Mi si consenta di domandare ad Antonio Di Pietro per quale matta ragione egli insorga e occupi il Parlamento italiano, quando in tema di privacy, intercettazioni e tanto altro la pensa esattamente come me. Sono matto io?
Giudichi il lettore dopo la lettura delle seguenti paginette tratte da “Antonio Di Pietro. Educazione civica con elementi di diritto ed economia. Per il biennio delle scuole superiori” (Edizioni Larus, pp. 297-298):
“In questo clima di asfissiante ricerca dello scoop, della notizia clamorosa da sbattere in prima pagina, ogni indiscrezione, vera o presunta, circa le attività dei magistrati è da anni strumento di lotta politica, di esaltazione o di affossamento di singoli o partiti. Per questa ragione le intercettazioni telefoniche riguardanti numerosi cittadini italiani, che per una ragione o per l’altra erano considerati personaggi di attualità, sono state a più riprese utilizzate dalla stampa e consegnate agli occhi di tutti con lo scopo immediato di ‘informare’ ma anche con un intento, spesso non celato, di delegittimare i propri avversari. In questo modo milioni di persone hanno potuto conoscere le conversazioni private di privati cittadini che nulla avevano a che vedere con le indagini in corso e che comunque si prestano ad equivoci o interpretazioni dettate dalla evidente differenza che esiste tra lo scritto e il parlato, specie telefonico. Ma il problema di cui ci occupiamo ci pare sia solo una conseguenza di un’altra questione ben più grave. A quale scopo le conversazioni telefoniche intercettate devono diventare di pubblico dominio, tutte indistintamente? E’ giusta una legislazione che consente a chiunque di accedere a notizie circa la vita privata del cittadino? Infatti, se la Costituzione prevede, in determinati casi, che sia violata la libertà e la segretezza delle comunicazioni, è anche vero che concede questa facoltà solo a pubblici funzionari per fini di indagine, non certo per mettere in piazza i discorsi privati dei cittadini. Le recenti notizie sui telefonini clonati, sulle valanghe di intercettazioni e sull’uso di microspie rendono sempre più necessario un intervento legislativo che riveda con serietà tutta questa delicata materia”.
Dopo questa lettura mi si consenta di domandare agli elettori dell'IdV: come fate a dire che l'unico motivo per cui siete simpatizzanti dell'IdV è la coerenza di Di Pietro?
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2 commenti:
Non faccio sicuramente statistica, ma tutti coloro che conosco e votano di dietro appartengono alle seguenti categorie: truffatori, parassiti, ladri, imbecilli totali. Manco uno serio ne conosco. Qualcuno sa il perchè?
"Manco uno serio ne conosco"
Nel reparto neurodeliri da dove scrivi non ne puoi trovare... a meno che tu non sia uno che prende tangenti, uno che ha da condonare mezza casa, ha evaso tasse e le deve pulire, da lavorare grazie al politico del PDL di turno P3ista, una puttana che ha aperto le gambe al Nanetto, un mafioso... scusa... hai i tuoi porci interessi per votare quella banda di ladri a destra
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