La guerra continua, ma noi facciamo finta di non saperlo.
Un centinaio di morti in Nigeria, a causa della guerra dichiarata contro i cristiani dal fanatismo islamico, non ci preoccupano. La notizia passa quasi in sordina, potrebbe rovinarci il Capodanno.
Gli attacchi, con uso di armi, bombe ed esplosivo, sono stati rivendicati da un gruppo islamista africano il cui nome, tradotto in italiano, è già tutto un programma “Popolo devoto agli insegnamenti del Profeta per la propagazione della Jihad“. Insomma, gente che ha fatto della “guerra santa” all’occidente ed agli infedeli, la propria ragione di vita.
Questo è solo l’ultimo degli espisodi di violenza contro i cristiani. Ormai la serie si allunga di giorno in giorno. Basta ricordare cosa è successo in India, Pakistan, Indonesia. Una vera e propria caccia al cristiano, chiese distrutte o bruciate, meglio se con i fedeli dentro.
Ma i pacifisti non organizzano cortei, i buonisti non lanciano appelli, Annozero non fa puntate speciali, Report non se ne occupa, l’Onu è in altre faccende affaccendata e la strage continua. Anzi, il nostro impegno quotidiano è quello di garantire in casa nostra tutti i diritti possibili agli islamici. Le nostre parole d’ordine sono l’accoglienza, la tolleranza, l’integrazione, il multiculturalismo.
A queste regole democratiche possiamo aggiungere: salvo che......?
giovedì 30 dicembre 2010
La Ferrario è stata Santorizzata
Mario Missiroli usava dire che è sempre meglio fare il giornalista che lavorare. È ancora vero.
Proprio mentre si chiede ad operai che guadagnano 1200 euro al mese, ed anche meno, di accettare più flessibilità e meno diritti, a Tiziana Ferrario, conduttrice del Tg1 per 28 anni, era stato proposto di fare l'inviata speciale, ma un giudice ha sentenziato che deve essere rimessa a condurre quello stesso Tg alla stessa ora perché la sua sostituzione è stata frutto di una discriminazione politica da parte del suo direttore Augusto Minzolini.
A me la Ferrario è sempre piaciuta: poco diva, molto professionale, dimessa e seria come poche. Ma davvero non si capisce come si possano esercitare le prerogative che il contratto giornalistico riconosce ai direttori in un’azienda come la Rai, dove è il giudice ormai a stabilire regolarmente orari e ruoli del lavoro giornalistico e palinsesto dei programmi.
Minzolini potrà anche non piacere, ma un giudice che ne prende il posto mi piace anche meno.
E ora? ora la povera Ferrario dovrà farà la conduttrice a vita, fin quando sarà lei a decidere di smettere, definendo anche la relativa buonuscita (alla Santoro).
Proprio mentre si chiede ad operai che guadagnano 1200 euro al mese, ed anche meno, di accettare più flessibilità e meno diritti, a Tiziana Ferrario, conduttrice del Tg1 per 28 anni, era stato proposto di fare l'inviata speciale, ma un giudice ha sentenziato che deve essere rimessa a condurre quello stesso Tg alla stessa ora perché la sua sostituzione è stata frutto di una discriminazione politica da parte del suo direttore Augusto Minzolini.
A me la Ferrario è sempre piaciuta: poco diva, molto professionale, dimessa e seria come poche. Ma davvero non si capisce come si possano esercitare le prerogative che il contratto giornalistico riconosce ai direttori in un’azienda come la Rai, dove è il giudice ormai a stabilire regolarmente orari e ruoli del lavoro giornalistico e palinsesto dei programmi.
Minzolini potrà anche non piacere, ma un giudice che ne prende il posto mi piace anche meno.
E ora? ora la povera Ferrario dovrà farà la conduttrice a vita, fin quando sarà lei a decidere di smettere, definendo anche la relativa buonuscita (alla Santoro).
Perchè si parla di Battisti?
Perchè ci preoccupiamo di Cesare Battisti che il Brasile non vuole estradare in Italia dove l'aspetterebbe una condanna all'ergastolo?
O meglio, perchè il caso Battisti fa notizia? questo non lo so spiegare.
Infatti sono ben settantasei i terroristi ancora latitanti inseguiti da condanne definitive mai eseguite ed all'antiterrorismo dicono che è inutile darsi da fare, per stanarli, perché intanto i Paesi che li ospitano non li estradano in Italia.
Il caso di Cesare Battisti è solo l´ultimo di una serie di no all´estradizione giunti da Stati di mezzo mondo, dalla Francia al Nicaragua, dal Giappone all´Argentina alla Spagna ed anche dal Brasile dove da anni vive come "rifugiato politico" Achille Lollo, accusato del rogo di Primavalle dove morirono arsi vivi i fratelli Mattei.
La stragrande maggioranza dei terroristi riparati all´estero sono ex militanti brigatisi, ma fra loro ci sono pure esponenti del terrorismo nero come Delfo Zorzi, processato e poi assolto per la strage di Piazza Fontana; Ora vive in Giappone, fa l´imprenditore, ha ottenuto là la cittadinanza e non c´è alcuna speranza che possa essere estradato in Italia.
Analoga situazione ha protetto Alessio Casimirri, condannato all´ergastolo per l´agguato di via Fani, ma "libero" cittadino del Nicaragua le cui autorità hanno sempre respinto le richieste di espellerlo avanzate dal governo italiano.
Leonardo Bertulazzi, ex Br, catturato in Argentina, è stato là dichiarato «non estradabile».
Germano Fontana, ex Prima Linea, viene liberato dalle autorità spagnole.
Il caso di Marina Petrella ha definitivamente tolto ogni speranza agli investigatori italiani di riportare in Italia i terroristi che a Parigi hanno trovato rifugio grazie alla "dottrina Mitterrand": contro il rimpatrio dell´ex brigatista condannata per il sequestro Moro scese in campo la first lady francese, Carla Bruni. E Sarkozy negò l´estradizione.
Tanti altri ex-terroristi non vengono neppure pìù cercati; la ragione è che è inutile spendere tanti soldi in investigazioni internazionali se poi non viene concessa l'estradizione.
Allora, perchè si parla tanto di Battisti?
O meglio, perchè il caso Battisti fa notizia? questo non lo so spiegare.
Infatti sono ben settantasei i terroristi ancora latitanti inseguiti da condanne definitive mai eseguite ed all'antiterrorismo dicono che è inutile darsi da fare, per stanarli, perché intanto i Paesi che li ospitano non li estradano in Italia.
Il caso di Cesare Battisti è solo l´ultimo di una serie di no all´estradizione giunti da Stati di mezzo mondo, dalla Francia al Nicaragua, dal Giappone all´Argentina alla Spagna ed anche dal Brasile dove da anni vive come "rifugiato politico" Achille Lollo, accusato del rogo di Primavalle dove morirono arsi vivi i fratelli Mattei.
La stragrande maggioranza dei terroristi riparati all´estero sono ex militanti brigatisi, ma fra loro ci sono pure esponenti del terrorismo nero come Delfo Zorzi, processato e poi assolto per la strage di Piazza Fontana; Ora vive in Giappone, fa l´imprenditore, ha ottenuto là la cittadinanza e non c´è alcuna speranza che possa essere estradato in Italia.
Analoga situazione ha protetto Alessio Casimirri, condannato all´ergastolo per l´agguato di via Fani, ma "libero" cittadino del Nicaragua le cui autorità hanno sempre respinto le richieste di espellerlo avanzate dal governo italiano.
Leonardo Bertulazzi, ex Br, catturato in Argentina, è stato là dichiarato «non estradabile».
Germano Fontana, ex Prima Linea, viene liberato dalle autorità spagnole.
Il caso di Marina Petrella ha definitivamente tolto ogni speranza agli investigatori italiani di riportare in Italia i terroristi che a Parigi hanno trovato rifugio grazie alla "dottrina Mitterrand": contro il rimpatrio dell´ex brigatista condannata per il sequestro Moro scese in campo la first lady francese, Carla Bruni. E Sarkozy negò l´estradizione.
Tanti altri ex-terroristi non vengono neppure pìù cercati; la ragione è che è inutile spendere tanti soldi in investigazioni internazionali se poi non viene concessa l'estradizione.
Allora, perchè si parla tanto di Battisti?
Un parlamento inutile
C'è un ordine ben preciso in tutte le questure d'Italia: lasciate perdere i clandestini tanto non ci sono conseguenze per loro.
Ecco i danni inferti ai cittadini da una magistratura politicizzata che ha come obiettivo quello di stravolgere o distruggere le leggi del centrodestra.
Poi si chiedono perchè la fiducia degli italiani nella magistratura sia a livelli bassissimi…
Ecco i danni inferti ai cittadini da una magistratura politicizzata che ha come obiettivo quello di stravolgere o distruggere le leggi del centrodestra.
Poi si chiedono perchè la fiducia degli italiani nella magistratura sia a livelli bassissimi…
martedì 28 dicembre 2010
La stessa musica
Sentire il leader Maximo dire dei magistrati le stesse cose che Berlusconi dice da un sedici anni, fa un pò rifleettere, ma mai mi sarei aspettato che anche il Tonino nazionale parlasse il linguaggio di Berlusconi (a parte la grammatica).
Evocare gli stessi spauracchi, inciampare nelle stesse trappole fa, a dir poco, tenerezza.
Ecco il fatto:
Nella conferenza stampa di fine d’anno, Telese, del Fatto Quotidiano, sciorina a Berlusconi le malefatte di un po’ di suoi ministri ed ex ministri. Lui, il Cav. si difende con la flebile teoria della mela marcia: “Sono casi spiacevoli, ma su 100 persone è impossibile trovare 100 santi, qualcuno può essere abbastanza lontano dalla santità. Succede nell’apparato umano, succede in tutta la società. Succede perché l’uomo e la donna non sono esseri perfetti”.
Insomma, in politica, come nella vita la perfezione non è di casa.
Tonino Di Pietro parlando della sua Italia dei Valori, quando nel partito e dintorni (Micromega) gli fanno le pulci sulla questione morale di casa sua, ecco che le vesti del poliziotto nazionale lasciano spazio a quelle dell’assolutore: “Sulla questione morale non v'è dubbio che un partito che nasce dal nulla, un fiore spontaneo, ogni tanto si trova a vedere nel proprio campo qualche erbaccia cattiva”. Mele marce, erbacce cattive, la musica è la stessa.
Ma non basta: Di Pietro è costretto a promettere: “Voglio rassicurare tutti sul fatto che c'è un impegno preciso del partito per una militanza trasparente, del quale parleremo in un esecutivo nazionale a gennaio... Voglio tranquillizzare tutti sul fatto che, piano piano, l'acqua sta diventando pulita”.
Bene dunque, quelli pronti a gridare “galera, galera” al minimo sgarro possono stare tranquilli: “se ne parlerà in un esecutivo nazionale”. Quanto al loro amato partito, quello della giustizia e legalità sopra ogni cosa, finora è stato acqua torbida, ma presto “tornerà pulita”.
Ma non è finita. Perché di Pietro ha una spiegazione per questo attacco: “Mi attacca chi vorrebbe prendere il mio posto”. Il riferimento è ovviamente a Luigi De Magistris, in prima fila a chiedere pulizia nel partito dei puliti.
Anche qui l’eco berlusconiana è lampante. Infondo anche il Cav. spiegava gli attacchi di Fini in nome della legalità come un pretesto per farlo fuori.
Nemesi triste quella di Di Pietro: trovarsi in difesa ad usare gli argomenti del suo acerrimo nemico. Manca solo che dica che i magistrati sono la principale minaccia del paese, e lui D’Alema e Berlusca potranno fondare un nuovo partito.
Evocare gli stessi spauracchi, inciampare nelle stesse trappole fa, a dir poco, tenerezza.
Ecco il fatto:
Nella conferenza stampa di fine d’anno, Telese, del Fatto Quotidiano, sciorina a Berlusconi le malefatte di un po’ di suoi ministri ed ex ministri. Lui, il Cav. si difende con la flebile teoria della mela marcia: “Sono casi spiacevoli, ma su 100 persone è impossibile trovare 100 santi, qualcuno può essere abbastanza lontano dalla santità. Succede nell’apparato umano, succede in tutta la società. Succede perché l’uomo e la donna non sono esseri perfetti”.
Insomma, in politica, come nella vita la perfezione non è di casa.
