Premesso che Fini ha ragione da vendere (il PdL non è sicuramente un partito "liberale" e su alcuni temi, specialmente di natura etica, il partito esprime posizioni praticamente da regime teocratico), detto questo, in tutta onestà non si capisce il disegno di Gianfranco Fini.
L'anno scorso Fini scelse con grande convinzione la Presidenza della Camera, lasciando perdere ogni potenziale ruolo politico attivo per una strada più istituzionale. Legittimo, anche se deludente per chi, come il sottoscritto, ha sempre preferito vedere Fini in un ruolo "politico".
Alla luce di quella scelta, sembrano davvero fuori luogo alcune esternazioni politiche del Presidente della Camera. E lo sembrano per un solo motivo: hanno come obiettivo unico Silvio Berlusconi.
Se sapeva che questa era la linea politica del PdL perchè si è alleato con Berlusconi e perchè non ha scelto un ruolo politico più attivo?
Fini si è ridotto a dettare alle agenzie risposte a Berlusconi: Berlusconi parla, e dopo tre minuti tre arriva la risposta seccata di Fini.
Politicamente è un pessimo segnale. Lo stesso Fini, agli occhi di chi non è ossessionato da Berlusconi non fa certo una bella figura: il suo modo di fare ricorda i vecchi teatrini di una certa politica.
Sarà vero quello che si dice?
Fini sta ideando un nuovo partito: lui, Casini e Montezemolo. Appunto: ecco il teatrino che spiegherebbe le sue esternazioni non certo da uomo delle istituzioni.
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