Una cosa è certa: Brunetta non è un politico e, quando ha da dire una cosa, la dice in modo inequivocabile. Quello che dice appare duro all'orecchio dei politicanti, ma è la verità.
Infatti: E' vero o non è vero che quando il governo si è spremuto le meningi insieme ad una parte delle associazioni di categoria e sindacati, per gestire la crisi ed evitare la catastrofe, c'è stata una parte della sinistra (quella povera) che si è seduta ai tavoli ed ha contribuito alla gestione (come è avvenuto in tutti i Paesi europei) e c'è stata un'altra parte della sinistra (quella elitaria) che non ha mosso un dito, anzi ha remato contro?
Il ministro Brunetta non ha fatto altro che dirlo chiaro chiaro ed ha descritto le élite come quelle «della rendita parassitaria, burocratica, finanziaria, editoriale» ed ha messo in contrapposizione quelli che ha chiamato «i compagni della sinistra per bene» e quelli che ha definito «la sinistra per male, rappresentata dalle cattive banche, dalla cattiva finanza e dai cattivi giornali».
Mai definizione fu più appropriata, perchè pur di difendere il proprio orticello, questi "farabutti" tifavano per il male del Paese.
Ora, ditemi voi, "che vada a morire ammazzata" ci voleva o no?
Anzi devo dire che Brunetta è stato onesto: ha riconosciuto pubblicamente che nella sinistra c'è qualcuno o qualcosa di buono. Non è mai successo il contrario: ossia che la sinistra abbia visto qualcuno di buono nella destra: chi non la pensa come loro è servo o asservito o assoldato dal cavaliere.
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1 commento:
loro continuano a perdersi in sterili battibecchi. in tanti, a perdersi dietro loro.
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