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venerdì 15 maggio 2009

Io sto con Sementa

Li abbiamo attaccati, criticati, se­gnalati all’opinione pubblica. Ne abbiamo segnalato facilone­rie, furberie, imboscamenti. Ab­biamo seguito con estrema attenzione l’inchiesta giudiziaria sulle loro finte ma­­lattie, buone solo ad evitare turni di ser­vizio all’incrocio. Li abbiamo fotografati in gruppi di tre, quattro, cinque, tutti in­sieme appassionatamente a sorseggiare caffè al bar anziché dirigere il traffico.
Adesso, però, siamo tutti con loro. Per­ché a Napoli la polizia mu­nicipale è cambiata. Anzi, sta cambian­do.
Grazie a un comandante dai modi che saranno a volte indubbiamente di­scutibili, ma che ha deciso di mettere le mani in un verminaio dove nessuno fino ad oggi s’era azzardato a scavare. E gra­zie ai suoi ufficiali, ai suoi agenti, a quel­la maggioranza silenziosa che non prote­sta per un turno in più ma si rimbocca le maniche e via al lavoro.
Quel che è accaduto due giorni fa è epi­sodio che, al di là della cronaca, segna una svolta nell’atteggiamento della poli­zia municipale. I vigili urbani fermano un ragazzino di dieci anni che guida uno scooter senza casco (e senza età) all’inter­no dell’isola pedonale di piazza Plebisci­to e lo fanno salire in auto.
Tempo pochi secondi, e uno sciame di muschilli in sel­la ai motorini insegue la vettura della po­lizia municipale, la circonda, la prende a calci e pugni. Finisce con due vigili feriti. E i piccoli Renegade a nascondersi nel fortino dei Quartieri Spagnoli, non senza prima aggredire la nuora di uno degli agenti all’interno del suo negozio. Un caso così, in altri tempi, sarebbe fi­nito qui. Con i feriti medicati al pronto soccorso, qualche intervento pubblico a difesa dei «valorosi agenti», tre o quattro editoriali su quanto sia invivibile la città.
Questa volta, invece, non è andata così. No, questa volta il comandante — Luigi Sementa, generale con un passato nei ca­rabinieri — ha deciso di rispondere a mu­so duro. Ha radunato 150 uomini, ha messo sott’assedio i Quartieri Spagnoli, ha controllato 250 motociclisti, ha de­nunciato 50 titolari di negozi, ha multato qualcosa come 500 auto per divieto di so­sta. Insomma, ha mostrato come lo Stato reagisce all’Antistato.
E guai se domani, dopo gli attestati di stima e le lodi sperti­cate dei commentatori di turno, la poli­zia municipale fosse lasciata sola nella guerra contro l’illegalità. Sarebbe grave e sbagliato. Perché quella sfida, se affidata a isolati e pochi volenterosi, sarebbe una battaglia persa in partenza.

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