Si avvicinano le elezioni e aumentano i veleni, così esce che Michele Santoro, con parenti a Positano e Scala, di fronte Ravello, originario della provincia di Salerno, ha acquistato una villa con condono edilizio.
La costiera amalfitana, i limoni, il mare verde, un paradiso specie da quelle finestre affacciate sul golfo. Tre piani di roba con terreno e agrumeti, eccola lì Villa Santoro, nuova acquisizione del tribuno di Annozero, tenuta da 950mila euro. Abitazione con annesso terreno «disposta su tre livelli, composta da quattro vani al piano terra, da tre vani con cucina, bagno, ingresso, ripostiglio e terrazzo al primo piano» si legge nel rogito, e altro spazio da utilizzare e ristrutturare.
Don Michele da Salerno, gran fustigatore di condoni e scudi fiscali, fa shopping immobiliare in vista della prossima estate e le pratiche burocratiche, per il vip di origini salernitane, viaggiano come Eurostar.
La casa comprata il 26 giugno scorso ad Amalfi, frazione Lone, proprio 'ncopp ’o mare, aveva un difettuccio ma è stato tutto risolto per Santoro, e in tempi record, talmente record da far imbufalire parecchia gente in attesa da anni per le stesse questioni di permessi.
Nell’atto di vendita firmato dal notaio Andrea Pansa se ne parla dopo qualche pagina, laddove si precisa che il fabbricato presenta un successivo ampliamento «realizzato in assenza del dovuto titolo». In parole semplici: abusivamente.
Per quell’abuso edilizio era stata presentata domanda di condono presso il Comune di Amalfi moltissimi anni prima, nel marzo 1986, ovvero 23 anni di attesa senza nulla di fatto. Poi però è successo qualcosa, il «fabbricato» è diventato oggetto di interesse di Michele Santoro, quello della tivù, non uno qualsiasi ma una potenza soprattutto nella sua terra d’origine. E così Santoro a gennaio del 2009 versa già un preliminare, cioè un anticipo in diverse tranches. Dunque a gennaio, quando il conduttore Rai si aggiudica la nuova residenza amalfitana, la villa ha ancora il suo «ampliamento realizzato in assenza del dovuto titolo abitativo», cioè l’abuso.
Poche righe dopo, però, il notaio Pansa attesta la novità: «In data 21 maggio 2009 è stato rilasciato dal Responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Amalfi permesso a costruire in sanatoria n. 175».
Ricapitolando la tempistica: primo pagamento a gennaio, condono dell’abuso a maggio, rogito a giugno. In sostanza la pratica ferma dal 1986 e ormai ricoperta dalla polvere viene miracolosamente resuscitata dagli archivi del comune di Amalfi e prontamente risolta nel giro di poche settimane.
Un miracolo, degno di Sant’Oro. Ma il paese è piccolo e la gente mormora, il miracolo santoriano passa di bocca in bocca, e arriva anche agli amalfitani che quel permesso lo aspettano da tempo, ma di miracoli non ne vedono affatto.
Si rivolgono alle associazioni, come «Cittadinanza Attiva», coordinata da quelle parti dal ragionier Andrea Cretella: «Mi sono arrivate un sacco di telefonate di gente indignata perché si è sentita scavalcata. Ci sono tantissime pratiche di quel tipo giacenti al comune di Amalfi e quella di Santoro è stata sbrigata subito, in quattro e quattr’otto? Abbiamo chiesto gli atti al Comune per capire come è stato possibile ma ce li hanno negati, e questo è grave».
Ma c’è anche un altro mistero a Villa Santoro. Il nome del venditore, Alfonso Cavaliere, corrisponde a quello di un consigliere comunale del Pd di Amalfi, cioè del Comune che ha condonato rapidamente l’abuso. La data di nascita coincide: 26 aprile 1965. Ma il consigliere del Pd, ha smentito di essere parte in causa: «No, non sono io, è un mio cugino...».
Misteri.
Il Comune di Amalfi, e questo non è un mistero, è gestito da una giunta di centrosinistra, e lì il paladino dell’anti-berlusconismo catodico, Michele Santoro nato a Salerno il 2 luglio 1951 e residente ai Parioli di Roma, è una celebrità, un vanto della costiera intellettual-progressista. Qualcuno se lo ricorda ancora giovanissimo agitatore e organizzatore della cellula salernitana di «Servire il Popolo», il movimento della sinistra maoista di fine anni ’60, e poi ancora giovane e rampante direttore della «Voce della Campania», già aspirante martire della libertà di stampa.
I lavori di ristrutturazione e di recupero dell’ampliamento abusivo della villa santoriana sarebbero già in corso. Il progetto definitivo, a quanto risulta, è stato presentato e autorizzato dall’Ufficio tecnico di Amalfi. Del resto c’è molto terreno da utilizzare intorno alla villa e sarebbe un peccato lasciarlo lì. A quanto si dice, Santoro penserebbe a una grande piscina. Si vedrà, prossimamente su questi schermi.L’affare è fatto, il buen retiro estivo di Santorescu quasi pronto, un bel costo però: quasi un milione di euro per l’acquisto più le spese di ristrutturazione.