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sabato 3 ottobre 2009

Gli esperti del giorno dopo

Ancora una tragedia, morti, feriti, sfollati, dispersi, case distrutte.
Abbiamo visto le immagini del nubifragio che ha colpito Messina e l'intera zona. Come dissi già in occasione del terremoto a L'Aquila, quando accadono queste tragedie c'è una sola cosa da fare subito: rimboccarsi le maniche, scavare, ripulire e salvare il salvabile, comprese le vite umane.
Da noi, invece, la prima cosa da fare è cercare il colpevole.
Infatti, il primo servizio TV che ho visto si limitava a mostrare qualche immagine del disastro e chiudeva semplicemente chiedendo che ora bisognava accertare le responsabilità.
Appunto, mi son detto, ora ricomincia il ritornello delle responsabilità. Infatti, nel giro di 24 ore la solita procura competente apre un'inchiesta contro ignoti per disastro colposo. Atto dovuto, certo. Arrivano puntuali anche le dichiarazioni di ambientalisti, amministratori, esperti e perfino del capo della Protezione civile Bertolaso. Adesso tutti hanno una visione chiarissima di cosa è successo, del perché è successo e di cosa bisognava fare perché non succedesse.
Un po' come gli economisti che, dopo scoppiata la crisi, spiegano per filo e per segno perché c'è stata la crisi globale dell'economia e della finanza. Sono i famosi e celebri "esperti del giorno dopo".
Si ripete la storia dei rischi idrogeologici e si addebita la causa al solito abusivismo edilizio. Bene, se lo dicono loro deve essere così. Solo che questi rischi idrogeologici, a quanto si legge nelle varie dichiarazioni, sono conosciuti da decenni ed interessano gran parte del territorio nazionale: "Rischi idrogeologici in 7 comuni su 10".
Si riportano dati e numeri da catasfrofe imminente: "Proprio Legambiente certifica che nel 77% dei comuni so­no state costruite abitazioni e nel 56% fabbricati industriali in aree a rischio. Ancora numeri, eloquentis­simi. 5.581 comuni italiani a ri­schio idrogeologico di cui 1.700 per frane, 1.285 per alluvioni, 2.596 per frane e alluvioni insieme. Nella sola Sicilia, 272 comuni a rischio e 91 nel Messinese. Il record appartie­ne al Piemonte con 1.046 comuni in pericolo".
Piuttosto allarmante, no? Che significa dire che 5.581 comuni italiani sono a rischio idrogeologico? Vuol dire che quei comuni sono nati nel posto sbagliato? Oppure è sbagliata la conformazione geologica, compresi fiumi, invasi, dighe, laghi, torrenti, colline e montagne?
Cosa vuol dire Napolitano quando afferma che occorre mettere in sicurezza l'Italia, altro che opere faraoniche.
Vuol dire che bisogna distruggere 5581 comuni e spostarli altrove, magari costruendo 5.581 "New Town"? Vuol dire che in quei comuni non si dovrebbe costruire più niente, nemmeno una cuccia per il cane? Vuol dire che gli abitanti devono abbandonare le loro case e trasferirsi in luoghi non a rischio?
Ma non basta, perché bisogna ricordare (ma questo lo ricordano solo quando succedono terremoti) che quasi l'intero territorio nazionale è anche ad alto rischio sismico. E che la stragrande maggioranza delle abitazioni non è costruita secondo le nuove norme antisismiche. Le buttiamo giù e le facciamo nuove? Abbattiamo il Colosseo e lo ricostruiamo "antisismico"? Aggiungete a questi rischi sismici ed idrogeologici il rischio inquinamento, il rischio sicurezza, il rischio per la libertà di stampa e per la democrazia, il rischio del Vesuvio ed 1 milione di persone che vivono nella zona rossa della montagna e la tragedia è completa.
Insomma, l'Italia è ad alto rischio! Arrangiatevi.
Stando così le cose, davanti a questo scempio, abbiamo una sola possibilità: chiudere l'Italia, recintarla con grandi cartelli "Area ad alto rischio. Divieto d'accesso", evacuare gli italiani e trasferirci tutti, ma dove?
In questi stessi giorni, in Asia, terremoti e tempeste tropicali hanno devastato intere regioni causando migliaia di morti. Anche lì sarà a causa di abusivismo edilizio? Ci sarà una "procura" che apre un'inchiesta per accertare le responsabilità? Ormai queste catastrofi si ripetono con sempre maggiore frequenza nel mondo. Ma ci è difficile accettarne la spiegazione naturale. Ed allora cerchiamo il colpevole.
Se domani cadesse un meteorite su Montecitorio si aprirebbe un'inchiesta per accertare le responsabilità.
Non sto dicendo che non ci siano dei responsabili di abusi edilizi e che non vadano individuati e perseguiti. Dico che, se è vero che questi abusi esistono e che interessano gran parte del territorio dei comuni italiani, perché le procure non sono intervenute prima, per bloccare quei lavori? Non si tratta di qualche isolato caso di villette nate in una notte, si tratta di interi quartieri costruiti alla luce del sole, in tutta Italia. E siccome questa procedura continu ancora oggi, io chiedo dove sono i controllori, le procure, i responsabili che dovrebbero vigilare, gli assessori che concedono le licenze. Tutti al mare? In ferie? Dormono? Perché ci si sveglia solo quando succedono i disastri?
Beh, la spiegazione è abbastanza intuitiva. C'è una marea di gente che ci campa. Amministratori compiacenti che si vendono per una tangente, costruttori spregiudicati, ditte e aziende che quando c'è lavoro non stanno a sottilizzare sulla pericolosità degli insediamenti, agenzie immobiliari il cui unico scopo è vendere, tecnici che invece che fare i dovuti controlli intascano una bustarella e chiudono un occhio e talvolta anche due. Insomma, la lista sarebbe lunga. Questo succede alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti, da decenni. Ma tutti fanno finta di non vedere. Meglio non vedere. Si svegliano solo quando succede il prevedibile "imprevedibile". Allora si apre un'inchiesta. Bene, bene, l'importante, quando si apre un'inchesta, è ricordarsi poi di chiuderla.
Ora, pare, sembra, si dice, si mormora (lo apprendiamo da fonti bene informate), che verrà aperta una seconda inchiesta contro ignoti per precipitazioni atmosferiche dolose, perché anche questo nubifragio non sembra regolare; è arrivato all'improvviso, senza avvertire e privo della necessaria documentazione; non ha le dovute autorizzazioni, le concessioni, licenze, timbri, firme, bolli, verifiche, controlli e collaudi di legge. E' caduto dal cielo senza alcuna autorizzazione. E' evidente che si tratta di un nubifragio abusivo. Arrestatelo...

1 commento:

Angelo D'Amore ha detto...

e se erutasse il vesuvio? anche quella sarebbe una "disgrazia abusiva"? invece di fare ipotetici e poco applicabili piani di evaquazione, si dovrebbero sgomberare definitivamente le falde del vulcano. nel caso si risvegliasse, ci sarebbe una vera ecatombe, altro che eruzione del 79 a.c.