«O facciamo pulizia o me ne vado»
Così Franco Barbato, deputato dell'Italia dei Valori eletto a Napoli, in un'intervista a Panorama in edicola domani.
«Mi sospendo dagli incarichi dell'Idv in Campania perchè qui nel partito spuntano camorristi, strane facce, gente alla quale io nemmeno stringerei la mano».
Le dimissioni di Cristiano Di Pietro non lo fanno arretrare di un centimetro: «Ma che vuole che sia la storia di Cristiano? Rispetto alle grane che abbiamo è una pagliuzza. Corriamo il rischio di diventare il partito taxi su cui salgono quelli che vogliono rubare, arraffare, farsi i fatti propri. Io che sono il guardiano del dipietrismo in Campania dico che i conti dell'Idv non tornano. Ma le pare che quando riapre la Camera mi debba sedere a fianco del collega di partito Amerigo Porfidia, indagato per camorra dal brillante e coraggioso pubblico ministero che conduce le inchieste sui Casalesi?»
Sbatte la porta Franco Barbato, anche dopo che il diktat di Di Pietro (che sentenziava l'uscita di tutti gli esponenti dell’Idv dalle giunte dei Comuni campani) è rimasto solo un anuncio.
A me fa particolarmente riflettere la nota-stampa che Americo Porfidia aveva pubblicato solo il 26 novembre scorso:
"Il provvedimento del governo in materia di prevenzione e contrasto alla criminalita' organizzata denota l'assenza di un vero e proprio progetto di riqualificazione delle aree piu' colpite dalla malavita". Lo dichiara Americo Porfidia capogruppo Idv in commissione Difesa alla Camera. "Di fronte all'attuale scenario - continua - che vede la criminalita' organizzata allargare le sue maglie su gran parte della Penisola e porsi come uno dei poteri economici piu' forti del paese, l'invio di 500 militari e' una manovra di facciata che oltre a non garantire un reale controllo del territorio non apporta nessun cambiamento sostanziale alla vita dei cittadini. Con un occhio di riguardo alle zone piu' martoriate del Mezzogiorno e' necessario avviare un profondo risveglio civico della cittadinanza e delle istituzioni: questo moto civile non puo' essere stimolato dalla sola presenza delle forze dell'ordine. La criminalita' organizzata si combatte principalmente ponendo la legalita' e la sicurezza al centro di ogni azione di governo e amministrativa". "Solo garantendo regole certe per tutti -afferma il deputato Idv - potremo ridare fiducia ai cittadini e alle imprese e avviare un sano percorso di sviluppo e lavoro nel sud del paese. Nostro compito dev'essere erodere alla base la struttura criminale, ossia lo stato di disoccupazione cronica in cui vivono decine dei nostri giovani. Come ci ha degnamente ricordato il figlio di Domenico Noviello - conclude - a pochi giorni dall'assassinio del padre che aveva detto no al racket: 'Avere fiducia nello Stato e' la sola opportunita' che ci resta'"
Immersi di Vergogna, oppure Insalata di Verdure, oppure Involtini di Vongole, .... insomma tutto tranne di Valori.
Ma a me non piace sparlare; piacerebbe solo sapere la verità ed avere una legge che sia uguale per tutti.
La verità: Ed allora mi piacerebbe vedere Di Pietro in televisione a spiegare i rapporti mantenuti dall’ex PM, dal suo figliuolo e da eventuali altri esponenti dell’Idv, con personaggi risultati inquisiti ed arrestati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Napoli sugli appalti.
Poi c'è un altro fatto: Totò Cuffaro, Presidente della Regione Sicilia, è stato giudicato colpevole di favoreggiamento e rivelazione di segreto d'ufficio ed è stato condannato a 5 anni di carcere con sentenza di primo grado: il reato era quello di aver informato una persona indagata d’avere il telefono sotto controllo. Nel caso di Di Pietro, la Dia di Napoli ha sostenuto la tesi di una fuga di notizie, sulle indagini relative agli appalti del capoluogo campano, trapelate molto tempo prima (sei mesi) che arrivassero alla stampa.
Chi è stato informato? E da chi? L’ex PM ha riferito ai giornali di aver trasferito il provveditore alle opere pubbliche della Campania e del Molise, Mario Mautone, perché era venuto a conoscenza di indagini a suo carico.
Di Pietro dica allora agli italiani chi l’ha informato delle indagini e perché suo figlio da qual momento non ha più risposto alle telefonate dell’ex provveditore Mautone? Suo figlio sapeva che le utenze telefoniche erano sotto controllo? E da chi l’ha saputo?
Un magistrato lo chiederebbe a chiunque e vorremmo che lo chiedesse anche a Di Pietro e suo figlio!
Di Pietro che pone la questione morale come presupposto per lo svolgimento dell’attività politica, non può rifiutarsi di fare chiarezza.
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4 commenti:
di pietro, il figlio e tutti gli indagati nella vicenda napoletana, hanno avuto anche la fortuna della pausa natalizia, in cui i vari programmi di approfondimento(ballaro', matrix, anno zero, porta a porta) sono in pausa.
voglio vedere alla ripresa travaglio che spara su di pietro. se cio' non accadesse, la tv pubblica e' davvero schierata, altro che controllo berlusconiano.
Intanto dopo la bordata a Porta a Porta contro la ricandidatura di Renato Soru a "rigovernatore" dell'Isola, per asserite incompatibilità in quanto editore del giornale L'Unità, ieri l'ex pm nell'"aja" politica e preelettorale di Cagliari s'è trebbiato da solo: "Noi sosteniamo Soru con lealtà nonostante le inchieste giudiziarie che lo riguardano, ma che non lo vedono rinviato a giudizio".
La trebbia è anche questo: si rischiano le dita negli ingranaggi.
quello che mi fa ridere di questa situazione è che qualcuno tenta di santificare il pargolo.
Ieri il Mattino ha riportato che Di Pietro ossessionò Bassolino affinchè il suo Mautone fosse nominato assessore.
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