Ieri l’autobomba a Najaf: tre morti e tanti feriti.
Poi altri attacchi. Colpi di mortaio sulla capitale. Siamo a più di venti morti e oltre cinquanta feriti. Edifici crollati, buttati giù da razzi e bombe.
E’ il prezzo, purtroppo provvisorio, per poter votare in Iraq.
Si vota, e 19.000.000 di iracheni vogliono votare. Intere famiglie faranno chilometri a piedi pur di esprimere il proprio voto. La voglia di immergere il dito nell’inchiostro non ha prezzo, non permette calcoli, non teme la stanchezza. Tutti insieme.
E pensare che da noi, in Italia, qualche politico populista con ambizioni dittatoriali vorrebbe far intervenire le Forze Armate perché è stato ammesso in lista il più votato partito del Paese.
Che lezione. Dall’Iraq.
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