Lodevole l'impegno della sinistra nella politica di integrazione dei cittadini extracomunitari.
Coerentemente a questo impegno, è stato depositato oggi alla Camera un progetto di legge che prevede il diritto di voto per le elezioni amministrative ai cittadini extracomunitari regolarmente residenti in Italia da almeno cinque anni: L'obiettivo é "promuovere l’integrazione di persone che in molti casi già partecipano pienamente alla vita civile delle comunità locali in cui risiedono".
Ma veramente è così?
Io non dimentico le parole del ministro Ferrero (all'epoca del governo Prodi): "Nelle provincie di Treviso, Bergamo e Brescia e in tutta la fascia pedemontana dove la presenza dei lavoratori migranti è molto forte e dove un partito espressamente xenofobo come la Lega raccoglie alti consensi, l'acquisizione del diritto al voto da parte degli immigrati modificherà la dialettica politica".
La prova che le cose stiano esattamente così nasce dal fatto che questa proposta viene da PdL, PD, IdV e Udc. Da tutti tranne che dalla Lega.
Una proposta per me giusta, ma che tutti vogliono solo per ridimensionare la Lega.
Ne sono convito.
Perchè l'integrazione si ottiene con un pacchetto progettuale di interventi, che ricopra la scuola, la sanità, la società, ed anche il voto. Ma presentare una legge che dia agli immigrati il diritto al voto (solo delle amministrative) e farlo passare come integrazione è una presa in giro.
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1 commento:
Ma quale integrazione! Si cercano solo altri voti per ingannare la gente.
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