Tonino Di Pietro parlando della sua Italia dei Valori, quando nel partito e dintorni (Micromega) gli fanno le pulci sulla questione morale di casa sua, ecco che le vesti del poliziotto nazionale lasciano spazio a quelle dell’assolutore: “Sulla questione morale non v'è dubbio che un partito che nasce dal nulla, un fiore spontaneo, ogni tanto si trova a vedere nel proprio campo qualche erbaccia cattiva”. Mele marce, erbacce cattive, la musica è la stessa.
Ma non basta: Di Pietro è costretto a promettere: “Voglio rassicurare tutti sul fatto che c'è un impegno preciso del partito per una militanza trasparente, del quale parleremo in un esecutivo nazionale a gennaio... Voglio tranquillizzare tutti sul fatto che, piano piano, l'acqua sta diventando pulita”.
Bene dunque, quelli pronti a gridare “galera, galera” al minimo sgarro possono stare tranquilli: “se ne parlerà in un esecutivo nazionale”. Quanto al loro amato partito, quello della giustizia e legalità sopra ogni cosa, finora è stato acqua torbida, ma presto “tornerà pulita”.
Ma non è finita. Perché di Pietro ha una spiegazione per questo attacco: “Mi attacca chi vorrebbe prendere il mio posto”. Il riferimento è ovviamente a Luigi De Magistris, in prima fila a chiedere pulizia nel partito dei puliti.
Anche qui l’eco berlusconiana è lampante. Infondo anche il Cav. spiegava gli attacchi di Fini in nome della legalità come un pretesto per farlo fuori.
Nemesi triste quella di Di Pietro: trovarsi in difesa ad usare gli argomenti del suo acerrimo nemico. Manca solo che dica che i magistrati sono la principale minaccia del paese, e lui D’Alema e Berlusca potranno fondare un nuovo partito.
Vessati da Berlusconi
Quando una funzionaria di terzo livello dell'ambasciata americana a Roma scriveva che “Berlusconi dorme poco”, i giornali "liberi", quelli cioè impegnati nella lotta eterna contro il Male Assoluto incarnato da un settantaquattrenne viveur, titolavano a nove colonne, aprivano le edizioni online con la (presunta) notizia a caratteri cubitali, scrivendo editoriali indignati e preoccupati sul ruolo del Paese messo a repentaglio da un Premier facile all’abbiocco.
E ci dicevano che Assange meritava ascolto, che la sua opera era meritoria e giusta, che i file scippati erano assolutamente veritieri, credibili e fondamentali per capire cosa pensa uno Stato dell’altro.
Perfetto.
Ora che invece esce fuori che D’Alema ha detto all'ambasciatore degli Stati Uniti che “La Magistratura è la più grande minaccia per lo Stato Italiano", il tutto diventa ciarpame, robaccia, gossip, carta straccia.
E il motivo sapete qual è? Beh, “Massimo D’Alema ha smentito”.
Quando smentisce Berlusconi, è un bugiardo; quando lo fa D'Alema.......
La solita coerenza della stampa italiana che, comunque, ed è sempre opportuno ricordarlo, è vessata e schiacciata quotidianamente dal terribile potere berlusconiano.
Sarà che a Natale abbiamo da esser buoni, ma è stato notato che tal bomba mediatica, uscita il 24 dicembre, è completamente sparita dai Tg e dai giornali del 25 dicembre.
Qui la faccenda sarebbe un pò più seria; infatti, mentre gli altri “spetteguless” di Wikilieaks che riguardano l’Italia, finora si sono limitati a riportare “informative” di funzionari dell’Ambasciata Usa basati su quello che costoro leggevano sulla stampa italiana, ben diversa è la faccenda che riguarda il D’Alema.
L'ambasciatore Spogli infatti, relazionava il suo Paese circa conversazioni avute a tu per tu con Baffino. Sarebbe stata dura, per D’Alema e i suoi compagnucci, sostenere che Spogli non si lava le orecchie la mattina o che addirittura si è inventato tutto.
Ma, non a caso, la notizia è completamente sparita dai media nazionali. Beh, certo che se qualcuno avesse continuato a tenerla viva, sarebbe potuta anche arrivare una secca conferma dell’accaduto da parte del diplomatico statunitense: sai come sono poco bizantini, gli Yankees. Allora, meglio tacere.....sempre sotto il dominio assoluto di Berlusconi
E ci dicevano che Assange meritava ascolto, che la sua opera era meritoria e giusta, che i file scippati erano assolutamente veritieri, credibili e fondamentali per capire cosa pensa uno Stato dell’altro.
Perfetto.
Ora che invece esce fuori che D’Alema ha detto all'ambasciatore degli Stati Uniti che “La Magistratura è la più grande minaccia per lo Stato Italiano", il tutto diventa ciarpame, robaccia, gossip, carta straccia.
E il motivo sapete qual è? Beh, “Massimo D’Alema ha smentito”.
Quando smentisce Berlusconi, è un bugiardo; quando lo fa D'Alema.......
La solita coerenza della stampa italiana che, comunque, ed è sempre opportuno ricordarlo, è vessata e schiacciata quotidianamente dal terribile potere berlusconiano.
Sarà che a Natale abbiamo da esser buoni, ma è stato notato che tal bomba mediatica, uscita il 24 dicembre, è completamente sparita dai Tg e dai giornali del 25 dicembre.
Qui la faccenda sarebbe un pò più seria; infatti, mentre gli altri “spetteguless” di Wikilieaks che riguardano l’Italia, finora si sono limitati a riportare “informative” di funzionari dell’Ambasciata Usa basati su quello che costoro leggevano sulla stampa italiana, ben diversa è la faccenda che riguarda il D’Alema.
L'ambasciatore Spogli infatti, relazionava il suo Paese circa conversazioni avute a tu per tu con Baffino. Sarebbe stata dura, per D’Alema e i suoi compagnucci, sostenere che Spogli non si lava le orecchie la mattina o che addirittura si è inventato tutto.
Ma, non a caso, la notizia è completamente sparita dai media nazionali. Beh, certo che se qualcuno avesse continuato a tenerla viva, sarebbe potuta anche arrivare una secca conferma dell’accaduto da parte del diplomatico statunitense: sai come sono poco bizantini, gli Yankees. Allora, meglio tacere.....sempre sotto il dominio assoluto di Berlusconi
domenica 26 dicembre 2010
condannati al suicidio 2
Scommettiamo che la Consulta bloccherà la riforma Gelmini perchè incostituzionale?
E che ci vuole a trovare un cavillo per quanto riguarda la norma che vieta l'assunzione di parenti nello stesso ateneo......volendo si potrebbe trovare un cavillo per ogni norma della riforma.
Già, volendo.....e la Consulta vuole.
Faccio un sempio, un rettore che ha superato 8 anni di incarico dovrà lasciare il posto. Ovviamente adisce le vie legali. Ovviamente il pm solleva il dubbio di incostituzionalità. Ovviamente la Consulta (costituita da 11 persone di sinistra e 2 di destra)...troverà il cavillo giusto per definire incostituzionale la norma.
Pronto a scommettere.
E che ci vuole a trovare un cavillo per quanto riguarda la norma che vieta l'assunzione di parenti nello stesso ateneo......volendo si potrebbe trovare un cavillo per ogni norma della riforma.
Già, volendo.....e la Consulta vuole.
Faccio un sempio, un rettore che ha superato 8 anni di incarico dovrà lasciare il posto. Ovviamente adisce le vie legali. Ovviamente il pm solleva il dubbio di incostituzionalità. Ovviamente la Consulta (costituita da 11 persone di sinistra e 2 di destra)...troverà il cavillo giusto per definire incostituzionale la norma.
Pronto a scommettere.
sabato 25 dicembre 2010
Che fine
Fino a pochi giorni fa Fini era osannato dalla stampa di sinistra e i leader della sinistra gli facevano piedino sotto il tavolo: Prime pagine, talk show, dichiarazioni a raffica.
Il suo compito era quello di mandare a casa Berkusconi, ma tutti sappiamo com'è finita. E Ora? Dopo il voto del 14 dicembre, ora Fini, da assoluto protagonista del panorama politico italiano, è stato ridotto a semplice comparsa: Ora Pd e PDl cercano di colloquiare con Casini. e Fini?
Nell’oblio, costretto a farsi dettare la linea da Casini e ridotto a condividere con Rutelli (ripeto Rutelli…) un briciolo di visibilità, allo stesso livello di La Malfa, Guzzanti, Melchiorre e Cesa.
Il suo compito era quello di mandare a casa Berkusconi, ma tutti sappiamo com'è finita. E Ora? Dopo il voto del 14 dicembre, ora Fini, da assoluto protagonista del panorama politico italiano, è stato ridotto a semplice comparsa: Ora Pd e PDl cercano di colloquiare con Casini. e Fini?
Nell’oblio, costretto a farsi dettare la linea da Casini e ridotto a condividere con Rutelli (ripeto Rutelli…) un briciolo di visibilità, allo stesso livello di La Malfa, Guzzanti, Melchiorre e Cesa.
Condannati al suicidio
Il socialista Josè Luis Zapatero, non pago di aver assunto, giusto qualche giorno fa, talune decisioni di “destra” come quella di privatizzare le società che gestiscono gli aeroporti di Madrid e Barcellona, e ridurre le tasse alle imprese con fatturato fino a 300.000 euro, ha deciso di stupirci con altri effetti speciali: infatti, non essendo un politicante pavido e di modesto valore, ha deciso di mettere mano ad una seria riforma del sistema previdenziale onde innalzare l’età pensionabile da 65 a 67 anni.
Perché? Perché deve fronteggiare una crescita esponenziale del debito pubblico: lievitato in un anno del 18% e arrivato – incredibile – al 57,7% del Pil.
E noi che abbiamo un debito al 118,2% del Pil, nonché lavoratori che accedono al rapporto di quiescenza a soli 59 anni, invece, non facciamo una beneamata fava e passiamo il tempo a chiacchierare del più e del meno.
Un modo come un altro per suicidarsi.
Perché? Perché deve fronteggiare una crescita esponenziale del debito pubblico: lievitato in un anno del 18% e arrivato – incredibile – al 57,7% del Pil.
E noi che abbiamo un debito al 118,2% del Pil, nonché lavoratori che accedono al rapporto di quiescenza a soli 59 anni, invece, non facciamo una beneamata fava e passiamo il tempo a chiacchierare del più e del meno.
Un modo come un altro per suicidarsi.
venerdì 24 dicembre 2010
....ma và
’’Sebbene la magistratura italiana sia tradizionalmente considerata orientata a sinistra, l’ex premier ed ex ministro degli Esteri Massimo D’Alema ha detto lo scorso anno all’ambasciatore (Usa, ndr) che la magistratura e’ la piu’ grande minaccia allo Stato italiano’’.
Lo scrive l’ambasciatore americano a Roma, Ronald Spogli, in un cable del 2008 targato Wikileaks e pubblicato da El Pais.
Lo scrive l’ambasciatore americano a Roma, Ronald Spogli, in un cable del 2008 targato Wikileaks e pubblicato da El Pais.
dal giorno alla notte
1. la mattina si sveglia e tuona contro il cesarismo e il partito proprietario;
2. la sera esce da casa e fonda un partitino che si chiama come il titolo di un suo libro e ha il suo nome in primo piano;
3. la mattina vota una legge elettorale che gli consente di scegliere i suoi parlamentari e vincolarli ai suoi piani;
4. la sera va in giro a dire che quella legge fa schifo e ora bisogna cambiarla;
5. la mattina ordina ai suoi ministri di dimettersi dall’incarico di governo;
6. la sera dichiara che per la sua poltrona la parola dimissioni non esiste;
7. la mattina dice che non può fare campagna elettorale per le elezioni regionali del Lazio perché lui è super partes;
8. la sera prende la macchina va a Bastia Umbra e da leader di partito chiede le dimissioni del premier;
9. la mattina s’affaccia alla finestra e dice: sono presidenzialista;
10. la sera chiude la finestra e proclama: sono parlamentarista.
11. La mattina convoca deputati nel suo ufficio di presidenza per arruolarli nel voto di sfiducia al governo.
12. La sera dice che per dimettersi gli devono dimostrare la sua parzialità.
13. La notte vieta che in parlamento si apra una discussione sulla sua parzialità.
Mi fermo qui, è Natale. Auguri a tutti i lettori.
