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domenica 6 settembre 2009

Nel regno di Vendola

Ogni incarico per un direttore sanitario o un dirigente Asl era studiato a tavolino. Lo scopo era quello di ottenere consensi elettorali a favore del politico di turno.
È uno dei tanti retroscena che emerge dalle attività investigative della magistrata antimafia Desirè Digeronimo titolare di una delle quattro inchieste aperte in Procu­ra sulla sanità pugliese.

Elementi d’indagi­ne ricavati dalle intercettazioni telefoniche e ambientali (in particolare quelle dell’ex assessore regionale alla Sanità Alberto Te­desco, ora senatore del Pd) delle persone coinvolte nell’inchiesta e che porterebbero ad ipotizzare - emerge da indiscrezioni in­vestigative - che l’intreccio tra politica e sa­nità è esteso in tutta la Puglia e forse anche in altre regioni d’Italia.

Al vaglio dei carabi­nieri ci sono i principali incarichi dirigen­ziali: il gruppo del malaffare sulla sanità avrebbe ­piazzato uomini chiave in posti di coman­do per tornaconti politici.
In altre parole il dirigente in questione era in grado di ga­rantire ai politici del gruppo un vasto con­senso elettorale. Sono stati proprio questi sospetti che hanno portato la pm ad aprire il filone di inchiesta sulle «nomine sospet­te dei primari».
Un filone che nelle scorse settimane è stato ampiamente approfondi­to dalla magistrata con numerosi interroga­tori di persone informate dei fatti che - ap­palti pilotati a parte - avrebbero in parte confermato le procedure assai poco traspa­renti per importanti nomine da dirigenti.
Tanto che il 10 luglio scorso in un blitz dei carabinieri al Policlinico furono acquisiti una valanga di documenti: i militari si por­tarono via le delibere sulle procedure che hanno determinato l’assunzione di deter­minati primari, i nomi dei componenti del­le commissioni e dei loro presidenti, le schede di valutazione dei titoli per la nomi­na dei primari e i curricula di tutti i medici.
Una acquisizione decisa dalla pm all’in­domani delle dichiarazioni rese da Antonio Castorani, ex direttore generale del Policli­nico, come persona informata sui fatti. Ca­storani avrebbe parlato in particolare delle nomine di alcuni primari che avrebbero se­guito un percorso non del tutto trasparen­te e poi ancora di 'alcune prassi' ormai con­solidate che si trovò ad affrontare quando, nel settembre del 2006 assunse l’incarico. Un filone di indagine - emerge in am­bienti giudiziari - che potrebbe essere con­cluso entro la fine dell’anno e il numero delle persone coinvolte potrebbe crescere.

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