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sabato 12 giugno 2010

legge bavaglio

Oggi trionfano gli slogan sulla "legge-bavaglio", e le tetre esibizioni del popolo viola, con le loro magliette cupe con su scritto "intercettateci tutti".
Ma quale follia collettiva ha preso, in nome dell’antiberlusconismo, parti insospettabili della nostra élite politico-culturale e dell’opinione chic da salotto?
Allora chiariamo cosa ci dice la Costituzione sulla libertà e sulla modalità.

Sulla "libertà di comunicare riservatamente" la dottrina, costituzionale e non, ha scritto in passato fiumi d’inchiostro, di cui ora si dimentica.
L’articolo 15 della Costituzione, al primo comma, afferma che "la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili”.
L’aggettivo "inviolabile", oltre che nell’articolo 15, lo si ritrova a sostegno della libertà personale, della libertà di domicilio, e del diritto di difesa in giudizio.
L’attività investigativa invece non è una libertà, ma una modalità attraverso la quale si manifesta un potere suscettibile di comprimere la libertà delle persone. Essa trova spazio in Costituzione, certamente, laddove si affermano, ad esempio, obbligatorietà e quindi indipendenza dell’azione penale.
Ma qui non si garantiscono "libertà", si precostituiscono strumenti regolati di repressione dei reati, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Questo va detto in faccia ai mediocri che con occhi spiritati si agitano nelle nostre piazze, o scrivono "indignati" sui loro giornali.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Stai forse dicendo che non si puo' intercettare i delinquenti per scoprirne i reati ? Dal tuo post sembra che dai assai piu' importanza alla privacy piuttosto che all'azione penale a difesa di tutti i cittadini. Quindi e' bene (secondo te) proteggere la libertà di comunicare segretamente riducendo i poteri di indagine dei giudici.
Scusa ma e' una enorme fesseria.
I giudici devono poter fare le indagini, per la nostra sicurezza.
La legge vigente protegge la privacy individuale perche' stabilisce che per intercettare un PM ha bisogno di una autorizzazione da parte di un giudice terzo. E' gia'cosi' oggi.
La nuova legge prevederebbe che l'autorizzazione sia demandata ad un collegio di 3 giudici, invece che di uno solo, il che non garantisce di piu' il cittadino. Oggi un giudice monocratico puo' condannare per omicidio, ti pare sensato che per intercettare servano 3 giudici e per condannare per omicidio ne basti uno solo ?
La nuova legge dice che le intercettazioni possono essere usate come prova solo nelle indagini per cui sono state autorizzate. Quindi se mi intercettano per contrabbando di sigarette e io dico al telefono che ho ammazzato mia sorella, la mia dichiarazione di omicidio non puo' essere usata, perche' l'autorizzazione era stata data per altri motivi...
Potrei andare avanti a lungo.
Il problema di questa legge non e' la liberta' di stampa. Si trover' il modo di aggirare i limiti (assurdi) posti in questa materia. Basta riprendere la notizia data da un giornale estero e la notizia pubblicata diventa legale.
Il problema e' il danno alla capacità di indagine della magistratura. In un paese dove la corruzione sale e dove almeno 4 regioni sono fortemente controllate dalla criminalit' organizzata, i limiti posti allo strumento delle intercettazioni sono veramente criminali.
Per fortuna la Corte Costituzionale dichiarela la legge incostituzionale. Ma si saranno persi 2-3 anni di intercettazioni e quindi molti crimini non saranno scoperti.
Per il paese un disastro.

nico ha detto...

non ha mai letto tante sciocchezze tutte in una volta.
Copro solo l'aspetto giuridico, tanto caro alla sinistra.
Le intercettazioni sono un metodo di lavoro, mentre la privacy è un diritto costituzionale.
Se una attività lede un diritto costituzionale, essa è semplicemente INCOSTITUZIONALE.