2. la sera esce da casa e fonda un partitino che si chiama come il titolo di un suo libro e ha il suo nome in primo piano;
3. la mattina vota una legge elettorale che gli consente di scegliere i suoi parlamentari e vincolarli ai suoi piani;
4. la sera va in giro a dire che quella legge fa schifo e ora bisogna cambiarla;
5. la mattina ordina ai suoi ministri di dimettersi dall’incarico di governo;
6. la sera dichiara che per la sua poltrona la parola dimissioni non esiste;
7. la mattina dice che non può fare campagna elettorale per le elezioni regionali del Lazio perché lui è super partes;
8. la sera prende la macchina va a Bastia Umbra e da leader di partito chiede le dimissioni del premier;
9. la mattina s’affaccia alla finestra e dice: sono presidenzialista;
10. la sera chiude la finestra e proclama: sono parlamentarista.
11. La mattina convoca deputati nel suo ufficio di presidenza per arruolarli nel voto di sfiducia al governo.
12. La sera dice che per dimettersi gli devono dimostrare la sua parzialità.
13. La notte vieta che in parlamento si apra una discussione sulla sua parzialità.
Mi fermo qui, è Natale. Auguri a tutti i lettori.
lunedì 20 dicembre 2010
Da dove viene la violenza?
Dario Franceschini:
“Siamo al livello massimo di emergenza democratica, i rischi sono fortissimi. Prendiamo un insegnamento dalla storia: i nostri padri, prima di fare le lotte partigiane, non si domandavano ‘sei per la monarchia o per la Repubblica?’. Prima liberarono il Paese e poi iniziarono il confronto politico. Dobbiamo ragionare allo stesso modo”.
Sono dichiarazioni che istigano alla violenza. Credo che siano al limite del lecito, e forse lo oltrepassano.
Poi candidamente ci chiediamo da dove viene la violenza.
“Siamo al livello massimo di emergenza democratica, i rischi sono fortissimi. Prendiamo un insegnamento dalla storia: i nostri padri, prima di fare le lotte partigiane, non si domandavano ‘sei per la monarchia o per la Repubblica?’. Prima liberarono il Paese e poi iniziarono il confronto politico. Dobbiamo ragionare allo stesso modo”.
Sono dichiarazioni che istigano alla violenza. Credo che siano al limite del lecito, e forse lo oltrepassano.
Poi candidamente ci chiediamo da dove viene la violenza.
domenica 19 dicembre 2010
Un Divorzio Cattolico
Dell'Udc Casini diceva di essere l'unico partito con una linea politica decisa, l'unico riferimento e baluardo per i cattolici.
Ora, lontano dalle elezioni, dice di non essere interessato ad alcuna alleanza.
Veramente i fatti dicono che......durante le elezioni si allea proprio con tutti: A partire dall'alleanza con la Bresso, nelle regionali piemontesi, dall'alleanza con Caldoro nella campania, dall'alleanza con Lombardo in sicilia. (sono solo tre casi esemplificativi, ma la lista delle alleanze è molto lunga).
Ora, a livello nazionale, ha stretto un accordo con il laicista Fini e con l’Api di Rutelli e dell’anticlericale Boselli.
Il leader UDC può ancora considerarsi un valido punto di riferimento per i cattolici?
Ora, lontano dalle elezioni, dice di non essere interessato ad alcuna alleanza.
Veramente i fatti dicono che......durante le elezioni si allea proprio con tutti: A partire dall'alleanza con la Bresso, nelle regionali piemontesi, dall'alleanza con Caldoro nella campania, dall'alleanza con Lombardo in sicilia. (sono solo tre casi esemplificativi, ma la lista delle alleanze è molto lunga).
Ora, a livello nazionale, ha stretto un accordo con il laicista Fini e con l’Api di Rutelli e dell’anticlericale Boselli.
Il leader UDC può ancora considerarsi un valido punto di riferimento per i cattolici?
sabato 18 dicembre 2010
Il peccato originale
Che differenza c’è fra il signor Giorgio Marinelli e il signor Luca Rotini?
Nessuna: sono due dipendenti dell’Azienda dei trasporti di Roma (Atac). Di più, entrambi hanno un papà body-guard di altissimo livello.
Il papà di Giorgio ha fatto il capo-scorta del sindaco di Roma. Il papà di Luca pure.
Eppure l’assunzione di Giorgio all’Atac è diventata uno scandalo nazionale, un titolo da prima pagina. Quella di Luca una curiosità da articoletto nelle pagine di cronaca locale. Perché la differenza fra Giorgio e Luca non è nel posto di lavoro e nell’eventuale raccomandazione ricevuta per ottenerlo grazie al lavoro di papà.
La differenza fra i due sono i sindaci a cui i papà facevano da caposcorta. Per Giorgio il sindaco di riferimento è Gianni Alemanno. Per Luca Walter Veltroni.
E che differenza c’è?
Tutta la differenza del mondo: Alemanno è di destra, Veltroni di sinistra. Di più: Alemanno non è manco di quella destra che oggi è ammessa all’onore del mondo e dell’alta società guidata dal cognato di Giancarlo Tulliani. No, Alemanno è di quella destra brutta, sporca e cattiva che sta dalla parte di Silvio Berlusconi.
E’ lì il vero scandalo, non parentopoli.
E’ nel peccato originale lo scandalo, non nel raccomandare il figlio di un proprio collaboratore per fargli avere il posto fisso. Perché se mai questo l’avesse fatto Alemanno, è scandalo, odiosa prepotenza, prevaricazione dei deboli. Se invece l’avesse fatto Veltroni, che è nato senza quel peccato originale, lo scandalo non c’è: sarà stata una debolezza di cuore, un impeto di generosità, una battaglia giusta per fare avere a un debole quel che altrimenti avrebbero negato.
Questa vicenda parallela, che proprio in questo modo si è riflessa su gran parte della stampa, è il vero specchio di questo paese, ed è anche il termometro più sincero del potere reale, quello che nemmeno un ventennio berlusconiano è riuscito a scalfire.
L’Italia del Corrierone della Sera, della Repubblica, della Stampa, di Confindustria, dei baroni universitari, degli scrittori, dei cineasti, degli intellettuali, dei banchieri, dei magistrati, dei salotti buoni, quella del potere vero, l’Italia regnante che ama fingersi sopra e oltre ogni parte così da emettere giudizi e condanne che hanno il timbro della divinità e della verità.
Sì, la vicenda delle assunzioni all’Atac di Roma è proprio il più limpido riflesso di quella piccola e potente Italia che tutto decide e può, ma una sola cosa non è riuscita a dominare e usare a suo piacimento: l’avventura politica di Berlusconi. Hanno provato a usarlo, cavalcarlo, dominarlo, metterlo in un angolo, denigrarlo, distruggerlo. Ma non gliene è riuscita nemmeno una. Eppure testardamente cercheranno ancora all’infinito. Tangentopoli, mafiopoli, sessuopoli, wikileaksopoli, ora parentopoli: fanno la cose in grande, mica si scherza.
Ma lui è così coriaceo…
Ma gli italiani alla fine sono meno fessi di quel che loro credono. Apri la Rai e guardi il professore di turno che ospite della conduttrice alla moda scuote la testa. Lei lo provoca: “ma professore, dove andremo a finire con questi comportamenti del presidente del Consiglio?”. E lui, il professore Stefano Rodotà, dottrina pura dalle cui labbra pendere: “Lo dico da intellettuale: in rovina, in rovina…”. Ma che intellettuale e intellettuale superpartes: Rodotà è stato per lustri parlamentare del pci, poi il primo presidente del Partito democratico della sinistra. Non c’è uomo di parte più di lui.
Ieri aprivi Radio radicale e sentivi all’ora di pranzo un’intervista a Giuliano Amato che spiegava che “sa come sono i politici? I politici parlano troppo..” e via con banalità su questi “politici”. Lo sentivi e ti chiedevi: “ma che mestiere ha fatto Amato tutta la vita?”. Era l’ombra di Bettino Craxi, e poi se ne è dimenticato. Era il premier che una notte si fregò il sei per mille sul conto corrente di tutti gli italiani. E poi se ne è dimenticato. Era il primo presidente dei Democratici di sinistra. E poi se ne è dimenticato. E a forza di dimenticarsene è sempre buono da usare per strologare su tutto, dal suo empireo super partes. Solo che lui dimentica. E con lui chi vuole fare dimenticare.
Ma gli italiani non dimenticano. Prendi in mano un giornale e scopri che Carlo Azeglio Ciampi ha compiuto 90 anni e che è un padre della Repubblica anche se quando questa veniva fondata lui era in tutt’altre vicende affaccendato. Scopri anche che è un modello superpartes. Di più: è il simbolo stesso di quello che oggi l’Italia che conta vorrebbe tanto: il governo di responsabilità nazionale, un Super Ciampi premier. Per questo infastidisce tanto la realtà: che con Ciampi al governo il suo ministro della Giustizia, Giovanni Conso, graziò centinaia di mafiosi accogliendo la richiesta principale di Cosa Nostra: revocare il carcere duro. Leggi che Ciampi si indigna, protesta la sua innocenza e sostiene di avere graziato i peggiori killer della mafia a sua insaputa.
Bevendosela tutta così, che altro puoi dire se non che quel governo allora fu di “irresponsabilità” nazionale, dove nessuno sapeva quel che si faceva? Potresti dirlo, ma non lo dice nessuno.
Perché anche Ciampi fu uomo di parte, e della parte giusta: quella senza peccato originale.
Prendi un altro giornale a caso, Repubblica, e leggi articolesse grondanti indignazione sulle relazioni strette fra Berlusconi e Mohammar Gheddafi. Ci si dimentica naturalmente che quel giornale è di proprietà di uno gnomo naturalizzato svizzero, Carlo De Benedetti, che alla fine degli anni Novanta ha deciso di crearsi un piccolo impero nell’energia. E ha iniziato dal gas. Quello di Gheddafi: 2 miliardi di metri cubi all’anno per 24 anni. Così passa la paura del dittatore di Tripoli e anche un bel po’ di indignazione.
Leggi giornali e agenzie dell’Italia che conta e trovi altra grondante indignazione: quella per il mercato delle vacche dei parlamentari. Il cognato di Tulliani che facendo il presidente della Camera, li dovrebbe proteggere, li ha sbeffeggiati: siete al calciomercato della politica.
Ma è differenza da poco, come nel caso Atac: Tanto il problema è tutto lì: nel peccato originale.
Nessuna: sono due dipendenti dell’Azienda dei trasporti di Roma (Atac). Di più, entrambi hanno un papà body-guard di altissimo livello.
Il papà di Giorgio ha fatto il capo-scorta del sindaco di Roma. Il papà di Luca pure.
Eppure l’assunzione di Giorgio all’Atac è diventata uno scandalo nazionale, un titolo da prima pagina. Quella di Luca una curiosità da articoletto nelle pagine di cronaca locale. Perché la differenza fra Giorgio e Luca non è nel posto di lavoro e nell’eventuale raccomandazione ricevuta per ottenerlo grazie al lavoro di papà.
La differenza fra i due sono i sindaci a cui i papà facevano da caposcorta. Per Giorgio il sindaco di riferimento è Gianni Alemanno. Per Luca Walter Veltroni.
E che differenza c’è?
Tutta la differenza del mondo: Alemanno è di destra, Veltroni di sinistra. Di più: Alemanno non è manco di quella destra che oggi è ammessa all’onore del mondo e dell’alta società guidata dal cognato di Giancarlo Tulliani. No, Alemanno è di quella destra brutta, sporca e cattiva che sta dalla parte di Silvio Berlusconi.
E’ lì il vero scandalo, non parentopoli.
E’ nel peccato originale lo scandalo, non nel raccomandare il figlio di un proprio collaboratore per fargli avere il posto fisso. Perché se mai questo l’avesse fatto Alemanno, è scandalo, odiosa prepotenza, prevaricazione dei deboli. Se invece l’avesse fatto Veltroni, che è nato senza quel peccato originale, lo scandalo non c’è: sarà stata una debolezza di cuore, un impeto di generosità, una battaglia giusta per fare avere a un debole quel che altrimenti avrebbero negato.
Questa vicenda parallela, che proprio in questo modo si è riflessa su gran parte della stampa, è il vero specchio di questo paese, ed è anche il termometro più sincero del potere reale, quello che nemmeno un ventennio berlusconiano è riuscito a scalfire.
L’Italia del Corrierone della Sera, della Repubblica, della Stampa, di Confindustria, dei baroni universitari, degli scrittori, dei cineasti, degli intellettuali, dei banchieri, dei magistrati, dei salotti buoni, quella del potere vero, l’Italia regnante che ama fingersi sopra e oltre ogni parte così da emettere giudizi e condanne che hanno il timbro della divinità e della verità.
