelli. Manipoliamo i fatti, e usiamoli per ribaltare l’accaduto a nostro vantaggio. O quanto meno per contenere i danni”.
Questo, l’intento dell’operazione di disinformazione.
Penso anche che su questa vicenda, sia necessario un intervento di tutti i cittadini democratici.
Ad esempio con una bella petizione online da rivolgere all’indirizzo dell’Ordine dei Giornalisti, per chiedere la radiazione dall’albo per i pennini complici del “complotto” disinformativo.
Così come pure auspico che un pubblico ministero apra un’indagine, su questa vicenda.
E’ una pagina buia della vita democratica del Paese.
Una roba inquietante.
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