Busi su Il Riformista: "La gente quando parla usa trecentocinquanta lessemi, la letteratura, quella che oggi chiamiamo letteratura, non ne ha più di millecinquecento. Io, qualcuno lo ha calcolato per me, ne ho trecentocinquantamila, e non sono affatto difficile o astruso o elitario.
C'è una bella differenza, no? "
Gli viene però fatto notare che, nel 2010, lo scrittore più celebrato del Paese non è Aldo Busi, ma Roberto Saviano. «Non è uno scrittore, è un giornalista, sarebbe come dire che Cristina Parodi è Marilyn Monroe. Io l'ho difeso oltre ogni limite sin dall'inizio, il suo impegno civile non si discute, poi è un ragazzo in motorino e io sono così apprensivo... Mi sembra di avergli riconosciuto il minimo.
Uno che legge professionalmente, se si trova sotto gli occhi Gomorra vede un salto di stilemi - perché di stile non ce n'è - ogni dieci pagine. C'è troppa gente che c'ha messo le mani, lo senti e lo vedi, è zeppo di ripetizioni, è stato editato malissimo.
Saviano ho cercato anche di leggerlo su Repubblica. Ragazzi, gronda retorica come io cerume da decompressione aerea. E non ci racconta mai niente di sé.
Sborra Saviano? La sua mi sembra una solitudine molto affollata, un Rotary di cene da ex Cenerentole tutte col faccino tuttora contrito per mestiere... seghe collettive ho i miei dubbi... sa, l'ambiente debenedettiano è un tantino puritano e perbenista per certi schizzi liberatori non a parole.
Tante cose sulla camorra, se voglio, le trovo anche sul Mattino di Napoli, che magari trova anche, a differenza di Saviano, un trafiletto per dirci qualcosina anche del fu cardinale Giordano e della storia di usura in cui fu coinvolto col fratello. Qualcosa di sé, della sua struttura profonda, anche sociale e, ormai, societaria, non ce la dirà mai, esattamente come non ce la dice Eco e tanto meno Travaglio... Gomez, poi, meglio stendere un velo pietoso.
Sanno parlare solo d'altro, d'altri, come se loro fossero dei semplici messaggeri alati, asessuati, apolitici, senza dazio di appartenenza ideologica, di condivisione della stessa torta occultata ma non occulta, mica siamo tutti scemi.
Non sto parlando di pruriti autobiografici frustrati, io sono l'antitesi del guardone."
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