Sì, la vicenda delle assunzioni all’Atac di Roma è proprio il più limpido riflesso di quella piccola e potente Italia che tutto decide e può, ma una sola cosa non è riuscita a dominare e usare a suo piacimento: l’avventura politica di Berlusconi. Hanno provato a usarlo, cavalcarlo, dominarlo, metterlo in un angolo, denigrarlo, distruggerlo. Ma non gliene è riuscita nemmeno una. Eppure testardamente cercheranno ancora all’infinito. Tangentopoli, mafiopoli, sessuopoli, wikileaksopoli, ora parentopoli: fanno la cose in grande, mica si scherza.
Ma lui è così coriaceo…
Ma gli italiani alla fine sono meno fessi di quel che loro credono. Apri la Rai e guardi il professore di turno che ospite della conduttrice alla moda scuote la testa. Lei lo provoca: “ma professore, dove andremo a finire con questi comportamenti del presidente del Consiglio?”. E lui, il professore Stefano Rodotà, dottrina pura dalle cui labbra pendere: “Lo dico da intellettuale: in rovina, in rovina…”. Ma che intellettuale e intellettuale superpartes: Rodotà è stato per lustri parlamentare del pci, poi il primo presidente del Partito democratico della sinistra. Non c’è uomo di parte più di lui.
Ieri aprivi Radio radicale e sentivi all’ora di pranzo un’intervista a Giuliano Amato che spiegava che “sa come sono i politici? I politici parlano troppo..” e via con banalità su questi “politici”. Lo sentivi e ti chiedevi: “ma che mestiere ha fatto Amato tutta la vita?”. Era l’ombra di Bettino Craxi, e poi se ne è dimenticato. Era il premier che una notte si fregò il sei per mille sul conto corrente di tutti gli italiani. E poi se ne è dimenticato. Era il primo presidente dei Democratici di sinistra. E poi se ne è dimenticato. E a forza di dimenticarsene è sempre buono da usare per strologare su tutto, dal suo empireo super partes. Solo che lui dimentica. E con lui chi vuole fare dimenticare.
Ma gli italiani non dimenticano. Prendi in mano un giornale e scopri che Carlo Azeglio Ciampi ha compiuto 90 anni e che è un padre della Repubblica anche se quando questa veniva fondata lui era in tutt’altre vicende affaccendato. Scopri anche che è un modello superpartes. Di più: è il simbolo stesso di quello che oggi l’Italia che conta vorrebbe tanto: il governo di responsabilità nazionale, un Super Ciampi premier. Per questo infastidisce tanto la realtà: che con Ciampi al governo il suo ministro della Giustizia, Giovanni Conso, graziò centinaia di mafiosi accogliendo la richiesta principale di Cosa Nostra: revocare il carcere duro. Leggi che Ciampi si indigna, protesta la sua innocenza e sostiene di avere graziato i peggiori killer della mafia a sua insaputa.
Bevendosela tutta così, che altro puoi dire se non che quel governo allora fu di “irresponsabilità” nazionale, dove nessuno sapeva quel che si faceva? Potresti dirlo, ma non lo dice nessuno.
Perché anche Ciampi fu uomo di parte, e della parte giusta: quella senza peccato originale.
Prendi un altro giornale a caso, Repubblica, e leggi articolesse grondanti indignazione sulle relazioni strette fra Berlusconi e Mohammar Gheddafi. Ci si dimentica naturalmente che quel giornale è di proprietà di uno gnomo naturalizzato svizzero, Carlo De Benedetti, che alla fine degli anni Novanta ha deciso di crearsi un piccolo impero nell’energia. E ha iniziato dal gas. Quello di Gheddafi: 2 miliardi di metri cubi all’anno per 24 anni. Così passa la paura del dittatore di Tripoli e anche un bel po’ di indignazione.
Leggi giornali e agenzie dell’Italia che conta e trovi altra grondante indignazione: quella per il mercato delle vacche dei parlamentari. Il cognato di Tulliani che facendo il presidente della Camera, li dovrebbe proteggere, li ha sbeffeggiati: siete al calciomercato della politica.
Ma è differenza da poco, come nel caso Atac: Tanto il problema è tutto lì: nel peccato originale.
Giornalisti e giornalai
Negli anni '70 c'erano quelli delle "sedicenti" brigate rosse; in seguito furono chiamati "compagni che sbagliano". Oggi siamo ai "poliziotti infiltrati" per scoprire poco dopo che trattasi di studenti già noti alle aule di giustizia per violenza.
Sempre in ritardo, signori della sinistra e con voi la stampa parallela!
Chissà se l'Ordine dei giornalisti avrà da prendere provvedimenti verso i direttori di quei quotidiani che, a lettere cubitali, hanno gettato fango sulla polizia e la Guardia di Finanza?
Certo, se ci fosse un Boffo tra le forze dell'ordine...ma questa è altra storia! Feltri paga, altri liberi invece di scrivere ...cavolate.
Grazie per l'attenzione
Sempre in ritardo, signori della sinistra e con voi la stampa parallela!
Chissà se l'Ordine dei giornalisti avrà da prendere provvedimenti verso i direttori di quei quotidiani che, a lettere cubitali, hanno gettato fango sulla polizia e la Guardia di Finanza?
Certo, se ci fosse un Boffo tra le forze dell'ordine...ma questa è altra storia! Feltri paga, altri liberi invece di scrivere ...cavolate.
Grazie per l'attenzione
Il re tentenna
Dunque, nel Pd coesistono due anime, una che guarda a sinistra, Vendola e Di Pietro, ed una che guarda al centro, Casini e Fini.
Il povero Bersani è sempre costretto a stare attento a non scontentare nessuna delle due, se no il Pd si spacca.
Tempo fa Bersani aveva fatto un mezzo accordo con Vendola per le primarie nelle amministrazioni locali.
All'interno del partito ci fu un sussulto di deriva a sinistra e dopo la vittoria a Milano delle primarie da parte di una persona di Vendola, Bersani è stato messo sulla graticola.
Ora Bersani corre ai ripari e lancia un ponte verso il terzo polo e «sgonfia» le primarie. Gli elettori del Pd, a giudicare dai commenti sul sito del partito, non vogliono aprire a Fini e Casini, preferendo ancora Di Pietro e Vendola, mentre dalla dirigenza del PD spiegano che l'intenzione di Bersani non è affatto quella di rifiutare la sinistra.
Intanto Di Pietro, irritato dal non aver ricevuto alcuna risposta da Bersani sulla sua proposta di matrimonio-triangolo Pd-Idv-Sel, lancia un ultimatum: «O noi o il terzo polo».
Vendola rilancia le primarie come la più alta espressione democratica e Casini ripete: "non siamo interessati, noi abbiamo un altro obiettivo, non siamo sul mercato".
E Bersani è obbligato a stare con il piede in due scarpe, nell'impossibilità di decidere, per evitare di spaccare il partito.
Il povero Bersani è sempre costretto a stare attento a non scontentare nessuna delle due, se no il Pd si spacca.
Tempo fa Bersani aveva fatto un mezzo accordo con Vendola per le primarie nelle amministrazioni locali.
All'interno del partito ci fu un sussulto di deriva a sinistra e dopo la vittoria a Milano delle primarie da parte di una persona di Vendola, Bersani è stato messo sulla graticola.
Ora Bersani corre ai ripari e lancia un ponte verso il terzo polo e «sgonfia» le primarie. Gli elettori del Pd, a giudicare dai commenti sul sito del partito, non vogliono aprire a Fini e Casini, preferendo ancora Di Pietro e Vendola, mentre dalla dirigenza del PD spiegano che l'intenzione di Bersani non è affatto quella di rifiutare la sinistra.
Intanto Di Pietro, irritato dal non aver ricevuto alcuna risposta da Bersani sulla sua proposta di matrimonio-triangolo Pd-Idv-Sel, lancia un ultimatum: «O noi o il terzo polo».
Vendola rilancia le primarie come la più alta espressione democratica e Casini ripete: "non siamo interessati, noi abbiamo un altro obiettivo, non siamo sul mercato".
E Bersani è obbligato a stare con il piede in due scarpe, nell'impossibilità di decidere, per evitare di spaccare il partito.
Lontani dalla realtà e a nostre spese
I giudici hanno definitivamente smontato il ‘pacchetto’ sicurezza”.
Infatti a giugno la Consulta aveva invalidato l’aggravante di clandestinità e lo scorso novembre una sentenza a Sezioni Unite della Cassazione aveva poi deciso che per un clandestino basta avere figli per evitare il rimpatrio. Ora è la volta degli indigenti, i quali, anche se hanno ricevuto un provvedimento di espulsione, non sono punibili nei casi di “estrema indigenza, indisponibilità di un vettore o di altro mezzo di trasporto idoneo, difficoltà nell’ottenimento dei titoli di viaggio, o altro giustificato motivo”.
Secondo la Consulta gli irregolari che possono effettivamente essere espulsi sono solo i clandestini ricchi sfondati. Me ne presentate qualcuno?
In pratica i giudici potranno non applicare più il reato di clandestinità e per l`ennesima volta il Parlamento approva leggi efficaci per contrastare l`immigrazione clandestina e i giudici ne vanificano l`operato.
Di fatto, riconoscere lo stato di indigenza come un giustificato motivo perché i clandestini non si allontanino dal nostro paese rende inapplicabile il reato di clandestinità garantendo così a tutti gli immigrati irregolari l`impunità. Quale clandestino ora verrà non dichiarato indigente?.
In soli due giorni ci troviamo i black block con la licenza di distruggere (tutti liberi), i clandestini con la licenza di delinquere e le forze dell'ordine derise e inutilmente impegnate ad acciuffare questi delinquenti che dopo 24 ore sono liberi di sbeffeggiarli.
Ed il Pd plaude. Livia Turco e Barbara Pollastrini: "Una persona povera non può e non deve essere espulsa, è scritto nella nostra Costituzione".
Io voglio chiedere: se in Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Svizzera, Austria.... vengono normalmente espulsi gli immigrati che non possono dimostrare di essere economicamente autosufficienti, non pensate che i nostri parrucconi della Consulta e quelli del PD stiano lontani dalla realtà?
E meno male che Maroni, in qualche modo, ne ha frenato gli sbarchi, altrimenti tutti i poveri del mondo ce li saremo trovati in Italia a "procurarsi" da vivere e curarsi gratis.....ovvero a nostre spese.
Se continuano così, Berlusconi sarà al governo per un'altra vita.
Infatti a giugno la Consulta aveva invalidato l’aggravante di clandestinità e lo scorso novembre una sentenza a Sezioni Unite della Cassazione aveva poi deciso che per un clandestino basta avere figli per evitare il rimpatrio. Ora è la volta degli indigenti, i quali, anche se hanno ricevuto un provvedimento di espulsione, non sono punibili nei casi di “estrema indigenza, indisponibilità di un vettore o di altro mezzo di trasporto idoneo, difficoltà nell’ottenimento dei titoli di viaggio, o altro giustificato motivo”.
Secondo la Consulta gli irregolari che possono effettivamente essere espulsi sono solo i clandestini ricchi sfondati. Me ne presentate qualcuno?
In pratica i giudici potranno non applicare più il reato di clandestinità e per l`ennesima volta il Parlamento approva leggi efficaci per contrastare l`immigrazione clandestina e i giudici ne vanificano l`operato.
Di fatto, riconoscere lo stato di indigenza come un giustificato motivo perché i clandestini non si allontanino dal nostro paese rende inapplicabile il reato di clandestinità garantendo così a tutti gli immigrati irregolari l`impunità. Quale clandestino ora verrà non dichiarato indigente?.
In soli due giorni ci troviamo i black block con la licenza di distruggere (tutti liberi), i clandestini con la licenza di delinquere e le forze dell'ordine derise e inutilmente impegnate ad acciuffare questi delinquenti che dopo 24 ore sono liberi di sbeffeggiarli.
Ed il Pd plaude. Livia Turco e Barbara Pollastrini: "Una persona povera non può e non deve essere espulsa, è scritto nella nostra Costituzione".
Io voglio chiedere: se in Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Svizzera, Austria.... vengono normalmente espulsi gli immigrati che non possono dimostrare di essere economicamente autosufficienti, non pensate che i nostri parrucconi della Consulta e quelli del PD stiano lontani dalla realtà?
