Una gravidanza su cinque termina con l’aborto.
Nell’Unione Europa a 27 (UE27) negli ultimi 15 anni non sono nati a causa dell’aborto 20 milioni di bambini. Nell’intera Europa ogni anno non nascono circa 3 milioni di bambini. L’aborto è la prima causa di mortalità in Europa.
Oggi l’aborto è ancora illegale solo in Irlanda e a Malta. In 14 paesi la legge lo prevede in presenza di determinate circostanze. In 11 paesi si può abortire senza restrizione alcuna e con la semplicità di un farmaco da banco.
Dentro questo quadro fa impressione il dato spagnolo. Qui gli aborti son aumentati del 115 per cento annuo, pari ad un incremento di quasi 70 mila ogni anno. Dal 1985 si sono accumulati 1 milione e 350 mila aborti. I dati sono la conseguenza che in Spagna l’aborto è adoperato come sistema anticoncezionale: le donne che hanno abortito più di 5 volte è aumentato del 213 per cento negli ultimi 10 anni. Anche in Spagna, come avviene in Inghilterra con le adolescenti, l’aborto è sempre più banalizzato. Secondo la recente legge poi, aumenterà ulteriormente il ricorso all’aborto: sarà permesso già dai 16 anni, sarà libero fino alla 14 settimana con estensione fino alla 22ma in caso di supposti rischi, si restringe l’obiezione di coscienza, si lancerà una istruzione capillare nelle scuole improntate alla ideologia del gender e della salute riproduttiva.
Non credo che era questo che volevano i radicali e le femministe quando gridavano: il corpo è mio e lo gestisco io?
Sarebbe il caso di correre ai ripari, non abolire l'aborto, ma introdurre delle proposte di aiuti pratici per le madri in gravidanza e per le famiglie.
I governi stanno invece facendo molto poco, veramente nulla.
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