Carcere da uno a tre anni per chi pubblica il contenuto delle intercettazioni di cui è stata ordinata la distruzione. La Commissione Giustizia della Camera ha approvato l'emendamento che introduce una nuova fattispecie di reato finora punita con la contravvenzione.
E sarà carcere fino a tre anni anche per il cronista che divulga (anche per riassunto o in parte) contenuti di conversazioni o flussi di comunicazione che riguardano fatti e circostanze o persone estranee alle indagini.
E non è finita qui. La Commissione Giustizia di Monte citorio ha stabilito anche che sarà vietato ai cronisti giudiziari anche pubblicare nome e foto del magistrato a cui è stato affidato un processo penale. Il divieto ha due eccezioni: «Quando l'immagine del magistrato non è scindibile dal diritto di cronaca e quando per il dibattimento siano state disposte le riprese televisive».
Adesso vediamo se i giornalisti, con i magistrati compiacenti, la smettono di sputtanare le persone neppure indagate.
Ovviamente l'opposizione, dimenticando che siamo in un Paese di diritto, parla in termini di "oscurantismo totale".
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