E meno male che Maroni, in qualche modo, ne ha frenato gli sbarchi, altrimenti tutti i poveri del mondo ce li saremo trovati in Italia a "procurarsi" da vivere e curarsi gratis.....ovvero a nostre spese.
Se continuano così, Berlusconi sarà al governo per un'altra vita.
giovedì 16 dicembre 2010
E' già Natale
Scusatemi ma io sono uno di quelli che crede in Babbo Natale, e guai a che mi volesse dimostrare che non esiste; cosicchè anche quest'anno gli scrivo una letterina:
Caro Babbo Natale,
ti chiedo scusa se ti disturbo nel pieno della tua attività.
Con quella fluente barba bianca che da’ ai più l’immagine della saggezza, è mai possibile che tu non riesca a consigliare a Silvio Berlusconi come fare per allargare la maggioranza alla Camera?
E poi, su, ti prego, fai uno squillo alla signora Elisabetta e suggeriscile di consigliare al suo compagno di vita di non continuare ad inanellare figure poco edificanti: ritorni al privato, in famiglia o nel Fli che tanto è lo stesso.
Caro Babbo Natale, ti prego di considerare il fatto che, chi sta scrivendo queste righe, vive in un Paese dove chi giudica può sbagliare e non pagare mai. E per farlo, talvolta, ci impiega talmente tanto tempo che la tua fluente barba bianca, caro BN, potrebbe diventare lunga quanto la torre Effeil.
Su, ti prego, mito della mia infanzia, aiuta tutti noi: fa capire che cambiare una cosa che non funziona, come la scuola, l'Università, il bicameralismo, la giustizia, non sempre vuol dire che il cambiamento serve “ad una sola persona”, ad personam. Per capirci: se un sistema fa cagare (ci scusi il ‘francesismo’) lo stesso deve essere modificato.
Chiedi in giro a questo proposito, amico Babbo Natale, su cosa significhi il termine “casta”, quella dei magistrati, dei giornalisti, dei baroni,.....
Aiuta tutti noi, liberaci da questa gentaglia, e con la tua slitta fatti un “giro largo”: prima o poi incontrerai, su qualche tetto, un signore un po’ pelato (si chiama Pierluigi) ed una donna di una certa età (si chiama Rosy) mentre sostengono che all’attuale governo di questo Paese manca la reale maggioranza del Parlamento.
Ecco, prova tu a far capire ai due che, ammesso e non concesso che ciò sia vero, il presunto “merito” di questa situazione non è il loro ma, eventualmente, di un ex fascista (il compagno della Elisabetta di cui sopra) che ha ancora una volta ‘svoltato’. A forza di svoltare, d’altronde, spesso si corre il rischio di cappottare!
Amico Babbo Natale, infine, una curiosità: hai mai portato doni a tal Antonio Di Pietro da Montenero di Bisaccia? In caso affermativo, hai avuto anche il buongusto di pentirtene? Eventualmente confessalo, e sottovoce, soltanto a noi. Altrimenti quello ti querela pure.
Ah, un'ultima cosa, molto tempo fa portasti in dono a un tale niki un orecchino, lo sai che lo ha apprezzato tantissimo: non se lo è più tolto.
Caro Babbo Natale,
ti chiedo scusa se ti disturbo nel pieno della tua attività.
Con quella fluente barba bianca che da’ ai più l’immagine della saggezza, è mai possibile che tu non riesca a consigliare a Silvio Berlusconi come fare per allargare la maggioranza alla Camera?
E poi, su, ti prego, fai uno squillo alla signora Elisabetta e suggeriscile di consigliare al suo compagno di vita di non continuare ad inanellare figure poco edificanti: ritorni al privato, in famiglia o nel Fli che tanto è lo stesso.
Caro Babbo Natale, ti prego di considerare il fatto che, chi sta scrivendo queste righe, vive in un Paese dove chi giudica può sbagliare e non pagare mai. E per farlo, talvolta, ci impiega talmente tanto tempo che la tua fluente barba bianca, caro BN, potrebbe diventare lunga quanto la torre Effeil.
Su, ti prego, mito della mia infanzia, aiuta tutti noi: fa capire che cambiare una cosa che non funziona, come la scuola, l'Università, il bicameralismo, la giustizia, non sempre vuol dire che il cambiamento serve “ad una sola persona”, ad personam. Per capirci: se un sistema fa cagare (ci scusi il ‘francesismo’) lo stesso deve essere modificato.
Chiedi in giro a questo proposito, amico Babbo Natale, su cosa significhi il termine “casta”, quella dei magistrati, dei giornalisti, dei baroni,.....
Aiuta tutti noi, liberaci da questa gentaglia, e con la tua slitta fatti un “giro largo”: prima o poi incontrerai, su qualche tetto, un signore un po’ pelato (si chiama Pierluigi) ed una donna di una certa età (si chiama Rosy) mentre sostengono che all’attuale governo di questo Paese manca la reale maggioranza del Parlamento.
Ecco, prova tu a far capire ai due che, ammesso e non concesso che ciò sia vero, il presunto “merito” di questa situazione non è il loro ma, eventualmente, di un ex fascista (il compagno della Elisabetta di cui sopra) che ha ancora una volta ‘svoltato’. A forza di svoltare, d’altronde, spesso si corre il rischio di cappottare!
Amico Babbo Natale, infine, una curiosità: hai mai portato doni a tal Antonio Di Pietro da Montenero di Bisaccia? In caso affermativo, hai avuto anche il buongusto di pentirtene? Eventualmente confessalo, e sottovoce, soltanto a noi. Altrimenti quello ti querela pure.
Ah, un'ultima cosa, molto tempo fa portasti in dono a un tale niki un orecchino, lo sai che lo ha apprezzato tantissimo: non se lo è più tolto.
Mica siamo tutti scemi.....
Busi su Il Riformista: "La gente quando parla usa trecentocinquanta lessemi, la letteratura, quella che oggi chiamiamo letteratura, non ne ha più di millecinquecento. Io, qualcuno lo ha calcolato per me, ne ho trecentocinquantamila, e non sono affatto difficile o astruso o elitario.
C'è una bella differenza, no? "
Gli viene però fatto notare che, nel 2010, lo scrittore più celebrato del Paese non è Aldo Busi, ma Roberto Saviano. «Non è uno scrittore, è un giornalista, sarebbe come dire che Cristina Parodi è Marilyn Monroe. Io l'ho difeso oltre ogni limite sin dall'inizio, il suo impegno civile non si discute, poi è un ragazzo in motorino e io sono così apprensivo... Mi sembra di avergli riconosciuto il minimo.
Uno che legge professionalmente, se si trova sotto gli occhi Gomorra vede un salto di stilemi - perché di stile non ce n'è - ogni dieci pagine. C'è troppa gente che c'ha messo le mani, lo senti e lo vedi, è zeppo di ripetizioni, è stato editato malissimo.
Saviano ho cercato anche di leggerlo su Repubblica. Ragazzi, gronda retorica come io cerume da decompressione aerea. E non ci racconta mai niente di sé.
Sborra Saviano? La sua mi sembra una solitudine molto affollata, un Rotary di cene da ex Cenerentole tutte col faccino tuttora contrito per mestiere... seghe collettive ho i miei dubbi... sa, l'ambiente debenedettiano è un tantino puritano e perbenista per certi schizzi liberatori non a parole.
Tante cose sulla camorra, se voglio, le trovo anche sul Mattino di Napoli, che magari trova anche, a differenza di Saviano, un trafiletto per dirci qualcosina anche del fu cardinale Giordano e della storia di usura in cui fu coinvolto col fratello. Qualcosa di sé, della sua struttura profonda, anche sociale e, ormai, societaria, non ce la dirà mai, esattamente come non ce la dice Eco e tanto meno Travaglio... Gomez, poi, meglio stendere un velo pietoso.
Sanno parlare solo d'altro, d'altri, come se loro fossero dei semplici messaggeri alati, asessuati, apolitici, senza dazio di appartenenza ideologica, di condivisione della stessa torta occultata ma non occulta, mica siamo tutti scemi.
Non sto parlando di pruriti autobiografici frustrati, io sono l'antitesi del guardone."
C'è una bella differenza, no? "
Gli viene però fatto notare che, nel 2010, lo scrittore più celebrato del Paese non è Aldo Busi, ma Roberto Saviano. «Non è uno scrittore, è un giornalista, sarebbe come dire che Cristina Parodi è Marilyn Monroe. Io l'ho difeso oltre ogni limite sin dall'inizio, il suo impegno civile non si discute, poi è un ragazzo in motorino e io sono così apprensivo... Mi sembra di avergli riconosciuto il minimo.
Uno che legge professionalmente, se si trova sotto gli occhi Gomorra vede un salto di stilemi - perché di stile non ce n'è - ogni dieci pagine. C'è troppa gente che c'ha messo le mani, lo senti e lo vedi, è zeppo di ripetizioni, è stato editato malissimo.
Saviano ho cercato anche di leggerlo su Repubblica. Ragazzi, gronda retorica come io cerume da decompressione aerea. E non ci racconta mai niente di sé.
Sborra Saviano? La sua mi sembra una solitudine molto affollata, un Rotary di cene da ex Cenerentole tutte col faccino tuttora contrito per mestiere... seghe collettive ho i miei dubbi... sa, l'ambiente debenedettiano è un tantino puritano e perbenista per certi schizzi liberatori non a parole.
Tante cose sulla camorra, se voglio, le trovo anche sul Mattino di Napoli, che magari trova anche, a differenza di Saviano, un trafiletto per dirci qualcosina anche del fu cardinale Giordano e della storia di usura in cui fu coinvolto col fratello. Qualcosa di sé, della sua struttura profonda, anche sociale e, ormai, societaria, non ce la dirà mai, esattamente come non ce la dice Eco e tanto meno Travaglio... Gomez, poi, meglio stendere un velo pietoso.
Sanno parlare solo d'altro, d'altri, come se loro fossero dei semplici messaggeri alati, asessuati, apolitici, senza dazio di appartenenza ideologica, di condivisione della stessa torta occultata ma non occulta, mica siamo tutti scemi.
Non sto parlando di pruriti autobiografici frustrati, io sono l'antitesi del guardone."
mercoledì 15 dicembre 2010
Citazioni esemplificative
Sartori, politologo molto stimato (dalla sinistra) è stato ospite a La7 "Nulla di Personale"; di Fini ha detto: E' peggio dell'acaro della polvere che si annida nella sua usurata poltrona su cui ha incollato con il superattack il suo pregiatissimo sedere...Che quacquaracquà il signor Tulliani, non ha nè coraggio nè dignità, ha solo fiele da vendere.
Certo che Sartori a NDP di Piroso lo ha pittato alla grandissima.
In rete c'è il video dell'intervista, ma la parte riferita a Fini è stata tagliata..chissà perchè...
Un altro che lo ha pittato è stato Moffa che ha detto: Il grande Pascal diceva, a ragione, “STUPIDO È COLUI CHE FA L’ALTRUI MALE SENZA RICAVARNE VANTAGGIO”, anzi aggiungo io, facendoci pure la figura del fesso o della Rana di Fedro che si gonfia per apparire più grossa fino a scoppiare....
Certo che Sartori a NDP di Piroso lo ha pittato alla grandissima.
In rete c'è il video dell'intervista, ma la parte riferita a Fini è stata tagliata..chissà perchè...
Un altro che lo ha pittato è stato Moffa che ha detto: Il grande Pascal diceva, a ragione, “STUPIDO È COLUI CHE FA L’ALTRUI MALE SENZA RICAVARNE VANTAGGIO”, anzi aggiungo io, facendoci pure la figura del fesso o della Rana di Fedro che si gonfia per apparire più grossa fino a scoppiare....
martedì 14 dicembre 2010
Tutto inventato
BARBARESCHI: «Persone come la Polidori è meglio perderle per strada. Ieri aveva confermato il no alla fiducia e poi stamattina ha detto che aveva problemi con il Cepu. Ma vi rendete conto che cosa sta succedendo? Siamo alla corruzione di Pubblico Ufficiale».
Il deputato finiano Luca Barbareschi si sfoga così lasciando l'Aula, contro la collega Catia Polidori che ha votato a favore della fiducia al governo.
Secondo Barbareschi la Polidori ha detto di avere problemi con la Cepu. Come è possibile che sia vero se Catia Polidori non ha nulla a che fare con la Cepu, i cui proprietari si chiamano anch'essi Polidori, ma non sono neppure lontani parenti di Katia?
