Cesare Battisti, l'ex terrorista ritenuto colpevole di quattro omicidi e condannato all'ergastolo in Italia, ma che si trova in Brasile come rifugiato politico, scrive una lettera alla stampa brasiliana.
Nella missiva, diffusa dal carcere brasiliano di Papuda, Battisti si appella alla "tradizione cristiana dell'Italia" e chiede di essere perdonato, ma allo stesso tempo nega le accuse mosse nei suoi confronti.
"La mia situazione è terribile. Sono allibito, disarmato, di fronte all'ostilità, all'odio colmo di rancore dei miei avversari. Ad ogni modo, non ce la faccio a pensare a me come a qualcuno capace di fare nemmeno un centesimo di tutto ciò che mi attribuiscono".
Battisti continua accusando alcuni ministri del governo italiano di nascondere il loro passato di attivisti dell'estrema destra fascista e di essere responsabili direttamente o indirettamente di massacri con bombe.
Più avanti attacca il premier Silvio Berlusconi, definendolo "un eccellente membro della celebre loggia P2" e ritenendo "razzisti" i decreti del governo.
La lettera è stata letta nell’aula del Senato brasiliano, mentre la decisione del Supremo Tribunale Federale brasiliano è attesa per i primi di marzo.
Se tornasse in Italia, come minimo rischia di essere eletto leader del PD (per gareggiare con Di Pietro).
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