Scrivo questo post a poche ore dalla scadenza fissata alle 15,50 per un accordo su Alitalia.
Quali sono gli interessi per chiudere l'accordo ?
Il governo lo vuole per evitare di trovarsi 18.000 bocche da sfamare con la cassaintegrazione e perché solo vendendo l’azienda può sperare di raccattare qualche soldo per ripianare i debiti.
La CAI lo vuole per guadagnarci; sono imprenditori, non benefattori.
I lavoratori lo dovrebbero volere perché solo così possono sperare di continuare a lavorare.
I sindacati, che dovrebbero rappresentare i lavoratori, lo dovrebbero volere proprio nell’interesse di questi.
Ovvio che qualcosa sul piatto va messo e un sacrificio è richiesto a tutti. Non si può avere tutto.
Lo Stato, che è quello che ha creato il disastro in decenni di pessima gestione, ovviamente deve accollarsi i debiti e farsi carico dei lavoratori in esubero, con adeguati ammortizzatori sociali e cercando di piazzarli il prima possibile altrove, con opportuni incentivi.
La CAI è disposta a metterci i soldi, acquistare a prezzi di mercato un’azienda che ormai non vale nulla e accollarsi una buona parte di dipendenti, ben più di quelli di cui avrebbe bisogno.
I dipendenti che restano devono rinunciare a qualcuno degli immensi, anacronistici e fuori mercato privilegi di cui hanno goduto finora.
Nessuno può ottenere tutto a costo zero. È evidente.
Ma ecco che la CGIL non ci sta.
Se ne frega se l’alternativa è il fallimento, non si preoccupa di mettere 18.000 dipendenti per strada. Vorrebbe che tutto resti com’è.
O meglio, fingono di pretendere il massimo per i dipendenti che dovrebbero rappresentare, quando in realtà vogliono solo mantenere il potere sulla gestione della compagnia, come lo hanno avuto finora.
Non mi si venga, quindi, a dire che i sindacati in questi giorni hanno pensato solo ai legittimi diritti dei dipendenti.
Se fosse così avrebbero già chiuso.
Fuorviante ed errato dire, invece, che in realtà l’unico egoismo in moto sia quello di Berlusconi, che vuole dimostrare di saper mantenere le promesse ed accrescere il suo consenso personale.
Su questo punto il mandato è stato esplicito: liberarsi del carrozzone Alitalia, smettere di ripianare i suoi debiti con i nostri soldi, vendere al miglior offerente, possibilmente mantenendo la proprietà in mano italiana.
Lui il suo mestiere l'ha già fatto, la sua promessa già l'ha mantenuta.
Adesso sta anche aprendo gli occhi ai ciechi e dimostrando che il sindacato non fa gli interessi dei lavoratori.
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