Bugiardi si nasce, tutto inventato.
Il deputato finiano Luca Barbareschi si sfoga così lasciando l'Aula, contro la collega Catia Polidori che ha votato a favore della fiducia al governo.
Secondo Barbareschi la Polidori ha detto di avere problemi con la Cepu. Come è possibile che sia vero se Catia Polidori non ha nulla a che fare con la Cepu, i cui proprietari si chiamano anch'essi Polidori, ma non sono neppure lontani parenti di Katia?
Bugiardi si nasce, tutto inventato.
Grazie, Fini
Come elettore del PdL avevo posto in voi la fiducia di guidare l'Italia su un terreno di riforme, di rinascita, di nuovo benessere. I numeri ve li avevamo dati.
Questo è stato il tradimento di Fini, quello di avere investito gli sforzi maggiori per la suocera, per il cognato, per se stesso.
La guerra è persa, signor Fini. Lei ha buttato a mare le speranze di tutti gli elettori del PdL perchè, sebbene abbia incassato la fiducia, questo governo non ha più i numeri per realizzare gli obiettivi promessi.
Sig. Fini, ne prenda atto e ne tragga le conseguenze.
Ci privi al più presto della sua presenza dalla presidenza della camera e faccia sparire le facce dei suoi uomini dalle nostre case, dove oramai la fanno da padroni attraverso le televisioni. Almeno quella dei peggiori, di quelli che hanno dato con la loro protervia il contributi più grande alla sua rovinosa sconfitta.
Ci liberi di Bocchino, di Bruguglio, di Granata, di Barbareschi, di Filippo Rossi. Ci liberi della Moroni, ci liberi dei loro ghigni beffardi con cui abbiamo dovuto convivere in questi mesi. Faccia in modo che questa feccia sparisca insieme a lei.
Grazie in anticipo, signor Fini.
Questo è stato il tradimento di Fini, quello di avere investito gli sforzi maggiori per la suocera, per il cognato, per se stesso.
La guerra è persa, signor Fini. Lei ha buttato a mare le speranze di tutti gli elettori del PdL perchè, sebbene abbia incassato la fiducia, questo governo non ha più i numeri per realizzare gli obiettivi promessi.
Sig. Fini, ne prenda atto e ne tragga le conseguenze.
Ci privi al più presto della sua presenza dalla presidenza della camera e faccia sparire le facce dei suoi uomini dalle nostre case, dove oramai la fanno da padroni attraverso le televisioni. Almeno quella dei peggiori, di quelli che hanno dato con la loro protervia il contributi più grande alla sua rovinosa sconfitta.
Ci liberi di Bocchino, di Bruguglio, di Granata, di Barbareschi, di Filippo Rossi. Ci liberi della Moroni, ci liberi dei loro ghigni beffardi con cui abbiamo dovuto convivere in questi mesi. Faccia in modo che questa feccia sparisca insieme a lei.
Grazie in anticipo, signor Fini.
E adesso???????????????
E adesso?
Povero Fini, il suo Fli ha fatto flop. Ma non è che l’inizio della fine…di Fini, ovviamente.
Eh sì, perché dopo essersi impegnato in tutti i modi per far cadere Berlusconi ed il Governo, e dare adito ai sinistrati di gridare ai quattro venti che Berlusconi era finito, ora l’unico ad essere caduto è lui.
Non è una caduta senza conseguenze. Anzi, credo che si sia fatto molto male. Il bello è che se lo è fatto da solo. Insomma, è un classico esempio di autolesionismo politico.
Il suo Futuro e libertà diventa un futuro molto incerto. Anche perché, come è molto probabile, molti di coloro che lo hanno seguito e sostenuto in questa sua battaglia personale, più per affetto e solidarietà al vecchio leader MSI e Alleanza nazionale, che per vere motivazioni politiche, torneranno alla casa madre.
Così anche la sua fondazione Fare Futuro rischia di tramutarsi in Fare le valigie.
Beh, per male che vada, il nostro Fini flop può sempre andare a rilassarsi, ritemprarsi il corpo e lo spirito, nella casetta monegasca del cognatino.
Ma in politica mai dire mai, e non sarebbe strano che a salvarlo fosse baffino D’Alema, il lupo di mare coi baffi, che casualmente veleggerà sotto la costa monegasca sul suo Ikarus a vela da 18 metri. Mai dire mai…
Ma Fini dove voleva andare? Questo non ce lo ha mai detto, e mai ce lo dirà, visto che oggi ha dimostrato di essere incapace di tenere unito persino il suo micropartitino.....
Era sicuro della vittoria, spavaldo, fiero dei suoi diktat, delle sue minacce, delle sue imposizioni. Fino all’ultimo ha tentato di vincere, precettando perfino le incinte del suo partito, facendole accompagnare con l’ambulanza.
Ma lui è un trasformista e dirà che non è così, che Berlusconi ha avuto una vittoria numerica ma una sconfitta politica. E, con l’ennesima giravolta farà passare il suo flop come una vittoria politica e si farà passare come vittima del potere berlusconiano.
Cosa significa? che lo vedremo sempre più spesso sulle trasmissioni di Rai3 e La7.
Per quanto riguarda le sue dimissioni da presidente della Camera, la dovete smettere di gridargli di andare a casa. Lui, poverino, una casa non ce l'ha. Dove abita attualmente è solo ospite della moglie (o di Gaucci), dove dovrebbe andare? E dài, non torniamo sulla storia di Montecarlo, ormai quella è stata data, mica se la può riprendere......
Povero Fini, il suo Fli ha fatto flop. Ma non è che l’inizio della fine…di Fini, ovviamente.
Eh sì, perché dopo essersi impegnato in tutti i modi per far cadere Berlusconi ed il Governo, e dare adito ai sinistrati di gridare ai quattro venti che Berlusconi era finito, ora l’unico ad essere caduto è lui.
Non è una caduta senza conseguenze. Anzi, credo che si sia fatto molto male. Il bello è che se lo è fatto da solo. Insomma, è un classico esempio di autolesionismo politico.
Il suo Futuro e libertà diventa un futuro molto incerto. Anche perché, come è molto probabile, molti di coloro che lo hanno seguito e sostenuto in questa sua battaglia personale, più per affetto e solidarietà al vecchio leader MSI e Alleanza nazionale, che per vere motivazioni politiche, torneranno alla casa madre.
Così anche la sua fondazione Fare Futuro rischia di tramutarsi in Fare le valigie.
Beh, per male che vada, il nostro Fini flop può sempre andare a rilassarsi, ritemprarsi il corpo e lo spirito, nella casetta monegasca del cognatino.
Ma in politica mai dire mai, e non sarebbe strano che a salvarlo fosse baffino D’Alema, il lupo di mare coi baffi, che casualmente veleggerà sotto la costa monegasca sul suo Ikarus a vela da 18 metri. Mai dire mai…
Ma Fini dove voleva andare? Questo non ce lo ha mai detto, e mai ce lo dirà, visto che oggi ha dimostrato di essere incapace di tenere unito persino il suo micropartitino.....
Era sicuro della vittoria, spavaldo, fiero dei suoi diktat, delle sue minacce, delle sue imposizioni. Fino all’ultimo ha tentato di vincere, precettando perfino le incinte del suo partito, facendole accompagnare con l’ambulanza.
Ma lui è un trasformista e dirà che non è così, che Berlusconi ha avuto una vittoria numerica ma una sconfitta politica. E, con l’ennesima giravolta farà passare il suo flop come una vittoria politica e si farà passare come vittima del potere berlusconiano.
Cosa significa? che lo vedremo sempre più spesso sulle trasmissioni di Rai3 e La7.
Per quanto riguarda le sue dimissioni da presidente della Camera, la dovete smettere di gridargli di andare a casa. Lui, poverino, una casa non ce l'ha. Dove abita attualmente è solo ospite della moglie (o di Gaucci), dove dovrebbe andare? E dài, non torniamo sulla storia di Montecarlo, ormai quella è stata data, mica se la può riprendere......
domenica 12 dicembre 2010
Fini: da cacciare a pedate
Fini: "se prende dieci voti in più mi dimetto".
A parte il fatto che basterebbe un solo voto in più per farti vgergognare di essere nato, e a parte il fatto che alle tue dimissioni nessuno ci crede più (basta ricordare: "se verrà accertato che la casa è di mio cognato mi dimetto"), io non voglio che tu ti dimetta, tu devi essere cacciato a pedate.
A parte il fatto che basterebbe un solo voto in più per farti vgergognare di essere nato, e a parte il fatto che alle tue dimissioni nessuno ci crede più (basta ricordare: "se verrà accertato che la casa è di mio cognato mi dimetto"), io non voglio che tu ti dimetta, tu devi essere cacciato a pedate.
Si o no? Quasi quasi programmo un malore
Domenico Zinzi è un deputato dell'Udc, ma è anche Presidente della provincia di Caserta.
Casini gli ha ordinato di sfiduciare il governo, ma i suoi alleati casertani del Pdl lo hanno avvertito: “Se voti contro il governo, torni a Caserta e noi togliamo la fiducia a te”. Che fare?
Negare la fiducia al governo, come chiede il leader del proprio partito? Oppure concederla, per tenersi lo scranno di presidente?
E Zinzi ci sta pensando bene: ecco perché sembra stia “programmando” un malore tecnico per il 14 dicembre.
Ma Casini non ne vuole sapere e gli inviato un “contro-avvertimento”: “Devi venire a votare”.
Casini gli ha ordinato di sfiduciare il governo, ma i suoi alleati casertani del Pdl lo hanno avvertito: “Se voti contro il governo, torni a Caserta e noi togliamo la fiducia a te”. Che fare?
Negare la fiducia al governo, come chiede il leader del proprio partito? Oppure concederla, per tenersi lo scranno di presidente?
E Zinzi ci sta pensando bene: ecco perché sembra stia “programmando” un malore tecnico per il 14 dicembre.
Ma Casini non ne vuole sapere e gli inviato un “contro-avvertimento”: “Devi venire a votare”.
Napoli: mi sovviene un dubbio
Qualsiasi graduatoria si prende in mano, sia essa economica, sociale, ambientale e, piu’ in genere, sulla qualita’ della vita nei comuni italiani, Napoli è sempre all'ultimo posto.
Ma la cosa più incoerente è che l'Associazione Contribuenti Statali ha stilato la classifica delle tasse locali e risulta che i napoletani sono al PRIMO posto in Italia: per il 2011 pagheranno 2612 euro/procapite.
Ma chi paga piu’ tasse, poi non dovrebbe avere servizi migliori?
E considerando i rifiuti, l’aria che respiriamo, il traffico, lo stato delle strade, i parcheggi, i trasporti pubblici, l’ordine pubbico, lo stato delle scuole, le illuminazioni, non sembra paradossale che sono coloro che pagano piu’ tasse?
Ma il problema non è nemmeno questo; il problema è che Napoli è bloccata ogni giorno da una "sacrosanta" manifestazione per questo e per quello o a sostegno di questo e di quello, ma mai nessuno manifesta che c'è una sproporzione tra quello che si paga per ottenere un servizio e la qualotà del servizio erogato.
Come mai?
I leghisti direbbero che è un popolo bue. Io comincio a pensare che qui le tasse le pagano in pochi, e per questo motivo esse risultano così alte. Mi sbaglio?
Ma la cosa più incoerente è che l'Associazione Contribuenti Statali ha stilato la classifica delle tasse locali e risulta che i napoletani sono al PRIMO posto in Italia: per il 2011 pagheranno 2612 euro/procapite.
Ma chi paga piu’ tasse, poi non dovrebbe avere servizi migliori?
E considerando i rifiuti, l’aria che respiriamo, il traffico, lo stato delle strade, i parcheggi, i trasporti pubblici, l’ordine pubbico, lo stato delle scuole, le illuminazioni, non sembra paradossale che sono coloro che pagano piu’ tasse?
Ma il problema non è nemmeno questo; il problema è che Napoli è bloccata ogni giorno da una "sacrosanta" manifestazione per questo e per quello o a sostegno di questo e di quello, ma mai nessuno manifesta che c'è una sproporzione tra quello che si paga per ottenere un servizio e la qualotà del servizio erogato.
Come mai?
I leghisti direbbero che è un popolo bue. Io comincio a pensare che qui le tasse le pagano in pochi, e per questo motivo esse risultano così alte. Mi sbaglio?
sabato 11 dicembre 2010
Non si apre un fascicolo su Renzi?
Non mi meraviglia granchè il fatto che ora ci sia entrata la magistratura ad indagare del come e del perchè alcuni deputati abbiano deciso di votare la fiducia al governo Berlusconi.
Quello che mi ha meravigliato è che tutti i compagni hanno lapidato Renzi per la sua visita ad Arcore, ma nessuno ha chiesto alla magistratura del come e del perchè della sua visita ad Arcore.
Compagnucci, fate presto, prima che vada in prescrizione.
Quello che mi ha meravigliato è che tutti i compagni hanno lapidato Renzi per la sua visita ad Arcore, ma nessuno ha chiesto alla magistratura del come e del perchè della sua visita ad Arcore.
Compagnucci, fate presto, prima che vada in prescrizione.
giovedì 9 dicembre 2010
Sogni di estate passata
Il fiuto del pm
L'onorevole Antonio Di Pietro si è reso conto che se un uomo è acquistabile dalla fazione politica opposta, forse è il caso che un partito eviti di candidarlo, anche se l’offerta è allettante.
Conseguentemente, sempre l’onorevole Di Pietro sta cercando di scoprire, con il solito fiuto da Pm che lo contraddistingue, chi cavolo sia il presidente dell’Italia dei Valori che ha accettato gente acquistabile nelle sue liste, e non vede l'ora di trovarlo per insegnargli come si gestisce un partito.
Scusate la sgrammaticatura, ma mi viene spontanea quando disquisisco di questo personaggio.
Conseguentemente, sempre l’onorevole Di Pietro sta cercando di scoprire, con il solito fiuto da Pm che lo contraddistingue, chi cavolo sia il presidente dell’Italia dei Valori che ha accettato gente acquistabile nelle sue liste, e non vede l'ora di trovarlo per insegnargli come si gestisce un partito.
Scusate la sgrammaticatura, ma mi viene spontanea quando disquisisco di questo personaggio.
mercoledì 8 dicembre 2010
A chi tocca tocca
Non è passato molto tempo da quando Bocchino andava dicendo in TV che Berlusconi doveva fare un passo indietro e cedere il comando. Poi andava dicendo che si doveva allargare all'Udc, poi ancora che questo governo poteva continuare solo a condizione del ritiro di Berlusconi a vita privata.
Ora se ne viene con: Se Berlusconi si dimette prima del 14 dicembre, va avanti fino al 2013.
Tante sono le capriole che Bocchino ha fatto in questi giorni, che proprio non ci capisce neppure lui. Crede di imbrogliare le carte. Lui, Briguglio, Granata, Urso, sono dei ragazzini che qualcuno prima o poi prenderà a sculacciate perché si sono messi a fare giochi più grandi di loro, e combinano solo pasticci.
S’illude che Berlusconi abbia quella scamorza di intelligenza che ha lui, e ancora crede nella Befana. Ma non sa che la Befana gli porterà una calzetta piena di carbone, con il quale potrà accendere un bel falò e bruciarci tutti i suoi sogni di ragazzino che voleva diventare re.
La sua fine sarà ingloriosa quanto quella di Gianfranco Fini.
Il 13 e il 14 ormai sono a un tiro di schioppo. Non so come finirà, ma se Berlusconi non darà ascolto al sempre accomodante Letta, ci penseranno i cittadini a fare pulizia, e a chi tocca tocca.
Ora se ne viene con: Se Berlusconi si dimette prima del 14 dicembre, va avanti fino al 2013.
Tante sono le capriole che Bocchino ha fatto in questi giorni, che proprio non ci capisce neppure lui. Crede di imbrogliare le carte. Lui, Briguglio, Granata, Urso, sono dei ragazzini che qualcuno prima o poi prenderà a sculacciate perché si sono messi a fare giochi più grandi di loro, e combinano solo pasticci.
S’illude che Berlusconi abbia quella scamorza di intelligenza che ha lui, e ancora crede nella Befana. Ma non sa che la Befana gli porterà una calzetta piena di carbone, con il quale potrà accendere un bel falò e bruciarci tutti i suoi sogni di ragazzino che voleva diventare re.
La sua fine sarà ingloriosa quanto quella di Gianfranco Fini.
Il 13 e il 14 ormai sono a un tiro di schioppo. Non so come finirà, ma se Berlusconi non darà ascolto al sempre accomodante Letta, ci penseranno i cittadini a fare pulizia, e a chi tocca tocca.
lunedì 6 dicembre 2010
Giusto?
Commentando la notizia della trattativa tra Stato e mafia nel 1993 e in particolare l'operato dell'allora ministro Giovanni Conso, il leader dell'Anm, Luca Palamara, ha liquidato la questione in maniera davvero lapidaria: “Non parliamo più di cose di 17 anni fa su cui il giudizio spetta alla storia. Serve invece una politica attenta alle questioni attuali”.
Di grazia, potrebbe il presidente del sindacato delle toghe spiegare come mai non adopera le stesse parole dinanzi al tentativo delle Procure di mezza Italia di riscrivere la storia dei primi anni '90 nel tentativo di dipingere l'attuale maggioranza come il frutto di un romanzo criminale?
Non sarà per caso che quando c'è di mezzo (o si fa credere che ci sia) Silvio Berlusconi occorre andare a scoperchiare la tomba di Giulio Cesare per contare il numero esatto delle coltellate che lo uccisero mentre quando la questione riguarda ex ministri ed ex presidenti della repubblica di passati governi di centrosinistra la faccenda dev'essere liquidata agevolmente e rimessa al giudizio della storia?
La domanda è retorica ma del resto questo è normale in un paese in cui la politica è farsa e la giustizia tragedia.
A proposito di giustizia, sono stati ufficializzati alcuni dati contenuti nel Rapporto sulla Giustizia e resi pubblici l’altro giorno: sono deprimenti.
Vediamo qualche dato il primo dei quali dimostra che, nei fatti, il Paese è diviso: al sud, infatti, la durata media di un processo penale è di 6,9 anni, mentre al nord di 3,7. Al Sud, inoltre, il 17,5% dei processi arriva a sfondare la soglia dei 15 anni.
A tal proposito ci viene in mente (ne abbiamo anche scritto da queste colonne) la vicenda giudiziaria dell’ex ministro socialista Rino Formica che ha dovuto attendere ben 17 anni per sapere (alla veneranda età di 83 anni) di essere innocente dall’accusa che gli era stata mossa: quella di aver intascato tangenti.
Nel processo civile la situazione non cambia granché: 9,7 anni è la durata media di un processo al Sud, mentre di 7,1 per quello che riguarda il settentrione. E il 16,5% dei procedimenti civili nel Mezzogiorno può andare avanti fino a 20 anni!
Infine, per quanto riguarda la giustizia del lavoro, sono necessari circa 35 mesi per vedere conclusa una controversia, mentre, per quanto riguarda i fallimenti veri e propri, il 42% di quelli dichiarati nel 2001 risulta ancora aperto dopo otto anni.
Tempi assurdi che hanno conseguenze dirette, oltre che sull’esistenza di chi è costretto ad avere a che fare con un palazzo di giustizia nostrano, anche sulle casse dello Stato: l'Italia è infatti il paese dell'Europa occidentale che subisce le maggiori sanzioni (4.219.139 euro, secondo i dati relativi al 2009) dalla Corte Europea dei diritti dell'uomo, soprattutto per l'eccessiva durata dei procedimenti.
Concludo con una barzelletta che è circolata al forum di Rimini sulla giustizia.
Alfano ha chiuso i lavori del forum ed ha annunciato che i magistrati sono liberi di effettuare tutte le indagini e le intercettazioni che vogliono, ma lo devono fare durante l'ora d'aria.
Di grazia, potrebbe il presidente del sindacato delle toghe spiegare come mai non adopera le stesse parole dinanzi al tentativo delle Procure di mezza Italia di riscrivere la storia dei primi anni '90 nel tentativo di dipingere l'attuale maggioranza come il frutto di un romanzo criminale?
Non sarà per caso che quando c'è di mezzo (o si fa credere che ci sia) Silvio Berlusconi occorre andare a scoperchiare la tomba di Giulio Cesare per contare il numero esatto delle coltellate che lo uccisero mentre quando la questione riguarda ex ministri ed ex presidenti della repubblica di passati governi di centrosinistra la faccenda dev'essere liquidata agevolmente e rimessa al giudizio della storia?
La domanda è retorica ma del resto questo è normale in un paese in cui la politica è farsa e la giustizia tragedia.
A proposito di giustizia, sono stati ufficializzati alcuni dati contenuti nel Rapporto sulla Giustizia e resi pubblici l’altro giorno: sono deprimenti.
Vediamo qualche dato il primo dei quali dimostra che, nei fatti, il Paese è diviso: al sud, infatti, la durata media di un processo penale è di 6,9 anni, mentre al nord di 3,7. Al Sud, inoltre, il 17,5% dei processi arriva a sfondare la soglia dei 15 anni.
A tal proposito ci viene in mente (ne abbiamo anche scritto da queste colonne) la vicenda giudiziaria dell’ex ministro socialista Rino Formica che ha dovuto attendere ben 17 anni per sapere (alla veneranda età di 83 anni) di essere innocente dall’accusa che gli era stata mossa: quella di aver intascato tangenti.
Nel processo civile la situazione non cambia granché: 9,7 anni è la durata media di un processo al Sud, mentre di 7,1 per quello che riguarda il settentrione. E il 16,5% dei procedimenti civili nel Mezzogiorno può andare avanti fino a 20 anni!
Infine, per quanto riguarda la giustizia del lavoro, sono necessari circa 35 mesi per vedere conclusa una controversia, mentre, per quanto riguarda i fallimenti veri e propri, il 42% di quelli dichiarati nel 2001 risulta ancora aperto dopo otto anni.
Tempi assurdi che hanno conseguenze dirette, oltre che sull’esistenza di chi è costretto ad avere a che fare con un palazzo di giustizia nostrano, anche sulle casse dello Stato: l'Italia è infatti il paese dell'Europa occidentale che subisce le maggiori sanzioni (4.219.139 euro, secondo i dati relativi al 2009) dalla Corte Europea dei diritti dell'uomo, soprattutto per l'eccessiva durata dei procedimenti.
Concludo con una barzelletta che è circolata al forum di Rimini sulla giustizia.
Alfano ha chiuso i lavori del forum ed ha annunciato che i magistrati sono liberi di effettuare tutte le indagini e le intercettazioni che vogliono, ma lo devono fare durante l'ora d'aria.
domenica 5 dicembre 2010
Traditori delle necessità del Paese
Al mio caro Angelo...
Concordo che è ridicola l'accusa con cui si tacciano una quarantina di deputati eletti al Parlamento per aver abbandonato la loro casa d'origine, e averne fondata un'altra, e infine di aver firmato la sfiducia al governo, come dei traditori del partito e dei loro votanti.
Anche la Costituzione non obbliga i parlamentari ad alcun vincolo di mandato.
Dunque non sono traditori del partito, della coalizione, degli elettori.
Ma, per me, la questione non è questa; la questione va valutata esclusivamente in via politica. La riforma universitaria non diventerà legge dello Stato, come non lo diventerà la riforma della giustizia, la riforma fiscale e tante altre leggine che sono naufragate nelle macerie della crisi di governo che ha appestato la politica del paese.
Ora si vuole apre il nuovo: Bersani e Di Pietro vogliono una fase nuova, e il trio Fini, Casini e Rutelli si richiamano al nuovo che arriva a spron battuto.
I vecchi portano il nuovo, evviva!
Tutti in attesa di vederlo, questo nuovo. Tutti certi che di nuovo si tratta, dato che si oppone al vecchio. Il nuovo che inizia con una crisi al buio. 2 mozioni di sfiducia diverse non fanno un governo, ma soprattutto non fanno una linea politica. Il nuovo che nasce senza "direzione" e lo spread sui bot è immediatamente aumentato, e la trattativa Fiat sindacato si blocca.
Il nuovo nasce senza "direzione".
In questo contesto va giudicata, politicamente, la manovra dei pezzi di maggioranza che hanno scelto di portare a questa crisi politica. Hanno obbligato il vecchio a lasciare, consentendo che la crisi politica si unisca alla crisi economica.
Politicamente, è legittimo dire che sono semplicemente dei traditori delle necessità del paese? Altro che coraggiosi.
Concordo che è ridicola l'accusa con cui si tacciano una quarantina di deputati eletti al Parlamento per aver abbandonato la loro casa d'origine, e averne fondata un'altra, e infine di aver firmato la sfiducia al governo, come dei traditori del partito e dei loro votanti.
Anche la Costituzione non obbliga i parlamentari ad alcun vincolo di mandato.
Dunque non sono traditori del partito, della coalizione, degli elettori.
Ma, per me, la questione non è questa; la questione va valutata esclusivamente in via politica. La riforma universitaria non diventerà legge dello Stato, come non lo diventerà la riforma della giustizia, la riforma fiscale e tante altre leggine che sono naufragate nelle macerie della crisi di governo che ha appestato la politica del paese.
Ora si vuole apre il nuovo: Bersani e Di Pietro vogliono una fase nuova, e il trio Fini, Casini e Rutelli si richiamano al nuovo che arriva a spron battuto.
I vecchi portano il nuovo, evviva!
Tutti in attesa di vederlo, questo nuovo. Tutti certi che di nuovo si tratta, dato che si oppone al vecchio. Il nuovo che inizia con una crisi al buio. 2 mozioni di sfiducia diverse non fanno un governo, ma soprattutto non fanno una linea politica. Il nuovo che nasce senza "direzione" e lo spread sui bot è immediatamente aumentato, e la trattativa Fiat sindacato si blocca.
Il nuovo nasce senza "direzione".
In questo contesto va giudicata, politicamente, la manovra dei pezzi di maggioranza che hanno scelto di portare a questa crisi politica. Hanno obbligato il vecchio a lasciare, consentendo che la crisi politica si unisca alla crisi economica.
Politicamente, è legittimo dire che sono semplicemente dei traditori delle necessità del paese? Altro che coraggiosi.
Che giustizia............
Che giustizia................
veniamo al fatto: Ciancimino Jr è colui che sta centellinando le sue informazioni e che, secondo i pm, portano a delineare una verità che si traduce in: Berlusconi ha avuto contatti diretti con i capi-mafiosi, era colui che ha investito i soldi mafiosi per costruire il suo impero e, in poche parole, Forza Italia è nata da un accordo con la mafia per fare in modo che questi mafiosi potessero continuare a fare i loro "affari" senza tanta durezza da parte del governo.
E Ciancimino, dicono i pm, è affidabile.
Ora succede che c'è una fuga di notizie e si viene a sapere che questo Ciancimino ha fatto anche il nome di Gianni De Gennaro.
Questo fatto rischia di delegittimare tutte le verità sostenute da Ciancimino contro Berlusconi, ed allora gli investigatori, pur di mantenere in piedi l'impianto accusatorio contro Berlusconi, se ne escono con: «Ha saputo mischiare cose vere con cose verosimili, false e grottesche, come nel caso di De Gennaro».
Che giustizia........
veniamo al fatto: Ciancimino Jr è colui che sta centellinando le sue informazioni e che, secondo i pm, portano a delineare una verità che si traduce in: Berlusconi ha avuto contatti diretti con i capi-mafiosi, era colui che ha investito i soldi mafiosi per costruire il suo impero e, in poche parole, Forza Italia è nata da un accordo con la mafia per fare in modo che questi mafiosi potessero continuare a fare i loro "affari" senza tanta durezza da parte del governo.
E Ciancimino, dicono i pm, è affidabile.
Ora succede che c'è una fuga di notizie e si viene a sapere che questo Ciancimino ha fatto anche il nome di Gianni De Gennaro.
Questo fatto rischia di delegittimare tutte le verità sostenute da Ciancimino contro Berlusconi, ed allora gli investigatori, pur di mantenere in piedi l'impianto accusatorio contro Berlusconi, se ne escono con: «Ha saputo mischiare cose vere con cose verosimili, false e grottesche, come nel caso di De Gennaro».
Che giustizia........
Il fetente
Questo Berlusconi è proprio un fetente.
Ci sono quattro missionari, ognuno dei quali si presenta convinto di essere un drago della politica, un mago della Repubblica, un salvatore della nazione,..... ma quel fetente di cui sopra non consente a questi magnifici quattro di poter esprimere il loro genio a vantaggio del Paese tutto.
Loro sono pronti a sfoderare tutto il loro talento di missionari redentoristi in salsa patriottica e pronti così immolare se stessi al servizio degli italiani, ma c'è un solo impedimento: quel fetente di Berlusconi.
Questi politicanti fanno il paio con gli studenti piazzaioli; tutti geni che non potranno esprimere il loro talento perchè esiste quel fetente di Berlusconi che vuole rovinare il loro futuro.
Ma c'è da dire che queste cose sono sempre successe. Non sono una novità.
Quello che non era mai successo è invece la quantità enorme di "malefatte" che si lasciano passare nel nome della lotta a Berlusconi come se non fosse successo niente.
Passa la casa di Montecarlo (che giuridicamente è uguale al caso di Tanzi, che sta in galera), passa il contratto milionario della Rai con la suocera-casalinga di Fini, passa l'inquisito per mafia Lombardo a governare la Sicilia con Pd e Fli, passa in silenzio anche l'appalto di 350 mila euro di soldi pubblici al marito della Finocchiaro come compenso per l’informatizzazione della Casa della salute di Giarre, passa il patteggiamento di Delbono per il Cinzia-gate con soldi pubblici, passano anche le parole dell'ex-ministro della giustizia Conso che confessa di non aver rinnovato il 41bis "per evitare altre stragi", che di fatto si fermarono,(ricordo che il premier era Ciampi e Presidente della Repubblica era Scalfaro), passano anche le responsabilità della Iervolino sulla monnezza napoletana (anzi è colpa di Berlusconi), passa perfino la sospensione da parte dell'ordine dei giornalisti per Feltri in quanto simpatizzante della maggioranza da parte dell'Ordine.
Sul caso Feltri voglio riportare l'art.21 della Costituzione perchè in sua difesa fu fatta una mega-manifestazione; vediamo cosa dice:
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica [c.p. 57, 58bis] può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denuncia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro si intende revocato e privo d’ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.”
Ho voluto riportarlo per intero per aggiungere che la sanzione inflitta dall’Ordine dei giornalisti a Vittorio Feltri di non scrivere per un periodo di tre mesi, viola la Costituzione.
Ma la Consulta, organo deputato a controllare che non si violi la Costituzione tace.
Cos'altro dobbiamo sopportare?
Veramente l'opposizione crede che questo atteggiamento gli porterà nuovi voti?
Chi è più fetente?
Ci sono quattro missionari, ognuno dei quali si presenta convinto di essere un drago della politica, un mago della Repubblica, un salvatore della nazione,..... ma quel fetente di cui sopra non consente a questi magnifici quattro di poter esprimere il loro genio a vantaggio del Paese tutto.
Loro sono pronti a sfoderare tutto il loro talento di missionari redentoristi in salsa patriottica e pronti così immolare se stessi al servizio degli italiani, ma c'è un solo impedimento: quel fetente di Berlusconi.
Questi politicanti fanno il paio con gli studenti piazzaioli; tutti geni che non potranno esprimere il loro talento perchè esiste quel fetente di Berlusconi che vuole rovinare il loro futuro.
Ma c'è da dire che queste cose sono sempre successe. Non sono una novità.
Quello che non era mai successo è invece la quantità enorme di "malefatte" che si lasciano passare nel nome della lotta a Berlusconi come se non fosse successo niente.
Passa la casa di Montecarlo (che giuridicamente è uguale al caso di Tanzi, che sta in galera), passa il contratto milionario della Rai con la suocera-casalinga di Fini, passa l'inquisito per mafia Lombardo a governare la Sicilia con Pd e Fli, passa in silenzio anche l'appalto di 350 mila euro di soldi pubblici al marito della Finocchiaro come compenso per l’informatizzazione della Casa della salute di Giarre, passa il patteggiamento di Delbono per il Cinzia-gate con soldi pubblici, passano anche le parole dell'ex-ministro della giustizia Conso che confessa di non aver rinnovato il 41bis "per evitare altre stragi", che di fatto si fermarono,(ricordo che il premier era Ciampi e Presidente della Repubblica era Scalfaro), passano anche le responsabilità della Iervolino sulla monnezza napoletana (anzi è colpa di Berlusconi), passa perfino la sospensione da parte dell'ordine dei giornalisti per Feltri in quanto simpatizzante della maggioranza da parte dell'Ordine.
Sul caso Feltri voglio riportare l'art.21 della Costituzione perchè in sua difesa fu fatta una mega-manifestazione; vediamo cosa dice:
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica [c.p. 57, 58bis] può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denuncia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro si intende revocato e privo d’ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.”
Ho voluto riportarlo per intero per aggiungere che la sanzione inflitta dall’Ordine dei giornalisti a Vittorio Feltri di non scrivere per un periodo di tre mesi, viola la Costituzione.
Ma la Consulta, organo deputato a controllare che non si violi la Costituzione tace.
Cos'altro dobbiamo sopportare?
Veramente l'opposizione crede che questo atteggiamento gli porterà nuovi voti?
Chi è più fetente?
giovedì 2 dicembre 2010
Non lo leggerete su Repubblica
A proposito degli affari energetici tra Italia e Russia che danno fastidio agli americani, estraggo il seguente passo da wikileaks che ha come obiettivo quello di allentare l'abbraccio tra Berlusconi e Putin:
¶18 . (C / NF) Per affrontare il problema di petto, si è schierata una robusta e strategica diplomazia con l'intento di abordare figure chiave all'interno e all'esterno del governo. Il nostro obiettivo è duplice: educare i nostri interlocutori meglio sulle attività russe, delegittimandole, e quindi istruendo sulla politica degli Stati Uniti, in modo da creare un contrappeso ai pareri consenzienti sulla politica della Russia, in particolare all'interno del partito politico di Berlusconi. L'opposizione ha cominciato a prendere a colpi Berlusconi. Alcuni nel PdL hanno cominciato ad avvicinarsi a noi in privato per dire che auspicano un maggiore dialogo con noi sulla questione Russia e hanno indicato la loro soluzione a sfidare apertamente Berlusconi, proprio adducendo la questione Putin.
il cablogramma originale lo trovate qui, in lingua inglese: http://cablegate.wikileaks.org/cable/2009/01/09ROME97.html#par18)
Si, avete letto benissimo: I finiani sono stati avvicinati dall'intelligence americana e gli stessi finiani sono andati a bussar alla loro porta. Quale che sia la verità su Putin e su interessi legittimi italiani in materia energetica resta il fatto che a me, stando che leggo cose molto ben delineate, Gianfranco Fini e i suoi, tutto mi sembrano fuorché indipendenti e interessati agli interessi dell'Italia e della nostra nazione. C'è una manina che spinge e forse finanzia il tutto.
Oltre Fini, quali sono le "figure chiave all'interno ed all'esterno del governo"?
Casini? Confindustria? Monteprezzemolo? Draghi?
Dal momento che questa notizia non la troverete mai su Repubblica, il Fatto, il Corsera, la Stampa, per cortesia, Diffondetela
¶18 . (C / NF) Per affrontare il problema di petto, si è schierata una robusta e strategica diplomazia con l'intento di abordare figure chiave all'interno e all'esterno del governo. Il nostro obiettivo è duplice: educare i nostri interlocutori meglio sulle attività russe, delegittimandole, e quindi istruendo sulla politica degli Stati Uniti, in modo da creare un contrappeso ai pareri consenzienti sulla politica della Russia, in particolare all'interno del partito politico di Berlusconi. L'opposizione ha cominciato a prendere a colpi Berlusconi. Alcuni nel PdL hanno cominciato ad avvicinarsi a noi in privato per dire che auspicano un maggiore dialogo con noi sulla questione Russia e hanno indicato la loro soluzione a sfidare apertamente Berlusconi, proprio adducendo la questione Putin.
il cablogramma originale lo trovate qui, in lingua inglese: http://cablegate.wikileaks.org/cable/2009/01/09ROME97.html#par18)
Si, avete letto benissimo: I finiani sono stati avvicinati dall'intelligence americana e gli stessi finiani sono andati a bussar alla loro porta. Quale che sia la verità su Putin e su interessi legittimi italiani in materia energetica resta il fatto che a me, stando che leggo cose molto ben delineate, Gianfranco Fini e i suoi, tutto mi sembrano fuorché indipendenti e interessati agli interessi dell'Italia e della nostra nazione. C'è una manina che spinge e forse finanzia il tutto.
Oltre Fini, quali sono le "figure chiave all'interno ed all'esterno del governo"?
Casini? Confindustria? Monteprezzemolo? Draghi?
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